Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Allyii    01/12/2013    3 recensioni
Il primo per ricordare, il secondo per mostrare, il terzo per svelare. 3 spiriti accompagneranno Draco Malfoy la notte di Natale del 1996.
[…]
“Per tre notti, rispettivamente questa notte, domani notte e dopodomani notte, riceverai la visita di tre spiriti. Potresti comprendere che la tua è una strada sbagliata, potresti tornare sulla via giusta. Fai tesoro di questa esperienza, Draco"
--
Accenno Draco/Harry
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Capitolo 1:
Comportamenti Sospetti


Dal libro, pag. 299:

Sera. 22 Dicembre 1996

[...] 

“Non sono i soli, ho altra gente dalla mia, gente migliore!”

“Allora perché non mi confidi tutto? Io posso…”

“Lo so che cos’ha in mente! Vuole rubarmi la gloria!”

Un’altra pausa, poi Piton rispose, gelido “Parli come un bambino. Capisco che la cattura e la prigionia di tuo padre ti abbiano sconvolto, ma…”

Draco Malfoy, però, non pareva intenzionato a continuare ad ascoltare Piton.

Non gli dette neanche il tempo di finire la frase:  spazientito, aprì la porta dell’aula vuota e uscì di tutta fretta, allontanandosi velocemente lungo il corridoio, senza mai girarsi.

Sorpassò la porta aperta dell’ufficio di Lumacorno, svoltò l’angolo e sparì.

 

**

Mattino presto. 23 Dicembre 1996

 

Più silenziosamente che poté, Draco aprì la porta del suo dormitorio, sicuro che i suoi compagni di Casa stessero dormendo della grossa, ma si sbagliava.

“Draco! Dove diavolo eri finito? Il coprifuoco è passato da un bel pezzo!” bisbigliò, infatti, una voce agitata.

“Blaise, sta’ zitto!” replicò Draco, seccato, cercando a tastoni il pigiama e iniziando a cambiarsi.

“Sta’ zitto??! Draco, è l’una del mattino, fa un freddo polare, tu sei uscito ieri sera e non sei più tornato. Cosa dovevo pensare? Ero preoccupato. Credevo che qualcuno ti avesse visto infrangere il coprifuoco! O che fossi in pericolo!” insisté Blaise, che cominciava ad arrabbiarsi.

“Bè, nessuno ti ha chiesto di preoccuparti tanto. Grazie.” Disse, acido, Draco, scostando le coperte per potersi finalmente infilare a letto.

“Draco, ma sei scemo!? Sei il mio migliore amico! Certo che mi preoccupo!”

“Ripeto. Nessuno te lo ha chiesto.”

“Ma…”

“Ehi, voi due! La finite di bisbigliare?” la voce seccata di Theodore Nott, proveniente da un punto imprecisato della stanza, interruppe la discussione sussurrata tra Draco e Blaise.

“Io starei cercando di dormire!”

Blaise rispose con un grugnito e tacque, così Theo, ancora mezzo addormentato, si rigirò nel letto e ricominciò a ronfare mentre Draco si metteva sotto le coperte, senza però riuscire a prendere sonno.

Come al solito.

Erano mesi che aveva difficoltà a dormire.
Spesso trascorreva intere notti a rimuginare su ciò che era accaduto quell’estate, al compito che l’Oscuro Signore gli aveva affidato e all’angoscia per la sua ipotetica non riuscita.

Ad Agosto, dopo l’arresto di suo padre, Lord Voldemort lo aveva costretto a Marchiarsi, contro la sua volontà.

Era stato a casa sua, a Villa Malfoy, con tutta la sua famiglia presente.

Il Signore Oscuro aveva sferzato l’aria con la bacchetta, gridando ‘Morsmordre!’,  e lui aveva provato un dolore lancinante al braccio sinistro.

Era stato molto doloroso, ma nulla era stato, se paragonato al puro terrore che lo aveva pervaso quando si era trovato al cospetto di Voldemort in persona.

Draco Malfoy.

Il sibilo inconfondibile di quella voce terribile e penetrante aveva fatto percorrere un brivido gelido lungo la schiena di Draco.

Lentamente si era girato e aveva incrociato per un attimo lo sguardo freddo e divertito di Lord Voldemort, prima di abbassare il volto e guardarsi i piedi, mentre il panico gli faceva rivoltare lo stomaco.

