«Zoro?»


«Che diamine vuoi, stupido sopracciglio a ricciolo?»


«Ti ricordi tutte le nostre avventure?»


«Cuocastro, sapevo che eri stupido, ma non credevo così tanto. Certo che me le ricordo, come potrei dimenticarmi?»


Un piccolo sorriso incurvò all’insù le labbra secche di Sanji «Testa d’alghe…»


«Dimmi.»


«Mi prometti una cosa?» tossì il cuoco.


Zoro aggrottò le sopracciglia «Va bene. Cosa devo prometterti?»


«Che non ti… -Sanji si interruppe per tossire- dimenticherai di me.»


Lo spadaccino avvicinò il viso a quello dell’amante e, prima di posare le labbra sulle sue, sussurrò «Cuoco di merda, sono cinquant’anni che ti sopporto, potrei mai dimenticarmi di te?»


«Conoscendoti, saresti capace di dimenticarti persino il tuo nome.»


«Non direi, visto che ci sei tu che me lo ricordi, stupido.»


Una risata stanca sfuggì dalle labbra esangui di Sanji «Ma io ci sarò ancora per poco…» mormorò il malato mentre intrecciava le dita con quelle callose dello spadaccino.


Zoro aumentò la stretta e con l’altra mano accarezzò i capelli bianchi dell’altro «Razza di stronzo, osa morire che t’ammazzo.»


Sanji sorrise, una piccola lacrima rotolò lungo il suo viso e si perse tra i solchi provocati dalla vecchiaia «Grazie.»


«E di cosa?»


«Per avermi amato.»


«Cuocastro, non sono da te queste smancerie. Che ti succede?» domandò preoccupato lo spadaccino dai capelli bianchi.


La stretta delle loro mani si fece più flebile, e questo fatto allarmò nuovamente Zoro  «Sanji!»


Ma il cuoco non rispose, aveva chiuso gli occhi per sempre.
Un piccolo sorriso era rimasto immutato sulle sue labbra ormai fredde.



Angolo della matta:
Sono tornata con una ff deprimente. Che tristezza.
Far morire il mio adorato Sanji è stato davvero un colpo al cuore, mannaggia.
Lascio a voi i commenti.
Alla prossima!