Anime & Manga > Alice nel paese di Heartland
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Autore: Halloween_    02/12/2013    3 recensioni
{One-shot di 1.720 parole ~ Boris & Alice ~ Fluff a volontà}
Scritta per il compleanno di Any, auguri Genietta ❤
.~.~.~.~.~
[…]Una parte della ragazza sperava ardentemente di non essere stata udita da Boris, troppo terrorizzata dal pensiero di un rifiuto; mentre l’altra metà di lei pregava, sperava, voleva e pretendeva che l’avesse sentita quella confessione ed esigeva di essere corrisposta.[…]
~.~.~.~.~.
Beh, spero vi piaccia e se vi avessi incuriositi ci vediamo dentro ❤
Kuro✧
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Boris Airay, Julius Monrey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dolcezza



Tanti, tanti auguri di tutto cuore Any, passa un felice compleanno.
Per me sei un'amica importante e ti voglio un mondo di bene, non dimenticarlo. ❤






Quello era un giorno a dir poco speciale, o almeno lo sarebbe diventato entro qualche ora.
La fortuna pareva essere dalla parte di Alice una volta tanto, infatti, al momento del risveglio aveva trovato una splendida mattina ad accoglierla di là della finestra, lassù nella Torre di Julius.
Di ottimo umore e con un sorriso rilassato a tenerle compagnia, Alice si era concessa una doccia rilassante poi aveva indossato il suo vestito azzurro brillante, il grembiule color panna e il fiocco tra i capelli biondi.
Prima di dormire aveva convinto l’orologiaio -dopo una lunga discussione e tanti compromessi-, così la cucina sarebbe stata tutta per lei finché non avesse raggiunto il suo obiettivo: preparare una torta.
Eh sì, aveva invitato un certo Gatto del Cheshire a passare un pomeriggio con lei e voleva assolutamente fare colpo su di lui; quel pensiero fece imporporare le guance nivee di Alice ma cercò di non rimuginarci troppo, timorosa che potesse fonderle il cervello. Era sempre stata sfortunata in amore e pregava con tutta se stessa che almeno in quel vivido sogno potesse saggiare un innamoramento sincero e ricambiato, niente altri fini o complicazioni.
Solo lei, Alice, e lui, Boris.
Voleva concederselo, almeno finché non fosse giunto il momento del risveglio.
«Ah, basta!» sbottò frustrata, prendendo a scuotere con forza il capo -proprio mentre passava davanti a un indaffarato Julius che si limitò a un sospiro rassegnato, preferendo non indagare oltre-, mentre si dirigeva a passo spedito verso la cucina.
Vi entrò chiudendosi la porta alle spalle; a nessuno avrebbe permesso di disturbarla e di questo ne era più che sicura perché voleva tranquillità mentre lavorava. L’aveva specificato anche con il moro che la ospitava, quindi sperava in una sua collaborazione in caso di visite inattese.
Dispose gli ingredienti necessari in ordine sul bancone, un libro di ricette acquistato recentemente aperto lì accanto su una pagina dove capeggiava un’appetitosa torta al cioccolato guarnita di crema –metteva fame solo l’immagine-, sostituì il suo grembiulino con un altro da cucina così da non doversi preoccupare di sporcarsi gli abiti e, infine, raccolse i capelli in una coda alta.
Alice era prontissima a preparare la torta migliore della sua vita.
O così sperava.

✧✧✧


La mattina pareva intenzionata a non avere fine, erano ore che il sole dominava il cielo assieme a piccole sfumature dell’alba fuse nell’azzurro terso. «Ancora?!» esclamò esasperata Alice, gettando malamente la sacca posche sul ripiano e schizzando candida panna ovunque; lanciò un’occhiata truce a quel decoro mal riuscito e terribilmente somigliante a uno sgorbio «Uffa!» accucciandosi prese a rimuoverlo. Come le nove volte precedenti rimosse la panna, sempre attenta a non rovinare la torta in sé, e riprovò.
Ancora, ancora e ancora finché non ottenne un risultato che –secondo il modesto parere di Alice- era passabile, per lo meno rasentava la decenza, visti i precedenti tentativi.
Impiegò un’altra mezz’ora buona per ultimare quella torta, ma era piuttosto soddisfatta perché l’aspetto, nel complesso, appariva ben riuscito. I contorni di panna bianca e spumosa risaltavano perfettamente in contrasto con il color cioccolato dell’impasto, aveva creato anche un contorno alternando fragole, mirtilli e lamponi adagiati sui ghirigori; il centro era adornato da una composizione abbozzata di quei frutti, non aveva senso, ma poco importava perché le piaceva davvero.
Alice si prese alcuni secondi per ammirare quel dolce ben riuscito, poi mise via il ricettario e solo per ultimo dedicò uno sguardo alla cucina… Era un disastro con gusci di uova rotti abbandonati in giro, schizzi di panna, macchie di cioccolato ormai solido a incrostare il pavimento e la farina, quella era ovunque e faceva starnutire Alice ogni tanto. In effetti, ricordava bene di quando aveva urtato il sacchetto con il gomito osservandolo poi precipitare dal ripiano infarinando tutto, Alice compresa.
«Oh beh, pulirò più tardi.» liquidò la cosa abbandonando il grembiule accanto al sacchetto semi vuoto; si precipitò fuori dalla cucina emozionata e con il cuore a martellarle nel petto perché finalmente –e fortunatamente- il pomeriggio era arrivato.


