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Autore: kirlia    04/12/2013    7 recensioni
SPOILER!
Il titolo dice tutto. Una sorta di "dedica" che ho voluto fare ai miei personaggi preferiti. 
Perché tutti si aspettavano di certo che avrei scritto qualcosa su di loro, dopo questo finale.
«Sapevamo che quezto giorno sarebbe arrivato,» risposi con un tono triste, «e credevo di essermene fatta una ragione. Ma adesso che ci ziamo, io…»
Non riuscii a continuare, come se le parole mi si fossero bloccate in gola e si rifiutassero di venire fuori.
[...] «… io non voglio perderti.»

 Manlana.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Manitoba Smith, Svetlana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Manlana is the way!'
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Addio, Sheila.



Questa è la storia di come sono morta.
Non che fossi mai stata viva, certo; ero solo una strana fantasia nella mente di un ragazzo.
Ma ci sono stati momenti in cui mi sono sentita davvero reale.
E, in ognuno di questi, lui c’era.

***

Era notte, nella mente di Mike.
C’era silenzio, finalmente, e nessuno di quei spaventosi pupazzi indemoniati controllati da Mal si era fatto vivo, il che significava che persino lui era andato a dormire. In effetti, il giorno dopo sarebbe stata disputata la finale del reality e probabilmente persino il malefico in persona doveva avere bisogno di riposarsi.
Noi cinque, dopo un’intera giornata di cammino, avevamo deciso di riposarci in cerchio intorno ad un piccolo fuoco da campo che avevamo allestito poco lontano dalla nostra destinazione.
Eravamo esausti, e tutti si erano presto addormentati.
Tutti tranne me, che non riuscivo a chiudere occhio.
Mi rigiravo irrequieta sul pavimento, tentando di trovare una posizione comoda pur sapendo che non sarei riuscita a trovare conforto nemmeno tra i migliori cuscini di piume.
Non avrebbe funzionato nemmeno contare le nuvole che passavano sopra di me, quelle che mostravano di volta in volta i sogni e i desideri del proprietario di questa mente e che ritenevo così romantiche.
Ero troppo nervosa, troppo spaventata.
La torre così oscura e misteriosa svettava sul paesaggio informe della mente di Mike, silenziosa, ed era sempre più vicina. Sembrava quasi ansiosa di poter recitare il mio necrologio.
Tutti sapevamo cosa sarebbe successo, una volta che l’avessimo raggiunta. Tutti sapevamo di stare firmando la nostra condanna, con quel gesto. Eppure stavamo accompagnando Mike in quel viaggio.
Cercai di chiudere gli occhi e dimenticare per un momento l’idea che quella potesse essere la mia ultima notte di vita, ma il mio tentativo fu interrotto.
«Sheila? Sei ancora sveglia?» sussurrò una voce dal forte accento australiano.
Mi alzai a sedere su quel terreno fatto di materia grigia per trovarmi di fronte Manitoba. Il suo sguardo sembrava cupo, indecifrabile, ma non di certo sereno. Anche lui doveva avere molti pensieri per la testa.
«Non riuzcirei mai a dormire stanotte, Manny» risposi, per poi portarmi una mano alle labbra mentre sbadigliavo.
Lui sorrise leggermente, cercando di spezzare la tensione che sembrava essere calata tra noi. Non avevamo più parlato davvero, né avevamo tentato di stare vicini, da quando Mike era arrivato qui a salvarci. Non sapevamo perché, ma non ci piaceva l’idea che potesse chiedersi che genere di rapporto c’era tra me e l’avventuriero; forse perché avevamo paura che potesse tirarsi indietro dalla sua missione o forse perché avrebbe potuto considerare strana l’idea che le sue personalità si piacessero. Eravamo pur sempre delle parti di lui.
E parti di lui dovevamo tornare ad essere, pensai amaramente.
«Nemmeno io» commentò, con un sospiro vagamente angosciato, poi continuò dicendo «Domani è il gran giorno.»
