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Autore: Xenja    30/11/2013    5 recensioni
Una ragazza qualunque potrebbe mai innamorarsi di un ragazzo 'speciale'?
Potrebbe mai commettere una pazzia per confessargli il suo amore?
Forse, potrebbe farlo, ma non da sola...
Dal testo:
Era lì, tutte le sere, nello stesso vicolo, con la stessa compagnia a fumare e drogarsi sempre con la stessa roba.
Era bello quel ragazzo corvino, sì, molto bello.
Aveva due enormi occhi verdi che avrebbero potuto conquistare il mondo, se solo non fossero stati oscurati da quel velo di fumo e droga che li rendeva spenti, rossi, morti…
...
Gwent| accenni Duncney
Enjoy it ♥
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Sorpresa, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Drug or Love?
 
Era lì, tutte le sere, nello stesso vicolo, con la stessa compagnia a fumare e drogarsi sempre con la stessa roba.
Era bello quel ragazzo corvino, sì, molto bello.
Aveva due enormi occhi verdi che avrebbero potuto conquistare il mondo, se solo non fossero stati oscurati da quel velo di fumo e droga che li rendeva spenti, rossi, morti…
Lo vidi una sera mentre tornavo a casa dall’università.
Mi stavo laureando in arte antica e quelli erano tempi difficili, dove non ti potevi perdere una lezione e dovevi fare ricerche su ricerche altrimenti il tuo destino era già segnato.
La mia vita era monotona. Mi alzavo la mattina, facevo colazione al bar, con la macchina di mia madre andavo a scuola, seguivo le lezioni, tornavo a casa e studiavo… tutti i santi giorni sempre la solita storia!
Forse lui poteva rendere la mia vita un po’ diversa… o forse no…
“Ma Gwen! E’ un drogato! Ti potrebbe fare del male e poi… c’è di meglio di quello sniffatore da quattro soldi!” mi aveva ripetuto e ripetuto Courtney.
“Senti chi parla!” le rispondevo io tanto per farla arrabbiare “Quella che ha il ragazzo delinquente e in riformatorio!”
Lei assottigliava le palpebre spolverate da un po’ di ombretto viola e mi diceva “Quando sarò avvocato lo tirerò fuori di lì e lo riempirò di ceffoni!” poi alzava le braccia al cielo, come stesse maledicendo qualche divinità. Che grande Courtney!
Ridevamo insieme e scherzavamo.
Lei si stava laureando in giurisprudenza quindi non seguiva i miei stessi corsi, ma appena avevamo un momento libero andavamo insieme al parco e per negozi, lei era la mia migliore amica!
Nonostante le sue innumerevoli raccomandazioni che neanche mia madre mi faceva, io pensavo sempre a quel ragazzo dagli occhi smeraldo.
“Senti” mi aveva detto Courtney un pomeriggio, stufa delle mie lamentele “Stasera prendiamo la macchina e andiamo a presentarci al tuo amato, ok?”
Era un semplice genio!
Sembrava altezzosa, perfettina e una che pensa solo a se stessa, ma in realtà era una ragazza d’oro. Pensava sempre a me, a come tirarmi su di morale, a come farmi sorridere, e insieme a Duncan, il suo ragazzo, era uno spasso. Non faceva altro che urlare e lamentarsi per ogni minima cosa, anche la più stupida, ma io so perché lo faceva! Per farmi ridere!
Quelle scene erano troppo divertiteti e come reagiva nel vedere la faccia di Duncan che era sempre solcata da un ghigno e che aveva sempre in serbo per lei una frase scottante o sarcastica, mi faceva ribaltare dalle risate. Per fortuna quei due litigavano e poi risolvevano subito con un bacio, anche due…
Erano insostituibili!
Quella sera avevamo preso la macchina dei miei e stavamo andando da quel ragazzo tanto sognato.
Quando arrivammo la scena che si presentò ai nostri occhi era sempre la stessa: spacciavano!
Forse cocaina o forse… boh, chi lo sa? Tutto è possibile in quei bassifondi…
Ci fermammo con la macchina a una decina di metri di distanza.
Li osservammo.
Courtney tremava come una foglia “Forse era meglio se ci accompagnava anche Duncan” mi sussurrò.
“Quel cretino è in riformatorio, ricordi?” le risposi scocciata. Quando aveva paura quella ragazza non ragionava!
Rimanemmo ancora qualche secondo ad osservare la scena, attonite e con le mani sudate.
“Andiamo!” dissi mentre aprii la portiera, ma Courtney mi prese la mano e mi guardò con quei suoi occhioni neri pieni di lacrime “Torniamo a casa!” il suo non era un ordine, ma una supplica “Ti prego!”
La guardai e poi guardai i ragazzi poco distanti… ci fissavano… ci avevano viste!
Mi feci scappare un’imprecazione.
Misi la retromarcia, ma la macchina faticava a muoversi! Ci avevano tagliato le gomme!
