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Autore: black_eyes    02/12/2013    3 recensioni
Sebastian sa che Blaine si sposerà, e utilizza la sua seconda chance per dirgli addio tramite la sua vera prima lettera d'amore.
un polpettone di angst come mai prima d'ora ho partorito.
basata sulle note di "Per dimenticare"
Genere: Angst, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno! Non vi ero mancata nè io nè il mio angst ma ehy! Sono tornata!
Con un bel polpettone di angts che finisce male. (Klaine endgame solo qui)
E che dire, mi sono fatta male a scriverla, a pensarla e a rivedere l'obrorio che è (?)
Ok, bando alle ciance e buona lettura.
Grazie infinitamente alla mai dolce beta (KEROS) che mi ah betato. (sìììì, un'altra OS betata! <3 )
Ok, smetto di dire cose che non centrano una mazza e vi lascio leggere.


 

Allora quindi è vero,
è vero che ti sposerai
Ti faccio tanti, tanti cari auguri,
e se non vengo capirai.

 

Sebastian impugnò carta e penna e fissò fuori dalla finestra, Blaine si sarebbe sposato realmente con Kurt-Faccia-Dachecca-Hummel. Scosse il capo e si morse il labbro inferiore.

No, ora Kurt Hummel sarebbe diventato Kurt Hummel in Anderson.

Semplice.

Iniziò a pensare a Blaine, a come era venuto a chiedergli una favore, di aiutarlo con Kurt. Deglutì a forza il magone che iniziava a formarsi in gola.

Il moretto era così felice quando Kurt gli aveva detto SI', e lui si era sentito così distrutto quando lo aveva abbracciato, per la prima, e ,forse, per l'ultima.

Gettò nel cestino per l'ennesima volta il tentativo di scrivere una lettera al ricciolino.

Una lettera che doveva spiegare il motivo per cui non sarebbe stato al suo matrimonio. Il giorno più felice per Anderson, ma anche il più triste per sé.

Non sarebbe riuscito a vedere quel sorriso radioso che riservava solo per Kurt, non avrebbe sopportato il dolore di vederli assieme e felici.

Non quando lui era morto dentro per non avergli detto quelle tre parole fondamentali che avrebbero potuto cambiare tutta la storia.

 

E se la scelta è questa
è giusta lo sai solo tu
È lui l'uomo perfetto che volevi
e che non vuoi cambiare più.


Iniziò a scrivere fluidamente con la sua scrittura un po' sbilenca, molto elegante, come l'aveva dichiarata una volta il moretto, sulla carta bianca.

Ricordò il giorno in cui Blaine vide i suoi appunti e sorridendo disse che era la calligrafia più ordinata e di classe che avesse mai visto.

Sebastian tornò al presente sorridendo malinconico, fissò il foglio di carta che aveva di fronte, non aveva dato grande precisione al tipo di carta, quella era una lettera d'addio; lui non scriveva lettere d'amore, anche se avrebbe dovuto farlo.

Lui non era come Kurt Hummel, non era dolce, l'uomo perfetto per Blaine, uno che pattina e canta canzoni sdolcinate e romantiche sul ghiaccio; lui non porgeva mai mazzi di fiori colorati per il ragazzo a cui ambiva.

Lui era solo Sebastian Smythe, un ragazzino viziato e pieno di soldi, che si prendeva ciò che voleva.

Strinse così tanto la penna che per poco ebbe paura di spezzarla.

Una sola lacrima gli sfuggì dalle ciglia e gli arrivò fino all'angolo delle labbra, lui era il solito cattivo ragazzo da cui tutti scappano.

Si fermò il tempo necessario per respirare ossigeno a pieni polmoni e poi tornò alla lettera.

O forse lui era soltanto un ragazzino di diciassette anni che si era innamorato di un altro ragazzo il cui cuore era già nelle mani di un altro.

Le sue mani tremarono così tanto che dovette lasciare la penna sul tavolo e andare alla finestra che dava sul cortile della Dalton, non gli importava che facesse freddo, non importava che avrebbe potuto ammalarsi, aprì le ante e si sedette sul cornicione accendendosi una sigaretta.

Amava Blaine sul serio, e non glielo aveva mai detto, e ora per colpa di questo suo masochistico errore da testardo e da stupido francesino orgoglioso, stava, o forse aveva già perso fin dall'inizio, l'unica sua chance con il morettino.

Finì la sigaretta e con un ultimo sospiro rientrò nella sua camera.

Il freddo gli era entrato nelle ossa, ma era come se non sentisse altro che il nulla.