«Da…» sussurrai, per poi portarmi le ginocchia al petto in un gesto di difesa, quasi sperassi di farmi scudo da sola ed evitare di essere annullata con il semplice click di un pulsante. Perché sapevo che sarebbe successo così: la mia vita, se poteva definirsi tale, sarebbe stata spezzata da un grosso pulsante rosso che si nascondeva in cima alla torre che si trovava a poche centinaia di metri da lì. E io non avrei potuto farci un bel niente, anzi. Avrei portato il ragazzo fin lassù per permettergli di liberarsi di Mal, e con lui di tutti noi.
Era Mike che meritava di vivere, dovevo farmene una ragione. Era lui il migliore tra di noi, e io stessa dovevo convincermi del discorso che avevo fatto alle altre personalità appena avevamo trovato Manitoba.
Eppure… io non volevo morire così…
Una lacrima sfuggì al mio controllo e scivolò giù per la mia guancia rosea, lasciando una scia umida e sporca di mascara nero.
Nello stesso momento in cui mi accingevo a cancellarla dal mio volto, una mano fu più veloce. Con delicatezza, Manny mi sfiorò il viso, asciugando quella goccia di amara verità.
«Non avere paura, Sheila. Vedrai che andrà tutto bene» cercò di confortarmi. Io sorrisi leggermente, mentre un’altra lacrima seguiva alla prima e molte altre facevano la loro comparsa sui miei occhi grandi e luminosi.
Ma fu quando un suo braccio mi circondò le spalle che riuscii finalmente a lasciarmi andare contro di lui e a sospirare pesantemente. Mi resi conto di aver trattenuto il fiato per secoli, ed era come se un macigno che avevo sul cuore fosse improvvisamente diventato più leggero.
Manitoba era sempre capace di alleviare il mio dolore, in quel momento più di sempre.
«Cosa zuccederà quando premerà il tasto rosso? Sentiremo dolore? Spariremo improvvizamente? Ho tanta paura, Manny!» gemetti, nascondendo il viso nel suo petto e inspirando il suo profumo, che sapeva di avventure e sentieri inesplorati. Brividi mi percorrevano, mentre tante domande affollavano la mia mente, ma non dissi altro. Non volevo rischiare di svegliare gli altri.
Come sarebbe stato morire? Me ne sarei semplicemente andata così? Sarei scomparsa senza lasciare nessuna traccia di me se non le mie abilità che sarebbero state ereditate da Mike?
L’australiano mi strinse tra le sue braccia, dolcemente, ma allo stesso tempo fissando un punto impreciso davanti a sé con gli occhi pieni di panico.
«Non lo so. Io… so solo che non vorrei accadesse così presto. Non mi sento pronto a quest’avventura» rispose sinceramente, senza cercare di apparire a tutti i costi coraggioso e sicuro di sé.
Ecco cosa mi piaceva di lui: con me riusciva ad aprirsi completamente, ad esternare i suoi dubbi e i suoi timori, senza aver paura di mostrarsi debole o inadatto al ruolo di miglior esploratore di tutti i tempi.
E anche io riuscivo ad essere me stessa con lui. Non solo la perfetta ginnasta russa, ma la più vera Svetlana.
«Già. Ma è la cosa giuzta da fare, Manny. È Mike quello che deve avere il controllo di quezto corpo… Si merita una lunga vita felice inzieme alla sua Zoey» risposi, ma subito sentii quasi il desiderio di ribellarmi a quelle mie parole.
Perché Mike avrebbe dovuto meritare una bella vita con la sua amata e io no? Perché noi personalità avremmo dovuto pagare un prezzo così alto per garantire la sua felicità?
Dovevo essere più altruista di così, e lo ero, ma a volte sentivo quasi delle voci urlare nella mia testa, ricordarmi che io non avevo fatto niente di male per meritarmi questo. Ed era a quel punto che notavo che anche io e Manitoba meritavamo la di poter stare insieme e, anche se ci sembrava un obiettivo impossibile da raggiungere, lo desideravamo tanto.
Quasi a voler fare eco ai miei pensieri, il ragazzo accanto a me sussurrò.
«Non è il solo, Sheila. Anche io vorrei una bella vita… insieme a te.»
