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Autore: Diemmeci    30/11/2013    4 recensioni
«Hai bisogno di aiuto?», un ragazzo mi sta venendo incontro, ma non riesco a vedere il suo volto per via del sole che mi sta accecando.
«Sono caduta e temo di essermi slogata la caviglia», informo il ragazzo, il quale riconosco all’istante e sobbalzo per la sorpresa.
Jensen Ackles. Seguo Supernatural da una vita ed ho sempre avuto una cotta per lui. Sento le guance prendere fuoco ed abbasso lo sguardo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venticinquesimo capitolo

Il giorno tanto atteso è alle porte.
Non riesco ancora a concepire il fatto che tra poco il mio Josè, il mio migliore amico da sempre, sarà sposato con Camilla ed inizierà un nuovo capitolo della propria vita. Dentro di me la felicità e la malinconia si prendono a pugni, ma cosa potrei fare se non accettare che Josè sia un uomo adulto e pronto per il matrimonio?
Jensen, seduto accanto a me sulla panca laccata di marrone della chiesa di S. Alessio All’Aventino, ha dipinta sul volto un’espressione tranquilla. Lo invidio, perché al suo contrario io sono agitata e di conseguenza non faccio altro che mordere il labbro. «Il matrimonio non inizierà prima di mezz’ora, ti va di uscire un po’?» sussurra al mio orecchio.
Annuisco. Lo prendo per mano e lo porto in un bellissimo giardino, affiancato da un grazioso balcone che da sulla vista della cupola di San Pietro e, sporgendosi in avanti, si può scorgere il Tevere. «Va meglio?» mi domanda.
«Un po’ meglio» avverto la tensione lasciare lentamente il mio corpo. «Per me è difficile affrontare tutto questo».
«Lo immagino».
«Ne dubito» una risata amara esce dalla mia bocca. «Mi sembra appena ieri che io e Josè andavamo a scuola e passavamo le giornate intere sul divano di casa ma a guardare un film dopo l’altro. Solo adesso noto come sia passato in fretta il tempo».
Jensen sospira, circondami poi con le sue braccia e trasmettendomi tutto l’amore necessario. Prima di lui, mi sembrava stupido il detto “A volte gli abbracci valgono più di mille parole”, probabilmente perché non avevo mai ricevuto questo tipo di abbracci. Solo con lui ho provato alcune emozioni che, mai e poi mai, avrei pensato di provare.
«Che hai intenzione di fare dopo il matrimonio?» prende parola dopo pochi minuti, che a me sembrano ore.    
«Non lo so» rispondo sinceramente. «Voglio stare con te, questo è tutto quello che so. Ma non so che fare».
«Vieni con me» mormora al mio orecchio. «Ti prego. Torneremo ogni volta che vorrai, te lo prometto».
«Io…»
Jensen mi interrompe. «So che è un enorme sacrificio questo, me ne rendo conto. So anche che sembra che io mi comporti da egoista, e probabilmente è così, ma non posso vivere senza di te. Non più». Prende un bel respiro. «Da quando ti ho conosciuta è cambiato tutto, hai messo sottosopra la mia vita e, credimi, tutto questo mi piace. Prima di te non avevo mai provato alcune delle sensazioni che provo con te».
Lo stesso vale per me, vorrei dirgli, ma le parole mi muoiono in gola.
«Perciò, ti prego, vieni con me. Ti renderò felice sempre e ammetterò sempre i miei sbagli, sai quanto mi costa ma, per te, lo farei. Sempre e per sempre». Sottolinea le ultime parole, facendomi rabbrividire.
«Per sempre?» mormoro.
«Per sempre» ripete, alzando gli angoli della bocca. «Finché mi vorrai, sarò tuo».
«Ti vorrò sempre, J» accarezzo dolcemente la sua guancia, contornando il profilo della sua perfetta mascella per poi finire a poggiare un dito sulle sue labbra. Lo bacia appena, facendomi ridere. «E per sempre» aggiungo.
Mi sorride dolcemente. Le campane della chiesa iniziano a suonare, quindi ci precipitiamo entrambi nella chiesa e prendiamo di nuovo posto. Facciamo appena in tempo, che Camilla fa il suo ingresso sulla lunga navata, gli occhi lucidi e la solita bellezza. L’abito è favoloso, il corpetto stretto le valorizza le curve e la gonna più gonfia crea un magnifico effetto. La semplice acconciatura e il semplice trucco rendono il tutto perfetto. Mentre cammina posso notare la sua felicità e quella di Josè, il quale è accanto all’altare in un semplice smoking nero, e sembra l’uomo più contento del pianeta.
Il mio cuore scoppia di felicità. «Lei è favolosa» sussurro a Jensen.
«Concordo con te» appoggia il mio parere, stringendomi con una mano il fianco.
Camilla raggiunge l’altare e prende posto accanto a Josè. Il prete inizia la cerimonia, facendoci accomodare tutti.