Fissò il foglio sopra alla scrivania. Quel pezzo di carta ricoperto di scritte lo stava giudicando, le sue stesse frasi scritte di suo pugno lo stavano prendendo il giro.

Si sedette e riprese in mano la penna, ricominciò da dove si era fermato.

 

Ti senti pronta a... cambiare vita
a... cambiare casa
a... fare la spesa e fare i conti a fine mese
a...la casa al mare
a... d'avere un figlio... un cane.


 

Sorrise tristemente pensando a quello che Blaine accettava sposando Kurt.

Riunioni di famiglia, cene varie, una famiglia vera che gli avrebbe donato amore e tutto ciò che conseguiva, tutto ciò che il morettino si meritava, dunque, il meglio.

E lui non avrebbe avuto nulla di ciò.

Sarebbe rimasto il solito ragazzo senza affetto e solo con la solita passione carnale a cui tutti ambivano, ma che poi lui si era stancato di apparire così.

Senza anima, senza amore. Era stufo di essere visto come un ragazzino che andava in cerca solo di sesso. Anche lui aveva bisogno di un po' di affetto.

Sentì qualcuno bussare alla porta, alzò il capo solo per vedere il volto di una ragazza dagli occhi azzurri come il cielo prima di una tempesta.

“Zoe.” Sussurrò inumidendosi il labbro inferiore.

“Ciao cuginetto.” Sorrise la ragazza entrando “come stai?” Chiese sedendosi sul letto del ragazzo dagli occhi verdi.

“Voglio morire” Sebastian le porse la lettera e si mise le mani davanti al viso.

Un sibilò aspirato uscì dalle labbra della ragazza che era appena entrata “Oh no!” Zoe non lesse neanche le prime righe che posò subito la lettera accanto a sé. “Ehy, Bas” la ragazza gli andò davanti e gli tolse le mani dal volto “perchè vuoi morire?” Piegò il capo di lato “non devi fare così” gli prese le mani e le strinse nelle proprie “me ne vuoi parlare Sebastian?”

E solo in quel momento Smythe si lasciò cadere a pezzi, si inginocchiò davanti a sua cugina e pianse sulla sua spalla.

“Lo amo, non ho mai fatto nulla per farglielo capire e ...” Disse balbettando.

“Shhh” Zoe passò una mano fra i capelli chiari del francesino “sono qui.” Gli fece alzare il viso sfiorandogli una tempia “hai voglia di raccontarmi tutto?” Gli sorrise cingendogli le spalle “lo sai che puoi raccontare tutto alla tua cugina maggiore.”

“Di tre mesi” specificò Sebastian sentendo le prime lacrime cadergli sulle guance. Poi annuì e si asciugò gli zigomi con il palmo della mano “io” si schiarì la voce “lo amo.” Deglutì fissando il pavimento e sedendosi a terra.

 

Ed affrontare...
suocera... cognato... nipoti... parenti...
tombole a Natale, mal di testa ricorrente
e tutto questo... per amore.


Zoe corrugò la fronte a si sedette a gambe incrociate davanti a lui “ami chi?” Chiese mordendosi la pelle della guancia interna.

“Blaine Anderson” spiegò Smythe “era un ragazzo che ho … visto, e mi è piaciuto fin da subito, ma … ma non sono mai riuscito a dirgli la verità.” Il francesino deglutì strofinandosi la punta del naso come quando doveva dire qualcosa che lo agitava.

Zoe se ne accorse subito e nell'immediato gli andò accanto “ok, quindi? Non si sposerà mica! Cioè! Quanti anni ha?” Chiese alzando gli occhi al cielo.

“Ha diciotto anni” Sebastian alzò il viso verso sua cugina “e sì. Invece si sposa. Ha progettato tutto, e io l'ho anche aiutato con la proposta di matrimonio verso l'amore della sua vita!” Si alzò in piedi tirandosi i capelli “e non saprà mai che io avrei fatto di tutto per lui” gridò “avrei lottato, lo avrei amato e gli avrei dato tutto quello che avesse desiderato!” Iniziò a singhiozzare e si sedette sul letto. “Gli avrei mostrato quanto fosse importante e unico per me.”

Zoe vedendo suo cugino così distrutto, senza la sua vena sardonica che lo aveva contraddistinto in tutti quegli anni che si conoscevano, senza forza di lottare per ciò che voleva, senza la vitalità che animava ogni sua azione, si sentì persa, e anche un po' colpita da quel momento.