Draco Malfoy. Figlio di Narcissa Black e Lucius Malfoy.” aveva continuato Voldemort “Adesso sei a tutti gli effetti uno di noi. Sei un Mangiamorte.”

A quelle parole, Draco aveva serrato i pugni.
Sapeva perfettamente cosa era diventato.
Lo avevano trasformato in un mostro assetato di sangue, che doveva uccidere senza pietà.
Anzi, in un mostro che avrebbe dovuto provare piacere nell’uccidere.
Draco però non era di quella pasta.

Non era una brava persona, non aveva buone intenzioni, non aveva buoni e giusti principi morali, ma non era un assassino e non voleva diventarlo.

Lord Voldemort aveva fatto una pausa, per dar modo alle sue parole di fare ‘colpo’, ma poi aveva ripreso a parlare “Draco Malfoy. Sei diventato un Mangiamorte per prendere il posto di tuo padre. Dovrai rimediare ai suoi errori. Per cui ti affiderò un compito.”

Come se avesse già saputo cosa lo aspettava, il cuore di Draco aveva perso un battito.

Forse più di uno.

Tu avrai l’onore di uccidere Albus Silente

Quelle parole erano state accolte da un silenzio pesante da parte di tutti i presenti, tranne da Bellatrix, che era scoppiata in risolini infantili e isterici.

Lord Voldemort, a quel punto, aveva levato il mantello ed era sparito, con la sua serva più fedele appresso.

Da lì Draco non si ricordava più niente, quasi sicuramente era svenuto subito dopo che Il Signore oscuro se ne era andato.

Quello non era l’unico brutto ricordo che aveva, ma di sicuro era il peggiore.
Era il ricordo che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.

“Buonanotte, Draco” sussurrò Zabini dal suo letto.

Draco sorrise e provò un moto d’affetto per il compagno.

“Buonanotte, Blaise.”

 

**

Ora di pranzo

“Draco, mangia!”

“Non cominciare anche te, Pansy. Non ho fame.”

“Draco, smettila di fare storie. Non mangi e non dormi più da Settembre! Vedi che lo so che anche stanotte non hai dormito. Blaise mi ha detto che continuavi a rigirarti nel letto. E mi ha detto anche che sei tornato tardissimo. Ancora non capisco perché ti ostini a non dirci niente, ma per il momento non insisterò. Ma se non mangi questo pasticcio di rognone, giuro che ti affatturo!”

Il tono di Pansy Parkinson non ammetteva repliche, mentre era seduta in Sala Grande accanto a Draco, brandendogli davanti una forchetta, agitata.

Draco, però, continuava ad ignorarla.

“Draco, accidenti a te! Ma non ti vedi?! Non esci quasi mai, sei sempre di cattivo umore, mangi pochissimo, sei magro come un chiodo, hai delle occhiaie lunghe così e hai la pelle tutta ingrigita!” insistette lei, avvicinandoglisi sempre di più, con fare minaccioso.

Draco alzò gli occhi al cielo “Pansy, quando imparerai a farti gli affari tuoi?” le chiese, esasperato, prendendo la forchetta e cominciando a smangiucchiare il suo pasticcio con aria cupa e sconfitta.

Pansy lo guardò compiaciuta, mentre Blaise, seduto di fronte a loro, si stava lanciando uno sguardo di intesa con Nott.

Appena finito il pranzo, la McGranitt disse agli studenti che sarebbero andati a casa per le vacanze di Natale di seguirla.

Più di mezza scuola si accinse a raggiungerla, compresi, notò Draco, Potter e i suoi amici.

Il biondo Serpeverde seguì con gli occhi il moro Grifondoro, fino a quando quest’ultimo non sparì, chiacchierando allegramente con Weasley e la Granger, dietro la porta della Sala Grande.

Potter.

Harry Potter.

Chissà come sarebbe stato averlo come amico.

Draco ci pensava spesso.

Chissà se la sua vita sarebbe stata diversa.

Magari non avrebbe mai ricevuto il marchio Nero, magari suo padre non sarebbe mai stato sbattuto ad Azkaban.

O magari sarebbe successo tutto comunque, e Draco avrebbe dovuto tradire un amico e consegnarlo nelle mani di Voldemort.

