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Autore: _Eterea_    05/12/2013    4 recensioni
Dal testo: "Avrebbe cantato, perché era stato deciso che con la sua carriera avrebbe intrattenuto e conquistato svariati uomini.
Avrebbe amato, perché per quello che era stata disegnata.
E avrebbe vissuto, perché così le era stato imposto."
9° Classificata al MuseContest, e premio Originalità da parte della giudicia Schnusschen.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome autore: _Eterea_
Titolo della storia: Un disegno può pensare, Jessica?
Lunghezza: Flashfic - 321 parole
Rating: verde
Genere: Malinconico, introspettivo
Fandom: Disney (Chi ha incastrato Roger Rabbit?)
Introduzione: Dal testo: "Avrebbe cantato, perché era stato deciso che con la sua carriera avrebbe intrattenuto e conquistato svariati uomini.
Avrebbe amato, perché per quello che era stata disegnata.
E avrebbe vissuto, perché così le era stato imposto."

 
 
Un disegno può pensare, Jessica?
 
 
*
In principio ebbe vita la forma.
 
Così semplice - quasi elementare, all'inizio - per poi evolversi in un labirinto di linee.
Curve morbide, così seducenti.
Tutto per arrivare a lei.
 
La donna pareva respirare, sbattere le lunghe ciglia, allungare impercettibilmente una delle gambe sinuose, quasi  volesse stiracchiarla nel piccolo e liscio foglio bianco.
Reclamava un nome, una storia ed un carattere.
E tutto già esisteva, doveva solo essere trasportato dalla mente alla carta.
 
Accadde.
 
Jessica iniziò a provare tante cose: vanità -  si sentiva bella e sapeva di esserlo, per qualche motivo a lei sconosciuto - poi la furbizia e subito dopo ancora scoprì la lussuria.
Con violenza percepì l'amore.
Un amore assurdo e senza paragoni; che avrebbe fatto ridere e sospirare, commuovere ed intrattenere qualcuno che lei non avrebbe mai conosciuto.
Sentì anche qualcos'altro, all'improvviso: qualcosa di ruvido e rovente, di oscuro e profondo... un sentimento contrastante con il suo essere, ma che serviva a renderla completa e quasi umana nel suo stereotipo.
 
Per concludere, arrivò la consapevolezza.
Quella che servì per accettare che, seppur avrebbe camminato e parlato con gli esseri umani, non avrebbe mai potuto far parte completamente del loro mondo.
 La consapevolezza di essere solo una figura animata, di essere stata creata solo per un determinato scopo scelto precedentemente da altri per lei e che avrebbe dovuto accettare... perché non aveva scelta.
Jessica non avrebbe mai avuto molta scelta.
Avrebbe cantato, perché era stato deciso che con la sua carriera avrebbe intrattenuto e conquistato svariati uomini.
Avrebbe amato, perché per quello che era stata disegnata.
E avrebbe vissuto, perché così le era stato imposto.
 
Jessica Rabbit sarebbe stata quello che qualcun'altro aveva pensato ed immaginato per lei.
Ed a nessuno sarebbe mai passato per la mente di chiederle:
Era così che ti saresti disegnata, sensuale e cattiva, Jessica?
Cosa vuoi fare, Jessica?
Sei tu a pensare?  Provi davvero amore, rabbia e dolore... o è solo un'illusione?

 
*
 
Note Autrice:
 
Ciao a tutti, torno dopo un po' (PO') di pausa con questa piccola flash.
Nona Classificata al Muse contest e premio Originalità da parte della giudiciA Schnusschen.
 
Comunque.
Non c'è molto da dire: questa flash è nata qualche notte fa, mi sono svegliata apposta per scriverla e devo dire che mi piace abbastanza.
Mi ha sempre affascinata parecchio il personaggio di Jessica, è mi ha sempre dato molto da riflettere la sua famosa frase "Io non sono cattiva, è che mi disegnano così", perché fa capire che è consapevole di tutto ciò che circonda il suo essere... e, sinceramente pensandoci un po', mi fa molta tristezza questo suo sapere di dover essere per forza in un certo modo perché è stata creata così.
Non so, fatemi sapere cosa ne pensate, credo sia un argomento interessante... almeno, per me lo è.

A presto (spero)!
Ete
   
 
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