✧✧✧


A mala pena aveva fatto in tempo a togliersi la farina dai capelli che Boris, allegro come suo solito, era entrato con un sorriso luminoso e la coda svettante alle sue spalle.
«Buongiorno Alice.» l’aveva salutata avvicinandosi e piegandosi un poco per guardarla meglio, il sorriso divenne dolce quando si accorse del rossore che la sua vicinanza provocava alla bionda «Grazie per l’invito.».
«Figurati, siediti pure.» aveva indicato un tavolino e una coppia di sedie, semplici ma carine di un tenue celeste «Io torno subito.».
Boris si accomodò rimanendo a fissare la porta dietro di cui era sparita la ragazza, aspettava solo tornasse perché stare in compagnia di Alice, gli piaceva più di ogni altra cosa, anche più di sgattaiolare nel Castello di Cuori. In verità era Alice stessa a piacergli.
I suoi occhi felini si spalancarono di sorpresa quando vide ricomparire Alice mentre reggeva tra le braccia una torta dall’aspetto invitante, il profumo dolce che emanava solleticava il naso di Boris quasi con malizia.
«Alice, l’hai fatta tu?» chiese, ammirando più da vicino quel dolce ora davanti al suo viso «È bellissima!».
Il cuore della ragazza accelerò paurosamente «Sì, l’ho fatta io e grazie sono felice ti sembri bella.» fece però una muta preghiera perché anche il sapore fosse ben riuscito. Intanto lo Stregatto allungava il collo attratto dalla torta, ad Alice faceva tanta tenerezza, troppa in quella sua infantile innocenza davanti a certe cose semplici come un dolce; ma allo stesso tempo era capace d’inquietarla nel profondo, soprattutto la sua iniziale superficialità verso la vita. Lì, però, era comune a tutti -o quasi- quel disinteresse e ricordava ancora come l’aveva sconvolta la consapevolezza di essere l’unica a possedere un cuore “vero”.
Allungò d’istino una mano e sentì un senso di morbidezza, la fece scorrere fino a quando incontrò qualcosa in salita e seguì tastando anche del freddo metallo… Era assorta e con un abbozzato sorriso in viso, non sapeva cosa stava facendo ma sarebbe andata avanti se «Alice che stai facendo?» Boris non l’avesse riscossa da quello strano torpore.
La bionda spalancò gli occhi verdi ritraendo fulminea la mano «S-scusa, non so che mi sia preso…» borbottò mangiandosi le parole per la disperata fretta di trovare una giustificazione «T-taglio la torta!» fece un risolino nervoso prima di rivolgere tutta la sua attenzione al taglio del dolce.
Ne mise una fetta in un piattino e la porse al ragazzo, poi ne prese una per sé; mangiarono in silenzio rivolgendosi occhiate fuggevoli sempre quando l’altro non guardava, entrambi preoccupati di non farsi scoprire.
In un battito di ciglia fu di nuovo mattina.
«Credevo non ti piacessero le mie orecchie…» disse Boris, esasperato da quel silenzio imbarazzato che minacciava di durare in eterno.
Alice arrossì concentrando lo sguardo smeraldino sulla fragola rimasta nel suo piatto «È così però ti ho detto che non ho idea di cosa mi sia preso.» giocherellava con il frutto sporco di panna, facendolo rotolare avanti e indietro «Ma, a me piaci tu quindi credo potrebbero piacermi anche le tue orecchie.» disse tutto di un fiato sussurrando, infine occupò la bocca con la fragola masticandola lentamente.
Una parte della ragazza sperava ardentemente di non essere stata udita da Boris, troppo terrorizzata dal pensiero di un rifiuto; mentre l’altra metà di lei pregava, sperava, voleva e pretendeva che l’avesse sentita quella confessione ed esigeva di essere corrisposta.
Rivolse per un istante l’attenzione all’ampia finestra, in caso di rifiuto avrebbe sempre potuto buttarsi giù e tanti saluti a Heartland con le sue stranezze. Non aveva sentito Boris alzarsi dalla sedia, nemmeno i passi diretti verso lei, ma se lo ritrovò a un palmo dal naso con gli occhi dorati luccicanti di malizia percepì una pressione sulle labbra.
La stava baciando.
Assurdo. Impossibile. Meraviglioso.
Lo Stregatto era indeciso però, voleva abbassare le palpebre per godersi quel bacio il più possibile, ma facendolo avrebbe spezzato il contatto visivo con Alice.
La sua Alice.
A corto d’aria separarono le labbra mentre gli occhi rimanevano incollati come calamite, attratti inesorabilmente gli uni verso gli altri.
Gialli e ferini, verdi e da cerbiatta.
«Io…»
«Mi piaci tanto anche tu, Alice.» sorrise Boris dolcemente, portando una mano a carezzare i capelli lisci della ragazza e con una leggera pressione la condusse contro il suo petto, abbracciandola sprofondò il viso nella sua chioma inspirando l’odore fruttato di Alice «Sai di dolce.».
Portò le braccia sottili a circondare il petto del ragazzo, si aggrappò a lui nel timore potesse fuggire via e lo strinse a se più che poté.
Era da tanto che Alice non si sentiva così bene, felice e viva.
«È il sogno più bello questo.» soffiò, scostandosi di malavoglia dall’abbraccio.
«Oh ma Alice questo non è un sogno! È reale, e lo rimarrà se tu vorrai.» le posò una delicata carezza sulla guancia soffice «Se ti permetterai di restare con me per sempre, qui a Heartland.» arrotolò una ciocca bionda attorno al dito, e la rimise dietro l’orecchio della ragazza.
Non sapeva cosa dire Alice. Voleva disperatamente tornare a casa da sua sorella… O forse no?
Per la prima volta non si sentì più sicura, quel desiderio di un ritorno, e rivedere l’amata sorella erano meno pressanti, meno vitali di quand’era giunta in quel bislacco sogno.
Possibile che fosse cambiata, che oramai la sua vita fosse lì? Intrappolata in quel luogo così folle e diverso, ma che la faceva sentire viva più di quanto fosse a casa?
«Forse…» disse «Non lo so Boris, sono confusa in questo momento.» asciugò rapida una lacrima di frustrazione, sfuggita alla sua corazza e lasciò che lo Stregatto la riconducesse tra le sue braccia forti.
«Tranquilla, di tempo ce n’è in abbondanza!»
Annuì rilassandosi, per un po’ di tempo avrebbe relegato quel problema in un angolo della sua mente e si sarebbe goduta i momenti futuri con Boris. Avrebbe deciso al momento opportuno quale fosse davvero la casa adatta a lei.





