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Autore: _xheystyles    06/12/2013    68 recensioni
Casa Payne è sempre stata famosa per le feste che i due fratelli Payne vi organizzavano. Le feste, considerate le persone, l'alcol e la musica, erano sempre perfette e duravano tutta la notte, e questo anche perché la casa era paragonabile a una reggia, un castello o a una villa di lusso. Questo perché, effettivamente, la famiglia Payne era una famiglia di lusso.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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#7










Quando Tiffany si svegliò, non era arrabbiata o stanca, come ogni mattina. Quella domenica di settembre, si sentiva insolitamente strana. Ciò che stava sotto la sua testa era convinta non fosse il suo cuscino. Spaventata, si svegliò di scatto.
Aprì gli occhi, vedendo la parete del muro, illuminata dai deboli raggi di luce che riuscirono ad entrare nella stanza buia.
Guardò verso quel corpo, del quale sentiva il calore, e fu sorpresa nel vedere il viso di Zayn Malik, il suo vicino di casa. 
Tiffany non poté trattenersi dallo spalancare la bocca. Chiunque si poteva aspettare, qualsiasi persona, nel suo letto, ma non il nipote del signor Malik. 
Ripensandoci, però, se lo immaginava abbastanza bene, lì. Magari nudo. 
Si sedette davanti al suo corpo, osservandolo. Era senza maglietta, la bionda non fece in tempo a chiedersi il perché, che notò che lei stessa indossava la maglietta di un ragazzo. Doveva essere per forza la sua. 
Però indossava i jeans, notò, e anche la ragazza era completamente ‘coperta’ nel suo vestito nero, e la maglietta profumata. 
Profumo che ricordava di aver sentito tutta la notte. 
Se erano completamente vestiti, pensò, non avevano fatto sesso. Se lo sarebbe ricordato se fosse successo. 
Guardò per terra, notando una bottiglia svuotata completamente di vodka, proprio sul pavimento. Improvvisamente la bionda si ricordò della sera precedente, sentendo rabbia e tristezza nei confronti del riccio, ma non riuscendo a nascondere un sorriso per Malik. Si toccò, senza neanche accorgersene, le labbra. Poteva giurare di riuscire a sentire a distanza di ore il gusto di tabacco del moro. 
Alzandosi dal letto, Tiffany Payne si pettinò i lunghi capelli biondi, e si avviò verso la porta. Si girò, pronta a svegliare il ragazzo, ma cambiò idea quando si accorse dell'espressione felice e rilassata che portava sul volto. Troppo dolce, per essere svegliato e disturbato. 
Quando giunse al piano di sotto, il pavimento del salotto era completamente coperto da bicchieri, bottiglie e qualche scarpa. Era quasi impossibile riconoscere il colore delle piastrelle. 
Aprì la porta della cucina, trovando subito un pacchetto di sigarette appoggiato sul tavolo da pranzo. Aprì la porta finestra e la accese, rimanendo dentro la cucina, convinta che, in questo modo, al 100% il fumo non sarebbe rimasto dentro casa. 
Fece per sedersi sulla poltrona, per stare più comoda, ma si accorse di una persona coricata proprio li. Urlò dallo spavento, per poi ridere da sola.
Il suo migliore amico era li, bello come sempre. Tiffany aveva avuto l'occasione di osservare la bellezza di Louis molte volte, in quegli anni. Le piaceva guardarlo di primo mattino, o quando era stressato per un compito, o triste per qualche stupido motivo. 
Non che provasse felicità nel vederlo triste, ovviamente, le piaceva semplicemente annotarsi mentalmente che, in tutti i modi e momenti, lui era sempre bello. 
Gli sistemò i capelli, che gli ricadevano dolcemente sulla fronte, e andò a versarsi una tazza di latte.
“Sei impazzita?” urlò una voce alle sue spalle. 
La bionda fece un salto, spaventandosi e rischiando di buttare il latte per terra. 
Non sarebbe cambiato molto, comunque, dato il casino che vi era nella casa. 
“Tu sei impazzito?” richiese la bionda, mettendosi una mano sul petto, come per calmarsi.
I grandi occhi azzurri la osservarono riprendere fiato. 