“Forse c'è una cosa che posso fare” Sebastian scosse le spalle “tornarmene a Parigi. La scuola l'ho terminata. Tuo fratello Adam e suo marito Francis hanno sempre detto che c'è posto da voi; la scuola di giurisprudenza che mio padre vuole che frequenti è gemellata con l'Università Panthéon-Assas,” scosse le spalle “è pubblica, ma ehy, mi abituerò.”

“Perchè?” Zoe gli mise le mani sulle ginocchia “perchè lo faresti?”

“Per diventare avvocato. Come tutti gli Smythe della famiglia.” Sebastian fece un sorriso tirato.

“No,” Zoe scosse il capo “perchè te ne andresti?” Corrugò la fronte incrociando le braccia al petto per aspettare la risposta del ragazzo dagli occhi verdi “perchè scapperesti da qui?”

Smythe sospirò passandosi una mano fra i capelli. “Per dimenticarmi di lui, del fatto che non sono stato capace di … essere felice.” Rispose senza giri di parole.

 

E forse partirò per dimenticare
per dimenticarti.
E forse partirò per dimenticare
per dimenticarmi...
di te... di te... di te.


“Fuggiresti dalla tua vita. Lo sai questo?” Sussurrò Zoe sedendosi in parte a suo cugino e passandogli una mano fra i capelli dolcemente, “andresti via da una vita che hai sognato da sempre, per chi, un ragazzino che ti ha perso?” Fece schioccare la lingua contro al palato.

“Non è un ragazzino!” Sibilò Sebastian “è … Blaine. È sempre stato Blaine, il ragazzino dolce con una voce da favola. Volevo far colpo su di lui ma … non c'è stato nulla da fare.”

La ragazza dagli occhi chiari scosse il capo “te ne sei innamorato sul serio.” Lasciò cadere le mani sulle proprie gambe “da quanto ci stai pensando?”

“Una settimana. Da quando mi è arrivata … questa.” Rispose Smythe prendendo una busta spessa dal proprio comodino. “L'invito al loro matrimonio.” Deglutì dopo che gliela porse.

“Hai deciso di non andarci, vero?” Zoe lo vide annuire debolmente “glielo dirai?”

“Come posso? E dirgli cosa?” Alzò il volto verso sua cugina “io sono incapace di fare qualunque cosa di buono.” Riprese la busta dell'invito e la lisciò prima di rimetterla via “rovino qualunque cosa o persona mi interessi.”

Zoe sorrise alzandosi in piedi e prendendo la lettera che Sebastian stava scrivendo “hai una così bassa opinione di te stesso.” Lesse le prime righe e la richiuse “dove è finito il mio cuginetto con cui ne ho combinate di ogni? Ti ricordi i pub che frequentavamo?” Si voltò verso di lui. “Da quanto sei così dolce e innamorato?”

“Da quando l'ho conosciuto” Bas alzò le spalle “se gli dovrò dire addio lo farò, ma poi me ne voglio andare sul serio. Non riuscirei a vederlo felice mentre io muoio dentro.” Fissò negli occhi sua cugina “e tu non dirmi che sto facendo una cazzata perchè sto pensando a questa cosa da un anno, da quando quel ricciolino è venuto qui alla Dalton per chiedermi quel favore del cazzo che io ho fatto.” Sospirò. “Come un coglione.”

Zoe sorrise “Nah, come un innamorato.” Rimise il foglio sulla scrivania in legno “è normale che lo hai fatto. Hai voluto la sua felicità. Solo che speravi in un No, così avresti potuto consolarlo, e magari farti amare almeno un po' da lui.” Incrociò le braccia al petto “solo che quella coppia si ama, e devono ringraziare il bravo ragazzo che ti hanno fatto diventare in questa scuola del piffero” disse facendo roteare l'indice per la stanza. “Non puoi fare altro che dirgli ciò che provi. Almeno per una volta. L'ultima.”

Sebastian annuì sedendosi alla scrivania “Prima di prendere il volo per Parigi lo farò. E voglio anche dargli questa lettera.” Prese in mano la penna e riprese a scrivere da dove aveva lasciato in sospeso.

Voleva terminare il tutto. Almeno così poteva provare a dimenticarlo una volta per tutte.

 

E grazie per l'invito
ma proprio non ce la farò
ho proprio tanti, tanti, troppi impegni
e credo forse partirò.


Sebastian continuò a scrivere parole su parole, molte volte strappò la carta per la frustrazione e dovette comunque ricominciare da capo ancora e ancora.

Zoe si sedette a gambe incrociate sul letto del francesino e si guardò attorno.