Forse invece Harry avrebbe potuto sconfiggerlo prima, forse impedendogli proprio di risorgere, se fosse stato amico suo.

Perché Draco avrebbe potuto dargli informazioni importanti grazie a suo padre.

O forse sarebbe stata la rovina di entrambi.

Forse avrebbero litigato subito.

Forse la loro amicizia sarebbe durata negli anni, rimanendo solida e ferrea.

Se.

Forse.

Magari.

Draco poteva usare solo questi avverbi, perché di fatto, nella realtà, Potter non era amico suo.

La cosa, dopo sei anni, gli ribolliva ancora.

Draco ora attribuiva tutte le sue disgrazie a Potter. Se non avesse mandato suo padre in prigione, lui non sarebbe stato marchiato e non avrebbe avuto l’ingrato compito di uccidere Silente.

Se Harry avesse accettato la sua mano, Draco gli sarebbe stato fedele, amico, come suo padre, Lucius, lo era con Piton.

Dei Malfoy, infatti,  si potevano dire tante cose.
Si poteva dire che fossero snob.
Era vero.
Si poteva dire che navigassero nell’oro.
Era vero.
Si poteva dire che erano dei Mangiamorte.
Era vero. Fottutamente vero.

Ma non si poteva dire che i Malfoy fossero traditori.

Anzi, a dire la verità, i Malfoy erano sì, traditori.

Non si facevano scrupoli a pugnalare alle spalle gli altri pur di salvarsi.

Ma se un Malfoy sceglieva un amico, quello era l’amico. Quello era intoccabile.

Di fatto, se qualcuno avesse fatto del male a Tiger o Goyle, Draco se ne sarebbe fregato altamente.

Di fatto, se qualcuno avesse fatto del male a Blaise o a Pansy, l’avrebbe pagata cara.

Draco era sicuro che avrebbe provato per Potter lo stesso affetto che provava per Zabini, forse anche di più.

Ma ora non potevano tornare indietro. Ormai avevano preso strade troppo diverse.

Forse proprio a causa della loro mancata amicizia.

Lui luce, Io Buio – si ripeteva Draco.

Quando avrebbero potuto essere entrambi luce, o entrambi buio, insieme.
Ma non erano insieme e non  lo sarebbero mai stati.

Furente dopo quei tetri pensieri, Draco sbatté la forchetta sulla tavola e si alzò.

“Draco, tesoro, dove vai?” gli chiese Pansy.

Draco la guardò, pronta a risponderle di farsi gli affari suoi, ma, quando vide il suo sguardo puro e seriamente preoccupato, si addolcì.

“Pansy, scusa, ma devo fare una cosa. Ci vediamo a cena.”

Detto questo, si incamminò a passo spedito verso la porta e dopo pochi secondi era sparito.

“Draco! Dove vai?” gridò Pansy, ma era tardi. Stava per alzarsi e seguirlo, quando una mano si posò sulla sua spalla. Si voltò. Era Blaise.

“Lascialo andare.” le disse “Seguirlo non gioverebbe nessuno. Io e Theo però abbiamo un piano. Ascolta…”

Pansy si avvicinò ai due amici, che la informarono della loro idea.


**

“Come diavolo si fa a riparare questo dannatissimo armadio?!”

Draco guardò male l’Armadio Svanitore davanti a lui, che non voleva proprio saperne di funzionare.

“Cazzo!  Maledetto coso schifoso!” urlò Malfoy e, accecato dall’ira e dallo stress, tirò un calcio all’armadio, con l’unico risultato di essersi procurato un tremendo dolore all’alluce.

Prese a saltellare per la Stanza Delle Necessità, reggendosi il piede destro tra le mani e imprecando furiosamente.

Alla fine, esausto, crollò su un divano logoro, dove pianse tutte le sue lacrime.

**

“Blaise, sei sicuro che la tua idea funzionerà?”

“Sicuro? No, Pansy. Ormai non sono più sicuro di niente, a parte una cosa: che Draco non ce la racconta giusta. Con noi si è sempre confidato, per cui deve esserci una cosa grossa sotto. Se non ce lo dice, non possiamo obbligarlo, ma possiamo aiutarlo!”

“E tu credi davvero che così lo aiuteremo? Blaise, conti troppo su una leggenda!” si intromise Nott.

“Leggenda, ti ricordo, caro Theo, basata su fatti storici reali. Ne ha anche accennato il professor Ruf una volta, giusto qualche giorno fa.”

