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Autore: LeftEye    06/05/2008    14 recensioni
Piccolissima one-shot che mi è venuta naturale dopo “Faccende private”.
"Il dolore che provava sulla parte sinistra del petto, a livello del cuore, era insopportabile, come se gli avessero dilaniato il petto e strappato via quell’organo, grande quanto un pugno, che lo teneva in vita e che, traditore, rivelava ogni suo cambiamento di umore, soprattutto quando era accanto a lei."
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Faccende private'
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Violenza

 

 

Cavolo, se gli faceva male.

Il dolore che provava sulla parte sinistra del petto, a livello del cuore, era insopportabile, come se gli avessero dilaniato il petto e strappato via quell’organo, grande quanto un pugno, che lo teneva in vita e che, traditore, rivelava ogni suo cambiamento di umore, soprattutto quando era accanto a lei.

Cavolo, che dolore; un tizzone ardente appoggiato sulle sue natiche avrebbe fatto meno male.

Per nascondere la ferita, aveva tenuto addosso tutto il giorno una t-shirt, anche durante gli allenamenti, nonostante di solito usasse combattere a petto nudo, per praticità.

Quel giorno si stava allenando con Goku che, seppur ingenuo, aveva notato immediatamente quel cambiamento di stile.

«Vegeta, come mai la maglietta?»

«Così. Fatti gli affari tuoi.»

Per un po’ Kaarot aveva taciuto, ma la curiosità non gli dava tregua.

«Sei sicuro che vada tutto bene?»

«Ti ho detto di farti gli affari tuoi. Continua a combattere.»

Goku si lanciò all’attacco e sferrò un pugno a Vegeta, che fece per allontanarsi, ma venne colpito proprio sul petto.

Spalancò gli occhi e boccheggiò per il dolore.

«Non mi sembrava di averti colpito così forte!» si scusò il compagno.

«Non mi hai fatto niente! Ti sembra che un pugnetto patetico come quello possa farmi male?» abbaiò il principe dei Saiyan, ritornando all’attacco.

Trascorsero le ore e, a metà pomeriggio, i due Saiyan tornarono alla Capsule Corporation per rifocillarsi; là, con bibite fresche e qualche dozzina di panini, li attendeva Bulma, dalla quale Goku sperava di ottenere qualche risposta.

«Ehi Bulma, senti un po’: hai notato anche tu qualcosa di strano in Vegeta, oggi?»

«No, perché?» rispose lei, insospettendosi. A dire la verità, avrebbe dovuto rispondere “no, non più del solito”; la “normalità” di Vegeta era il suo essere strano e, in un certo senso, anticonformista.

Quello che per una persona era normale, tipo andare in macchina, per lui era assurdo: meglio volare e terrorizzare gli abitanti della città.

«Lo vedo strano, fiacco. E poi, si è allenato con la maglietta, di solito non lo fa mai. E’ forse ammalato?»

Allora Bulma capì e scoppiò a ridere fragorosamente; era lì lì per spiegare la buffa faccenda all’amico, quando sulla soglia comparve la minacciosa figura di Vegeta.

«Non avevi da fare, donna?» la interpellò bruciandola con lo sguardo.

«Ehm… forse.»

«Credo proprio di sì.»

Lei trattenne una risatina e si allontanò per mettere in salvo la sua splendida persona.

«Ti ho detto: fatti gli affari tuoi» si rivolse allora il principe a Kaarot.

«Scusa, sono solo preoccupato per te!» esclamò lui, esibendo un sorriso ebete a trentadue denti.

 

 

Una giornataccia davvero: prima Bulma, poi Kaarot, le sue due spine sul fianco.

Lui, il solito rompiscatole impiccione: non l’aveva ancora capito che lui lo considerava ancora un avversario e non aveva alcuna intenzione di diventare suo “amico”?!

E lei…

Angelo venuto a salvarlo da un mondo di guerra e odio.

Compagna fedele e premurosa.

Amante lussuriosa e un po’ sgualdrina.

Lei, madre dei suoi eredi, forti e carismatici come entrambi i genitori.

Lei, maledetta vipera impacciata e goffa!

Non avrebbe mai e poi mai confessato a nessuno quello che era successo quella mattina, nemmeno se qualcuno gli avesse offerto l’Universo e l’immortalità.

Mai!

 

 

«Hai finito col bagno?! E’ da un’ora che sei lì dentro!»

«Vegeta, abbiamo sette, dico sette toilette provviste di tutto il necessario, in questa casa. Perché non usi una di quelle?!»

«Perché questo è anche il mio bagno! Lasciami entrare!»

«E va bene, ma ti avverto che c’è un caos apocalittico qui dentro!»

La porta si aprì e le apparve la sua compagna, in mutande; lui entrò scostandola ben poco delicatamente e iniziò a spogliarsi per fare la doccia. Accanto al box c’era la vasca da bagno e il passaggio era difficile,  lì in mezzo.

Bulma si andò a sedere proprio lì, tirò fuori da una scatola una lunga striscia appiccicosa e la posò sul polpaccio, per poi tirarne fuori un’altra e scartarla.

Il Saiyan la osservava disgustato e, per entrare nella doccia, inciampò sui piedi di Bulma, finendole quasi addosso.

«Sempre in mezzo ai piedi!»

«Guarda cosa hai fatto! Ti sei attaccato addosso una striscia per la ceretta!»

Lui si guardò il petto e constatò la presenza di quella roba appiccicosa sui suoi pettorali; fece per togliersela ma la donna lanciò un piccolo grido.

«No! Così ti farai un male cane! Devi toglierla lentamente!»

«Al diavolo! Cosa mai potrà farmi un pezzo di carta appiccicoso!»

Afferrò un lembo sollevato e tirò forte.

Poi cacciò un urlo.

«Te l’avevo detto!» si lamentò Bulma.

«Ma tu…sei… pazza! Sei una pazza omicida!» le sbraitò contro il compagno. «Volevi vendicarti del pugno che ti ho dato nel sonno?!»

«No, ma che dici? Ti sei fatto male da solo! Guarda hai tutto il segno rosso. Strano che ti abbia fatto così male, non hai peli sul petto!»

 

 

 

 

Fine

 

 

Note: piccolissima one-shot che mi è venuta naturale dopo “Faccende private”. Spero vi sia piaciuta allo stesso modo ^_^

 

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