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Autore: Lady Atena    30/11/2013    1 recensioni
“Lo sapevo che era più facile diventassi un super-cattivo piuttosto che lasciare gli Avengers” disse Steve.
“Non so se è un attacco alla mia poca moralità o una dimostrazione di fiducia nelle mie buone intenzioni” si lamentò Tony.
“Una costatazione, Stark”.
Scritta a quattro mani con kamy.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi unirei perfino ai cattivi. Lo farei solo per te.

Steve entrò dentro la stanza, si voltò e chiuse la porta alle sue spalle. Si girò, scansò con una mano un palloncino, passò accanto a una schiera di piante, l'odore del polline dei fiori gli pungeva le narici. Arricciò il naso, raggiunse una sedia con lo schienale di plastica nera, la girò e vi si sedette a cavalcioni e guardò l'uomo steso nel lettino. Tony teneva una mano su un auricolare attaccata all'orecchio e guardava uno schermo largo due palmi su cui si muoveva l'immagine di Pepper.
“Ohy Stark!” salutò Steve.
Osservò i capelli scuri dell'altro fare contrasto con il cuscino, il letto e le pareti candide della stanza. Tony strinse le labbra, guardò lo schermo e osservò l'immagine di Pepper aggrottare le sopracciglia. La donna si sporse in avanti, storse il labbro e piegò il capo di lato. Tony scosse il capo, arricciò il labbro e strusciò il dito sulla plastica del auricolare.
“Uh, sì, scusa Pep, controllo medico. Ti richiamo poi” disse.
Si vide la donna aprire la bocca, Tony premette un pulsante e lo schermo si oscurò. Premette la cuffietta nel padiglione, poggiò il cellulare alla sua destra sentendo l'ago della flebo tirare e sfregò i denti tra loro. Si girò, inarcò un sopracciglio e socchiuse le iridi castane.
“Non sapevo che negli ospedali ci fosse anche la sala di riesumazione reperti fossili”.
Steve socchiuse gli occhi e le iridi azzurre si scurirono.
“E io pensavo che rischiare di morire per una bomba atomica ti fosse bastato. Metterti nella lista regolare per il trapianto ti ha fatto rischiare di farti mettere uno di quegli apparecchi a batteria che portano alla morte in qualche mese. Possibile che la vita t'interessi sempre così poco?” domandò indurendo la voce.
Tony sogghignò, scrollò le spalle sentendo delle fitte e inspirò profondamente; sentì il costato dolere dandogli delle fitte che si propagarono fino al petto ed espirò battendo le palpebre, gli occhi erano incavati in occhiaie nero-violacee profonde tre dita e gli zigomi sporgevano dalla pelle tirata del volto.
“Come regolare cittadino americano è mio dovere mettermi in una regolare lista”.
Si passò la mano libera tra i capelli scompigliandoli, piegò il capo di lato.
“In realtà io volevo solo togliessero la struttura metallica interna usando la calamita per attirare le schegge rimanenti, adesso che il flusso è stabile. A quanto pare si sono accorti che anche con le schegge tolte il mio cuore non riusciva più a funzionare, dopo essere stato alimentato artificialmente. Quindi ho dovuto scegliere l'altra opzione”.
Steve si morse l'interno della guancia e si voltò, il ciuffo biondo cenere gli sbatté contro il viso chiaro. Si girò nuovamente, si grattò il mento sbarbato e sentì il sapore del sangue in bocca.
“Hai distrutto le armature e ti sei tolto il reattore ARC. Hai intenzione di non essere più un super-eroe?” domandò.
Tony sospirò, abbassò il braccio e rizzò la schiena sentendo delle fitte.
“Lo sapevo che c'era il trucco. Non potevi essere certo venuto a trovarmi per compagnia!”.
Fece l'occhiolino, sogghignò e arricciò il naso rizzando il capo.
“Diciamo che per ora sono in vacanza. Ho una casa distrutta e una in ristrutturazione, non posso rimanere in albergo finché non saranno pronte, quindi andrò a Monaco; dove ho un'altra casetta d'emergenza”.
Si massaggiò il petto sentendolo dolere, sorrise addolcendo lo sguardo.
“Mi serve una vacanza, Cap. Poi produrrò armature migliori e tornerò a far finta di ascoltare Nichi mentre tu fai il palo sull'attenti”.
Steve annuì, si chiuse la giacca e ticchettò con il piede sul pavimento. Si leccò la ferita nella bocca e sorrise.
“Lo sapevo che era più facile diventassi un super-cattivo piuttosto che lasciare gli Avengers” disse, rendendo più giovanile la voce.
Tony si tese di lato, storse il labbro aggrottando le sopracciglia e ridacchiò.
“Non so se è un attacco alla mia poca moralità o una dimostrazione di fiducia nelle mie buone intenzioni” si lamentò.
Steve si alzò, si voltò e si avviò verso la porta.
“Una costatazione, Stark” disse.
Raggiunse la porta, poggiò la mano sulla maniglia e strinse le labbra. Si voltò, accennò un sorriso. Tony inarcò un sopracciglio, socchiuse un occhio e storse il labbro.
“E cosa staresti costatando, esattamente?”.
Steve sospirò, scosse il capo e socchiuse le iridi azzurre.
“Che mi unirei perfino ai cattivi. Lo farei solo per te”.
Aprì l'uscio e lo varcò. Tony osservò la schiena del capitano allontanarsi, aprì la bocca e batté le palpebre. Scosse il capo, sogghignò e afferrò il cellulare. Si ticchettò sulla cuffietta, socchiuse gli occhi e sogghignò.
“Hai registrato tutto, vero, Jarvis?” chiese.
Il cellulare s'illuminò d'azzurro.
“Positivo, signore”.
Tony piegò il capo all'indietro, sospirò e sorrise.
“Mandalo a Pepper. Mi deve un riconoscimento”.

  
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