Quando
Parli
Italiano
When You Speak Italian
Cuando Tu Hablas Italiano
Paolo Bianchi alza il capo e sorride -Grazie, ragazzi,
per oggi è tutto.- si congeda, pulendosi i calzoni con qualche pacca sulle
cosce.
Le sedie che si scostano dai banchi emettono un unico,
cacofonico rumore.
Duke continua a scrivere i suoi appunti
sull'uso delle doppie in italiano, concentrato.
-Duke, I have to go*.-
lo richiama la voce di Alexander, di fianco a Bailong, che lo fissa come stesse parlando una lingua
diversa dalla sua. Ed in effetti è così.
Il ragazzo ancora seduto annuisce ed alza una mano in
segno di saluto, mormorando qualche parola in inglese, la sua lingua madre,
prima di tornare a sistemare i suoi appunti. I suoi amici escono dalla classe, dandogli appuntamento a domani.
È ormai da tre mesi che frequenta la classe di Paolo.
Abita in Italia, a Roma, da quattro, e dunque gli è parso logico cercare di
imparare la lingua ufficiale, anche se gli italiani capiscono il suo inglese
senza particolari problemi.
-Collettivo.- mormora, leggendo dal suo quaderno una
delle parole di esempio che il suo insegnante ha loro
dettato -Collettivo.- ripete. Lo infastidisce il suono del suo accento inglese
sulle parole italiane, che non riesce a pronunciare
come fa Paolo.
Alla sua classe non sono iscritti solo inglesi. Bailong, ad esempio, è albanese. Poi c'è Jean Pierre, che è francese. Adè è arabo, Michael americano. Poi c'è qualche spagnolo, qualche portoghese. Tipo il ragazzo che è arrivato la
settimana prima.
Duke sospira e si alza, sistemando il suo
fido quaderno nella tracolla. Si scosta il ciuffo di capelli che gli cade sul volto, anche se è perfettamente inutile: un attimo
dopo è di nuovo al suo posto.
-No entiendo*.- la voce di qualcun altro gli fa sbattere
perplesso le palpebre; pensava di essere solo.
Si volta e nota appunto il ragazzo arrivato la settimana
prima, un certo Aitor, che, le mani nei capelli,
fissa i suoi appunti. Sa che è spagnolo.
La classe è vuota se non per loro due, e quando Duke si avvicina a lui chiedendo –What*?- Aitor si volta verso di lui,
sobbalzando: evidentemente anche lui credeva di essere
solo.
Ha gli occhi color dell'ambra, i capelli turchesi e la
faccia tonda, e lo guarda come fosse un alieno.
Balbetta qualcosa, a disagio. Poi indica il suo quaderno.
Duke sa che non parla italiano da molto, quindi
suppone non sappia come chiedere ciò che deve.
-... Collettivo?- legge ad alta voce, seguendo il dito
dello spagnolo, che annuisce, aggrottando le sopracciglia.
-Coletivo.- ripete,
per poi sbuffare.
Duke ridacchia, beccandosi
un'occhiataccia. Giusto, gli spagnoli non sono abituati alle doppie.
-Non so dire.- balbetta Aitor in un italiano traballante, arrossendo di vergogna -Colettivo. Argh!- poggia la fronte sul banco, sospirando.
-Wait, wait*. Ripeti
lentamente.- prova ad aiutarlo, parlando con calma per farsi capire. Aitor pare comprendere ed annuisce.
-Collettivo.- sillaba Duke,
sottolineando con il dito la parola scritta sul
quaderno.
-Colle...- comincia l'altro, concentrato -... tivo.- sbuffa
ancora, scuotendo la testa -Non so dire buono.-
biascica, tremendamente dispiaciuto.
-Bene.- lo
corregge Duke, riprendendolo.
-Uh?-
-It's*- ehm, si dice "non lo so dire bene".- spiega, e il suo accento
inglese si palesa come al solito, facendogli storcere
il naso. Si guardano di nuovo.
Aitor lo guarda di
sbieco -Sei bravo. Yo no
hablo* italiano. Ma capisco si tu hablas*.- formula, spiegando -In
Italia...?- cerca le parole, ma non le trova.
-Da quattro mesi.- risponde Duke,
intuendo la domanda. Alza la mano, mostrando quattro dita per farsi capire
meglio.
Pare capire, Aitor -Cuatro meses*?-
sgrana gli occhi –Rápido* in imparare.- annuisce.
-Grazie.- ammicca lui.
Aitor si apre a tradimento in un piccolo
sorriso.
Improvvisamente, Duke si
accorge di voler sapere di più del ragazzo che ha di
fronte -Da dove vieni?- chiede, indietreggiando e prendendo una sedia,
avvicinandola al suo banco, per potergli stare vicino.
-Barcelona.- risponde
l'altro, con il tipico accento spagnolo, la c
che sembra una s. Ora che lo guarda
meglio, lo spagnolo ha la carnagione più scura della sua -Tu?-
-Oxford.- gli sorride, e di nuovo si scosta
i capelli dal viso.
Aitor annuisce, poi inclina il capo -Yo no conosco muy bien* Roma.-
lo scuote -Es
grande. E dificile capire dove andare.- sbuffa -... Non so
dire... Dopie.-
sospira rassegnato e chiude il quaderno, mettendolo nello zaino, borbottando
contrariato.
