Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: vul95    05/12/2013    2 recensioni
Alla sua classe non sono iscritti solo inglesi. Bailong, ad esempio, è albanese. Poi c'è Jean Pierre, che è francese. Adè è arabo, Michael americano. Poi c'è qualche spagnolo, qualche portoghese. Tipo il ragazzo che è arrivato la settimana prima.
Duke sospira e si alza, sistemando il suo fido quaderno nella tracolla. Si scosta il ciuffo di capelli che gli cade sul volto, anche se è perfettamente inutile: un attimo dopo è di nuovo al suo posto.

[DukeAitor | AtsuMasa]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kariya Masaki, Minamisawa Atsushi, Paolo/Fidio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando Parli Italiano

Quando Parli Italiano

When You Speak Italian

 

Cuando Tu Hablas Italiano

 

Paolo Bianchi alza il capo e sorride -Grazie, ragazzi, per oggi è tutto.- si congeda, pulendosi i calzoni con qualche pacca sulle cosce.

Le sedie che si scostano dai banchi emettono un unico, cacofonico rumore.

Duke continua a scrivere i suoi appunti sull'uso delle doppie in italiano, concentrato.

-Duke, I have to go*.- lo richiama la voce di Alexander, di fianco a Bailong, che lo fissa come stesse parlando una lingua diversa dalla sua. Ed in effetti è così.

Il ragazzo ancora seduto annuisce ed alza una mano in segno di saluto, mormorando qualche parola in inglese, la sua lingua madre, prima di tornare a sistemare i suoi appunti. I suoi amici escono dalla classe, dandogli appuntamento a domani.

È ormai da tre mesi che frequenta la classe di Paolo. Abita in Italia, a Roma, da quattro, e dunque gli è parso logico cercare di imparare la lingua ufficiale, anche se gli italiani capiscono il suo inglese senza particolari problemi.

-Collettivo.- mormora, leggendo dal suo quaderno una delle parole di esempio che il suo insegnante ha loro dettato -Collettivo.- ripete. Lo infastidisce il suono del suo accento inglese sulle parole italiane, che non riesce a pronunciare come fa Paolo.

Alla sua classe non sono iscritti solo inglesi. Bailong, ad esempio, è albanese. Poi c'è Jean Pierre, che è francese. Adè è arabo, Michael americano. Poi c'è qualche spagnolo, qualche portoghese. Tipo il ragazzo che è arrivato la settimana prima.

Duke sospira e si alza, sistemando il suo fido quaderno nella tracolla. Si scosta il ciuffo di capelli che gli cade sul volto, anche se è perfettamente inutile: un attimo dopo è di nuovo al suo posto.

-No entiendo*.- la voce di qualcun altro gli fa sbattere perplesso le palpebre; pensava di essere solo.

Si volta e nota appunto il ragazzo arrivato la settimana prima, un certo Aitor, che, le mani nei capelli, fissa i suoi appunti. Sa che è spagnolo.

La classe è vuota se non per loro due, e quando Duke si avvicina a lui chiedendo –What*?- Aitor si volta verso di lui, sobbalzando: evidentemente anche lui credeva di essere solo.

Ha gli occhi color dell'ambra, i capelli turchesi e la faccia tonda, e lo guarda come fosse un alieno.

Balbetta qualcosa, a disagio. Poi indica il suo quaderno. Duke sa che non parla italiano da molto, quindi suppone non sappia come chiedere ciò che deve.

-... Collettivo?- legge ad alta voce, seguendo il dito dello spagnolo, che annuisce, aggrottando le sopracciglia.

-Coletivo.- ripete, per poi sbuffare.

Duke ridacchia, beccandosi un'occhiataccia. Giusto, gli spagnoli non sono abituati alle doppie.

-Non so dire.- balbetta Aitor in un italiano traballante, arrossendo di vergogna -Colettivo. Argh!- poggia la fronte sul banco, sospirando.

-Wait, wait*. Ripeti lentamente.- prova ad aiutarlo, parlando con calma per farsi capire. Aitor pare comprendere ed annuisce.

-Collettivo.- sillaba Duke, sottolineando con il dito la parola scritta sul quaderno.

-Colle...- comincia l'altro, concentrato -... tivo.- sbuffa ancora, scuotendo la testa -Non so dire buono.- biascica, tremendamente dispiaciuto.

-Bene.- lo corregge Duke, riprendendolo.

-Uh?-

-It's*- ehm, si dice "non lo so dire bene".- spiega, e il suo accento inglese si palesa come al solito, facendogli storcere il naso. Si guardano di nuovo.

Aitor lo guarda di sbieco -Sei bravo. Yo no hablo* italiano. Ma capisco si tu hablas*.- formula, spiegando -In Italia...?- cerca le parole, ma non le trova.

-Da quattro mesi.- risponde Duke, intuendo la domanda. Alza la mano, mostrando quattro dita per farsi capire meglio.

Pare capire, Aitor -Cuatro meses*?- sgrana gli occhi –Rápido* in imparare.- annuisce.

-Grazie.- ammicca lui.

Aitor si apre a tradimento in un piccolo sorriso.

Improvvisamente, Duke si accorge di voler sapere di più del ragazzo che ha di fronte -Da dove vieni?- chiede, indietreggiando e prendendo una sedia, avvicinandola al suo banco, per potergli stare vicino.

-Barcelona.- risponde l'altro, con il tipico accento spagnolo, la c che sembra una s. Ora che lo guarda meglio, lo spagnolo ha la carnagione più scura della sua -Tu?-

-Oxford.- gli sorride, e di nuovo si scosta i capelli dal viso.

