Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: kleines licht    04/12/2013    1 recensioni
Con un colpo di anca deciso spostai di nuovo il peso da un fianco all'altro, entrabmi doloranti ormai alla stessa maniera, e puntai gli occhi verso la cucina. Subito non riuscii a realizzare quel che le mie iridi stavano registrando, ma lentamente diversi dettagli raggiunsero anche il mio cervello, odiosamente lento: c'era un uomo appoggiato mollemente al ripiano della cucina, avvolto da abiti famigliari, un lungo trench beige che era forse una delle poche cose che la luce della luna riusciva a illuminare, oltre a due occhi di un blu magnetico puntati su di me.
Genere: Drammatico, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II (parte II)
Fandom: Supernatural
Pairing: Destiel.
Rating: Rosso.
Genere: drammatico, erotico, sovrannaturale
Warning: slash, linguaggio non censurato
Words: ??
Note: Di nuovo tornata da voi, stavolta con un leggero ritardo ma la scuola mi sta uccidendo :O
Dunque questo capitolo non mi piace, per niente. Lo trovo frettoloso, come conclusione della parte precedente non mi soddisfa affatto ma non avevo altre idee e non riuscivo più a tenerlo lì fermo. Diciamo pure che sapevo come finirlo ma non avevo idee per la parte centrale. Boh...ditemi che ne pensate ;)
Baci e alla prossima <3
Ringraziamenti: Ringrazio sempre Alien e chibasaru81 per il supporto e tutte le silenziose lettrici (?) <3


Tutta quella storia cominciava a farmi decisamente male. Più le ore passavano e più mi immergevo in quella sorta di clima troppo ilare e troppo famigliare. Non che Mary e i suoi genitori -che mi sembrava assurdo ricollegare a quei nonni che non avevo mai visto- mi avessero accolto a braccia aperte ma mi venvia torppo facile fingere che fosse così.
Avevo bisogno di staccare e rendermi conto che quello non andava bene, che non mi faceva bene. Sarebbe finita male, decisamente, ma una parte di me si rifiutava di ammetterlo. Inoltre Castiel, che interpretava al meglio la parte della coscienza che ti incasina solamente la vita, non si era più fatto vedere e io ero libero di fare e pensare qualunque cosa, anche se non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea che lui mi voleva davvero allontanare da tutto quello.
Aveva parlato di lottare per me come se fosse un valore, un onore e ora cercava di allontanarmi dall'unico squarcio di famiglia e casa che nella mia vita mi era stato concesso. Mancava solo Sammy, e il quadro sarebbe stato completo. Mi domandai, solo per un secondo, che cosa avrebbe visto lui una volta tornato a casa. Sarebbe stato trascinato in quella sorta di visione o avrebbe visto me che parlavo con persone sconosciute?
Dimenticai in fretta quegli stupidi dubbi, e cominciai a rilassarmi. Riuscii a spacciarmi perfettamente come un cacciatore in cerca di avventura, così da poter sbirciare nella vita spensierata di mia madre da giovane. Era una cacciatrice, il che non era solo incredibile ma anche assurdo. Non riuscivo a immaginarmela, così fragile e piccola, cacciare demoni eppure nascondeva del carattere...parecchio. Papà si era messo a cacciare per vendicarla, perchè sapeva che lei lo avrebbe fatto per lui nel caso. Sospirai profondamente, arrendendomi anche a vedere John Winchester come un ragazzo pacato, dolce e forse anche troppo con la sua fidanzata che moriva dalla voglia di sposare. A dire il vero non ero riuscito a parlargli davvero, ma da quel che diceva Mary doveva essere l'uomo perfetto. Non c'erano tracce del suo essere burbero, scorbutico o autoritario. Tutta colpa mia, solo colpa mia, mi ricordai trasformando quell'affermazione nel mio nuovo mantra.
Poteva essere solo colpa mia. E del demone, ma quello non poteva aver fatto tutto no?!