La camera era spoglia, vi erano un paio di valigie già chiuse ai piedi del letto, notò che gli armadi erano vuoti. Scosse il capo pensando che veramente Bas avesse già deciso di partire.

“Seb … dimmi una cosa” disse Zoe inumidendosi il labbro inferiore “se tu avessi qui davanti Blaine, che gli diresti?” Gli chiese abbracciandosi le ginocchia e poggiandovi sopra il mento.

Sebastian si voltò verso sua cugina strofinandosi un occhio lucido “gli direi tutto. Se solo fossi meno deficiente gli direi che lo amo, che sarei stato tutto per lui, che ovviamente Kurt non è il ragazzo perfetto adatto a lui, che lo sono io!” Socchiuse gli occhi chinando il capo “ma ormai è tutto inutile. Lui si sposa, l'ha già fatto la sua decisione di amare e di essere amato. Solo, non da me.” Iniziò a singhiozzare silenziosamente “sono stanco Zoe, sono stanco di innamorarmi di qualcuno che poi prende il mio cuore e lo rompe in tanti piccoli pezzetti.” Si alzò dalla sedia asciugandosi le guance “ma non posso farci nulla. Blaine non saprà mai che lo amo veramente tanto, ok sì, leggerà questa lettera.” E la indicò “ma non saprà il modo in cui lo avrei trattato, in cui lo avrei tenuto sopra ogni cosa.” Si coprì il volto con le mani “ecco perchè voglio andarmene, voglio dimenticare questo mio errore. Voglio fuggire dai ricordi, da lui.”

 

Se avessi più coraggio
quello che io ti direi
che quell'uomo perfetto
che volevi tu non l'hai... capito mai.


Zoe gli si avvicinò per cingergli la vita “andrà tutto bene; devi finire di scrivere quella lettera e portargliela. Ti scorterò io a casa del morettino, ma devi promettermi una cosa” incatenò i loro sguardi per la prima volta in quel giorno “promettimi che non scapperai da me. Qualunque cosa accada non andartene da me. Ok?” Gli sfiorò una guancia “se hai bisogno di parlare, urlare, odiare qualcuno. Sai che ci sono io. Ci sono sempre stata per te, e ci sarò per sempre.” Gli sorrise per poi mandarlo a sedere alla scrivania “e ora mettiti a scrivere la tua prima vera lettera d'amore.”

“Lo sai che non sei d'aiuto Zoe, vero?”Domandò Smythe sorridendo solo in quel momento. La fissò da sopra la spalla “mi accompagnerai sul serio?” Le chiese “anche da Blaine, intendo, dentro l'appartamento …” Deglutì “non riuscirei ad andarci, non saprei cosa dire né come, lo sai Zoe, non saprei gestire la situazione.”

Zoe gli strinse la spalla destra “lo sai che non posso, ma tu devi solamente dire a Blaine quello che hai detto a me, che lo ami.” Gli sfiorò una tempia “vuoi proprio andartene da qui, vero?”

Smythe annuì prendendo in mano la penna “questa è l'ultima volta che scrivo questa lettera.”

Un paio di ore più tardi sia Bas che Zoe uscirono dalla scuola con in mano una valigia a testa.

“Pronto?” Chiese la ragazza mettendo nel baule del taxi entrambe le valigie “la lettera ce l'hai in mano, la testa l'hai attaccata al collo … dai Bas, non eri tu che volevi fare questa cosa?”

“Ho paura. Tutto qui.” Sospirò aprendo la portiera e sedendosi dentro al taxi. “Io farei qualunque cosa per lui, ma so che Blaine oramai è perso di Kurt” strinse le labbra in una linea sottile “perchè devo essere così sfigato?”

Zoe si sedette accanto a lui e diede l'indirizzo al tassista “ok, Bas, lo ami. L'ho capito. Ma sei tu che hai il potere sulla tua vita. Hai deciso tu e solo tu puoi decidere cosa fare o meno.” Gli puntò un dito contro al petto “e tu hai deciso di non dirgli nulla fin ad ora. È tempo per te di prenderti le tue responsabilità.” Fissò fuori dal finestrino notando che erano arrivati a casa del ricciolino “quindi prendi le tue chiappe, la lettera, ed esci fuori di qui. Chiarisci le cose, una volta per tutte.”

 

Io sarei pronto a... cambiare vita
a... cambiare casa
a... fare la spesa e fare i conti a fine mese
a... la casa al mare
a... 'd'avere un figlio... un cane.


Sebastian si fermò davanti al portone di casa Anderson, si passò i palmi delle mani sui jeans e suonò il campanello.

