Farewell.

 
Ib era andata ad una mostra d’arte con i suoi genitori, quando improvvisamente tutto sembrò trasformarsi in una versione distorta della galleria. La luce si stacca improvvisamente, “Abyss of the Deep” sembra prendere vita, trasformandosi in un portale di pittura blu oltremare dentro il quale un essere indefinito nuota tranquillo.
Era scappata da donne senza gambe, manichini, statue viventi e misteriose braccia che uscivano dalle pareti per afferrarla, da quando era giunta in quella specie di limbo. Era uscita viva dalla stanza dei bugiardi. Aveva incontrato Garry e Mary, e aveva scoperto che quest’ultima era in realtà uscita da un quadro di Guertena, ed era intenzionata a vivere nel mondo reale.
In realtà, la cosa si poteva dedurre già da prima. La rosa di Mary infatti, al contrario di quella di Ib e di quella di Garry, era finta. La stessa Ib aveva ben presto imparato a tenersi cara la sua rosa rossa, poiché nella galleria rappresentava la vita. Perderla, o peggio, farla appassire o farne cadere i petali, portava lentamente ad un sonno dalla quale non nessuno si sarebbe più svegliato, l’aveva imparato a sue spese. Aveva perso solo un petalo da quando era giunta in quel luogo, ma la fitta di dolore che le aveva causato quella piccola perdita la ricordava ancora nitidamente.
Garry aveva perso la sua rosa e se la bambina non l’avesse ritrovata in mano ad una Lady in Red che stava giocando a “Loves Me, Loves Me Not”, sarebbe sicuramente morto.
Tutta via si può uscire in tre dalla galleria di Guertena,  ma non può nemmeno non rimanere nessuno in quell’inferno di statue e di pittura. Rimurginando su questo, lei e il ragazzo sembravano essere arrivati ad una situazione di stallo in cui loro fuggivano da Mary, che al contrario li cercava. Una macabra versione di nascondino.
Quando li trovò, mentre cercavano la chiave per aprire la porta successiva, l’ultima di una lunga serie, dentro una cesta per giocattoli, Mary li spinse dentro. Ib ricordava solo che cadde sbattendo la testa e che, al risveglio, non sapeva più dove fosse finito Garry.
 

“Come by my side! … But I have to go ... “
 

Era finita in un luogo completamente nero, con diverse immagini di giocattoli disegnate ovunque come se fossero scarabocchi a pastello. La sua rosa non c’era più, la testa le faceva male, non riusciva a vedere Garry.
Le bambole-disturbanti, sparse per la stanza, la guardavano sorridendo con aria inquietante.
« Un regalo per me? Graaaaazie~ » «Mary! Quella rosa è di Ib, devi ridargliela!» «Perché? Me l’hanno regalata! E poi è così bella! » La voce di Mary non le era mai sembrata così agghiacciante, così come quella di Garry non le era mai sembrata più ansiosa.
Erano entrambe rotte da qualcosa – quella di Mary dalla follia dettata dal desiderio di andarsene, quella di Garry dalla paura per ciò che sarebbe potuto accadere da li a poco. La bambola che  aveva regalato la rosa di Ib a Mary giaceva abbandonata in un angolo, mentre lei raggiungeva gli altri due.                                                               
« Avanti Mary! Sai cosa potrebbe succedere ad Ib! Non la consideri più tua amica? » Garry stava ancora cercando di convincere Mary a mollare la presa sullo stesso, che stava tenendo troppo stretto, tanto da rischiare di spezzarlo. In realtà, la ragazza aveva già qualcosa in mente, qualcosa di decisamente più furbo e perfido – una vendetta sottile per averle rubato l’unica amica che avesse mai avuto – di quanto Garry e Ib potessero aspettarsi.
« Sai, Garry … A me il rosso piace, ma … Il blu mi piace molto, molto di più! » Disse Mary sorridendo a Garry, mentre accarezzava languidamente i petali della rosa. Il ragazzo deglutì a vuoto. « Dove vuoi arrivare? » Le rispose, stringendosi la sua rosa tra le mani.
 

“In some way I'll always be on your side!
Just because I do not see it does not mean that I do not either.”

 
Ib non ricordava cosa stesse facendo. Si ritrovò a vagare per i corridoi del museo, da sola, a crucciarsi sui suoi pensieri. In tasca aveva una caramella al limone e un accendino. Mentre stava ancora camminando, sua madre la chiamò dicendole che era giunta l’ora di tornare a casa. La bambina trotterellò lungo i corridoi in direzione dell’uscita, quando la sua attenzione venne attirata da un quadro che non aveva ancora visto. Ritraeva un giovane dai capelli chiari avvolto in un roseto con in mano una rosa con un solo petalo blu. Il quadro era stato chiamato “Forgotten Portrait” e, benché il viso del ragazzo le fosse familiare, Ib non riusciva a ricordare dove poteva averlo visto. Mangiò la caramella, mentre ci pensava, quando il sapore acido del limone le pervase la bocca.
Oh Ib, hai avuto un incubo? Una bambina non dovrebbe stare in un posto come questo! Vuoi una caramella?
Una voce dolce, quasi melodica. Ricordò dell’accendino che aveva in tasca e lo guardò. Mary? …
“Loves me… Loves me not … Loves me…Garry, you loves me! Really! Yay ~”
Ricordò che se ne era servita per bruciare il quadro di Mary, ricordò della galleria. Ricordò il nome del ragazzo del dipinto.
“Scambieresti la tua rosa per quella di Ib, Garry? Lo faresti davvero?”
Ib guardò qualche secondo il quadro, mentre sua madre continuava a chiamarla. L’accendino le cadde di mano. “Garry! Garry! …”.
 

“Farewell, remember the dreams that we did last night!
Farewell, remember all the things that we talked about.”