Il tempo passò velocemente, e in maniera inversamente proporzionale aumento dentro di me una sorta di sesto senso, come se mi sentissi che sarebbe successo qualcosa di lì a poco. Come se sapessi che qualcosa sarebbe cambiato.
Verso le dieci di sera, quando eravamo ancora in tavola per parlare della mia vita da cacciatore insieme a mio fratello Chester -il primo nome che mi era venuto in mente, ovviamente, visto che il nome di Sam era ispirato a quello del padre di Mary, nostro nonno- qualcuno bussò sicuro alla porta.
Corrucciai le sopracciglia ma non dissi nulla, aspettando piuttosot di sapere se si trattava di John. La mia aspettativa fu mal riposta perchè alla porta comparve solamente un pastore, che diceva di voler parlare in privato con Mary. Non ci sarebbe stato nulla di strano, se solo uno strano bagliore giallo non gli avesse illuminato gli occhi in maniera inquietante...e famigliare.
Non ebbi bisogno di pensare, scattai semplicemente in piedi e sgranai gli occhi, guardandolo come se fosse il diavolo in persone. Lui. Era. Lì. E io ero lì per impedire che...che cosa? Che in qualche modo potesse uccidere Mary anni dopo?!
Bestemmiai senza ritegno contro Castiel e quel dio di cui parlava tanto nel momento in cui realizzai che la Colt doveva esistere, nel loro mondo, ma che non era ovviamente in quella casa. Lui è un demone! Scappate! ringhiai tirando fuori l'unica arma che mi ero portato dietro e sparando. Il demone ovviamente scoppiò a ridere. Un cacciatore pronto a fermarmi, ci siamo conosciuti da qualche parte io e te? mi domandò. Il volto di Sam, trafitto dalla paura e dalla consapevolezza di quel che sapeva fare per colpa di quel figlio di puttana mi tornò in mente. Un altro colpo a vuoto. Sì, son of a bitch, ed è un motivo per vederti morto! gridai.
Altro colpo.
Il demone tornò a ridere, mentre Mary e Samuel provavano in qualche modo ad aiutarmi anche se interdetti. Il voltò del pastore improvvismanete cambiò, tramutandosi in una morsa di dolore, e urlò facendo uscire la nube nera che altro non era che il mio incubo peggiore.

***
Dobbiamo trovarlo e ucciderlo. Ci serve la Colt, che si trova qui. spiegai con serietà, indicando una zona precisa della mappa stesa sul tavolo. Nessuno sembrava credermi, mi stavano prendendo per pazzo ma io ne avevo bisogno. Potevo cambiare le cose, e lo avrei fatto, era una promessa che avevo appena fatto a me stesso.
E per fortuna ci riuscii: solamente mezz'ora dopo mi ritrovai in macchina, un catorcio in realtà visto che l'Impala ero stato costretto a "cederla" temporaneamente a mio padre, tanto per favorire la mia stessa eredità futura! Avevo deciso quindi che quel catorcio orribile poteva andare bene, per una volta, e che una volta finito tutto quello -perchè sapevo bene che sarebbe finito prima o poi- avrei dimenticato chissà dove.
Guidai  fino alla casetta a schiera di Samuel Colt, l'inventore di quella arma che avrebbe posto fine...a ogni cosa. Se occhi-gialli fosse morto, Sammy non sarebbe diventato quel che era, e probabilmente sarebbe stato salvo. Non avrei dovuto rischiare ogni secondo di ucciderlo con le mie stesse mani, nemmeno per un attimo della mia vita, e non avrebbe rischiato la vita con poteri soprannaturali che nè io nè lui riuscivamo a capire. Non avrebbe fatto parte di un piano assurdo e indeterminato creato da un demone pazzo e masochista. E non sarebbe stato altro che Sammy, il mio Sammy facile da proteggere e tenere al sicuro. Magari questo non diciamolo in giro, mi appuntai mentalmente prima di scendere dall'auto.
Con un movimento ormai collaudato mi aggiustai la giacca, camminando con passo leggero e sicuro verso la porta. Mi sembrava scontato dover trovare quel che cercavo da solo e possibilmente senza che Colt mi scoprisse. Ma come diavolo si può chiamare un'arma con il proprio nome?! imprecai tra me e me.
Entrai quindi in quella che era da considerare una "proprietà privata", ignorando almeno una cinquantina di norme di diritto privato, e come sempre mi apprestai ad analizzare il territorio con circospezione.
Trovai la Colt, secondo una logica piuttosto scontata, nascosta in una cassaforte che non fu nemmeno troppo facile aprire. Purtroppo fui interrotto dalla visita dello stesso Samuel, ma riuscii a cavarmela con qualche spiegazione piuttosto evasiva e qualche sorrisino di troppo.
Con la Colt in mano ero invincibile, avevo in mano il mio presente, il mio passato e il mio futuro. Se avessi ucciso occhi-gialli tutto sarebbe cambiato.
Esatto.
Tutto sarebbe stato diverso, sarebbe stato nuovo, un'altra vita. Forse ci avrebbe portati a non essere nemmeno più cacciatori, forse Sammy avrebbe potuto diventare un avvocato di successo, avere una famiglia felice, una macchina sportiva e una casa con un bel giardino fuori.


