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Autore: gloria horan    02/12/2013    19 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA. FORSE RIPRENDERÒ TRA UN PAIO DI MESI. MI SCUSO CON TUTTE VOI
‘Ciao.’ Le disse guardandola dritta negli occhi, come se si conoscessero da una vita. In effetti Lesly aveva quasi la sensazione di conoscerlo da sempre, come se tutti i suoi movimenti e gesti fossero già stati visti e amati.
‘Ciao.’
‘Sono Liam, e tu?’
‘Lesly.’
‘Ehy Lesly..posso chiederti una cosa?’ Annuì. ‘Perché ti crei una barriera intorno e non fai passare le emozioni? Perché lasci che gli eventi ti passino accanto, sfiorandoti, senza essere vissuti?’
A quelle parole, rimase spiazzata e senza fiato. Non riusciva a razionare cosa era successo: davvero Liam le aveva detto tutto quello? Davvero l’aveva inquadrata così bene seppur conoscendola da sole poche ore? Davvero aveva avuto quel coraggio di affrontarla, unito a quella dolcezza e comprensione nei suoi occhi?
Solo il mare avrebbe custodito il loro segreto...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, tutti hanno fatto la propria confessione tranne me, pensò Louis iniziando ad agitarsi. Gli era venuto un improvviso prurito fastidioso dietro al collo. La realtà era che quell’inverno erano successe tante cose che avevano sconvolto completamente la sua vita, però non riusciva a parlarne se non con i suoi nonni. Era un tipo allegro, sempre pronto a ridere e non era portato per le cose tristi, le rigettava d’impulso. Cercava di evitarle e continuare a ridere come sempre.
Ma quell’inverno era stato indimenticabile e ancora non l’aveva superato. I ricordi erano vivi nella sua memoria, a volte troppo vivi per essere sopportati. Ricordava perfettamente quelle mattine di pioggia in cui lo svegliava la nonna per dirgli d’ andare a scuola e ricordava perfettamente i pomeriggi passati con suo nonno che cercava d’aiutarlo con i compiti. Odiava quei giorni così diversi da quelli dei suoi compagni di classe, odiava il silenzio che regnava dentro casa quando loro due uscivano per fare le loro commissioni. Ma la cosa che più ricordava intensamente, era quella sera di Dicembre, quando sua nonna l’aveva chiamato. Louis era comodamente sdraiato sul divano a guardare un film e mai, mai, si sarebbe aspettato una simile notizia. All’inizio gli era parso tutto inverosimile, poi aveva capito che non era uno scherzo e che ridere cercando di sdrammatizzare non sarebbe servito a nulla. Era scoppiato in lacrime, lì in mezzo al salotto, con il telefono poggiato sull’orecchio mentre singhiozzava tremolante e indifeso. Ricordava di essersi rifugiato sotto le coperte e di non aver avuto pace. La mattina dopo erano arrivati i suoi nonni a prenderlo con sé.
Lu scosse la testa, meglio non rivangare il passato ancora una volta. I muri crollano, figuriamoci lui che era una persona.
 
 
Quando tornarono a casa, lungo tutto il tragitto dalla spiaggia all’abitazione di Lesly e Harry, quest’ultimo non aprì bocca, cosa molto insolita per lui. Lesly moriva dalla voglia di chiedergli perché avesse detto quella frase e dopo un po’ si decise a parlare.
‘Ma Harry…davvero vorresti più attenzioni dai nostri genitori?’ Domandò con una leggera punta d’ironia nella voce e tanta paura di come avrebbe potuto reagire.
‘Ma dai!’ Esclamò lui allargano le braccia in modo teatrale. ‘Non hai neanche capito che stavo scherzando? Allora sei proprio scema!’ E fece una piccola risata. Eppure lei era convinta che non fosse realmente come diceva suo fratello, anzi: aveva paura perché aveva scoperto il suo punto debole e c’aveva rimesso la faccia. Sì, era così!
‘Allora, domani ci sarai alla festa di Louis, oppure farai la solita talpa solitaria?’ Chiese Harry cambiando argomento.
‘Ci sarò.’ Rispose Lesly con uno sguardo deciso e beffardo, poi aggiunse ‘ E mi metterò anche un bel vestito, voglio fare una buona impressione con i suoi genitori.’