Queste parole mi scaldarono subito il cuore, mentre alzavo lo sguardo incontrando quello emozionato e imbarazzato di lui. Arrossii visibilmente: mai Manitoba aveva espresso così esplicitamente i suoi sentimenti verso di me, prima d’ora.
Avevamo sempre avuto così tanta paura di non riuscire a coronare il nostro sogno da aver sempre lasciato tutto inespresso, come se il fatto che prima o poi avremmo dovuto cessare di esistere avesse impedito noi di stare davvero insieme.
Ma, in una notte come quella, la nostra ultima notte, tutto era possibile.
«Sapevamo che quezto giorno sarebbe arrivato,» risposi con un tono triste, «e credevo di essermene fatta una ragione. Ma adesso che ci ziamo, io…»
Non riuscii a continuare, come se le parole mi si fossero bloccate in gola e si rifiutassero di venire fuori.
Sarebbe stato come ammettere la sconfitta, come accettare il fatto che il giorno dopo non ci saremmo più stati e che ci stessimo davvero dicendo addio. E salutarsi per l’ultima volta era molto doloroso.
Eppure mi feci forza e superai quella barriera che la mia mente aveva costruito. Poggiai una mano sulla guancia di lui, carezzandola, e pronunciai quelle parole.
«… io non voglio perderti.»
Fu in quell’istante che le labbra di lui sfiorarono le mie, con una dolcezza così devastante da farmi desiderare con tutte le forze di poter esistere ancora, e per sempre, e di poter condividere con lui quella sensazione di estasi e di totale felicità per il resto dei tempi.
Dopo il primo momento di esitazione e di sorpresa, mentre i miei occhi sorridevano e piangevano allo stesso tempo, strinsi le braccia intorno a Manitoba, il mio Manny, e immaginai che quel momento non finisse mai. Le mie labbra indugiavano sulle sue, senza mai avere il coraggio di allontanarsi, come api attirate dal miele, e sembrava proprio essere quello il sapore che sentivo. Un meraviglioso aroma di dolcezza e amore.
Ci separammo solo quando fummo costretti a riprendere fiato, condividendo un sorriso di completa felicità che mai avremmo potuto avere la notte prima della nostra morte.
Un silenzio carico di emozioni seguii a quel bacio così intenso e speciale, almeno finché l’australiano non si decise a dire qualcosa.
«Se avessi saputo quanto sarebbe stato bello, ti avrei baciato molto prima, Sheila
A me sfuggì una risatina che esprimeva tutte le sensazioni che avevo sperimentato in quei pochi istanti, ma questa fu subito sostituita da una grande tristezza.
Solo per un secondo avevo dimenticato tutto quello che sarebbe successo il giorno dopo, solo per un attimo mi ero dimenticata di essere solo una personalità come tante altre, una creatura effimera creata dalla mente istabile di Mike che sarebbe stata presto eliminata. Mi ero di nuovo sentita come una ragazza vera, con sentimenti e desideri che intendevo realizzare.
Ma la realtà era diversa. La realtà era dolorosa.
La mia espressione tradì subito il mio pensiero e spense anche il sorriso smagliante di Manitoba.
«Come affronterò domani, Manny? Svetlana non vuole andarzene, non ora che ha finalmente vissuto davvero…» sussurrai, nervosa e preoccupata allo stesso tempo.
Ma lui avrebbe avuto sempre la soluzione giusta, e mi avrebbe sempre supportato nei miei momenti di debolezza, come fece anche in quel momento.
«Non abbiamo scelta, Sheila. Lo affronteremo insieme, come abbiamo sempre fatto» mi rispose, con un mezzo sorriso che mal celava anche la sua paura.
Avremmo dovuto essere coraggiosi, avremmo dovuto ignorare il nostro terrore e saremmo dovuti andare incontro alla nostra fine, incoraggiando Mike ad essere forte e a proseguire nel suo cammino senza di noi.
Strinsi la mano del mio amato, mentre gli chiedevo un ultimo favore. L’ultimo desiderio della sua Sheila.
«Prometti di non lasciare mai la mia mano, quando domani zcompariremo
Lui annuì, per poi sussurrare «Te lo prometto, Svet.»
L’ombra del suo cappello non riusciva a nascondere la lacrima che segnò il suo viso.

