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Autore: LeftEye    06/05/2008    3 recensioni
Fanfic riveduta e correggiuta, ma ancora banale. Come si sono lasciati Bulma e Yamcha?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Treason – Tradimento

 

 

Era una bella mattina a Satan City, la gente passeggiava per la strada chiacchierando e ridendo, tutti sembravano contenti, tutti tranne… Bulma Briefs, la ragazza più fortunata della città, essendo tra le più belle, ricche e potenti della Terra.

Eppure, quello non era proprio un bel giorno per lei.

Aveva litigato per l’ennesima volta con il suo ragazzo, Yamcha, o meglio, lei gli aveva sbraitato dietro per mezz’ora e lui era rimasto in silenzio per tutto il tempo, facendo finta di ascoltare i suoi rimproveri, per poi dirle con calma, come al solito:

«Sì tesoro, hai ragione tu, scusa.»

In seguito, era sparito e Bulma sapeva che sarebbe ritornato dopo pochi giorni, sperando che lei avesse sbollito la rabbia, portandole un mazzolino di fiori e chiedendole scusa in ginocchio.

Erano anni che andavano avanti così.

Lui faceva lo scemo con qualche altra ragazza o le dava buca all’ultimo momento, lei si arrabbiava come una bestia, lui se ne andava senza dare troppo peso alle sue grida, poi ritornava e la ragazza lo perdonava.

Passarono infatti alcuni giorni ma Yamcha non si fece vivo e Bulma iniziava ad innervosirsi per questo.

“Può star certo che stavolta non lo perdonerò tanto facilmente!” pensava la ragazza ammucchiando con rabbia delle scartoffie di progetti vari.

In più ci si metteva anche quel maledetto Sayan che aveva deciso di ospitare in casa sua… maledetto il giorno in cui aveva fatto la sciocchezza di invitarlo alla Capsule Corporation, che diavolo le era saltato in mente?!

Se era vero che Vegeta non si faceva vedere quasi mai, quelle poche volte in cui dovevano stare nella stessa stanza insieme, lui non perdeva mai l’occasione di insultarla e prenderla in giro.

All’inizio Bulma aveva cercato di essere gentile, capire che il Sayan aveva sempre vissuto sotto prigionia di Freezer e per questo non aveva mai conosciuto la gentilezza e la cordialità, ma poi la ragazza aveva iniziato a sospettare che Vegeta provasse un perverso divertimento nel provocarla e umiliarla, così si era scordata il significato di “cordialità ospitale”, con il risultato che non passava giorno senza che quei due si azzuffassero.

«Donna!» la chiamò Vegeta, come ogni giorno, a gran voce, all’una spaccata, puntuale per l’ora di pranzo. «Ho fame, sei riuscita a preparare qualcosa di decente da mangiare?»

«Sei fortunato, Mister Gentilezza, oggi è tornata mia madre e io non avrò più l’onore di cucinare per te» rispose acida quel giorno Bulma. «Una gran botta di sedere perché oggi avevo intenzione di mettere del veleno nel tuo piatto.»

«Bada, insulsa umana, se tentassi di avvelenarmi farei in tempo a portarti all’Inferno con me, ma in un modo più doloroso» la minacciò il Sayan.

«Ok, allora vado a fare i bagagli» rispose ironica la ragazza mentre il telefono iniziava a squillare.

«Pronto?» rispose Bulma.

“Ciao micina, sono Yamcha, come va? Sei ancora arrabbiata con me?”

«Non lo so, dovrei averti qui davanti e vedere se mi viene voglia di strozzarti. Sentendo solo la tua voce non percepisco nessun istinto omicida. Cosa vuoi? Perché non ti sei più fatto vedere?»

“Vedi, tesoro, sarei venuto volentieri a farti una visitina, ma purtroppo… ecco, sono partito con Tiensing per andare ad allenarmi in montagna.”

