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Autore: skinshaz    03/12/2013    3 recensioni
Harry non ricorda.
Louis ricorda fin troppo bene.
Per Harry è solo un sogno.
Per Louis è una tortura.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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--Il bambino riccio,in un angolo della classe,costruiva un castello con le costruzioni.Era talmente impegnato che nemmeno si accorse del paio di occhi blu che lo stavano fissando da lontano.Un pezzo dopo l'altro,il maniero si ergeva lentamente.
  Diede un ultima occhiata al suo lavoro,poi,soddisfatto,si allontanò per andare a prendere una delle deliziose pizzette che aveva portato la maestra.
Al suo ritorno,il castello era completamente distrutto.Le lacrime gli salirono agli occhi e un singhiozzo gli scappò dalla bocca. Si inginocchiò accanto alle macerie prendendo in mano alcuni pezzi. Alzò lo sguardò solo quando un altro bambino gli si sedette di fianco.
"Chi è stato?" Chiese solo. Il ricciolino indicò i tre bambini seduti al tavolino in plastica verniciato di azzurro,poco lontano.L'altro si alzò,dirigendosi verso quei bambini a cui avrebbe volentieri spezzato ogni singola matita colorata. Era molto più piccolo degli altri,in quanto a statura,infatti si limitò a versare i loro bicchieri pieni di succo di frutta sui loro amati grembiulini. Poi corse. Corse verso l'amico,lo prese per mano e lo costrinse a correre con lui.
  Si nascosero in un piccolo armadio e,una volta al sicuro,si sorrisero. Il riccio sapeva che bisognava dire grazie,ma quando era davvero grato per qualcosa,lui baciava. Lo faceva solo con la sua mamma,è vero,ma si sentiva in dovere di farlo. 
  Si sporse in avanti e appoggiò le sue labbra su quelle di Occhiblu.--


Harry si svegliò di colpo,tutto sudato. Quel sogno continuava a tormentarlo. Si chiedeva da dove avesse preso spunto per un sogno del genere,ma ogni volta che ci pensava troppo finiva solo con l'avere un gran mal di testa.
  Si stropicciò gli occhi e si mise a sedere. Per un secondo si ritrovò disorientato,non riconoscendo la sua nuova camera,ma trasferirsi in un posto nuovo è un buon modo per ricominciare.'Londra' pensò 'portami qualcosa di buono'.
  Guardò fuori dalla finestra e lo spettacolo che gli si presentò davanti non fu particolarmente affascinante. La finestre davanti alla casa erano ancora chiuse e a terra,in strada,c'erano solo sacchi dell'immondizia e qualche ragazzo coraggioso uscito a fumarsi una sigaretta nel venticello pungente di settembre.Questo gli fece ricordare della sua sigaretta mattutina. Infilò una mano nella tasca dei jeans appoggiati alla sedia e tirò fuori un pacchetto di Marlboro. Ne prese una e l'accese. Dopo un lungo tiro buttò fuori il fumo che si disperse rapidamente.
  Sempre fumando,si infilò una maglietta nera,i jeans scuri e le all-star bianco sporco. Uscì dalla sua stanza e si diresse in bagno.Aprì l'acqua e,tenendo la sigaretta fuori portata,se ne buttò quanta più possibile in faccia. Fece un altro tiro guardandosi allo specchio. I capelli ricci ancora disordinati gli circondavano il volto e un velo di occhiaie si faceva strada sotto gli occhi verde brillante. 
  Prese una spazzola e si preparò alla tortura quotidiana. Si spazzolò i capelli,quasi piangendo dal dolore,borbottando. 
"Dannati capelli...morite male...cazzo!" Esclamò infine quando l'ultimo nodo si sciolse. Si piegò in avanti e li sbattè con le mani,per poi riordanarli ancora. Non era il massimo,ma poteva andare. Finì la sigaretta seduto sul water,poi si lavò i denti.
  Quando finì,scese al piano terra per fare colazione. Anne,sua madre,era uscita presto per lavoro e lui fu costretto a prepararsi da solo un pasto quasi decente. Latte e cereali. Semplice,ma era tutto ciò che sapeva fare appena sveglio.Mangiò in fretta,recuperò i libri di scuola e corse fuori,appena in tempo per salire sull'autobus.
