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Autore: _Eleuthera_    05/12/2013    11 recensioni
[SPOILER da THOR: THE DARK WORLD]
I funerali su Asgard sono qualcosa di spettacolare.
La barca affiorò al bordo della cascata e si librò nel cosmo, avvolta dalle fiamme, per il suo ultimo viaggio. Tutto sulla riva rimase muto e immobile. Neanche un sussurro, per salutare Loki.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Sif, Thor
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Attenzione: spoiler da Thor The Dark World
Per comprendere questa storia è necessario aver visto il film sopracitato.








NO ONE MOURNS THE LIVING
 
My part of death, no one so true
Did share it (…)
 
Non ci furono banchetti, né si alzò una coppa di vino. Non vennero accese candele e nessuna lanterna librò tra le stelle. Non ci fu nessun canto, nessuna parola, nemmeno una lacrima. La barca di legno scivolò sola dove il nero delle acque incontrava la mezzanotte, mentre sulla riva la gente di Asgard guardava. Nessuna preghiera, neanche un sussurro.
L'arciere sul molo impiegò poco più di un istante per prendere la mira, poi scoccò. La freccia si conficcò nel legno della prua, ma la barca era ormai troppo lontana e indistinguibile dal cielo e dalle onde e per un attimo Sif immaginò che la freccia si fosse conficcata dritta nel cuore di Loki e lo avesse ucciso. Poi si ricordò che Loki era già morto.
La barca affiorò al bordo della cascata e si librò nel cosmo, avvolta dalle fiamme, per il suo ultimo viaggio. Tutto sulla riva rimase muto e immobile. Neanche un sussurro, per salutare Loki.
 
«Per mio fratello», aveva detto Thor qualche ora prima, sollevando un boccale d'idromele. Poi aveva aggiunto, come per fugare eventuali dubbi: «Per Loki».
Sif lo guardò bere, seduta di fronte a lui. Quando ebbe finito, Thor aveva occhi umidi e rossi, e il cumulo di cocci alla sua destra non sarebbe mai stato una scusa convincente.
Thor scaraventò il boccale a terra un'altra volta. Sif alzò un sopracciglio, ma niente più. Ci sono molti modi per sfogare il dolore, ma il cuore di Thor era grande e i frammenti per terra non ancora abbastanza.
«È morto con onore», disse Sif, ma le sue parole le tornarono indietro, vuote e fragili, e la colpirono al petto. Thor sollevò appena lo sguardo dal tavolo. Sif, colpevole, abbassò il proprio.
«Ha sacrificato la sua vita per la mia». La voce di Thor arrivò opaca, un'ombra. Si allungò verso l'oste che stava passando e afferrò un altro boccale di idromele. Lo portò direttamente alla bocca. Poi si fermò, immobile.
«Che succede?» chiese Sif. Thor la guardò e aveva occhi stravolti, vecchi. Sif avrebbe voluto avere tutte le parole di tutti i Nove Mondi e saperle usare come forse neanche Loki sapeva e usarle per il guerriero che le sedeva di fronte, per placare il suo cuore in pezzi. Ma neanche quello sarebbe bastato, pensò. Sarebbe bastato un bacio, forse; ma non il suo.
«Non ho nemmeno più voglia di bere», disse Thor. La guardò, fisso, guardò il piccolo sorriso di lei; poi scoppiò a ridere. Anche Sif rise, un riso pieno di odio, perché Loki aveva dato la sua vita per Thor, mentre lei invece in nessun modo lo poteva salvare.
 
Mentre la barca bruciava sull'orlo delle acque, Sif pensò che c'erano stati giorni in cui aveva creduto che Loki sarebbe morto per mano sua. Aveva pensato di ucciderlo. Aveva pensato di trafiggerlo con la propria spada dalla doppia lama, di staccargli il capo dal collo con un fendente rapido come il grido di un'aquila; o di stringergli la gola finché la sua lingua d'argento non fosse penzolata fuori senza vita.
Aveva immaginato cosa sarebbe accaduto se si fosse svegliata in tempo, la notte in cui lui le aveva tagliato i capelli. Gli avrebbe tagliato la gola senza pensarci due volte, forse, incolpando l'istinto di guerriera, oppure gli avrebbe strappato il pugnale e con quello gli avrebbe reciso la lingua. Avrei dovuto farlo, vero, Loki?, pensò. Sarei dovuta scendere nelle prigioni e tagliarti la lingua e vedere se ne fosse uscito sangue o veleno. Avevo il diritto di farlo.
Lontano, oltre la fine delle acque, la barca ardeva. Sif si voltò verso Thor: anche i suoi occhi ardevano, colmi di lacrime immobili, trattenute. C'era silenzio, tanto silenzio, fuori di lei, dentro di lei. Poco più in là, il Padre degli Dei stava già facendo ritorno a palazzo.
 