Avrei potuto. Ma il destino non muta. Il destino non può mutare senza cambiare tutto ciò che viene dopo, tutte le miriadi di storie che lo seguono, che ne sono la conseguenza.
Perchè la morte di una persona può salvare altre milioni di vite. E lo capii solo quando occhi-gialli mi sfuggì, tre volte, e riuscii ad assistere a una delle confessioni d'amore più pure e nobili a cui avessi mai assistito.
E...e riaprii gli occhi.
Dean. fu la prima voce che sentii. Ovviamente Castiel, che rimaneva immobile, seduto sul bordo del materasso a fissarmi a distanza, alternando lunghe occhiate al muro di fronte a sè. Come se ci fosse qualcosa di interessante da vedere, son of a bitch! Volevi abbandonarmi? Perchè, Dean? Cosa non andava in tutto quel che stavo facendo per te? Volevo solo risparmiarti il dolore di un destino che non potevi cambiare. sussurrò con una voce tremendamente ferma, e...bassa. Sembrava quasi vagamente -ma neanche troppo- dispiaciuto. Forse ferito. Ma perchè? In effetti non si era più fatto vivo, da quando gli avevo detto che non lo volevo lì con me ma io che c'entravo?!
Stavo per rispondere quando, ancora una volta con il suo fare superiore, mi precedette. Mi hai cacciato, non mi volevi con te Dean e io non potevo restare. Mi hai mandato via, come se non volessi essere fermato. So che voi umani siete strani, ho potuto osservarvi per un po', ma non capisco...perchè sei così masochista? domandò ancora, tornando a guardarmi, con l'aria da bambino innocente che non conosce il mondo. Scattai a sedere e mi scompigliai con una manata decisamente non leggera i capelli.
Forse perchè nessuno si è degnato di avvisarmi su come funziona il destino! ringhiai rabbioso, senza saperne il vero motivo. Odiavo tutto quello, odiavo aver visto mia madre segnare di nuovo il suo destino e non poterla fermare. Odia sè stesso perchè non riesce mai a salvare le persone "giuste".
Dean ma...ma dovevi saperlo. E comunque ci ho provato ma non mi hai ascoltato. provò a giustificarsi , ma non riuscii a sentire ragioni. Non capivo quell'angelo e non capivo come mai volesse farmi uscire di testa. Non...non volevo sapere nemmeno che diavolo voleva da me! Doveva lasciarmi in pace, dannazione.
Smettila. Sei un angelo stronzo e...volevi impedirmi di soffrire ma non ce l'hai fatta! Vuoi dirmi a che diavolo servi?! ringhiai, alzando appena gli occhi verso di lui, con aria di sfida. Lo avevo fatto tacere, questa volta? Aveva imparato a stare zitto e smetterla di mentirmi? Doveva tacere, volevo vederlo in silenzio, sconfitto. Ma quello che ottenni fu solamente uno sguardo confuso e vuoto.
Poteva un angelo provare emozioni come il dispiacere e il dolore? Anche se si definiva un soldato di Dio poteva...soffrire come un umano?
Dean. Io voglio solo salvarti...da te stesso. sussurrò, avvicinandosi alle mie labbra stavolta senza nemmeno sfiorarle.
E poi sparì.
Di nuovo.
STava diventando un'abitudine.
Son of a bitch

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: kleines licht