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Autore: Exium96    30/11/2013    0 recensioni
Ogni domenica mattina papà portava a casa i cornetti.
Ogni domenica mattina la casa si intingeva dell'odore dolce dei cornetti.
Una domenica mattina la casa non odora di cornetti. Non odora di papà.
Perchè non è grande chi resta, ma chi pur andando via trova il coraggio di tornare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le cinque del mattino e i passi ansiosi di papà rimbombano nella casa ancora addormentata. Mi avvicino silenzioso all’uscio della porta della mia cameretta; papà, in fretta, impila i suoi libri preferiti e successivamente li infila nel borsone della Lotto, quello rosso e nero che usa quando va a fare le partite di tennis, sul tavolino vi è invece la valigia  ancora aperta, i maglioni, le camicie e i pantaloni sembrano essere stati lanciati nella valigia aperta a mò di canestro, appesi ancora alle stampelle sembrano non voler lasciare l’armadio che per anni li ha accolti. La mamma è seduta sul bracciolo del divano, non osa muoversi, sembra così piccola, piange in silenzio e papà non le rivolge uno sguardo come se non si fosse accorto del suo dolore, preso com’è dal proprio. Quando papà urta  e fa cadere la bomboniera del battesimo di mia cugina Sara, Monica, mia sorella si sveglia. L’ho sentita all’improvviso accanto a me, non mi ero nemmeno accorto che si fosse svegliata. E’ in piedi accanto a me, afferra il mio braccio, lo stringe e io la lascio fare. Papà si sta infilando il giubbino elegante, quello che lo fa assomigliare all’ispettore Gadget, chiude la valigia e apre la porta. Monica mi strattona il braccio.
- Miky, papà non viene a salutarci?-
- Si, tu aspetta che poi viene-
Continua a fissarmi per qualche secondo, è indecisa se fidarsi o meno, in effetti non dovrebbe fidarsi papà ha già chiuso la porta e non verrà a salutarci. Monica corre verso la finestra della cameretta, apre le persiane e guarda fuori.
- Miky, la macchina di papà non c’è-
-Tornerà-
Ancora una volta si chiede se può fidarsi. Corre nel bagno, controlla dietro la porta, sotto il mobile, dietro il wc.
- No Miky, non torna, ha portato con sé anche le pantofole-
- Senti sono le 5 di mattina e oggi è domenica. Torniamo a letto-
Quando la sveglia delle 11 suona la casa è avvolta da  un’abissale tristezza, non c’è l’odore dei cornetti caldi che la domenica mattina papà portava a casa, non c’è la radio accesa che faceva compagnia alla mamma durante le faccende, c’è solo l’eco solitario della tv accesa nella camera da letto.
Mi alzo dal letto e i pantaloni del pigiama si appiccicano sulle cosce, mi guardo e sono bagnato, guardo il letto e anch’esso è bagnato. –Perfetto- penso- ci manca solo che inizio a fare la pipì a letto a 11 anni.
- Mà, sono le 11, io e Monica non facciamo colazione?-
Non risponde, resta nel letto a piangere accompagnata dall’odiosa voce di Amedeus nell’odioso programma ‘’ mezzogiorno in famiglia’’.
Vado in cucina  e Monica è già lì, seduta al posto di papà ha la testa poggiata sul tavolo e mi chiede la colazione.
- Pane e nutella ?-
- No miky, voglio il cornetto del papà-
- E oggi non puoi averlo. Pane e nutella?-
- Uffà, Miky e vabbene-
E mezzogiorno, in una domenica normale a quest’ora aspettavamo nel salotto avanti alla televisione l’arrivo dei nonni, ma credo che per questa domenica resterò in pigiama.
Mamma è ancora nel letto e io e Monica abbiamo pranzato con i resti della pizza di ieri sera. Domani c’è scuola e né io né Monica abbiamo fatto i compiti o ci siamo lavati. Domani c’è scuola, ma senza papà chi è che ci accompagna ?
Sono passati 3 mesi, io e Monica abbiamo ripreso la scuola. Tutte le mattine zia Elena passa a prenderci, ci porta a casa sua a fare colazione e poi a scuola, passiamo le giornate con lei e i miei cugini Filippo e Sara, poi dopo cena la zia ci riporta a casa. A scuola ci trattano diversamente, sono tutti più gentili anche Riccardo non mi picchia più anzi il giorno che sono ritornato a scuola, dopo che papà se n’è andato, mi ha regalato una macchinina gialla e rossa con le portiere che si aprono davvero. Nessuno osa parlare di papà,  come quando nonno Edoardo morì e per mesi non lo si nominò. Suona la campanella, prendo lo zaino ed esco dalla scuola, appoggiato di spalle alla ringhiera del cancello, vedo papà; riconosco il giubbino dell’ispettore Gadget, mi fermo a pochi centimetri da lui.
- Papà!-
Papà si gira ed è davvero lui. Mi sorride e mi abbraccia.
- Monica?-
-Non lo so, tra poco esce. Perché sei qui?-
- Andiamo a fare una gita, ti va ?-
No che non mi va papà, sono tre mesi che non ti vedo, avevo quasi dimenticato la tua voce. No che non mi va papà.
- Si-
Alla fine lo accontento. Monica arriva di corsa verso di me ma quando si accorge di papà rallenta, allunga la strada per non passargli accanto, afferra di nuovo il mio braccio.
- E la zia?- chiede.
- Oggi andiamo con papà-
Saliamo in macchina, per tutto il viaggio il silenzio ci schiaccia. Papà si ferma avanti al Mc Donald, entriamo nel negozio e l’odore di patatine fritte investe me e Monica.
Mangiamo i nostri Happy Meal e poi ripartiamo. Papà parcheggia sul bordo di una grossa  collina, ci sediamo tutti e tre sulla cima della collina con le gambe piegate come gli indiani. Il sole mi fa bruciare gli occhi, papà tira fuori da una borsa il cappellino della Ferrari e lo posa sulla mia testa.
- Ti sei ricordato?- chiedo
- Cosa ?-
- Che il sole mi brucia gli occhi.-
- Sei mio figlio, Miky, e per quanta rabbia possa esserci tra me e la mamma voi due siete i miei bambini ed io avrò cura di voi-
- Allora perché non ci hai salutati quando sei andato via?- chiede Monica
- Non lo so, avevo paura che quel saluto si sarebbe trasformato in un addio-
- Pà-
- Dimmi , Miky-
- Ma tu ci pensavi ?  Ogni tanto dico, pensavi a noi?-
- Certo che vi pensavo, ogni domenica mattina andavo a comprare i cornetti,  poi, però, non li mangiavo. Senza voi non avevano lo stesso sapore-
- Pà-
- Che c’è miky?-
- Ci sei mancato-
- Anche voi mi siete mancati-
Ci abbracciamo, vorrei chiederti perché sei andato via, ma non mi interessa, ora non mi importa. Ora che sei qui, papà, promettimi che non andrai più via.
E’ domenica mattina, la sveglia delle 11 suona, vado in bagno a fare pipì, vado in cucina e c’è papà, sulla tavola ci sono 3 cornetti caldi con la nutella e Monica il suo l’ha già finito. Dal salone, i Cugini di Campagna  cantano a tutto volume ‘’ Anima mia’’, la mamma entra in cucina, bacia papà sulle labbra e addenta il suo cornetto.

 
  
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