“C'è Zayn in camera tua, Tiff” disse Niall, indicando le scale. 
Tiffany annuì, non seguendolo. 
Era già abbastanza difficile fare qualcosa di mattina, figurarsi parlare o, addirittura, pensare! 
“Tra un po' si sveglierà Liam, cogliona” le disse.
Tiffany sbuffò. 
“Giusto, vado a svegliare Malik” disse, andando verso la porta. “Aspetta, ma dove cazzo hai dormito?” 
“Con Liam, gli ho rubato tutta la coperta” le risposte, regalandole una risata malefica che faceva sempre sorridere la bionda. 
Quando la ragazza giunse alla sua camera, al piano di sopra, non riuscì a non fissare per qualche secondo il volto del moro.
Zayn giaceva comodamente sul suo letto. Vedendo la cintura che portava in vita, la bionda pensò che probabilmente non doveva stare poi così comodo. 
Nonostante i jeans attillati e decisamente troppo duri per dormire, il viso del ragazzo sembrava rilassato, calmo e bello. 
E sì, Tiffany dovette ammettere a se stessa che Zayn era davvero bello. 
Le ciglia nere, più lunghe di quelle della ragazza, gli accarezzavano dolcemente le guance, mentre il naso e la bocca erano impegnati in un tranquillo respiro, assumendo espressioni pacifiche. 
Tiffany ripensò alla notte precedente, chiedendosi perché fosse andato proprio lui fuori, quando lei stava male. Sarebbe potuto andare Louis, sarebbe stato più giusto, probabilmente.
Pensò che, forse, il ragazzo provava qualche interesse nei suoi confronti. Sapeva che poteva essere una ragione più che valida, ma si accorse  di sentire per la prima volta una strana sensazione al petto, salire fino alla gola, provocandole prurito e fastidio. 
Nonostante sapesse di essere una bella ragazza, non era sicura di essere al livello di Zayn Malik. I suoi occhi blu oceano erano un tappo di coca cola rispetto alla profondità di quelli miele del ragazzo. Le labbra, segnate dall'uso dei rossetti, che lei amava, non avrebbero mai reso giustizia davanti alle sue, morbide. Tiffany si trovò a desiderare che il ragazzo la volesse. Scosse la testa, scacciando quei pensieri fin troppo assurdi, stupita di poter pensare cose del genere. 
Si avvicinò lentamente, “svegliati, Zayn” sussurrò.
Non si mosse di un centimetro. Si stufò dopo il primo tentativo. Prese un altro cuscino e iniziò a sbatterglielo sulla faccia e nel resto del corpo, facendolo urlare.
“Malata” le disse strillando, prendendola dai polsi per fermarla. 
Tiffany rise, gettandosi affianco al suo corpo, sul materasso morbido. 
Le loro risate si unirono, fino a trasformarsi in un respiro finale. 
“Almeno ti sei svegliato, coglione”.
Zayn alzò il sopracciglio, decidendo di provocare la ragazza. 
Si spostò velocemente dalla sua posizione principale, mettendosi sopra la ragazza. Si appoggiò ai gomiti per non pesarle e una gamba si ritrovò essere in mezzo alle sue. La osservò sorridere storta. Iniziava a conoscere a memoria quel ghigno. 
“Sarebbe questo il tuo buongiorno, Tiff?” sussurrò sulla sua pelle, distando poco da quelle labbra. 
Un velo di irritazione si creò inizialmente sul volto della ragazza, scocciata del soprannome che continuava ad usare. 
Poi sogghignò, accettando la provocazione del moro. Lo osservò attentamente. Il volto divertito gli donava perfettamente, avrebbe voluto vederlo sempre con quel sorriso, così simile a quello di un bambino. 
“Tu come lo vorresti?” gli risposte, avvicinandosi al suo orecchio e leccandogli lentamente il lobo. 
Si spostò poi sul collo, all'attaccatura dei capelli - un punto particolarmente sensibile del ragazzo, aveva scoperto - e poi nuovamente sul collo. Sentì dei piccoli e silenziosi gemiti uscire dalla bocca di Zayn, facendo sorridere Tiffany.
“Così” risposte, riprendendo fiato. Si avvicinò lentamente alle labbra rosee della bionda, osservandole. 
