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Autore: KillerQueen86    30/11/2013    4 recensioni
Rose, Donna e il Dottore sono in viaggio per il pianeta Zorg, ma si ritrovano nell'inghilterra degli anni '20 con Agatha Christie.
Il Dottore fu il primo a correre per uscire, seguito da Donna e Rose emozionate per quello che le aspettava. Una volta fuori dalla cabina, notarono che si trovavano in un giardino, accanto ad una casa enorme.
Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Rose Tyler
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
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Note dell'autore: Settimana piuttosto producente per me, eccovi il terzo e ultimo capitolo. Come detto in precedenza scrivere questo episodio non è stato facile, perché le idee scarseggiavano, ma sono soddisfatta del finale, ora m'imbarco nell'episodio che attendevo di più scrivere, quello con River.

Cmq tornando a questo, spero che vi piaccia anche questo capitolo, buona lettura e alla prossima.

 

Capitolo 3

Sempre più lontano

 

Donna versò l'acqua calda nella sua tazza preferita, soffiò un po’ e andò verso il tavolo, dove si mise a leggere una rivista, il TARDIS la coccolava sempre di più ed era una cosa che apprezzava, ma non l'avrebbe dato a vedere, sarebbe stato un apprezzamento rimasto tra lei e la TARDIS.

Il Dottore entrò in cucina con le mani in tasca e in cerca di qualcosa, meglio dire di qualcuno.

"Una tazza di te?" chiese la rossa senza alzare gli occhi dalla rivista.

"No, grazie" rispose con un tono calmo.

"Lei non c'è, credo che dorma, non la vedo da quando abbiamo lascito la console" disse anticipando la sua domanda, lo sentì sbuffare e mettersi seduto davanti a lei.

"Non dovevi sistemare qualcosa alla console?" chiese chiudendo il giornale e mettendolo da parte.

"Sì, ma prima volevo assicurarmi che fosse tutto a posto" disse guardando un punto indeterminato della stanza, Donna lasciò la presa sulla tazza, e guardandolo.

"Vai da lei, avete bisogno di parlare" disse dolcemente, il Dottore alzò gli occhi su di lei, sembrava così confuso, e nello stesso tempo, esprimeva attraverso quello sguardo il bisogno di parlarle, di averla accanto.

"Permettigli di avvicinarti, ne avete bisogno entrambi" continuò con dolcezza.

"Si è avvicinata più di chiunque altro" disse con la voce tremante.

"E ora tu la stai allontanando" continuò risoluta, ma sempre mantenendo un tono dolce.

"Non so … " iniziò per poi fermarsi di colpo, distolse lo sguardo e is alzò per andarsene.

"Aspetta" lo fermò Donna alzandosi.

"Non so cosa farei se la dovessi perdere, come ho perso Jenny" disse sinceramente dandole le spalle.

"Quindi credi sia meglio allontanarla?" chiese avvicinandosi a lui.

"Per il bene di entrambi" disse abbassando la testa sconfitto.

"Dottore, Rose ha bisogno di te ora, e tu hai bisogno di lei, smettila con questi giochetti" disse con un tono più deciso.

"Stanne fuori" le disse con freddezza, si voltò verso di lei infastidito, Donna incrociò le braccia al petto.

"Scusami non volevo", si scusò abbassando lo sguardo, Donna lasciò correre rendendosi conto di quanto il Dottore non riuscisse a esprimere i suoi sentimenti, anche se erano chiari per tutti.

"Vado a vedere come sta" disse voltandosi nuovamente verso il corridoio e sospirando.

"Credo sia meglio", suggerì Donna rimettendosi a leggere la sua rivista.

Il Dottore scomparve tra i corridoi lasciando nuovamente Donna da sola, sperava che i suoi due amici riuscissero a risolvere i loro problemi e tornare a essere Rose e il Dottore.

 

Era sdraiata sul suo letto a pancia in giù, mentre giocherellava con una ciocca dei suoi capelli, sfogliava distrattamente le pagine di quel diario, i sogni di John Smith che raccontavano la vita del Dottore, erano mesi che non prendeva in mano quel diario, lo aveva tenuto gelosamente nel cassetto del suo comodino, dopo il Maestro non era riuscita a leggerlo, forse per paura di risvegliare brutti ricordi, o forse semplicemente non era pronta ad affrontare certi argomenti con lui, e dopo quello che era successo dalla morte di Jenny, neanche lui era proprio pronto ad affrontarli.

“Ci sono così tante cose che non sai di lui.”

La voce del Maestro tuono nella sua mente di nuovo facendola tremare. Scosse la testa cacciandolo via, non voleva ricordarlo, voleva solo cancellare quei momenti dalla sua memoria.

Sentì un leggero bussare alla porta, e invitò a entrare sapendo bene che si trattava del Dottore.

"Tutto bene?", chiese entrando con le mani in tasca e guardandosi attorno.

"Sì, stavo solo leggendo un po’" gli rispose chiudendo il libro e mettendosi seduta.

"Dovresti riposare, è stata una giornata pesante" le ricordò dolcemente.

"Già, ma non ci riesco, troppi pensieri per la testa" gli rispose con calma abbassando lo sguardo. Da quando era diventato così complesso per loro comunicare? Con lui si era sempre trovata bene, perché sapeva che poteva raccontargli tutto, ma adesso pesava attentamente le sue parole ed era una cosa che detestava.

"Cosa leggi di bello?" chiese guardando ciò che teneva tra le mani, sedendosi sul bordo del letto.

"Oh" disse grattandosi nervosamente la nuca.

"Era da un po’ che non lo vedevo" continuò senza nascondere un po’ di disagio.

"Si, non lo leggo da un po’, volevo riprenderlo stasera" rispose accarezzando con al punta delle dita la copertina.

"Come va la testa?" chiese preoccupato, cambiando argomento, cosa che innervosì Rose tremendamente.

"Stai tranquillo sto bene" disse alzandosi di colpo, mise il diario sul comodino.

"La nostra amica si prende cura di me" disse togliendosi la vestaglia e mettendosi sotto le coperte infastidita dal fatto che lui continuava a tenerla fuori nonostante tutto.

"Rose …" tentò di parlare, ma lei lo fermò con un gesto della mano.

"Ho bisogno di dormire, come hai detto tu è stata una giornata pesante" disse senza nascondere il suo fastidio, lo vide abbassare un po’ la testa.

"Hai ragione, scusa" disse alzandosi e voltandosi verso la porta. Rose chiuse gli occhi dannandosi di essere stata così brusca con lui.

"Dottore" lo chiamò con calma, lui si voltò prima di raggiungere la soglia.

"Vorrei che fossi tu a raccontarmi di te, e non un diario" disse piano, quasi sotto voce, lo sentì sospirare pesantemente come se stesse cercando le parole.

"Un altro volta, Rose, ora riposati" disse per poi uscire, Rose si prese il viso tra le mai sospirando, per poi sdraiarsi sotto le coperte, in cerca di qualche conforto, aggrappandosi al cuscino.

Detestava tutta quella situazione, voleva così tanto che lui si aprisse con lei, che le permettesse di stargli accanto anche quando stava male, invece continuava a tenerla lontano. Era una situazione che non poteva cambiare nonostante tutto, nonostante quello che c'era tra loro, doveva accettare quello che lui era pronto a darle, e magari un giorno sarebbe andato tutto bene, sarebbero tornati gli stessi di un tempo.

 

Fine

   
 
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