«Cosa?! E naturalmente non hai pensato di dirmelo prima, vero? Guarda Yamcha, a parte il fatto che le tue scuse diventano sempre più patetiche e ripetitive, dato che sei partito con Tien anche il mese scorso… Non so cosa mi trattenga dal prenderti a calci in quel tuo culo lavativo e bugiardo!» sbraitò come un’isterica degna delle cure del dottor Froid Chang*.

“Ehmm…il telefono?” rispose titubante Yamcha. Mossa sbagliata.

«Sì, pezzo di idiota! Ma come puoi lasciare da sola la tua bellissima ragazza, come puoi trattarmi in questo modo?! Vieni qui solo per saltare dentro al mio letto e quando sei stanco vai a correre dietro qualche altra gonnella! Sei un gran bastardo!»

«Ascolta, piccola…»

«No, ascolta un tubo! E non chiamarmi piccola, io ho un nome! Ricordati bene una cosa, Yamcha: quando torni dal tuo “allenamento”, non osare farti vedere qui in giro, è chiaro?!»

“Tesoro…”

Ma Bulma aveva riattaccato.

Com’era prevedibile, mezza Capsule Corporation aveva potuto sentire la conversazione, tra cui anche Vegeta, ovviamente.

Quando vide rientrare in cucina la ragazza, con le gote rosse e gli occhi scintillanti dalla rabbia, non poté fare a meno di provare una certa stima per quella terrestre, che dimostrava di avere un caratterino niente male.

Quell’esibizione telefonica l’aveva colpito molto e gli dava un’ulteriore prova del carattere carismatico e forte della Terrestre.

Forse meritava di essere chiamata con il suo nome da lui…

«Sai farti rispettare, Bulma» le disse. Il suo sguardo non aveva ombre di scherno, stava dicendo sul serio.

«Tu…» iniziò ad attaccarlo Bulma, bloccandosi immediatamente, sospettosa e stupita. «Come mi hai chiamata?»

«Con il tuo nome. Non ti chiami Bulma? Me lo ripeti ogni santo giorno.»

«Sì… è la prima volta che mi chiami per nome» realizzò la ragazza guardando il Sayan con stupore.

All’improvviso le si accese una lampadina in testa.

Se, nonostante non ne aveva le prove, Yamcha la tradiva, perché non ripagarlo con la stessa moneta?

Era l’idea più malvagia che le fosse mai venuta in testa, ma il suo ragazzo se lo meritava.

Quando era esplosa la Gravity Room e Bulma era accorsa in aiuto di Vegeta, Yamcha era rimasto scioccato da tanta premura nei confronti del mercenario Sayan; le aveva fatto per la prima volta, da quando si erano messi insieme, un scenata di gelosia, anche se Bulma l’aveva buttata sul ridere e poi avevano subito fatto pace con una particolare serata di fuoco.

Perché non farla pagare a Yamcha…. andando a letto con Vegeta?

Il Sayan non poteva rifiutare un’offerta del genere, chissà da quanto tempo non stava con una donna e poi non poteva essere rimasto indifferente alla bellezza di Bulma…

L’espressione della ragazza cambiò da sorpresa a maliziosamente sorridente:

«Vegeta, da quanto tempo è che sei qui?»

«Circa otto mesi, perché?» rispose annoiato il Sayan.

«E in tutto questo tempo, non hai mai cercato la compagnia di una donna?»

Il voltò di Vegeta s’illuminò: che diavolo aveva in mente la terrestre?

«No» rispose secco e, in parte, era vero. Non era come tutti quelli della sua razza: lui aveva imparato a domare e controllare i suoi istinti più bassi e inutili.

Certo, in quel periodo la ragazza aveva messo a dura prova il suo autocontrollo.

«Davvero? E non avresti voglia di divertirti un po’… con me?» chiese Bulma avvicinandosi a lui con studiata lentezza e sensualità.

«Se è per vendicarti di quel tuo fidanzato idiota… no» rispose secco il guerriero.

Bulma rimase stupita ma non mollò.

Si sedette in grembo al Sayan con fare da gatta e avvicinò la bocca al suo orecchio, sussurrandogli:

«Oh, ma non dirmi che hai una morale e non vuoi spassartela con la donna di un altro…»

«Non è per questo, non me ne frega niente di quel perdente. Ma tu saresti troppo concentrata a pensare alla tua vendetta e non mi faresti divertire.»

