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Autore: Shirokuro    01/12/2013    1 recensioni
{ ferriswheelshipping | one-shot di 1055 parole | demenziale }
Macchine lussuose? Il veicolo di papà? No, Anita non aveva voluto nulla del genere per il suo matrimonio, tanto ci sarebbe arrivata in fretta a Roteolia da Boreduopoli con Unfezant. Questo però aveva avuto come conseguenza l'insistenza degli altri per la scelta del suo abito: Camelia non si arrese e riuscì a confezionarle un abito bianco a suo piacimento. Riteneva che quel vestito lungo e scollato - anche troppo secondo la sposa - fosse perfetto per la vecchia Campionessa.
In quel momento però, la castana, maledì lei, il vestito, N e quello stupido stormo di Pidove che aveva messo fuori uso il suo Pokémon. Non era lontana, ma era ricoperta di foglie e di rugiada mattutina.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Touko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Perché è normale scrivere qualcosa del genere ascoltando 'Bastava' che non sai come è stata selezionata da Ami-nyan e anzi ora la cambio perché abbiamo appurato che la Pausini mi fa male quando mi ispira (male comunque). Da questa parte ho paura, è la prima cosa che segno come demenziale lol, dall'altra ne sono felice perché mi mancava scrivere sulla FerrisWheel. Voglio dire, ho scritto Isshu, su Ornella, sulla Dawn, sulla TsukAza, la ShinAya, sulla Kalos e sto scrivendo anche Alias (piccolo spoiler: N mette le corna ad Anita, come diremmo qua a Roma <3), oh! Una piccola shot sulla Ruota Panoramica ci voleva proprio!
La cosa che più mi piace è lo schiaffo perché lo dice anche Laura: e scambiamoci uno schiaffo, di pace, vince il primo che si arrende e si offende e lo diiice anche se qui manca lo scambio ahahahah. Ovviamente, ho fatto una piccola aggiunta alla mappa del mio vecchio Pokémon Bianco perché di chiese nel mondo Pokémon c'è ne una sola e non penso che avrebbero potuto optare per Cuoripoli - anche se ci si sposa una volta sola... ma dipende lol -, dopottutto sono persone umili. Ebbene, ho detto tutto, non mi rimane che augurarvi buona lettura.


 
Mattina di un giorno speciale e unico in tutti i sensi
Macchine lussuose? Il veicolo di papà? No, Anita non aveva voluto nulla del genere per il suo matrimonio, tanto ci sarebbe arrivata in fretta a Roteolia da Boreduopoli con Unfezant. Questo però aveva avuto come conseguenza l'insistenza degli altri per la scelta del suo abito: Camelia non si arrese e riuscì a confezionarle un abito bianco a suo piacimento. Riteneva che quel vestito lungo e scollato - anche troppo secondo la sposa - fosse perfetto per la vecchia Campionessa. 
In quel momento però, la castana, maledì lei, il vestito, N e quello stupido stormo di Pidove che aveva messo fuori uso il suo Pokémon. Non era lontana, ma era ricoperta di foglie e di rugiada mattutina. Uscì da quel cespuglio che gli aveva fatto da materasso - a lei ed ad Unfezant, più all'ultima - cercando di recuperare i battiti perduti durante la caduta. Scrutò l'ambiente circostante, in cerca di un qualche percorso da seguire o qualche indicazione, trovando solo la Pokéball della compagna che fece rientrare immediatamente e alberi ovunque.
Rimettendosi in piedi, si tolse il velo e il diadema che adoperò per rifarsi la coda, sciolta prima di partire da Iris. Ecco, questo accade a non voler dar retta agli altri, realizzò che forse avrebbe dovuto dar ragione alla madre riguardo al trasporto - che poi non capiva perché non potesse andarci direttamente con l'amato in quella chiesetta. Si erano dati tutti un gran da fare in vista delle nozze di uno degli Eroi degli Ideali e dell'Eroe della Verità, per loro simboleggiava la vera fine dei conflitti antichi di Unima, ma per lei era solo il giorno nel quale avrebbe stretto un vero legame con N. Invece si trovava da qualche parte nelle vicinanze di Roteolia a girovagare senza meta, alla ricerca di quale punto di riferimento, con l'abito non più bianco ma a chiazze irregolari di varie tonalità verdi e con le ballerine infangate. 
Prese un profondo respiro e sperando che andasse tutto bene, decise di proseguire per dritto fino alle montagne del suo obiettivo, le case antiche di Boreduopoli o il lago della Torre Dragospira. Ogni luogo valeva l'altro ormai.