Non appena la cerimonia giunge al termine, iniziamo tutti ad uscire dalla chiesa. La parte delle promesse è stata favolosa e piena di sincerità. Camilla ha letto le sue parole senza tanti problemi (a parte il fatto che piangeva come una fontana), e si scorgeva lontano un chilometro di quanto fosse felice nel pronunciarle. Non nego, però, che ho passato la maggior parte ad asciugare lacrime solitarie dalle mie guance.
«Quindi» Jensen mi sorride dolcemente «è fatta».
«Già» sorrido.
Una ragazza, la sorella di Josè, ci viene incontro e ci porge due coni di carta con all’interno del riso da tirare agli sposi. «Rachel, come stai?» mi chiede, gli occhi ancora lucidi e lo stesso sorriso di Josè stampato sulle labbra.
Le sorrido. «Sto bene, Ambra» la stringo in un abbraccio. «Non ci vediamo da parecchio tempo ormai» constato.
«Da troppo tempo» sottolinea malinconicamente. «Dovremmo vederci più spesso, sai? Un giorno di questi, se ne hai voglia, potremmo andare a fare shopping».
«Con piacere» accetto il suo invito. «Lui è il mio ragazzo, comunque. Jensen lei è Ambra, la sorella maggiore di Josè».
Jensen le porge la mano e noto Ambra sbiancare. «Quel Jensen?»
Annuisce, ridendo. «Esatto. Fammi indovinare, anche tu segui Supernatural come tuo fratello?»
«Da prima anche!» esclama, sorridendo per poi stringergli la mano.
«Ci avrei scommesso».
Rido. «Be’, chiunque abbia mai frequentato me e Josè ormai guarda Supernatural» mi rivolgo a Jensen. «Diciamo che abbiamo influenzato chiunque ci abbia mai rivolto parola».
«Non mente» Ambra ride insieme a me. «Adesso scusatemi, ma devo finire di consegnare questi coni. Ci vediamo più tardi».
Entrambi annuiamo e la vediamo allontanarsi.
«Non sapevo che Josè avesse una sorella» dice qualche istante più tardi.
«Credo sia tornata da poco» mormoro. «Abita in Francia con il marito e i figli. Probabilmente rimarrà qualche giorno e poi se ne andrà di nuovo».
«Wow» sussurra Jensen. «Deve essere bello abitare in Francia».
«Già» sorrido. «Una volta sono andata a trovarli, siamo rimasti con Josè almeno per due settimane, ed è stato fantastico».
«Io ci sono stato solo una volta».
«Dovremmo riandarci» ridacchio.
Jensen sfoggia un sorrisetto furbo. «Ovviamente».
Qualcuno tra la folla a me sconosciuto, urla che gli sposi stanno per uscire dalla chiesa, quindi ci posizioniamo tutti ai lati dell’uscita ed attendiamo. Non appena mettono piede fuori, vengono ricoperti di chicchi di riso.
«Credo che a Josè sia entrato negli occhi un chicco» rido quasi allo sfinimento nel vedere l’espressione buffa del mio amico. «Guardalo».
Jensen mi segue. «Poverino».
Ovviamente, arriva la parte della fotografia. L’ho sempre reputata una noia mortale, dover attendere persino ore per fare una foto. Stranamente, io e Jensen siamo tra i primi a farla e, non appena mi avvino a loro, li abbraccio entrambi.
«Sono felicissima per voi» sorrido. «E siete bellissimi. Specialmente Camilla».