Questo la colpì, ma non lo diede a vedere.

«Vuoi scommettere?» miagolò Bulma facendo scendere piano piano la sua mano per poi andare a sfiorare l’inguine dell’uomo, il quale non parve reagire con particolare interesse:

«No.»

A quel punto la ragazza scattò in piedi infuriata e sbottò:

«Oh, non sarai mica fatto di marmo! Stai certo che riuscirò a trascinarti nel mio letto!»

«Forse, ma deciderò io quando» rimbeccò Vegeta. «E ora lasciami mangiare.»

Passarono alcuni giorni da quell’episodio, e i due non si parlarono più molto, finché una sera Vegeta, sfinito dopo un allenamento abbastanza deludente, mentre si faceva la doccia ripensò a quello che era successo con Bulma, e al vero motivo per cui l’aveva rifiutata.

Lei era bella e desiderabile, ma l’aveva quasi odiata quando gli aveva fatto quella proposta improvvisa, dettata solo dalla rabbia e dalla sete di vendetta del momento. Lui non era un giocattolo da usare per ripicca ad un dispetto subito da un altro uomo.

Era il Principe dei Sayan e decideva lui quando e come prendersi una donna.

Inoltre, in quel momento Bulma gli era sembrata veramente volgare, non gli era piaciuto il suo modo di fare… da sgualdrina.

Certo, era stato con prostitute molto più triviali e oscene, e poco gli era importato se non farsi una bella scopata con loro, ma era abituato a vedere una Bulma raffinata e di classe, non si sarebbe mai aspettato di sentirla parlare come una sporca meretrice.

Gli piaceva litigare con lei e provocarla perché sapeva che non sarebbe mai stata zitta alle sue offese e questo lo divertiva, però era anche vero che quella donna lo attraeva fisicamente…

Da quando era arrivato alla Capsule Corporation aveva avuto modo di seguire alcune vicende della relazione tra Bulma e Yamcha, e spesso si era chiesto cosa ci facesse una donna di classe come lei con un pezzente del genere che, per di più, non si rendeva conto del tesoro che aveva tra le mani: a causa, purtroppo, del suo udito più sviluppato di quello umano, li aveva sentiti qualche volta fare l’amore, anzi aveva sentito solo lui (i suoi rantoli gli avevano spesso anche impedito di dormire), perché di lei non aveva mai udito neanche un sospiro.

Insomma, quel terrestre prendeva da lei piacere probabilmente senza darne! Che idiota, non era neanche capace di procurare un orgasmo alla sua donna!

E allora in fondo… perché non procurarglielo lui stesso?

Del resto, era stata lei a proporglielo, che c’era di male se si fosse ruzzolato nel letto per qualche oretta con lei e le avesse dimostrato com’era un vero uomo? Era stata lei a chiederlo…

Vegeta infilò un paio di pantaloni e con decisione si diresse verso la stanza di Bulma, dove lei si era appena messa in pigiama e si stava pettinando per la notte.

Lei sussultò quando lui entrò:

«Hey, ma che modi sono questi? Non sai che bisogna bussare prima di entrare nella stanza di una donna?»

«Non sono qui per prender lezioni di galateo, donna.»

Quella frase le provocò brividi su tutta la schiena. Non aveva niente di buono in mente, pensò Bulma, evidentemente si ricordava della proposta che gli aveva fatto giorni prima e aveva deciso di accettarla… solo che lei non era più dello stesso parere.

Quello era stato un atto dettato solo dalla rabbia, non era più sicura di volerlo fare veramente, ma come spiegarlo a Vegeta?

«Senti, l’altro giorno ho fatto una cosa stupida, ero talmente arrabbiata da non rendermi conto…»

«E secondo te il tuo ragazzo non si “rende conto” quando ti tradisce?» le chiese Vegeta, mettendole la pulce nell’orecchio.