‘Tu credi che ci saranno degli adulti?! Ah, ecco la mia solita sorella, quella mezza fuori di testa.’ Disse Harry a gran voce. A quelle parole, Lesly spalancò gli occhi, era sempre stata convinta del contrario. Solo allora si rese conto di quanto la sua idea di festa tranquilla tra un piccolo gruppetto d’amici intimi fosse irrealizzabile nella casa di uno come Louis. Era stata una sciocca a pensarlo, lo ammise lei stessa, e ancora più sciocca ad accettare di venire. La competizione con suo fratello la stava portando in alto mare. Eppure non poteva mollare a quel punto, quando stava quasi diventando come suo fratello. Di certo non voleva imitare il suo comportamento schifoso, desiderava solo essere per una volta come gli altri. Una di quelle che vanno alle feste, ballano come se fossero ubriache e si prendono a braccetto cantando “It’s a beautiful day.”
Si immaginò per qualche istante in quella situazione e subito la realtà le piombò ghiacciata in faccia: lei non era così, non lo sarebbe mai stata e sotto sotto non avrebbe mai desiderato esserlo.
Era così confusa: da una parte s’era lasciata influenzare da dei ragazzi appena conosciuti al campeggio e dall’altra voleva ancora tenere testa ai principi che l’accompagnavano da una vita.
‘Forse…’Tentennò. ‘Forse…’
‘Ecco, mi pareva. Già vuoi ritirarti, come al solito.’ Esclamò Harry con la solita aria di sfida.
‘Certo che no!’ Rispose allora d’impulso, pentendosene solo dopo. ‘Verrò, mi divertirò da matti e tu farai finta di non conoscermi, ok? Anzi, se inizi a non parlarmi da ora è ancora meglio.’ Sbottò Lesly velocizzando il passo e separandosi da suo fratello.
 
 
Tornati a casa, Lesly fu sepolta dalla marea di domande che le fece sua madre e suo padre, su come fosse andata la giornata, se avesse conosciuto gente nuova, se si trovasse bene in quel posto, se avesse scoperto dei bei luoghi in cui stare con gli amici…
Una tortura per quella povera ragazza che in cuor suo voleva solo chiudersi in camera, schiaffarsi alle orecchie due paia di cuffie ed entrare in un mondo parallelo con la musica.
Si sentiva letteralmente schiacciata dalle insistenze dei suoi genitori, sempre così persistenti e invadenti…
Ad Harry, al contrario, non fu rivolta nessuna domanda in particolare e questo lo fece imbestialire. Non ce la faceva più a vivere in quella famiglia schifosa, a volte l’odiava e invidiava tutti quei ragazzi i cui padri erano amorevoli e sempre presenti quando avevano dei problemi. Con lui non era così da un bel pezzo, da circa l’inizio delle superiori, quando aveva iniziato ad andare in giro con lo scooter e ad uscire con le ragazze.  Forse i suoi genitori non avevano accettato il cambiamento, ma che senso aveva smettere di pensare a lui? Viveva ancora dentro quella casa.
E la casa non dovrebbe essere un bel luogo, in cui tornare dopo una giornata schifosa, dopo una interrogazione finita male, una litigata con il tuo migliore amico o una pioggia improvvisa che ti ha sorpreso? Ecco, non era nulla di tutto questo per lui. Era solo un edificio anonimo con persone che conosceva da una vita, la sua famiglia appunto.
 
 
Per la festa, Lesly decise di mettersi un vestito rosso lungo fino alle ginocchia, una cintura marrone alla vita e comodi sandali color nocciola. Trucco leggero, giusto un filo di eyeliner e mascara.
Si guardò allo specchio e un attimo dopo scosse la testa, altro che bellezza! Era uno schifo, letteralmente. Corpo, pelle, capelli, occhi…tutto tremendamente sbagliato. Sono nata sbagliata, pensò socchiudendo le palpabre, non sopravviverò mai in questo mondo: sono destinata a perdere a restar sola, io non sono come loro, non mi sento parte del gruppo dell’umanità. Loro ridono, si piacciono, sanno sempre cosa dire e cosa fare, io invece non sono niente di tutto questo e sono sempre sola, arrabbiata, insicura. È come essere nati gazzelle nel territorio dei leoni, destinata a morire.
‘Ti muovi?’ Le urlò Harry dall’altra parte della porta. ‘Sto crepando mentre ti aspetto!’
‘Un attimo.’
‘Cosa? Ancora un attimo?’ Bussò ininterrottamente finchè non uscì dal bagno. I maschi proprio non avevano pazienza, pensò lei sbuffando. Schiavò la serratura ed uscì scocciata.