Josè alza gli occhi al cielo. «Come sei gentile, Rach».
«Stai zitto e sorridi» gli do uno schiaffo sul dietro della testa e ci mettiamo in posizione. Un sorriso spontaneo e sincero compare sulle mie labbra e, per la prima volta, sono convinta che la foto sia venuta bene. Che io sia venuta  bene.
«Mi dispiace, ma adesso dovete allontanarvi» Josè tira fuori la lingua. «Ci vediamo più tardi, okay?»
Annuisco, sorridendo. «A dopo».
Mentre attendiamo che il resto degli invitati faccia la foto insieme agli sposi, io e Jensen andiamo a sederci su un muretto vicino la chiesa. Non ci allontaniamo troppo perché, con la fortuna che abbiamo entrambi, non ci accorgeremmo neanche quando iniziano ad andarsene tutti per raggiungere il ristorante.
«Ultimamente stavo pensando ad una cosa» Jensen prende le mie mani tra le sue. «In parte l’abbiamo già decisa insieme senza accorgercene, in realtà».
«Di cosa si tratta?» curiosa, aspetto con ansia che me ne parli.
«Noi due è come se vivessimo insieme, giusto?»
Annuisco, non capendo dove voglia arrivare. «Be’, tecnicamente si».
«Ecco. Stavo pensando che, se verrai insieme a me in America, potremmo comprare una casa tutta nostra. Inizialmente avevo pensato di trasferirci nella mia villa, però credo che ti farebbe più piacere scegliere una casa e arredarla come vuoi». Quando termina di parlare, io resto a bocca aperta.
Ha davvero proposto di andare a vivere ufficialmente insieme? «Dici sul serio?» mormoro, incredula.
«Si».
«Oddio».
«Questo è un si?»
Mi siedo sulle sue gambe e gli circondo il collo con le mie braccia. Non potrei essere più felice. «Mi avevi convinta a “ultimamente stavo pensando ad una cosa”».
Jensen ridacchia. «Ho già visto delle case molte belle, su internet. Ce ne sono di tutti i tipi, appartamenti, ville…»
Lo interrompo, mettendogli una mano sulla bocca. «Non farmi cambiare idea, ti prego. Non appena torniamo in America sceglieremo, te lo prometto».
«Hai ragione» mi sorride dolcemente, scostandomi poi dal viso una ciocca di capelli. «Sono felice che tu abbia accettato».
«Ed io che tu me l’abbia proposto».
«Pensavo che non avresti approvato perché non ci conosciamo da molto. Le persone normali vanno a vivere insieme almeno dopo due anni o persino dopo il matrimonio» mormora malinconicamente.
«Noi siamo dei folli, lo sai questo, vero?» gli accarezzo il viso. «Ci saranno litigi su litigi, lo so già, ma il nostro amore è più forte di tutti i problemi che ci si presenteranno davanti».
«Già» conferma le mie parole. «E dove ti piacerebbe vivere? A Vancouver?»
«Io avevo pensato a Los Angeles» ammetto, «ma Vancouver non è male, anzi. Per me va bene ovunque, scegli tu».
«No» scuote la testa, deciso. «Voglio che sia tu a scegliere, Rach. Mi sembra già tanto che verrai con me in America. Il minimo è che scegli la città».
«Vada per Vancouver».
«Sei sicura?»
«Si» annuisco e sono sincera. «E poi adoro il Canada, quindi sono più che sicura di voler andare a vivere lì».