«Ecco,  io credo che ci siano…»

«Delle spiegazioni? Andiamo Bulma, l’idiota ti tradisce e tu cerchi delle scuse? Dov’è finita la donna che sa come farsi rispettare?»

Vegeta aveva ragione, pensò Bulma. Forse voleva solo togliersi uno sfizio con lei, ma aveva dannatamente ragione.

Beh, tanto orami sarebbe stato comunque un po’ difficile rimandare Vegeta nella sua stanza, dato che lui si stava già dando da fare per “stuzzicarla”: si era avvicinato e aveva iniziato a baciarle il collo, provocandole brividi di piacere su tutto il corpo.

Lei rispose appoggiando le mani sulle sue ampie spalle e iniziando ad accarezzargli il collo e il petto muscoloso; lui si staccò dal collo di lei e le catturò le labbra con le proprie in un bacio appassionato, accarezzando la sua lingua con la propria in un modo talmente sensuale che le tolse il fiato.

Si distesero sul letto, lui sopra di lei facendo ben attenzione a non farle male con il suo peso, e continuarono a baciarsi mentre lei accarezzava la sua schiena muscolosa e lui percorreva le sue dolci curve, esplorando lentamente il suo corpo.

Poi Vegeta iniziò a spogliarla e rimase quasi pietrificato davanti all’incantevole nudità di lei: era proprio bellissima.

Si tolse anche lui i pochi abiti che aveva addosso e Bulma arrossì vedendolo per la prima volta in tutto il suo virile splendore.

Continuarono per un po’ in un lento gioco fatto di baci e ardenti carezze; Vegeta non aveva mai provato niente di simile nel toccare, baciare, esplorare il corpo di una donna come le sensazioni che provava in quel momento; non avrebbe mai voluto smettere di toccarla e di sentire i suoi flebili gemiti e tremiti sotto le sue mani che la accarezzavano insaziabili.

Era la prima volta che toccava un corpo di donna dalle fattezze così morbide e delicate, gli sembrava di accarezzare la seta.

Bulma non si era mai sentita così donna prima d’ora; con Yamcha era totalmente diverso, lui pensava solo al suo piacere e spesso lei aveva rischiato di addormentarsi durante il rapporto, ma Vegeta era così attento a lei, così passionale… non si sarebbe mai aspettata un comportamento del genere dal freddo e cinico Principe dei Sayan.

Se quello era il suo modo di divertirsi, caspita, l’avrebbe aiutato molto più spesso!

Ad un certo punto i baci, sebbene raggiungessero ogni punto dei loro corpi, non bastarono più, e Bulma lo pregò di andare oltre, subito accontentata dal Sayan.

Come avrebbe potuto Bulma andare con un altro uomo terrestre dopo essere stata con un Sayan?

Nessun umano avrebbe mai potuto reggere il confronto!

Quale uomo avrebbe potuto darle piacere per ben un’ora di seguito, senza sosta? Quale uomo avrebbe potuto farle gridare il suo nome all’apice del piacere,come aveva fatto Vegeta…

 

 

 

La mattina seguente Bulma si svegliò da sola ma non si stupì più di tanto di questo. Sapeva bene quello che aveva fatto quella notte: puro e semplice sesso.

Ora si era vendicata di Yamcha, ma stranamente non provava nessun sentimento al riguardo.

Si sentiva un po’ stordita, forse per la focosa notte trascorsa.

Non sapeva proprio cosa pensare, non sapeva cosa fare, se spiattellare tutto a Yamcha, e soprattutto come comportarsi con Vegeta.

Lui le rese il dilemma più semplice da risolvere: la ignorò per tutto il giorno e non si fece vedere nemmeno per i pasti.

Non ne risentì più di tanto, non poteva certo di re di essersi innamorata di lui in una sola notte, era consapevole del vero significato del loro focoso incontro e non pretendeva di più.

Vegeta non era di certo l’uomo adatto a lei!

Bunny Briefs tuttavia si preoccupò, non avendolo visto mangiare, e quella sera obbligò Bulma a portargli in camera qualcosa.

La ragazza lo trovò lì solo alle undici e mezza, disteso sul letto a torso nudo a guardare il soffitto.