Komor si agitava come un matto, camminando su e giù per il tappeto rosso. Il verde siedeva affianco ad Alcide, fissando il Capopalestra divertito. Si sarebbe dovuto preoccupare lui, in fondo era la sua sposa ad essere in ritardo, invece pareva che gli amici fossero molto più su di giri di lui. «Dai, tanto arriva» provò a dirgli.
«Parli bene per essere in attesa della tua quasi moglie! Chissà che le è successo, non veniva con un suo Pokémon? I suoi Pokémon sono allenati, è strano che ci mettano tanto e se...» andavano avanti così da un quarto d'ora ormai. Komor non aveva tutti i torti, anche se un rapimento - una delle tante ipotesi formulate - o addirittura un'invasione nemica - altra ipotesi - erano leggermente surreali. Poggiò il mento sul palmo sinistro, sorreggendo il gomito con il ginocchio ascoltando le farneticazioni dell'uomo.
Belle entrò trafelata nella chiesa ansante, mostrando il suo abito arancio poco attilato in tutta la sua bellezza, esclamando allarmata: «Scusate per il ritardo!». Alcide si mise a ridere come un pazzo, mentre N si univa a lui in modo più lieve. La giovane ricercatrice non capiva cosa stesse accadendo e spaesata arrossì, per la paura che avesse fatto una brutta figura entrando così all'improvviso.
«Scusali, Belle giusto?» si intromise Nardo compiaciuto della situazione a modo suo «Solo che non abbiamo nemmeno iniziato». 
«Mh?» la bionda chinò il capo verso destra ignara «Cioè?».
Camelia incrociò le braccia al petto con fare sapiente e accennò un sorriso malizioso «Anita non arriverà, forse ha cambiato idea. E dire che le avevo scelto un vestito perfetto!» aggiunse con finta delusione. Alcuni invitati si voltarono verso la modella offesi, sentendo quelle affermazioni; lì a nessuno era passato innosservato il continuo cercarsi di N ed Anita di soli pochi anni prima e solo ricordare quelle parole li faceva sentir male. In qualunque caso, la donna fece finta di nulla, con maestria. Forse era invidiosa dell'attenzione che con questo piccolo - si fa per dire - ritardo la castana aveva scaturito.
Il verde si appoggiò con la schiena al braccio del gemello della morosa. Avesse saputo che avrebbe avuto tanti invitati avrebbe preferito non sposarsi, ma non se ne pentiva mica: «Se dovessi addormentarmi, pensaci tu a svegliarmi».

Ormai aveva perso ogni forma di pazienza di questo mondo, quadrata o tonda che fosse. Anita non avrebbe camminato per altri due chilometri in assenza di un qualche cartello. I capelli disordinati che le finivano in viso e la vista limitata non aiutavano le ricerche, digrignò i denti e in un attimo di genialità ricordò di avere una Pokéball contenente un Pokémon volante, che si sarà ristabilito dopo un'ora di riposo.
Qualche palmo in fronte dandosi della stupida, solo per la sua poca memoria. Sospirando prese la sfera bicolore e fece uscire Unfezant che dimostrò che il riposo l'aveva aiutata. Anita salì in groppa poco curante del vestito che ormai ne aveva viste di tutti i colori - verde e marrone in particolare. «Verso Roteolia!».
Pochi secondi e il Pokémon sbatteva le ali con sicurezza tra le nuvole, facendo scoprire all'Allenatrice di essersi distanziata e parecchio.

Un innaturale fruscio di foglie scosse i pochi rimasti nella cittadella per quell'evento. Alcide scosse N che giaceva assopito sul primo. Inizialmente era solo curiosità, ma successivamente hanno cominciato ad ipotizzare che potesse essere lei.
Quando sulla soglia si presento una furente Allenatrice indossante un lungo abito infangato e rovinato dall'erba, con ballerine luride e scivolose, ed uno sguardo di fuoco non potevano esserci dubbi che si trattasse dell'Eroina. Camminò lungo il tappeto rosso con filamenti dorati sotto lo sguardo attonito dei rimasti - e tra questi per fortuna non compariva la Capopalestra di Sciroccopoli - con passo deciso e svelto, dritta verso N che si era appena eretto, ora intimorito dall'amante.
Rapida, tirò uno schiaffo al verde. Era piuttosto forte, tanto che sorprese l'uomo, il quale gemette lievemente: «Questo per non avermi fatta cercare» disse. Poi - sempre prendendolo alla sprovvista - lo baciò con impeto. Ancora confuso, ricambiò volentieri. «Questo perché mi sei mancato!» aggiunse. 
E si sposarono così, lei in condizioni indicibili e lui ancora assonnato. Ma il bello è quello che venne dopo, perché quello non era che il primo ricordo costruito della loro vita da coniugi.
   
 
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