«Quindi andranno a Miami in viaggio di nozze?» la nonna di Josè, che siede accanto a me e Jensen, sembra non approvare la scelta del luogo. «Io avrei optato per Parigi, la città dell’amore. Tu cosa ne pensi, cara?»
Non credo che si ricordi di me, ma ci non bado molto. «Miami è okay, credo. Parigi è Parigi, è perfetta per un viaggio di nozze».
«Voi dove siete andati per festeggiare il matrimonio?» mi chiede qualche istante più tardi, facendomi strozzare col vino che stavo bevendo.
Jensen mi da dei colpetti sulla schiena, ridacchiando. «Non siamo sposati, non ancora almeno» risponde per me.
Non ancora? «Come dice lui» rido per la mia reazione alla domanda.
Continuiamo a conversare con la nonna di Josè per un bel po’, finché non notiamo che la maggior parte degli invitati inizia a salutare gli sposi. Io e Jensen, dopo aver salutata la nonna, decidiamo di avvicinarsi per dirgli che stiamo per andarcene anche noi.
«Hey, ragazzi, state andando via?» Camilla sembra delusa.
Annuiamo. «Sono stanchissima e questi tacchi mi stanno massacrando i piedi» rido.
Josè e Jensen si allontanano da noi.
Camilla comprende. «Non dirlo a me. Non vedo l’ora di poterle togliere» ride anche lei. «Comunque, devo darti la bomboniera».
Sorrido. «Uh, l’avevo quasi dimenticato! Cosa hai scelto?»
Mi porge una cornice, ornata in modo grazioso, sul tono del beige. All’interno, è presente la foto che ritrae me, lei, Josè e Jensen. È quella che abbiamo fatto appena dopo la cerimonia. Non mi sbagliavo, è venuta veramente bene.
«Ti piace?»
«Da morire. Ora capisco perché siamo stati tra i primi a fare la foto» le sorrido, abbracciandola forte. «Grazie di tutto, è stato fantastico».
«Grazie a voi» sciogliamo l’abbraccio. «Specialmente per l’enorme televisione che ci avete regalato».
«Non è niente» mi stringo nelle spalle, ricordando i continui litigi avuti con Jensen sul fatto di chi dovesse pagare la televisione. Alla fine, abbiamo fatto a metà.
«Non appena torniamo dal viaggio di nozze organizziamo una cena» afferma. «Ci stai, Rachel?»
«Non direi mai di no» sorrido dolcemente.
Josè mi appare accanto e, senza dire nulla, mi abbraccia. Trattengo delle lacrime che minacciano di scendere. «Il mio Josè» sussurro.
«Non piangere» scoglie l’abbraccio, ma tiene comunque le mani sulle mie spalle. «Mi prometti di fare la brava mentre non ci siamo? E chiamami per qualunque cosa. Non esitare, sai che ci sono sempre».
«Certo» alcune lacrime scendono sulle mie guance, ma le elimino subito. «E voi state attenti, ma divertitevi» mi rivolgo anche a Camilla.
Li abbraccio di nuovo e lo stesso Jensen poi usciamo dal ristorante. Quello che ci vuole dopo una giornata del genere è un bagno caldo, preferibilmente con il mio ragazzo e coccole, tante coccole.