✧✧✧
Fine.
✧✧✧




«La cucina! Devo pulirla!»
«Ti aiuto, se vuoi.»
«Davvero?»
«Certamente!»
«Sicuro Boris? Hai mai pulito in vita tua?»
«No, ma c’è sempre una prima volta; dammi uno straccio, Alice.»
«Va bene…»



E quando Boris ruppe la bellezza di dieci piatti consecutivamente, Alice fu tentava di lasciare Heartland seduta stante.
Ma quando lo vide abbassare le orecchie, dispiaciuto, decise si sarebbe limitata a bandirlo dalla cucina, per tutta la vita.








{Angolino Fluffoso}
E rieccomi in questo fandom, per la gioia di tutti voi -ma anche no- c:
Questa piccola One-shot all'insegna della tenerezza è tutta per la mia amica Any che oggi compie gli anni, non si era capito, eh? x"
Comunque spero piaccia un po' a tutti, e una recensione mi renderebbe più che felice, sapete? uwu
Quel fine "Fine" campato lì in mezzo l'ho messo, beh, perché ci stava bene e poi diciamo che il corsivo dopo sarebbe un "piccolo extra" dopo fic insomma… Boris è un vero pasticcione ma gli vogliamo bene così com'è ❤
Alla prossima~


Kuro
   
 
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