Pansy e Theo lo guardarono sorpresi, manifestando il loro stupore con un gran spettacolo di caduta libera della loro mascella.

“Tu ascolti le lezioni del professor Ruf!” esalò Pansy, dopo qualche secondo, puntandogli il dito contro “sei un alieno!”

“Ah. Ah. Ah.” Replicò Blaise, con una risata ironica e priva di ilarità.

“No, di solito non lo ascolto, dovresti saperlo. Questo piano però ce l’ho in mente da un po’, e quando ho sentito il Prof accennarlo ho ascoltato molto attentamente.”

“E che cosa ha detto?” chiese Theo, mentre si spostava per mettersi più comodo nella poltrona vicino al fuoco della loro Sala Comune.

“Non molto. Siccome siamo sotto Natale ha citato alcuni racconti Natalizi scritti da antichi maghi. Poi la Granger gli ha detto che ci sono anche autori Babbani che hanno scritto quei tipi di racconti. Il professore allora ha risposto che non gli importa nulla degli scrittori Babbani. L’unico racconto Babbano che gli va a genio si intitola A Christmas Carol ed è di un certo Charles Dickens. Dice che è l’unico che merita perché parla di fantasmi e perché pare che sia una testimonianza di un fatto realmente accaduto ad una sua amica, che effettivamente era una strega.”

Blaise fece una pausa e guardò gli amici, che cominciavano a capire.

Conoscevano tutti A Christmas Carol, anche se nel loro mondo il racconto era stato scritto da una donna di nome Joanne Kathleen Rowling, che era una strega.

“Quindi la Rowling… La Rowling era l’amica di questo Dickens?” chiese Pansy dopo un po’.

Blaise fece un sorriso. “Brava Pansy, è proprio lei. E ora noi faremo accadere a Draco ciò che è successo a lei.”

Anche Theo sorrise “Amico, allora, sei sicuro che ciò è accaduto realmente?”

“Sicurissimo!”

“Bene! Allora…” continuò Theo, guardando Pansy “Io ci sto! Tentare non nuoce, giusto?”

“Giusto!” replicò lei, entusiasta “ma come facciamo?”

A quelle parole, un luccichìo balenò negli occhi di Blaise.

“Speravo me lo chiedessi… venite con me!”

Theodore e Pansy, incuriositi, seguirono fiduciosi l’amico.

 

**

Sera.


Draco era finalmente uscito dalla Stanza Delle Necessità.
Stava morendo di fame.
Entrò nella Sala Grande per la cena, aspettandosi di trovare Blaise, Theodore e Pansy seduti a mangiare.
Si aspettava che gli avessero tenuto il posto, come facevano sempre.

Quella volta, però, suoi amici non c’erano. Le loro sedie erano vuote.

“Ma dove diavolo saranno?” si chiese Draco, sedendosi cupo di fianco a Tiger e Goyle e iniziando a mangiare, cupo.

**

 “Ooooooooh sono così eccitata!” sussurrò Pansy, saltellando sul posto.

Blaise le fece segno di tacere.

“Shh... zitta. Devo concentrarmi!”

Lui, Pansy e Theo si erano rifugiati nei sotterranei di Piton e stavano cercando di evocare il fantasma della Rowling.

Blaise chiuse gli occhi e sussurrò alla parete vuota di fronte a lui: “Expecto Patronum!”

Dalla sua bacchetta uscì una maestosa pantera argentea, che si fuse con la parete.

I tre amici aspettarono, poi la videro apparire.

Era una donna esile e bellissima.
Dal delicato bagliore che emanavano i suoi capelli si poteva dedurre che in vita fosse stata bionda.
I suoi occhi ancora recavano vaghe tracce del loro azzurro.
Aveva un bellissimo e dolcissimo sorriso, ma aveva una lunga catena dall’aria pesante legata alla caviglia.

I tre amici la fissarono con occhi spalancati.

“Miei cari” parlò la donna. Aveva una voce calma e gentile, di quelle che ti rapiscono.

“Come mai mi avete evocato? Avete qualche problema?”