Lesly e Harry camminarono fianco a fianco fino alla casa di Louis, ma non potevano essere più distanti dentro. I loro passi erano felpati e lasciavano leggere impronte quando c’erano dei tratti con la sabbia. I capelli tagliavano l’aria come dei coltelli appuntiti. Le bocche leggermente serrate, come in uno sforzo. Alle 21:00 suonarono al campanello, si sentiva da lontano la musica alta, le persone che muovevano i bicchieri di vetro e che ridevano rumorosamente. Appena entrata, Lesly si trovò davanti una distesa di persone ammassate, con in mano almeno una bottiglia di birra e i sorrisi ammaglianti. L’aria sapeva di chiuso, evidentemente molto consumata, e galleggiavano delle bolle vicino al soffitto. I tavolini erano stati riempiti con bibite, snack e coriandoli. Tutto pareva eccessivo ai suoi occhi e subito la invalse un’ ondata di nausea: non sapeva come si sarebbe divertita in quel posto. Tutti erano accompagnati da degli amici, tutti avevano una persona con cui ridere di cose stupide e insensate, tranne lei. Lei non aveva nessuno lì. Si sentiva diversa, esclusa e osservata da mille occhi, anche se in realtà nessuno si stava preoccupando di guardarla. Si voltò e s’accorse che Harry se n’era già andato. Rifflettè un attimo sul da farsi, poi s’incamminò per le stanze, cercando di vedere se c’erano Louis, Liam, Zayn o Niall. Erano le uniche persone con cui aveva parlato e benché non le piacesse l’idea di parlare con loro per tutta la serata, doveva accontentasi. Girò per un po’, finchè non vide Zayn seduto su un divano che messaggiava.
‘Hey, ciao’ Lo salutò andando verso di lui.
‘Hey!’
‘Sai dove sono gli altri?’
‘In giro…io stavo parlando con Niall. Sai, sua mamma non l’ ha lasciato venire e perciò…volevo un po’ tirarlo su di morale. Ho provato a dirgli che non ci stavamo divertendo, ma tutte queste urla mi hanno smentito!’ Annuì. ‘Ora vado da Liam, mi accompagni?’ Si alzarono e Lesly sbuffò leggermente chiedendosi perché tra tutti aveva scelto proprio Liam. Sì, ora avevano fatto pace e lui era uno come tanti, eppure il solo pensiero di dovergli parlare la innervosiva. Non voleva farsi vedere in quello stato pietoso mentre era circondata da ragazze degne delle copertine di Vogue.
Raggiunsero Liam con facilità perché era in piedi in uno spazio poco circolato.
‘Lesly!’ La salutò appena la vide. ‘Sei venuta!’ Lei annuì senza pronunciare parola. ‘Come va?’
‘Bene.’
‘Vuoi ballare?’
A quella domanda trasalì: era una tremenda ballerina, per nulla aggraziata e senza uno straccio di coreografia in testa. Avrebbe fatto una figuraccia e non voleva di certo buttarsi.
‘No no. Sto bene così.’
‘Ok, se lo credi tu. Però ti avviso, io sono molto bravo e nasconderei i tuoi errori.’
‘La tua modestia mi commuove Liam.’ Risero e Lesly si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘Allora ci sediamo da qualche parte? Decidiamo cosa fare!’
‘Possiamo sederci.’ Confermò lei, sorpresa del fatto che volesse passare del tempo insieme. Intanto Zayn se n’era andato a salutare un altro ragazzo. C’era un divano infondo alla sala, era vuoto perché distante dal resto della festa. Si fermarono lì, con i bicchieri di coca in mano e tanta tensione da parte di Lesly. Non era mai stata da sola con un ragazzo, o almeno non seriamente. Aveva sempre cercato d’evitare momenti d’intimità con loro, così poteva essere sicura che non avrebbe fatto figuracce o che non sarebbe sembrata una sfigata.
‘Sembri tesa.’ Commentò all’istante Liam, leggendola nel pensiero. Ma come faceva quel ragazzo a capirla così bene, come se fosse l’altra metà del suo cervello? si chiese la ragazza.
‘Ho solo un po’ di mal di testa. Tutta questa musica e questo vociare mi fa confusione. Ma non è niente, tranquillo.’ Lo rassicurò stringendosi dentro di sé.