Aitor annuisce, poi inclina il capo -Yo no conosco muy bien* Roma.- lo scuote -Es grande. E dificile capire dove andare.- sbuffa -... Non so dire... Dopie.- sospira rassegnato e chiude il quaderno, mettendolo nello zaino, borbottando contrariato.

-Non preoccuparti.- cerca di tirarlo su di morale Duke, sorridendo sghembo -Imparerai.- annuisce. Poi inclina il capo -... Vuoi vedere Roma?- gli chiede, guardandolo.

Lo spagnolo si volta verso di lui. Annuisce, lentamente, incontrando il suo sguardo.

-Posso farti da guida.- propone -Anche se non conosco bene tutto.- scrolla le spalle, e giurerebbe che l'altro sia arrossito.

-Va... Va bene.- annuisce quello, strofinandosi la guancia con la mano -... Però... Tu hablas.- sottolinea, e Duke ride ancora, seguito da un sorriso timido dello spagnolo -Va bene, parlo io.- assicura, poi gli occhi si soffermano per qualche secondo sull'orologio appeso nella stanza -Oh my…, è ora di pranzo.- si apre in un sorriso –Vuoi mangiare? Poi ti faccio vedere la città? Conosco un bel posto.- si alza, stranamente euforico, ed Aitor balbetta qualcosa annuendo, alzandosi in piedi a sua volta, rigido come un manico di scopa.

Sistemano le sedie, poi si avviano verso la porta, e venendo meno alla sua promessa, Duke comincia a tempestare Aitor di domande su di lui.

 

-Allora, andiamo a mangiare si o no? Giulio e Gianluca ci aspettano.- Paolo, poggiato al muro appena fuori la classe, sobbalza e si volta. Michele lo guarda con un sorriso, e lui annuisce –Si… scusa.- risponde sorridendo a sua volta.

-… Che stavi facendo? Origliavi?- domanda il compagno, incuriosito.

Paolo ride –No, ma che origliare.- scuote la testa, e si avviano.

-Sai…- comincia poi, cacciandosi le mani in tasca -Sono felice che la nostra lingua possa aiutare persone che normalmente non si comprenderebbero a capirsi.- spiega, di buon umore.

-… Mh?-

-Niente, niente…-

Aah, è così soddisfacente, insegnare l'italiano.

 

*

 

Penso che le espressioni straniere usate siano comprensibili, però non si sa mai, quindi, uh, ecco la traduzione (?)

I have to go: devo andare

No entiendo: non capisco

What?: cosa?
Wait, wait: aspetta, aspetta

Yo no hablo: io non parlo

Si tu hablas: se tu parli

Cuatro meses?: quattro mesi?

Ràpido: veloce

Muy bien: molto bene

 

*

 

Ok, ehm. Ho scritto questa fic di getto oggi sul cellulare, un po’ sull’autobus, un po’ a scuola, insomma (?). L’idea mi è venuta grazie alla mia amica Alessandra ale_edgy qui su EFP che ringrazio un sacco (grazie fungaH mia <3), che fa spagnolo da molti anni, e l’altro giorno mi ha raccontato che il suo insegnante, un madrelingua spagnolo che parla ovviamente anche l’italiano, ha problemi a pronunciare le doppie, poiché in Spagna non sono utilizzate, o se lo sono, per pochissimissimi (?) suoni. L’ho trovato semplicemente adorabile, e ieri mentre tornavo a casa ho avuto l’illuminazione folgorante (?) et voilà, Duke e Aitor (tanto per cambiar- coff) sono diventati i protagonisti di questa fic. Ho utilizzato i nomi europei per ovvi motivi di differenze linguistiche (?), visto che nel GO ne abbiamo per tutti i gusti. E Hakuryuu è diventato albanese NON SO UAI *ride
Ho lasciato i nomi europei anche ai personaggi italiani, perchè se c'è qualcosa che non sopporto è che i nomi originali e quelli europei vengano mischiati tra di loro quando è possibile non farlo. E Fideo mi è parso l'insegnante più indicato (?). L'ho ambientata a Roma perchè volevo relazionare i personaggi della mia OTP con la mia città natale, tutto qui. Non succede nulla di che, nella fic, solo un inglese che aiuta uno spagnolo a parlare in italiano, a conti fatti. È bello che, in un qualsiasi paese, due persone di nazionalità ancora diverse possano venire a capirsi grazie alla lingua di quel paese (che ovviamente devono conoscerla vabbeh-) eeeee- niente, tutto qui. Una fic senza particolari pretese sulla mia OTP che si incontra in modo inconsueto (?). Oh, si. Duke è un genio. L'ho sempre pensato. Quindi per lui imparare l'italiano non è un problema. Aitor ci metterà gli anni- amore- Per chi non lo sapesse, Alexander è Hyoudou Tsukasa; Bailong è Hakuryuu; Jean Pierre è Nishizono Shinsuke; Adè è Hamano Kaiji e Michael è Kurama Norihito. Paolo Bianchi è Fideo Ardena Aldena mai capito come sia; Michele è Marco Maseratti e Giulio è Demonio. Gianluca rimane Gianluca perchè è swag. Duke fantasticososbrillsbrill MacArthur ovviamente è Atsushi Minamisawa e Aitor arrrrr Cazador è Kariya Masaki.

Di spagnolo non so una parola. Quindi mi sono fatta aiutare da questa mia amica, e spero di non aver fatto sfondon-

Detto ciò, vi saluto, sperando che la fic vi sia piaciuta <3

Alla prossima <3 *regala biscotti

 

Greta.

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: vul95