Il Padre degli Dei era rimasto impassibile quando gli si era inginocchiata davanti in segno di rispetto. Erano soli nel corridoio ambrato; sulla riva le torce erano già accese e il colore delle fiamme si rifletteva sulle finestre.
«Mi rammarico per la vostra perdita», aveva detto Sif, un pugno stretto sul cuore per mostrare il dolore dei guerrieri. Odino non aveva detto nulla. Quando Sif sollevò il capo nulla solcò il viso del Padre degli Dei – non un ombra, non una lacrima.
«Alzati, Lady Sif», disse allora. Lei rimase immobile, senza sapere il perché; e Odino si avvicinò di un passo, guardandola dritta negli occhi con il suo unico sguardo affilato.
«È curioso come tu sia entrata nella vita dei miei figli, Lady Sif», sussurrò. «Fra tutti fosti colei che più amò Thor; e, fra tutti, colei che meno amò Loki».
Il silenzio. A Sif era sembrato di sentire il crepitio delle fiaccole, ma in seguito pensò di averlo solo immaginato. Si era alzata, ma non era andata via, e Odino aveva sospirato.
«Ricordo quando avevi capelli color dell'oro».
Sif quasi non si accorse della carezza. Rimase ancora qualche istante immobile, il crepitio delle fiaccole dentro al cuore, prima di andarsene.
 
Le torce erano mozziconi divorati dal fuoco. Presto le fiamme si sarebbero esaurite. La barca, invece, avrebbe continuato a bruciare ancora a lungo.
Loki era stato ucciso da un Elfo Oscuro. Questo il popolo di Asgard non lo sapeva, ma non avrebbe fatto la differenza. Lentamente la gente si ritirava dal molo, scompariva nelle case e nella notte. La barca ardeva, lontano, contro il cielo. Thor si passò una mano sul volto.
Sif rimase sulla riva. La barca non era ancora abbastanza lontana da essere scambiata per una stella. Ma poi, pensò, non era una barca. Era il cadavere di Loki.
Da dietro di lei arrivò il primo singhiozzo di Thor.
Nel cielo solo la la luce delle fiamme si consumava, nemmeno una lanterna.
Sif si voltò e si allontanò dalla riva.
 
Percorse le strade e i gradini fino al palazzo, entrò dai cancelli, varcò il portone, camminò lungo i corridoi e salì le scale fino alle proprie stanze.
Si richiuse la porta alle spalle e andò alla finestra mentre il boato sordo del proprio cuore rompeva il silenzio. La barca sfolgorava nella notte. Sif prese un respiro profondo, tremante.
 
Non sentiva niente.
 
Loki era morto, ma lei non sentiva niente.
 
Guardò ancora la barca che bruciava, poi si voltò. Mentre cercava qualcosa nel baule di fianco alla finestra, pensò a quando Loki aveva plasmato un pettirosso con un gesto della mano, il collo sottile come vetro e il colore sul petto una macchia d'inchiostro. Aveva svolazzato per qualche istante prima di librarsi verso di lei e posarsi sulla sua mano. Qualche giorno dopo si era svegliata e alzando la testa non aveva visto i capelli ricadere sul cuscino e...
Dal baule accanto alla finestra Sif estrasse una lanterna. Accese la miccia con un gesto netto, preciso. Poi si sporse al davanzale e lanciò la lanterna nell'aria fresca e sottile, quasi con rabbia.
Così si saluta un nemico, pensò Sif mentre la lanterna si sollevava nel cielo, dorata e bollente come le ceneri della barca funebre. Poi, senza emettere un suono, scivolò a terra e pianse fino ad addormentarsi.
 
Nel segreto della sala del trono, Loki si fece scivolare di dosso i panni del Padre degli Dei e andò alla finestra, dove la notte era scura e la barca sfolgorante come una stella.
Per un po' rimase a guardarla confondersi nel firmamento; poi aprì la finestra e, dal nulla, trasse una lanterna.
Allungò le braccia nella notte e attese che l'aria gli strappasse la lanterna dalle mani e la portasse con sé nelle spire del vento. Loki ne seguì i volteggi con lo sguardo e pensò che era bellissima, un gioiello nelle tenebre, sottile e luminosa; e sola.
Infine chiuse la finestra, andò verso il trono e vi si sedette, la vasta sala vuota davanti a lui; e non guardò più le proprie spoglie che ardevano nella notte, né la lanterna che saliva nel cielo per incontrare, solo per un attimo, la luce di un'altra alterna dorata, per poi scomparire nel buio.












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Thor The Dark World è stata un'esperienza memorabile per me, perché ho avuto la fortuna di andarci digiuna da spoiler e ogni colpo di scena è stato un vero e proprio colpo. Una delle prime immagini che mi sono affiorate alla mente dopo aver masticato un po' la prima visione del film è stata quella di Loki che celebra il proprio funerale, dopo aver assunto le sembianze di Odino. Un paio di viaggi in treno hanno fatto il resto.
Non so quanto di Loki/Sif ci sia qui dentro, ma il paring di per sé mi piace molto e c'è stato uno scambio di battute nel film nel quale io ci ho vist un mondo intero. Prima o poi mi impegnerò sul serio a trarne qualche storia...
La citazione con cui si apre il racconto è tratta dalla canzone di Feste nell'atto secondo de "La dodicesima notte" di W. Shakespeare. E' difficile renderla in italiano, ma significa qualcosa come "nessuno fece meglio di me la mia parte di morte".
Se questa storia vi è piaciuta potrebbero piacervi anche le mie altre fan fiction. Fate un salto sul mio profilo o aggiungetemi a facebook (www.facebook.com/eleuthera.efp). Ho anche un account ask, che trovate qui: ask.fm/Eleuthera
Vi ringrazio per aver letto e vi ringrazio doppiamente per ogni commento, like, condivisione.
Un abbraccio!

Eleu
   
 
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