“Dio, com’è bello!” si ritrovò a pensare la ragazza.

«Allora, che gusto ha la vendetta?» le chiese lui senza degnarla però di uno sguardo.

«Non quello che mi aspettavo» confessò Bulma.

«Beh, non sono disposto ad aiutarti ancora.»

«Mi sembra che anche tu ci abbia guadagnato» rispose acida lei.

«Abbastanza, ma non ho intenzione di fungere da oggetto per far indispettire il tuo ragazzo.»

«Non è più il mio ragazzo.»

«Quello che è, rimane sempre un idiota.»

A quel punto Bulma scoppiò a ridere; Vegeta parve un po’ infastidito:

«Che cavolo hai da ridere?»

«Tu!»

«Io?»

«Sì! Mi fai ridere quando prendi in giro Yamcha!»

«Io ti faccio ridere? Questa poi…»

«Non ti preoccupare, non dirò a nessuno che oltre a spaventare a morte la gente sai fare anche ridere, potrei rovinarti la reputazione! Beh, che fai, non mangi? Guarda che non ho cucinato io!»

Strano, pensò Vegeta mentre si fiondava sul cibo che Bulma gli aveva portato, gli piaceva parlare con lei, anche quando non litigavano.

Wow, pensò Bulma, è capace di fare una conversazione anche senza offendermi.

«Beh, ti lascio in pace. Buona notte» disse la ragazza e fece per uscire.

«Ehi» la richiamò il Sayan. «Perché un giorno non ripetiamo l’esperienza di ieri notte? Mi sembrava che fossimo abbastanza in sintonia…»

«Stai scherzando?»

«Prima ti faccio ridere, ora chiedi se scherzo, mi hai forse preso per un clown? Certo che non sto scherzando!» sbottò lui.

Bulma arrossì, eppure doveva ammettere che era un’idea allettante…

«Oh, beh… vedremo. Perché no!»

Oh, Kami, ma stava proprio diventando una sgualdrina!

Un conto era vendicarsi di Yamcha, un altro era concedersi ad un ex assassino ogni volta che aveva voglia di fare sesso! Ma si era completamente rincitrullita?!

Trascorsero alcuni giorni e tutto sembrò ritornare come prima; Vegeta si allenava, mangiava, dormiva e insultava Bulma. Lei lavorava ai suoi progetti, usciva di rado con le sue amiche e litigava con il Saiyan.

Finchè un pomeriggio Vegeta uscì dalla Gravity Room perché si era accorto che qualcosa non andava nel dispositivo di rialzamento della gravità.

Andò a chiamare Bulma che in quel momento stava sistemando un nuovo prototipo di moto:

«Donna, vieni a dare un’occhiata alla Gravity Room, c’è qualcosa che non quadra.»

«Ok.»

Lo seguì allora nel Gravity Trainer e si accorse che alcuni circuiti del dispositivo si erano leggermente danneggiati per cui li risistemò, mentre il Sayan la osservava con aria interessata e in particolare osservava il suo sedere.

«Ecco fatto, ora dovrebbe essere tornato come prima» disse la ragazza una volta terminato, e fece per andarsene ma Vegeta le sbarrò l’uscita con un braccio e avvicinò il viso al suo, iniziando a baciarle il mento e poi il collo, facendola sospirare estasiata.

«Vegeta, per favore, io non posso» cercò di fermarlo Bulma.

«Ti sto ringraziando, donna… ti lamenti sempre che sono sgarbato con te.»

«No, davvero, io proprio non posso» insistette la ragazza e si allontanò da lui facendo un passo indietro, ma inciampò sulla chiave inglese che aveva lasciato sul pavimento e cadde.

Vegeta alzò gli occhi al cielo ed esclamò:

«Sei la solita distratta!»

«Guarda che è… ah! Che dolore!» strillò Bulma dopo aver cercato invano di alzarsi.

«Che hai?» le chiese Vegeta non decidendosi ancora ad aiutarla ad alzarsi.