Restarono a parlare per molto tempo della famiglia, degli amici, dei cantanti…piano piano Lesly iniziò ad abituarsi e a prenderci pure gusto. Liam la guardava in un modo particolare, come se volesse assicurare che si trovava lì solo per lei e questo le provocò una reazione inaspettata: aveva i brividi alla schiena, soprattutto quando si avvicinava alla sua bocca. Il suo cuore si ribellava all’improvviso e iniziava a battere forte e inarrestabile.  In quei momenti si sentì in pace con se stessa, felice,  realizzata e allo stesso tempo stanca e senza forze. Non s’era mai sentita così e non riuscì a capire il perché di tutto quello.
‘Ti posso rivelare una cosa?’ Le chiese ad un certo punto lui, abbassando il tono della voce. Lesly annuì, non sapendo cosa aspettarsi. ‘ Non ne ho parlato molto con i ragazzi perché con loro è difficile discutere di queste cose serie, sai…noi scherziamo per la maggior parte e non ci facciamo grandi problemi. Comunque, ho bisogno di un consiglio e penso tu sia la persona adatta.’
‘Di cosa si tratta?’
‘Ecco, mio padre vuole iscrivermi all’università. Ma io non voglio continuare a studiare, non ne ho il tempo e la voglia. Preferirei cercare un lavoro e iniziare a mettere da parte dei soldi per comprare le cose che mi piacciono, per viaggiare, per auto sostenermi…Il punto è che non ho avuto il coraggio di dirglielo e deluderlo, così quando sono andato a fare il test d’ammissione, ho sbagliato la maggior parte delle risposte volontariamente per non essere preso. Pensavo che lui avrebbe cambiato idea, invece ora vuole che sostenga di nuovo quel test. Come posso fare?’
‘Puoi solo digli la verità.’
‘Ma non è per nulla semplice! Non sai quanto ci tenga mio padre, sono due anni che ripete che il destino ha in mente un grande futuro per me e che è molto orgoglioso. Vuole che  vada all’università perché lui non ha potuto studiare dopo i 16 anni, ai suoi tempi l’istruzione superiore era solo per i ricchi.’
‘Quindi desidera realizzare il suo sogno tramite te.’
‘Esatto, ma io ho sogni diversi!’
‘Per esempio?’ Chiese la ragazza curiosa di sapere se la pensavano allo stesso modo.
‘E’ una lunga storia, meglio non iniziare.’ Sussurrò lui abbassando la testa, così che Lesly restò molto delusa: evidentemente non si sentiva ancora pronto per aprirsi con lei.
Passarono i successivi minuti insieme, mentre sempre più gente arrivava e veniva a salutare Liam. Era molto conosciuto e popolare lì, questo era chiaro, però era strano il fatto che non lo desse a vedere. Non aveva un atteggiamento stupido, altezzoso o da “so tutto io”. Era impossibile, eppure le cose stavano così.
Lesly si sentì un po’ in imbarazzo perché pareva che tutti conoscessero tutti, tranne lei che era come un lupo solitario. Ma finchè Liam sarebbe restato al suo fianco, sarebbe andato tutto ok.
Purtroppo ad un certo punto alzarono ancora di più il volume della musica e siccome i  ragazzi erano sempre più stretti tra loro, le prese un gran mal di testa e fu costretta ad uscire. Le fece piacere il fatto che Liam si fosse offerto d’accompagnarla a casa, ma aveva rifiutato perché aveva un piccolo piano. Di certo quella festa non faceva per lei, ma non poteva tornare neppure a casa se voleva evitare le lamentele di sua mamma, così aveva deciso d’andare a trovare Niall, visto che non era potuto venire alla festa, lo voleva consolare. 


Eccomi qui bellezze.
Ho aggiornato dopo esattamente una settimana, piano piano sto migliorando...
All'inizio questo capitolo mi piaceva molto, ma oggi, quando l'ho riletto, ho scoperto di non esserne completamente soddisfatta.
Spero che invece a voi sia piaciuto, grazie per essere arrivate fino qui! 
In questo capitolo s' inizia a intravedere il problema di Lu, ho già dato parecchi indizzi perciò alcune potrebbero averlo capito.
Poi c'è la festa, Lesly che parla con Liam....che ve ne pare? Scrivetemi, vi prego, per me è importante. Vedo che piano piano le recensioni stanno calando e sinceramente mi dispiace molto, ma ringrazio di cuore le 17 che sono passate la volta precedente.  
Ringrazio anche un mondo per il banner 
MissCappuccino 


 
  
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