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Autore: M i s h a    30/11/2013    4 recensioni
Come al solito non so scrivere una trama!
DALL'ULTIMO CAPITOLO:"Ho imparato che la vita è come uno zaino che si riempie a volte di cose belle e cose brutte, ma soprattutto ho imparato che non tutti gli angeli sono buoni."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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<< Ho sempre imparato che bisogna guardare il lato positivo delle cose>> mi disse accarezzandomi il braccio e guardando il tramonto
<< Ad esempio: ora sei più forte. Ti sei liberata di qualcuno che ti manovrava. E in più ora quella “M” potrebbe significare Marilyn>> mi disse sorridendomi per l’ultima frase e io ridacchiai.
<< Oh certo! Questo lo dedico a Marilyn Manson>> dissi facendogli l’occhiolino e lui mi fece la faccia da offeso.
<< Ah si? Preferisci lui a me?>> iniziò a farmi il solletico. Mi misi a scappare per tutta la piazza e lui mi inseguiva mentre ridevamo come due pazzi.
Ad un tratto mi bloccò da dietro abbracciandomi. Sentivo il suo respiro affannato sul collo. Le sue braccia, se pur sconosciute, mi facevano stare bene. Sentivo che era diverso, sentivo anche che non potevo provare nulla per lui per miliardi di ragioni, ma sentivo un calore al cuore mai provato prima. Mi voltai per guardarlo negli occhi e lui mi baciò cogliendomi di sorpresa. All’inizio non ricambiai, ma poi mi lasciai andare. Non era il solito bacio a cui ero abituata ricevere da Matthew; lui mi baciava con prepotenza e malavoglia. Mentre Marilyn mi baciava con dolcezza e curiosità.
Ci staccammo poco dopo e io lo guardai con le guancie e tutto il corpo che mi andava a fuoco.
<< S-scusami tanto Cindy>> mi disse lui grattandosi la testa e mantenendo lo sguardo basso.
<< Hei è tutto apposto>> mi avvicinai a lui sorridente e anche lui mi sorrise. Vidi il suo sguardo illuminarsi e la cosa mi fece sorridere. Si avvicinò a me e mi abbracciò.
<< Ti accompagno alla fermata che si sta facendo buio. Non voglio che torni a casa quando è tutto cupo>> mi disse facendosi improvvisamente serio.
<< Va bene papino>> dissi ridacchiando e lui mi guardo spalancando gli occhi e poi rise
<< Ho appena baciato mia figlia!>> disse agitando le braccia simulando una scena teatrale facendomi ridere ancora di più
<< Hai ragione! Ho baciato mio papà!!>> dissi imitandolo
<< Ma mia figlia è così bella che non ho potuto resistere>> mi disse facendomi l’occhiolino
<< Mmm.. Anche mio papà non è male>> dissi trattenendo una risata e lui strinse le braccia al petto
<< Non sono male?>> mi disse avvicinando il suo viso al mio.
<< No! Non sei male>> dissi lasciandogli un bacio nel naso e superandolo camminando davanti a lui.
Mi raggiunse poco dopo tenendomi per un braccio.
Mi strinse a se e mi baciò di nuovo. La dolcezza di prima fu sostituita dalla passione che mi invase dalle radici dei capelli alle unghie dei piedi.  Le sue braccia mi stringevano con forza, ma senza mai farmi male. Era quasi un abbraccio protettivo. Ci staccammo a malavoglia e mi prese la mano mentre andavamo alla fermata.
<< Vengo a prenderti domani, al solito posto>> mi disse lasciandomi un altro bacio e poco dopo salì sul pullman.
Ero quasi arrivata a casa mia e mi vibrò il telefono.
“A: Cindy
Da: Maddison
Stai attenta a quello che fai. Andrew non è quello che sembra. Ti sto avvisando” Non capì il senso del messaggio e lo ignorai pensando che lei potesse essere gelosa.
Il giorno dopo non parlai a Marilyn del messaggio.
Ci incontrammo alle scalette, ma non andammo in piazza dagli altri. Andammo in un negozietto alternativo e passammo la serata a provarci abiti assurdi.
<< Mi vorresti se uscissi con un boa di piume?>> mi disse ondeggiando con un boa giallo evidenziatore.
<< Solo se tu accetti questa parrucca orribile>> dissi indossando una parrucca afro.
<< Ho visto una persona che conosco, mi aspetti?>> mi chiese
<< Si si, ti aspetto qui fuori>> dissi uscendo e sedendomi in un gradino. Poco dopo mi raggiunse con una busta in mano.
<< Ti prego, dimmi che non hai comprato quel boa>> chiesi scioccata e lui mi sorrise. Levò dalla busta una gonna, degli anfibi neri, una maglietta dei Sex Pistols e un giubottino di pelle.
Lo guardai scioccata non capendo.
<< Hai intenzione di vestirti da donna?>> gli chiesi spalancando gli occhi e lui per poco non cadde a terra dalle risate.
<< No! E’ tutto per te tesoro. Domani andiamo ad un concerto>> mi disse porgendomi la busta e io lo guardai scioccata.
<< Non so se ti piacciano gli abbinamenti, ma sarai bellissima. Tu lo sei sempre>> mi disse stringendomi la mano.
<< Grazie mille per gli abiti! Sono bellissimi e non dovevi comprarmeli>> dissi abbracciandolo
Lui mi baciò la fronte e continuammo a passeggiare.
<< A che concerto andiamo?>> chiesi emozionata
<< Una cover band. Farà un po’ di tutto>> mi rispose sorridendomi.
Il giorno dopo uscì di casa con gli abiti che Marilyn mi regalò suscitando molte domande dai miei genitori.