Courtney iniziava a tremare sempre di più e anche io iniziavo ad agitarmi nonostante cercavo di tenere i nervi saldi… ma che cosa mi era saltato in mente?
Bloccai i finestrini e le portiere, ma fu tutto inutile…
Ruppero il finestrino posteriore con una spranga di ferro e aprirono le portiere.
Ci tirarono fuori dalla macchina con la forza e ci bloccarono contro un muro sudicio di sputi.
Courtney cercò più volte di ribellarsi scalciando e mordendo. La misero contro il muro di fianco a me, ma lei non ne voleva sapere di stare ferma. La sua paura vinceva sul suo orgoglio ed era diventata incontrollabile.
“Fai calmare quella puttana!” urlò uno.
L’atto fu veloce e imprevedibile: le spaccano una bottiglia di vetro sulla testa, poi la buttarono a terra in un lago di sangue, ma era ancora viva, me lo sentivo!
Ora rimanevo solo io…
Mi guardai intorno e vidi cinque ragazzi, tutti più o meno della mia età e tra loro c’è pure lui.
Se ne stava appoggiato al muro, ma con lui aveva qualcosa.
Era anch’essa poggiata al muro, sembrava ben tenuta e luccicava sotto la luce dei pochi lampioni…
Ma certo! Era una chitarra!
Quel ragazzo suonava la chitarra!
Che dolce…
A distogliermi dai miei pensieri fu una spinta che mi fece battere la testa contro il muro di mattoni.
“Che cosa volete, tu e la tua amichetta?” mi chiese uno con voce rauca per via del troppo fumo.
Aprii la bocca, ma non uscirono parole.
“Allora?” insistette.
Mi prese per il colletto della mia giacca nera alzandomi da terra. Sentii il suo odore forte di fumo, alcool e altre sostanze, mi dava alla testa e iniziavo a non capire più niente, ma cercai di rimanere lucida.
Mi diede un altro strattone per invogliarmi a parlare. Io indicai esitante il ragazzo con la chitarra appoggiato al muro.
Tutti lo guardarono e poi guardarono me e poi di nuovo lui…
Scoppiarono in una fragorosa risata, non capivo…
“Ehi Trent!” urlò un ragazzo ridendo “C’è un’altra puttanella che ti ha adocchiato!”
Trent… allora è così che si chiama… Trent…
Che nome stupendo, Trent…
Quel nome mi risuonò per la testa e quando vidi che il giovane dagli occhi smeraldo si stava avvicinando a me persi la ricognizione del tempo.
Lo osservai, era così bello!
Portava in una mano la sua chitarra e sembrava trattarla come fosse la cosa più preziosa che aveva al mondo… lo amavo sempre di più…
Sentii la sua voce, così melodiosa, così perfetta e giovane…
Mi stava dicendo qualcosa.
Sentivo cosa mi diceva, ma il mio cervello non riusciva a comprenderlo, era troppo scombussolato da quella visione paradisiaca.
A riportarmi su pianeta terra fu un sonoro ceffone.
Mi girai di scatto “Rispondi, bella! Altrimenti te ne arriva un altro!”
Io annuii confusa.
Guardai dinanzi a me e li vidi, quegli occhi smeraldo erano a pochi centimetri dalla mia faccia.
Mi persi in quegli occhi troppo belli per essere veri quando lui mi ripeté la domanda.
“Come ti chiami?” mi chiese. Poteva essere tutto perfetto se nel momento in cui  lui aprì la bocca un forte odore alcolici, fumo, pasticche di ogni genere non mi invase le narici.
“Gwen” risposi mentre un conato di vomito mi rese difficile respirare.
“Bene Gwen! Tu sei venuta per portarmi fuori dal giro, giusto?” chiese, ma non mi dette il tempo di rispondere “Tu vuoi portarmi fuori dal giro per poi vivere per sempre felice e contenta con me, o sbaglio?”
La sua voce aveva quel nonsoché di malinconico e dolce che mi fece provare una gran pena per quel ragazzo perfetto in tutto e per tutto, tranne per la droga…
Annuii convinta, anche se qualcosa nella mia testa mi disse di non farlo.
“Ti dico solo una cosa, Gwen” rispose facendomi venire i brividi, ma si bloccò fissandomi negli occhi.
La sua scelta non era facile:
Droga o amore?
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ehilà!
Che ne pensate?
Era una storiella sepolta da secoli nel mio computer, l’ho ritrovata e sistemata un po’…
Ho avuto qualche problema con i verbi perché prima erano al presente, ma la storia raccontata al presente faceva schifo allora li ho cambiati tutti all’imperfetto, ma credo di aver fatto un pasticcio…
Invece il finale lascia spazio alla vostra immaginazione perciò decidete voi se Trent sceglie la droga o sceglie una ragazza che lo ama… dal canto mi sceglie la droga *urla e fischi*
Ehi! Sapete che io sono una che ama le storie drammatiche e siete già fortunati che non ho fatto morire Courtney ù.ù *lanciano pomodori*
AIUTO!
*sparisce in un puff*

 
  
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