“Si, signora” rispose Blaise, distratto da quella voce così soave e dal tintinnio della catena “mi scusi se l’abbiamo disturbata… ma un nostro amico si comporta in maniera troppo strana… per cui l’abbiamo chiamata per aiutarci.. sempre se per lei non è un problema…”

“Certo, cari, chiedetemi pure” rispose la Rowling, sorridendo ai tre ragazzi.

“Emh… ok. Si ricorda del suo romanzo, A Christmas Carol?”

“Certo! Quella è stata un’esperienza personale. Mi ha cambiato la vita.” Disse la donna, con un sorriso amaro, scuotendo appena il legaccio metallico.

“Ecco… noi vorremmo che al nostro amico capitasse la stessa esperienza, magari così capirà i suoi errori…  è fattibile la cosa?”

“Certo! Miei cari ragazzi, state davvero facendo una cosa molto bella! Vi aiuterò molto volentieri! Come si chiama il vostro amico?”

“Draco Malfoy.” 

**

Draco Malfoy cercava di dormire. Ma, come al solito, non ci riusciva.

Aveva rintracciato i suoi amici solo all’ora del coprifuoco, nella Sala Comune.

Aveva chiesto loro dove fossero andati, ma loro avevano risposto con una risatina e gli avevano augurato la buonanotte.

Chissà cosa tramavano quei tre.

Draco si rigirò nel letto e guardò l’orologio. Erano le 23.

Ancora un’ora e sarebbe stata la Vigilia Di Natale.

Chiuse gli occhi.

Si stava per appisolare, quando un’intensa luce gli fece spalancare le palpebre.

Davanti a lui stava il fantasma di una donna molto bella, che esibiva un dolce sorriso.

“Draco Malfoy. Ho poco tempo. Ascoltami attentamente. Conosco la tua situazione e voglio aiutarti. Per tre notti, rispettivamente questa notte, domani notte e dopodomani notte, riceverai la visita di tre spiriti. Ascoltali e seguili. Loro ti aiuteranno e ti faranno vedere delle cose. Rifletti su ciò che ti accadrà e su ciò che ti diranno.”

Draco balzò sul letto e sfoderò la bacchetta.

 “Chi è lei?” sibilò, sperando di non svegliare i compagni di stanza.

“Sono Joanne Kathleen Rowling.” Rispose la donna “Sono qui per cercare di condurti sulla buona strada. Ho visto cos’hai vissuto, so cosa sei costretto a fare e so che non vuoi compiere quel terribile gesto. Devi chiedere aiuto.”

“Non ci sto capendo niente!” disse Malfoy, senza abbassare la bacchetta, tremando visibilmente. “Chi è lei, e cosa vuole da me?”

“Te l’ho già detto, Draco.” Rispose, pazientemente, la donna “chiedi aiuto, non fare l’orgoglioso, non avere paura. Non vuoi viver in eterno con delle catene, vero?”

“Catene?” chiese Draco, senza capire. Poi si sporse leggermente dal bordo del letto e vide la sottile, ma pesante, catena legata alla gamba del fantasma.

“Si, Draco. Ho fatto azioni terribili in passato e questa è la mia punizione. A ogni cattiveria una maglia in più. Anche io ebbi la visita dei tre spiriti, grazie a una mia cara amica che morì prima di me e mi fece visita dall’aldilà. Cambiai del tutto, dopo, avevo capito che per anni mi ero comportata in modo spregevole. Cercai di redimermi, ma la morte mi accolse prima che potessi compensare tutte le brutte azioni che avevo commesso. Questo è quello che rimane della mia cattiva condotta.” Disse lei, alzando la catena “prima era molto più lunga e pensate, ma quello che feci non fu abbastanza per morire immacolata. Tu sei un ragazzo, Draco, la tua catena ha appena iniziato a formarsi. Tagliala, eliminala, prima che ti avvolga il cuore e ti trascini nei meandri oscuri della cattiveria.”

“Per cui ascolta” continuò lei “Per tre notti, rispettivamente questa notte, domani notte e dopodomani notte, riceverai la visita di tre spiriti. Potresti comprendere che la tua è una strada sbagliata, potresti tornare sulla via giusta. Fai tesoro di questa esperienza, Draco.”

Detto questo, la donna sparì.

Draco guardò, spaesato, il punto in cui la Rowling era appena sparita, credendo di essere impazzito.

“Bubbole!” sbiascicò, prima di tornare a dormire, con, però,  una piccola punta di speranza nel cuore.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Allyii