Arrivai al nostro punto di incontro, ma lui non c’era.
Lo chiamai ripetutamente al telefono, ma nulla. Decisi di andare nella piazza pensando che fosse con gli amici, ma non c’erano nemmeno loro.
<< Pronto?>> dissi non appena mi squillò il telefono.
<< Sono Maddison. Devo parlarti, è urgente>> mi disse con un velo di voce
<< Sono al solito posto>> dissi e chiusi la chiamata. Mi sedetti nella solita panchina ad aspettarla e poi quando arrivò la vidi piangere.
<< Che è successo? Dov’è Andrew?>> dissi preoccupata.
<< Siediti>> mi disse sedendosi
<< NON VOGLIO SEDERMI! Mi dici che diavolo è successo??>> dissi iniziando ad urlare
<< Andy non c’è più>> iniziò.
<< Che cazzo vuol dire che non c’è più?>> iniziai ad agitarmi
<< Tu non lo conoscevi. Perse la mamma tanto tempo fa e il padre è un drogato e anche lui si drogava>> mi disse piangendo
<< NO TI SBAGLI>> dissi andandomene, ma lei mi prese un braccio facendomi male.
<< Sciocca ragazzina. Io te l’avevo detto di stare attenta. Non era la persona che pensavi. Ora se né andato, si è ucciso>> mi disse facendomi crollare l’ennesima volta. Il mio cuore che sembrava si stesse riprendendo, fu spezzato, calpestato, frantumato di nuovo. Mi sentivo come se un camion mi avesse investito e poi avesse fatto retromarcia per investirmi di nuovo.
<< Stiamo organizzando una piccola cerimonia per ricordarlo. Vuoi venire?>> mi chiese asciugandosi le lacrime e io me ne andai via correndo.
Perché stava succedendo a me? Perché non mi aveva detto nulla? Mi sembrava un ragazzo felice, un ragazzo apposto.
Pensavo di aver trovato la persona con cui poter essere felice.
Passarono tre anni dal quel giorno. Non ebbi più notizie né di Maddison né di nessun altro.
Mi ero fatta la mia vita; quell’esperienza mi rese più forte e quasi non faceva più male. Ogni volta che passavo davanti a quella piazza, i brividi mi invadevano. Mi sembrava quasi che mi mancasse il respiro. Nel frattempo mi fidanzai; Gabbie, questo era il suo nome, era un ragazzo fantastico. Era dolcissimo, andavamo d’accordissimo. Era un ragazzo intelligente, premuroso.. insomma come ho già detto era fantastico.
Stavamo passeggiando per dei negozi e ad un tratto scorsi una figura tra la folla. Mi sembrò una visione; il petto iniziò a farmi malissimo e mi sembrò quasi come se qualcuno mi avesse pugnalato.
<< Hei tutto bene amore mio?>> mi chiese Gabbie.
<< S-ssi si, tutto bene>> risposi cercando di farlo tranquillizzare.
Quella figura mi sfiorò un braccio camminando. Era Marilyn, ne ero sicura.
Deglutii sonoramente pensando di essere pazza e cercai non dare peso a questo avvenimento continuando a camminare. Tornai a casa e il cellulare vibrò.
A: Cindy
Da: Sconosciuto
Alle scalette. Alle cinque” Mi cadde il telefono dalle mani non appena lessi il messaggio. Stavo impazzendo o era tutto vero?
Decisi di andare alle scalette.  Mi sudavano le mani, non sapevo cosa aspettarmi da quell’appuntamento.
A Gabbie dissi di dover incontrare un’amica di vecchia data; forse non era del tutto una bugia. Arrivai alle scalette e vidi subito la sua figura e mi bloccai in mezzo alla strada fissandola.
Iniziai a scuotere la testa; pensavo di impazzire.
<< Cindy>> mi disse lui avvicinandosi
“ Ma che cazzo sta succedendo? Sto sognando?” pensai fino a che lui non mi sfiorò il braccio e potei guardarlo negli occhi. Riconoscerei quegli occhi tra miliardi.
Iniziai a mollargli pugni a raffica; lui era molto magro e incassava tutti i colpi senza muoversi, senza fare nulla e io iniziai a piangere.
<< Perché?>> chiesi tra i singhiozzi.
<< Ho chiesto io a Maddison di mentire>> mi disse.
<< Te lo richiedo: perché?>> strinsi i pugni dalla rabbia.
<< Avevo paura. Tu eri così fragile.. Avevo paura di farti del male.>> mi disse giustificandosi
<< E dicendomi che ti eri suicidato pensi che io non ci sia stata male?>> ero furiosa
<< Non sapevo che fare>> mi disse tenendo lo sguardo basso
<< Potevi semplicemente lasciarmi!>> dissi urlando più che mai
<< Cindy avevo paura>> mi disse lui cercando di tenermi un braccio, ma io mi spostai.
<< Sono stata malissimo Andrew. Ho pensato di essere io il problema, di averti portato al punto di ucciderti! Sei stato meschino e questo non te lo perdonerò mai. Mi hai fatto stare bene quando mi sei stato vicino, ora sono passati anni; io ho la mia vita e tu dovresti farti la tua.>> dissi e me ne andai senza dargli il tempo di dire nulla.
Tornai a casa furiosa e delusa. Non appena arrivai da Gabbie gli lasciai un dolcissimo bacio sorprendendolo.
Ora sono passati sette anni da questa storia; io e Gabbie conviviamo felicemente.
Ho imparato che la vita è come uno zaino che si riempie a volte di cose belle e cose brutte, ma soprattutto ho imparato che non tutti gli angeli sono buoni.






Angolo mio:
Salve a tutti!
Questa è la mia nuova storia;
spero non sia una schifo totale.
Fatemi sapere <3
Un abbraccio,
Cat

 
   
 
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