«La caviglia! Ho appoggiato il peso sulla caviglia piegata male quando sono caduta! Ho paura di aver preso una storta, che dolore! Ma insomma, mi vuoi dare una mano? Sei uno degli uomini più forti del mondo per niente?»

«Smettila di piagnucolare, altrimenti ti lascio lì dove sei e ti arrangi!»

Il Sayan rimase in silenzio per un attimo per vedere se Bulma avrebbe ribattuto, ma lei rimase zitta nel timore di essere abbandonata lì, e allora Vegeta si decise a raccoglierla; la prese in braccio e la portò fino alla sua stanza e solo allora la ragazza si permise di ribattere:

«Comunque è stata colpa tua! Mi vai a prendere del ghiaccio?»

«Cosa? Dovrei farti da schiavetto?»

«Non avrei niente se tu non avessi cercato di mettermi le mani addosso, e poi in casa ora non c’è nessuno: mia madre è a fare la spesa e mio padre è ad una riunione importante.»

«E va bene…»

Purtroppo la caviglia non aveva una semplice distorsione, ma si era proprio rotta, così Vegeta fu anche costretto a portare Bulma all’ospedale e si bruciò tutto il pomeriggio che poteva essere utilizzato per gli allenamenti.

Quando tornarono a casa Bulma lo costrinse anche a metterla a letto e a sistemarle i cuscini sotto il piede.

Il principe dei Sayan non si era mai sentito talmente umiliato in vita sua, abbassato a fare lo schiavetto ad una piagnucolosa femmina terrestre; ma del resto era vero, era colpa sua se lei si era fatta male.

Dopo quell’episodio tra loro ritornò tutto come prima: litigi e provocazioni.

Ma sotto sotto Bulma iniziava a provare una strana sensazione quando il Sayan era nei paraggi: predominava ancora attrazione fisica, ma aveva iniziato a guardarlo con occhi diversi, a chiedersi come doveva essere stata la sua vita sotto il comando di Freezer, cosa provasse a stare sulla Terra, se si sentisse solo.

Iniziava a guardarlo insomma con più tenerezza e compassione: no, non compassione, e nemmeno pietà, ma forse con ammirazione per aver sopportato di vivere praticamente in schiavitù per tutta la sua vita, e dispiacere perché non aveva nessuno con cui sfogarsi.

Con chi poteva parlare quando si sentiva frustrato, arrabbiato, deluso e magari qualche volta, sperava Bulma, anche felice? Come faceva a tenersi tutto dentro?

Quella notte, quando erano stati insieme, lui le aveva dimostrato di possedere anche un lato gentile, perché non aprirsi quindi con lei tutte le volte che ne sentiva il bisogno?

Per quanto riguardava Vegeta, beh, lui era abbastanza confuso!

Non sapeva cosa gli stesse succedendo, ma ogni volta che vedeva la donna gli veniva voglia di prenderla, con dolcezza, la stessa dolcezza che gli aveva dimostrato lei accogliendolo in casa propria, che continuava a dimostrargli con ogni sorriso che gli rivolgeva e, anche se poteva sembrare un controsenso, quando gli sbraitava dietro in risposta ai suoi insulti, perché sapeva benissimo che non lo sbatteva fuori di casa per paura che lui le facesse del male, ma perché lo voleva ospitare nonostante lui a volte la facesse diventare matta.

Come finirono di nuovo a letto insieme, parecchie settimane dopo, non lo sapevano nemmeno loro.

Solo, si può dire che da quella volta non si separarono più.

All’inizio il loro fu solo un rapporto fisico ma, come gli disse Bulma una notte.

«Non dico che sono innamorata di te, ma qualcosa è cambiato tra noi due.»

Il loro modo di comportarsi non mutò di molto, ma si vedeva che tra di loro era nato uno strano legame.

Qualche tempo più tardi Vegeta avrebbe lasciato la Terra per diventare Super Sayan, e nello spazio avrebbe perso un po’ di quello che Bulma gli aveva con tanta fatica insegnato, ma questa è un’altra storia e basta ricordare che fino a quel momento Bulma e Vegeta erano una coppia e piano piano il Sayan aveva anche imparato ad amare, grazie alla sua piccola e scaltra terrestre.

