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Autore: Moonlight_1    05/12/2013    3 recensioni
Un posto oscuro obliato dal sole.
Nuvole nere. Una pietraia costeggiata dal mare … una landa desolata.
Che posto era? Quello era il mondo in cui viveva Ofelia.
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Clicca con il tasto destro sull' URL http://www.youtube.com/watch?v=TUYsjbP1esg e "apri nuova scheda", ascolta la canzone mentre leggi. P.S.: Faccio schifo con gli FBML e quant'altro, abbiate pietà.)

Un posto oscuro obliato dal sole.
Nuvole nere. Una pietraia costeggiata dal mare … una landa desolata.
Che posto era? Quello era il mondo in cui viveva Ofelia.
Portava nel cuore tristezza e dolore che le prosciugavano l’anima e le spezzavano le parole in gola.
Aveva lunghi capelli nero corvino, l’azzurro ghiaccio e il grigio antracite si mescolavano nei suoi occhi, la sua pelle lattea e pura risplendeva nel grigiore di quel posto maledetto .
Negli occhi c’era una tempesta malcelata. Ofelia portava con sé una lanterna per illuminare il suo cammino duro e difficile.
Stava attenta a non cadere tra i rovi, non inciampare nelle spine.
Camminava sulla pietraia.

Con passo leggero e insicuro, calpestava quella pietra dura e fredda … il mare, sotto, si schiantava contro le rocce.
Ofelia era una fragile creatura sospesa tra mare, cielo e pietra.
Le dolevano i piedi, il suolo era troppo duro. Il vento gelido le frustava il viso e le colpiva le braccia scoperte.
Indossava un semplice vestito, nero come la pece, lungo fino ai piedi e con uno scialle striminzito cercava di ripararsi dal freddo.

Cercava di andare avanti nonostante le intemperie, nonostante rischiasse di cadere in mare.

La notte buia imperversava ma la tempesta non accennava a scatenarsi.
Camminava insicura, con la lanterna che andava di qua e di là. Strizzava gli occhi alla ricerca di qualcosa che potesse scaldarle il cuore e darle un po' di speranza.
 
In quella fredda tenebra, vide un fiore purpureo che emanava una debole luce. Si fermò incantata ed estasiata. Si avvicinò e lo carezzò.
Sorrise. Raccolse quello splendido fiore e avvicinò la lanterna per ammirarlo meglio … non aveva mai visto i fiori o un colore diverso dal grigio pietra, bianco nebbia, il nero pece o color inchiostro.
Aveva da sempre desiderato vedere i colori.

Il fiore la stregò …
La grande corolla emanava una bellezza senza eguali.
Ripercorse la pietraia non sentendo più le spine che fino a poco prima le pungevano i piedi. Il vento, il freddo, la dura roccia. Non sentiva malessere, non vedeva più il male in quel posto.
Il fiore le regalava una magnifica illusione: tutto andava bene, il sole splendeva e lei era circondata dai colori.
Si beava della bellezza della corolla, del meraviglioso profumo.
Il sole non aveva mai battuto quelle lande e nessun fiore era mai sbocciato.
Era tutto un inganno.

I giorni passarono e il fiore iniziò ad assumere un’altra colorazione: iniziò ad ingrigire, a scurire. Grandi spine iniziarono a spuntare dal gambo e la punsero.
Ofelia rimase interdetta; non capiva il motivo di quella trasformazione. Perché quel fiore le faceva del male?
Non lo abbandonò, continuò a tenerlo stretto tra le mani sebbene cominciasse a ferirla.
Le spine l’avevano punta e lei aveva le mani ricoperte di tagli, si sentiva debole.
Un liquido verdastro e scuro cadde gocciolando dalle spine ormai nere. Bagnò i tagli e lei continuò a stringerlo perché il fiore le mostrava un mondo che non c’era, le dava il benessere che non aveva.

Il vento riprese a soffiare forte e il fiore le sfuggì dalle mani. Lo inseguì ma purtroppo cadde in mare, sospinto dal vento.
Ofelia urlò di dolore e la tempesta iniziò a scatenarsi.
Si sentì debole in quel preciso momento e un dolore le gravò in petto. Si ricordò di se stessa dopo poco, guardò i tagli provocati dal fiore e vide che erano ricoperti del liquido verdastro. Le dolevano, bruciavano.
D’un tratto si ricordò della lanterna. Dov’era? Si guardò attorno. La lanterna non c’era più e vento, mare, pioggia, si scatenarono prepotentemente. Era in balìa degli elementi. Al buio.
La tempesta non accennava a migliorare. Si coprì le orecchie per non sentire quel fracasso ma non ci fu nulla da fare. Sentiva tutto: freddo, boato, bagnato, dolore, bruciore … tutto. Tranne se stessa.
Correva inciampando, cercava la lanterna disperatamente. Quando la trovò, la vide incastrata tra alcune rocce. Il vento l’aveva portata lì, lontano da lei.
La luce bianca e abbagliante che emanava si era spenta. In compenso, quei terribili tagli le dolevano più che mai. Il respiro si fece corto ... capì di essere stata avvelenata. Ofelia desiderò che la sua anima partisse lontano.
Restò sul costone della pietraia con la lanterna spenta e attese che la sua anima lasciasse le spoglie mortali.
  
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