-Non preoccuparti.- cerca di tirarlo su di morale Duke, sorridendo sghembo -Imparerai.- annuisce. Poi inclina
il capo -... Vuoi vedere Roma?- gli chiede, guardandolo.
Lo spagnolo si volta verso di lui. Annuisce, lentamente,
incontrando il suo sguardo.
-Posso farti da guida.- propone -Anche
se non conosco bene tutto.- scrolla le spalle, e giurerebbe che l'altro
sia arrossito.
-Va... Va bene.- annuisce quello,
strofinandosi la guancia con la mano -... Però... Tu hablas.- sottolinea, e Duke ride ancora, seguito da un sorriso timido dello
spagnolo -Va bene, parlo io.- assicura, poi gli occhi si soffermano per qualche
secondo sull'orologio appeso nella stanza -Oh
my…, è ora di pranzo.- si apre in un sorriso –Vuoi
mangiare? Poi ti faccio vedere la città? Conosco un
bel posto.- si alza, stranamente euforico, ed Aitor
balbetta qualcosa annuendo, alzandosi in piedi a sua volta, rigido come un
manico di scopa.
Sistemano le sedie, poi si avviano verso la porta, e
venendo meno alla sua promessa, Duke comincia a
tempestare Aitor di domande su di lui.
-Allora, andiamo a mangiare si o
no? Giulio e Gianluca ci aspettano.- Paolo, poggiato
al muro appena fuori la classe, sobbalza e si volta. Michele lo guarda con un
sorriso, e lui annuisce –Si… scusa.- risponde sorridendo a sua volta.
-… Che stavi facendo?
Origliavi?- domanda il compagno, incuriosito.
Paolo ride –No, ma che origliare.- scuote la testa, e si
avviano.
-Sai…- comincia poi, cacciandosi le mani in tasca -Sono felice che la nostra lingua possa aiutare persone che
normalmente non si comprenderebbero a capirsi.- spiega, di buon umore.
-… Mh?-
-Niente, niente…-
Aah, è così
soddisfacente, insegnare l'italiano.
*
Penso che le espressioni straniere usate siano
comprensibili, però non si sa mai, quindi, uh, ecco la traduzione (?)
I have to go: devo andare
No entiendo: non capisco
What?: cosa?
Wait, wait: aspetta, aspetta
Yo no hablo: io non parlo
Si tu hablas: se tu parli
Cuatro meses?: quattro
mesi?
Ràpido: veloce
Muy bien: molto bene
*
Ok,
ehm. Ho scritto questa fic di getto oggi sul
cellulare, un po’ sull’autobus, un po’ a scuola, insomma (?). L’idea mi è
venuta grazie alla mia amica Alessandra ale_edgy qui su EFP che ringrazio un sacco (grazie fungaH mia <3), che fa spagnolo
da molti anni, e l’altro giorno mi ha raccontato che il suo insegnante, un
madrelingua spagnolo che parla ovviamente anche l’italiano, ha problemi a
pronunciare le doppie, poiché in Spagna non sono utilizzate, o se lo sono, per pochissimissimi (?) suoni. L’ho trovato semplicemente adorabile, e ieri mentre tornavo a casa
ho avuto l’illuminazione folgorante (?) et voilà, Duke e Aitor (tanto per cambiar- coff) sono diventati i protagonisti di questa fic. Ho utilizzato i nomi europei per ovvi motivi di differenze linguistiche (?),
visto che nel GO ne abbiamo per tutti i gusti. E Hakuryuu è diventato albanese NON SO UAI *ride
Ho lasciato i nomi europei anche ai personaggi italiani, perchè se c'è qualcosa
che non sopporto è che i nomi originali e quelli europei vengano
mischiati tra di loro quando è possibile non farlo. E Fideo mi è parso l'insegnante più indicato (?). L'ho
ambientata a Roma perchè volevo relazionare i
personaggi della mia OTP con la mia città natale, tutto qui. Non succede nulla
di che, nella fic, solo un inglese che aiuta uno
spagnolo a parlare in italiano, a conti fatti. È bello che, in un qualsiasi
paese, due persone di nazionalità ancora diverse possano venire a capirsi
grazie alla lingua di quel paese (che ovviamente devono conoscerla vabbeh-) eeeee- niente, tutto
qui. Una fic senza particolari pretese sulla mia OTP
che si incontra in modo inconsueto (?). Oh, si. Duke è un genio. L'ho sempre pensato. Quindi
per lui imparare l'italiano non è un problema. Aitor
ci metterà gli anni- amore- Per chi non lo sapesse, Alexander è Hyoudou Tsukasa; Bailong è Hakuryuu; Jean Pierre è Nishizono Shinsuke; Adè è Hamano Kaiji e Michael è Kurama Norihito. Paolo Bianchi è Fideo Ardena Aldena mai capito come sia; Michele è Marco Maseratti e
Giulio è Demonio. Gianluca rimane Gianluca perchè è swag. Duke fantasticososbrillsbrill MacArthur ovviamente è Atsushi Minamisawa e Aitor arrrrr Cazador è Kariya Masaki.
Di spagnolo non so una
parola. Quindi mi sono
fatta aiutare da questa mia amica, e spero di non aver fatto sfondon-
Detto ciò, vi saluto, sperando che la fic vi sia
piaciuta <3
Alla prossima <3 *regala biscotti
Greta.