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Autore: 9Pepe4    04/12/2013    2 recensioni
«Sai che non eri tenuto a regalarmi niente».
Il volto del giovane si ammorbidì in un sorriso. «Lo so» rispose lui, serenamente. «Ma volevo farlo. Regina, è il tuo compleanno».
[Pre-Stable Queen]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon compleanno

Quel giorno, l’aria era frizzante.
Quando arrivò alle scuderie, Regina aveva le guance e il naso arrossati dal vento.
Lì dentro, la temperatura era decisamente più calda: merito tanto del fuoco che crepitava nell’angolo quanto della presenza dei cavalli.
Daniel era già arrivato, ovviamente, ed era impegnato a pulire lo stallo di Ronzinante.
Nel momento in cui Regina si avvicinò, il cavallo sporse fuori il muso, salutandola con un nitrito sommesso.
La ragazza sorrise in silenzio, accarezzandolo sul collo.
Dal canto suo, Daniel si raddrizzò, si deterse il sudore dalla fronte col dorso della mano destra, e indirizzò un cenno di saluto a Regina.
Lei ricambiò con un ampio sorriso, senza smettere di coccolare il suo cavallo.
Per qualche istante, non fecero nulla di più: Daniel continuò il suo lavoro, e Regina continuò a blandire Ronzinante.
Alla fine, fu lui a rompere il silenzio.
«Da’ un’occhiata» le disse, «ti ho preso una cosa».
Regina lo fissò. «Come?»
Per tutta risposta, lui indicò la balla di fieno che si trovava appena fuori dallo stallo. Solo in quel momento, la ragazza notò che sopra di essa si trovava un involucro piuttosto voluminoso.
Senza sapere bene come reagire, prese l’oggetto in mano e ne saggiò la forma. Era rettangolare, delle dimensioni di un libro… Forse una scatola di fiori secchi?
A Regina piaceva conservarli, e Daniel lo sapeva.
Il giovane aveva smesso di pulire. Ora affiancava Ronzinante, e osservava la ragazza.
«Aprilo» la incoraggiò.
Regina, allora, accennò un sorriso e fece come lui le suggeriva. Il suo dono era dentro ad una sacca di tela; lei lo sfilò, trovandosi in mano un pacco di un tessuto spesso e abbastanza grezzo.
Svolse quel panno… e si ritrovò un libro tra le mani.
La copertina era scura, e sul fronte aveva un riquadro bianco con l’immagine di un cavallo. Il titolo era scritto appena sotto: Sull’equitazione.
Regina rimase senza parole.
«Allora?»
La voce di Daniel la indusse ad alzare lo sguardo.
Il giovane la osservava con una certa aspettativa… Sembrava quasi stare sulle spine.
«Io…» Regina diede una scorsa alle pagine, notando che il testo era accompagnato da un bel numero di immagini, e il tutto sembrava tracciato da una mano davvero accurata. «Non so cosa dire».
E nemmeno cosa pensare, a dire il vero.
Da una parte, provava un’innegabile felicità, tanto più che quel manuale sembrava molto più interessante di molti trattati che le aveva rifilato sua madre… Dall’altra, sapeva bene che i libri erano alquanto costosi.
Per quanto tempo aveva dovuto risparmiare, Daniel, per farle un regalo simile?
«Non ti piace?» chiese lo stalliere, quietamente, mentre Ronzinante gli mordicchiava appena il mantello – un gesto d’affetto del tutto particolare che riservava solo a lui.
Regina scosse la testa. «Mi piace» lo contraddisse, stringendo il libro contro il proprio petto. «È solo che…»
Daniel aggrottò la fronte, apparendo un po’ preoccupato. «Solo che?»
Regina esitò, si mordicchiò il labbro. Come affrontare la questione dei soldi senza ferirlo o umiliarlo?
«Sai che non eri tenuto a regalarmi niente».
Il volto del giovane si ammorbidì in un sorriso. «Lo so» rispose lui, serenamente. «Ma volevo farlo. Regina, è il tuo compleanno».
Lei dovette sorridere appena, pensando a come suonavano strane quelle parole.
Non era abituata a pensare all’anniversario della propria nascita come a un giorno speciale.
Per lei, significava soltanto che, quella sera, ci sarebbe stata una grande festa in suo onore.
Una festa con ospiti invitati da sua madre, una festa alla quale lei avrebbe dovuto indossare un vestito scelto da sua madre… Inutile dirlo, ma sua madre aveva deciso persino il menù.
In quanto ai regali, poi… Regina non si illudeva in proposito, sapeva che sarebbero stati sempre gli stessi… Abiti dai corpetti abbastanza stretti da soffocarla; collane così pesanti da procurarle un bel torcicollo; orecchini tanto enormi da farle dolore i lobi delle orecchie.
E, come tutti gli anni, era probabile che niente sarebbe stato di suo gusto.