***

E poi era arrivato il momento.
Tutti noi ci trovavamo in cerchio di fronte a quel pulsante rosso che, per quanto sembrasse innocuo, avrebbe in realtà deciso della nostra vita.
Mike si era dimostrato un vero amico. Per molti anni avevamo reso la sua esistenza un inferno, e per molto tempo aveva desiderato poterci eliminare. Ma ora che aveva davanti quella possibilità aveva esitato.
Si era affezionato a noi, alla fine, come noi a lui, e mai avrebbe voluto mandarci via.
Noi, in fondo, eravamo la sua famiglia.
Per un attimo ero quasi stata sollevata, e una piccola speranza di rimanere in vita si era insinuata nel mio cuore. Ma subito era scomparsa.
Avevamo finalmente raggiunto la torre e avremmo aiutato Mike a sconfiggere Mal a tutti i costi. Anche a costo di sacrificare noi stessi.
Lui era stato davvero reticente, ma grazie alle nostre parole aveva finalmente poggiato il palmo su quel tasto rosso. Noi, a nostra volta, avevamo messo le nostre mani sulla sua, uno dopo l’altro, pronti a distruggere il regno del terrore che il malefico aveva creato.
Quei secondi erano stati terribili. Avevo sentito il mio cuore battere forte, quasi come se volesse uscirmi dal petto, mentre applicavo la giusta pressione sulla mano di Manitoba e offrivo il mio ultimo sforzo per garantire la felicità di Mike.
Un solo attimo, un solo pensiero.
Mentre il pulsante si attivava, mi ero voltata verso il mio avventuriero.
«Ti amo» avevo sussurrato.
«Ti amo, Sheila» aveva risposto lui, quasi allo stesso momento, mentre le nostre mani si sfioravano un’ultima volta. E io avevo ancora sorriso, per il modo dolce in cui mi chiamava.
Così la nostra avventura insieme finiva.



Lo so, non è niente di che. Ma l'ho scritta di getto e non intendo cambiarla. 
Sono distrutta. 
No, distrutta è troppo poco. 
Sono totalmente disperata. Molti, in questo fandom, sanno quanto io adori le personalità di Mike. 
E cosa decidono di fare gli autori? UCCIDERMELE! D: 
Giuro, non mi importa proprio che Mike abbia vinto il milione, che finalmente Alejandro e Heather si siano messi insieme, o che tra Cameron e Gwen sia nato qualcosa. Sono rimasta senza parole. 
Potevano inventarsi di tutto, ma perché ucciderle?! 
Mike, ti odierò per sempre per aver premuto quel pulsante. 
No, basta, non dico altro. Anche perché vi avrò di certo annoiato! 
Ultima cosa: dedico questa fanfiction alle mie carissime lettrici di "LMOIEEP", cioè le dolcissime Moony, Zoey, Francy, Miiho, Mela e Ricchie. Perché loro sicuramente capiranno la mia disperazione XD

Un bacione a tutti! 
Kirlia <3 

P.S.: Per chi non mi conosce: sì, è una Manlana. Cioè una Svetlana x Manitoba. Per me sono una coppia. Sì, sono strana! 

 
   
 
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