  Si sedette negli ultimi posti e si infilò le cuffiette. Non ebbe il tempo di rilassarsi che due ragazzi grandi come armadi lo sollevarono e lo sbatterono sui sedili più avanti. 
"Sono i nostri cazzo di posti,frocio!" Gli dissero subito dopo.
"Nervosetti,mi dicono" Borbottò Harry a sè stesso.
Si sedette di nuovo,massaggiandosi la schiena.Era sicuro che sarebbe apparso un livido enorme,ma non spogliandosi molto spesso davanti ad altre persone non se ne curò più di tanto. Era abitutato a questo genere di cose,nella sua vecchia città. Due bulletti in più non avrebbero certo fatto la differenza.
  Scese alla fermata dell'autobus,praticamente davanti alla nuova scuola. L'ansia prese a stritolargli lo stomaco,facendogli venire voglia di vomitare. Iniziò a farsi domande sapendo che non avrebbe avuto risposta fino all'entrata. Continuava a chiedersi come avrebbe vissuto se non fosse piaciuto ai compagni o se i bulli avrebbero continuato a tormentarlo anche in questa scuola.
  Appena varcò l'ingresso dell'edificio,notò subito la distinzione netta tra gli studenti. Le cheerleader strillavano e saltellavano in mezzo al corridoio;gli sfigati,per lo più,venivano sbattuti quà e là dalla squadra di football. In pratica,sempre la stessa cosa. Harry si soffermò ad osservare i campioni della scuola,i pugni sollevati verso i visi dei poveretti spiaccicati contro il freddo metallo degli armadietti e che strizzavano gli occhi sperando che si sarebbe risolto tutto il più velocemente possibile. Un ragazzo,però,colpì Harry più degli altri. Non in senso letterale,non lo colpì davvero,però qualcosa nei suoi occhi gli ricordò la sua infanzia,gli ricordò l'amore che era solito ricevere. Capì di essersi incantato e scosse leggermente la testa per svegliarsi.
Cercò il suo armadietto e,quando finalmente lo trovò la campanella emise quel suono acuto e fastidioso,indicando l'inizio delle lezioni.
 Chiaramente in ritardo,Harry corse per il corridoio praticamente deserto,incontrando solo la bidella grassoccia dall'aria infastidita. Raggiunse la 3°C e,agitato,bussò leggermente sulla porta. La aprì e una schiera di teste si voltò verso di lui. Si scusò silenziosamente con la professoressa,per poi andarsi a sedere al fondo.
  La scuola era iniziata da poco più di una settimana,ma gli studenti avevano già legato tra loro. Harry si sentiva un pesce fuor d'acqua. 
  Si guardò intorno e riconobbe il ragazzo che aveva visto vicino agli armadietti con la squadra di football. I capelli vagamente mossi color castano chiaro gli cadevano sulla fronte e il sorriso furbo gli dava un'aria da cattivo ragazzo. Ma la cosa che piaceva di più ad Harry erano i suoi occhi blu mare. 
   --Si sporse in avanti e appoggiò le sue labbra su quelle di Occhiblu.--
 'Ora torni anche quando non dormo?'Si chiese Harry. Però gli occhi gli ricordavano troppo quelli del bambino nel sogno. 
  Il riccio si costrinse a seguire la lezione,concedendosi di tanto in tanto un'occhiata al suo Occhiblu. Harry si rese conto di essere geloso quando il ragazzo si mise a parlare con un ragazzo biondo seduto vicino a lui. 
  Nemmeno si rese conto di essersi alzato ed essere uscito dalla classe un secondo prima della campanella. Fu seguito subito dopo da una mandria di ragazzi e ragazze.Fortunatamente si ricordò la posizione del suo armadietto e ci si fiondò prima che ci fosse troppa gente appoggiata sopra. Mise i libri dentro,approfittando per sistemare il tutto,poi lo richiuse. Si voltò appena in tempo per vedersi arrivare addosso un ragazzo di minimo 120 chili. Fu scaraventato sugli armadietti e cadde a terra.
'Oggi ce l'hanno con me,a quanto pare' Sentì le lacrime per il dolore far pizzicare gli occhi,ma continuava a ripetersi 'No,non qui Harry,piantala'. Un paio di occhi color mare lo guardavano da lontano.
 "Chi è stato?" Chiese il suo Occhiblu.
  
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