 

 

E Yamcha?!

Il poveraccio era ancora convinto che Bulma gli appartenesse, mentre in realtà si ritrovava senza rendersene conto, un bel paio di corna, fatte con l’uomo, o meglio l’alieno che lui odiava di più al mondo!

Il ragazzo ritornò dal suo viaggio dopo un mese e mezzo e si fiondò immediatamente da Bulma, non ricordando più l’avvertimento di quest’ultima.

Erano le nove e mezza quando suonò alla Capsule Corporation e Bunny Briefs, completamente ignara della relazione tra la figlia e il Sayan, lo mandò direttamente in camera di Bulma, la quale stava ancora dormendo.

Si svegliò di scatto sentendo bussare alla porta della sua stanza.

“Meno male che Vegeta è già andato ad allenarsi!” pensò la ragazza dando un’occhiata all’altro lato del letto, sulle cui lenzuola erano ancora impresse le tracce della presenza del Sayan.

«Chi è?»

«Sono Yamcha, tesoro! Posso entrare?»

«Yamcha?! No, non entrare, non ti azzardare!» sbraitò Bulma cercando di sistemare le coperte in modo che non si notasse che non aveva dormito da sola, perché sapeva che Yamcha sarebbe entrato comunque.

«Come stai bellezza? Contenta che sono tornato?»

Infatti.

«Ti avevo detto di non entrare! E ti avevo anche detto di non tornare più qui!»

«Ma micina…»

«Ma un corno, e smettila di chiamarmi micina, l’ho sempre odiato! Vattene via, traditore che non sei altro!»

«Ma che stai dicendo? Lo sai che sono andato ad allenarmi…»

«Sì, come no! Ti sei allenato nel letto di qualche sgualdrina! Ormai ho deciso già da un bel po’, tra noi è finita, ma stavolta per sempre!»

«Avanti, Bulma, non fare così…»

«Sarisci!»

Qualche giorno dopo Bulma si recò per caso dal Vecchio della Tartaruga per portare a Yamcha alcuni suoi effetti che aveva lasciato a casa sua, a dimostrazione che la loro storia era veramente finita.

Si trovavano lì anche Tien e l’altro pagliaccetto adorabile, Jaozi, che come sappiamo si erano trasferiti dal Genio da ormai lungo tempo, e mentre Bulma si preparava a tornare a casa, sentì un pezzo di conversazione tra Yamcha e Tien:

«Speriamo che gli allenamenti che abbiamo fatto siano serviti a qualcosa: finora mi hanno solo “aiutato” a perdere la mia ragazza…»

«Davvero non ti crede? Se vuoi le parlo io…» propose Tien mentre Bulma allungava bene le orecchie. «Siamo andati in un posto talmente isolato che avresti potuto tradirla solo col pensiero…»

«Ah, dubito che ti ascolterebbe, ormai si è convinta che io l’abbia tradita, addirittura più di una volta, e niente le farà cambiare idea, è talmente cocciuta!»

«Davvero non l’hai mai tradita?»

«Lo giuro sul mio onore! E’ vero che guardo spesso le altre ragazze, ma non sono mai stato con altre donne all’infuori di lei!»

A quelle parole Bulma si sentì la persona più orribile di questo Universo.

Aveva sempre creduto Yamcha un traditore, ma quella che aveva fatto le corna era soltanto lei: era stata a letto con un altro uomo per ripicca di qualcosa che Yamcha non aveva fatto!

Beh… che poteva farci ormai?

La storia con lui era finita e forse era stata una fortuna che avesse sempre dubitato della fedeltà di Yamcha: le aveva permesso di innamorarsi di Vegeta…

 

 

 

Fine

 

 

Note:

*Froid Chang, famosissimo psichiatra cinese -_^

 

 

Evviva la banalità!

Questa è una delle prime fanfictions che ho scritto, non mi piace moltissimo, ma ho pensato di ripostarla corretta.

 

 

 

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