Ovviamente, però, lei avrebbe dovuto sorridere e dichiararsi deliziata e ringraziare profusamente tutti gli ospiti.
Per lo meno, il regalo di suo padre sarebbe stata un’eccezione.
L’uomo riusciva sempre ad acquistarle qualcosa di gradito, che fosse una collanina o un braccialetto o uno scialle colorato.
Per Regina, le sole cose che rendessero speciale il suo compleanno erano gli auguri di suo padre e il suo regalo.
Il dono di Daniel era… qualcosa di completamente inaspettato.
Regina se lo rigirò tra le mani, per sentire gli angoli della copertina e sfiorare le pagine con la punta delle dita.
E intanto, cercò di assorbire una nuova idea… L’idea che esistesse qualcun altro, al di là di suo padre, in grado di farle un bel regalo.
Qualcuno che la conosceva a sufficienza per sapere cosa le sarebbe piaciuto.
«Già» mormorò la ragazza, permettendo che un sorriso si aprisse finalmente sul suo volto. «È il mio compleanno».
Daniel le sorrise di rimando.
Diede un’ultima pulita allo stallo, distribuendo nuova paglia sul pavimento, dopodiché ne uscì e si avvicinò a Regina. «Davvero ti piace?»
«Certo» lo rassicurò lei.
Vederlo preoccupato di non averle fatto il regalo giusto le scaldava il cuore. Era bello sentire che a qualcuno importava della sua opinione.
Poi la questione del denaro, che non aveva ancora lasciato del tutto la sua testa, la spinse ad aggiungere: «Ma ti sarà costato un occhio della testa…»
Lui scrollò le spalle, muovendo un paio di passi verso di lei. «No, non così tanto» replicò, in tono leggero.
«Ma comunque tanto» non poté fare a meno di insistere Regina.
Daniel sollevò appena un sopracciglio. «Interroghi così tutti coloro che ti regalano qualcosa?»
«Veramente no» ammise la ragazza.
Qualcosa era vibrato nella voce del giovane stalliere, e lei temette di averlo ferito nell’orgoglio. I soldi e lo status sociale erano sempre un argomento delicato…
«Non volevo offenderti» si affrettò ad aggiungere. «È solo che… gli ospiti di stasera porteranno un regalo solo per poter partecipare alla festa…» Cercò di districare i propri pensieri. «Non vedo perché tu debba farmi un regalo, se non ricevi niente in cambio…»
Daniel la guardò, costernato. «Tu hai una considerazione troppo bassa di te stessa» le disse, scuotendo la testa, e quelle parole sembrarono fermarsi un momento nell’aria.
Eppure, Regina non riuscì a ragionarci su… Improvvisamente consapevole di quanto le fosse vicino lo stalliere, sentì qualcosa di strano annodarle lo stomaco.
In tutta fretta, cercò le parole giuste per alleggerire l’atmosfera. «Credi che, se io li riempissi di domande, i miei ospiti smetterebbero di farmi tutti quei regali?»
Daniel sbatté le palpebre davanti al cambio d’argomento, ma poi accennò un sorriso. «Potrebbero».
«Allora dovrei sottoporli a un interrogatorio» sospirò la ragazza. «Se rinunciassero anche a venire alla mia festa, sarebbe un sollievo». Alzò gli occhi sullo stalliere. «A tal proposito… Mi dispiace che stasera tu debba lavorare sino a tardi…»
Sapeva, infatti, che Daniel avrebbe dovuto rimanere tutta la notte per occuparsi anche dei cavalli degli ospiti.
Il giovane arrischiò un sorriso. «Non devi preoccuparti. Dispiace a me di non poter alleggerire la tua serata» affermò, consapevole di quanto Regina detestasse certi ricevimenti.
«Veramente, lo hai già fatto» lo informò lei, quasi allegramente. «Il pensiero che questo libro sarà ad attendermi nella mia stanza renderà la festa più sopportabile».
Daniel sorrise. «Ne sono contento».
Erano l’uno di fronte all’altra, ora.
Il giovane esitò un istante, quindi si sporse e le diede un bacio sulla guancia.
Regina trattenne il fiato, rabbrividendo piacevolmente quando le labbra di lui le sfiorarono la pelle.
Dopo un istante, Daniel si ritrasse. «Buon compleanno, Regina».
E lei, stringendo le dita sul suo nuovo libro e guardando negli occhi azzurri del giovane, si ritrovò a pensare che fosse un buon compleanno per davvero.












Note:
Sì, avevo già pubblicato questa one-shot ieri sera.
Oggi, però, ho apportato alcune modifiche, e anche se non sono niente di ché (temo rimanga un testo inutile... ed è così fluff che vorrei malmenarmi), ho deciso di pubblicare la nuova versione.
Spero solo di non aver fatto venire le carie a nessuno.
  
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