«Come ti senti?» Jensen avvolge il mio corpo tra il suo ed io, rilassandomi, poggio la testa sul suo petto. Come avevo programmato, abbiamo riempito la vasca da bagno fino all’orlo e ci siamo immersi.
«In pace» mormoro, soffiando verso la schiuma che minaccia di entrambi in bocca. «Sono stata tutta la giornata tesa e un bel bagno ci vuole proprio» sospiro. «Tu come ti senti?»
«Non potrei stare meglio» sussurra al mio orecchio. «Stanotte ho sognato il nostro primo incontro, a proposito».
«Davvero?» sorpresa, mi volto verso di lui, facendo incastonare i nostri fianchi come nei diamanti. Combaciano alla perfezione. «Com’ero imbranata» mi derido. «Ti ho anche chiesto di salire qui, ricordi?»
«Certo» ride. «Ho dovuto rifiutare per non sembrare un maniaco, ma sarei salito volentieri. Ti ho pensata tutta la notte, sembravi così dolce e innocente, non una ragazza che si approfitta delle persone».
Gli lascio un bacio delicato sulle labbra. «Mi approfitterei volentieri di te, adesso» ridacchio,facendo pressione col bacino.
«Ora sembri tu la maniaca» ridacchia, attirandomi a sé per baciarmi. Non è un bacio passionale, lento, ma pieno di desiderio.
Quando ci stacchiamo, sembrano passate ore. Con lui un attimo sembra un’eternità, è questo che adoro di più: il fatto che il tempo sembri fermarsi quando stiamo insieme. «Ti piace l’idea del matrimonio?» chiede tutt’un tratto.
Boccheggio per qualche istante. «Cosa?»
«Sei pro il matrimonio?» chiede di nuovo, ridendo per il mio improvviso cambio d’umore. Cosa pretende?
«Be’» mi schiarisco la voce «si, credo di si. Perché?»
«Questa è un’altra cosa a cui stavo pensando insieme al fatto del vivere insieme» dice, l’espressione seria. «Tu sposeresti mai qualcuno che conosci da così poco? Faresti questa pazzia? Coglieresti l’attimo?»
Mi sento quasi svenire. Sta davvero arrivando a quello che penso io? «Mi stai chiedendo di sposarti, Jensen?»
«Non so che cosa sto facendo» mormora. «Voglio passare il resto dei miei giorni con te, averti sempre accanto e avere la certezza di essere legato a te per sempre. Quindi, si, credo di si».
Resto in silenzio, non sapendo che cosa dire.
«Mi vuoi sposare, Rachel? Mi faresti questo straordinario onore di diventare mia moglie e vivere il resto della tua vita con me?» i suoi occhi lampeggiano di speranza.
In un attimo mi passano davanti tutti i momenti che abbiamo passato insieme. Dal nostro primo incontro a oggi, i nostri litigi, i pianti, le risate e la felicità. Se non fosse stato per lui non avrei mai provato tutto questo, non mi sarei mai innamorata così follemente di una persona fino a reputarla la mia vita. Lo osservo e vedo la mia felicità, il mio presente e il futuro. Sorrido, baciandolo dolcemente per poi tornare a guardarlo. «Si».

 
Spazio autrice
Questa storia, la mia adorata storia, è davvero giunta al termine?
Non riesco a capacitarmene, davvero. Sembra ieri che io l'abbia iniziata a scrivere e guardate qua, è terminata.
Senza di voi, senza ognuno di voi, che mi è stato "accanto" durante lo svolgimento della storia non sarebbe stato possibile. Quindi,
GRAZIE, GRAZIE DI TUTTE LE BELLISSIME PAROLE E IL TEMPO SPESO PER LEGGERE LA MIA STORIA.
Spero che qualcuno di voi continui a seguirmi e, se volete che venga a leggere le vostre di storie, basta chiedere e passerò.
Un bacio a tutti e grazie ancora!
VI ADORO! ♥

In particolare, devo un GRAZIE immenso a GabrielleWinchester.
Grazie di cuore per tutte le meravigliosi recensioni e l'appoggio. Mi sei stata di grande aiuto e spero che continuerai a seguire le mie storie. Io, di sicuro, continuerò a farlo. Stanne certa.
Quindi, grazie ancora.


Diemmeci



 
  
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