Poco dopo Blaine andò ad aprirgli. “Bas!” Urlò abbracciandolo “come mai sei qui?”

Sebastian lo strinse a sé inspirando il suo profumo per poi staccarsi “sono venuto a salutarti.”

“Come mai?” Il morettino spalancò gli occhi facendolo entrare dentro casa dei suoi genitori “Lo sai che domani mi sposo, non dirmi che non ci sarai Sebs!”

“Mi spiace hobbit, devo partire, ma sono venuto a portarti un regalo di matrimonio!” E così facendo prese dalla propria tasca interna del giubbino una confezione di profilattici “per un buon divertimento.” Disse cercando di sorridere, ma ciò che ottenne fu una smorfia “e ti ho portato anche questa” e gli porse la lettera scritta di suo pugno. “Aprila solo quando sono andato via, ok?” Sorrise sedendosi sul divano “quindi hai deciso. Ti sposerai con Kurt. Il tuo amato. L'ha presa bene la dichiarazione.” Sollevò gli angoli della bocca verso l'alto “lo ami?” Gli chiese vedendolo con la testa fra le nuvole.

“Sì, lo amo da morire. Tipo che andrei in capo al mondo per lui, per l'amore che provo per lui, adotterei un figlio, farei cene in grande stile, mi terrei tutti i miei cravattini in un unico cassetto solo per lui.” Lo fissò con gli occhi che brillavano “è l'uomo giusto per me. Lo amo.”

Sebastian deglutì sentendo le lacrime iniziare a formarsi agli angoli degli occhi “sono felice per te Blaine” chiuse le palpebre trattenendo e mandando giù il magone che si era incastrato in gola “ci vedremo ancora, forse. Ti auguro le migliori cose, perchè te le meriti.” Si alzò in piedi e lo strinse a sé cercando di non crollare, quello lo avrebbe fatto più tardi. “Sei stupendo Blaine, ti meriti il meglio, e voglio che tu sappia che sono felice per il tuo matrimonio.” Si staccò da lui e andò alla porta “addio B.” e prima di chiuderla alle spalle, disse solo due parole “ti amo.”

 

Ed affrontare...
suocera... cognato... nipoti... parenti...
tombole a Natale, mal di testa ricorrente
e tutto questo... per amore.


Sebastian corse fuori da quella casa e si fiondò nel taxi, era riuscito nel suo intento.

Gli aveva dato la lettera, gli aveva detto che lo amava.

Solo che adesso stava male più di prima, e adesso voleva solo fuggire via.

“Bas.” Le braccia di Zoe lo strinsero dolcemente in un modo che neanche sua madre avrebbe fatto.

“L'ho fatto. Ho detto che lo amo. Ora voglio andarmene da qui, ti prego. Andiamo via.” Notò che Blaine stava uscendo dalla porta e percorreva il vialetto che lo separava dal taxi “Parta!” Urlò Sebastian cercando di non fissare il moretto che teneva stretto nel pugno la sua lettera.

Il taxi giallo partì senza fretta, ma oramai Blaine era già lontano e Sebastian cadde a pezzi tra le braccia di sua cugina che gli carezzò i capelli dolcemente.

“Sono qui con te piccolo” sussurrò Zoe fissando fuori dal finestrino “per sempre.” Gli fece alzare il viso “Lo sai che troverai l'amore, vero? Ci sarà anche per te un lieto fine.” Gli sorrise dolcemente asciugandogli uno zigomo “sei stato bravo, ma ora che farai?”

“Voglio dimenticarmi di lui, di questo stare male per il niente. Voglio … guarire da questo maledetto amore.”

Zoe ridacchiò scuotendo il capo. “L'amore non è maledetto. L'amore lo può trovare chiunque, anche tu.” Gli scompigliò il ciuffo sulla fronte. “Andrà tutto bene Sebastian. Credimi.”

Smythe annuì e poggiò la fronte contra la spalla destra di sua cugina “mi starai vicina?” Le chiese.

“Sempre.” Sorrise la ragazza stringendolo a sé.

 

E forse partirò per dimenticare
per dimenticarti.
E forse partirò per dimenticare
per dimenticarmi...
di te... di te... di te.
Per dimenticare, per dimenticarmi...
di te... di te... di te...

 

* Esce dal nascondiglio *
Yeaaaah! Angst a palla e i feeels di Sebastian riempiono il cuore.
Non uccidetemi e lasciatemi un parere (sempre che vogliate).
Grazie per chi avesse letto fino alla fine. Un bacione e ... niente ... CIA'!
See ya e kiss&hugs :)
  
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