Ai suoi occhi, risultavano stupende. Formate da un infinità di linee, con tonalità di rosa e rosso che non aveva mai visto, ma che sapeva essere il colore più bello che potesse esistere. 
Fece in tempo a sfiorarle leggermente con le sue, che venne spinto giù dal letto.
Avrebbe voluto sentire il gusto della ragazza per la seconda volta, ma sentì solo la sua risata invadere la stanza. 
“Proprio così?” chiese ironica, scendendo dal letto e avanzando verso la porta. 
Zayn si alzò, ridendo. Stronza, pensò, ma ancora più bella. 
Seguì la ragazza uscire dalla camera e si diresse verso il piano inferiore.
Il primo ad accettare il moro nella cucina fu Louis, sorridente ed iperattivo anche di primo mattino. 
“Buongiorno Zayn, e anche a te Tiff!” le disse il miglior amico. Corse la lei e la abbracciò. 
“Hai dormito con Zayn?” il moro sentì Louis chiederle, e lei gli fece un gesto con la mano come per dirgli di lasciar perdere, di non insistere. 
“Liam?” chiese il ragazzo, guardandosi intorno.
“Sta ancora dormendo” risposte Niall, che aveva saggiamente deciso di rimanere seduto a mangiare i suoi cereali. 
Quando Zayn e Louis si sedettero a tavola, e incominciarono a parlare, non si accorsero della sparizione di Tiffany - o almeno, non ne fecero parola. Dopo qualche minuto, però, la ragazza si presentò al piano inferiore coperta dai dei leggins semplici e da una maglietta dei rolling stones, che Zayn intuì essere di Liam, essendo decisamente grande per una ragazza magra come lei.
“Dove vai, tesoro?” le chiese dolcemente Louis. 
“Da Harry” disse soltanto. Immerse gli occhi nelle pupille stupite di Zayn per qualche secondo, interrompendo poi il contatto per ascoltare Niall.
“Ottima mossa andare far pace indossando la sua maglietta” le disse, prendendola in giro. 
Rise, prese il pacchetto di sigarette lasciato sul banco e uscì senza neanche fare colazione. 
“Vuoi un passaggio, baby?” le chiese Louis, urlando, per farsi sentire attraverso le mura. 
Ricevette come risposta un lontano “no, dopo ti chiamo” e un tonfo, che capì essere la porta che si chiuse. 
Mille domande, intanto, iniziarono a formarsi nella mente di Zayn; voleva semplicemente fare pace, o dichiararsi, magari chiedergli di stare insieme come una coppia? Scosse velocemente la testa, scacciando quei pensieri che non aveva mai fatto riguardo un altra ragazza. 
“Zayn, tutto ok?” lo interruppe Niall, guardandolo curioso. Percepì Louis assumere la stessa espressione preoccupata. 
Il moro, invece, si limitò a un'alzata di spalle. 
“Liam non sa che hai dormito con Tiffany, se è a quello che stai pensando” annunciò il biondo, continuando a mangiare i corn flakes. Zayn sorrise e scosse la testa.
“Non ci stavo pensando” disse, facendo ridere i due amici. 

“Buongiorno Anne” disse la bionda con la voce squillante, estremamente educata che era solita ad usare con i genitori dei suoi amici. 
“Ciao Tiffany, entra”.
La donna le sorrise gentilmente. Tiffany non andava spesso a casa Styles, specialmente perché Harry era quasi sempre a casa sua. Qualche volta ci andava Liam, ma mai lei. 
“Harry è in camera, si è svegliato pochi minuti fa” continuò, sorridente. 
Anne, bella donna, giovane e con un sorriso da togliere il fiato, le indicò le scale. Tiffany annuì, fingendosi timida, e salì le scale. Sapeva esattamente il motivo del sorriso così bello di Anne: le fossette. Ma lei preferiva quelle di Harry, morbide al tatto, dolci e allo stesso tempo sexy da osservare. 
Quando giunse davanti alla porta che ricordava essere del riccio, non si preoccupò di bussare ed entrò. 
Lo trovò vestito nei suoi boxer - che, sapeva bene, usava come pigiama -, appoggiato al davanzale della finestra con le mani. 
La bionda, da quella visuale, poteva contemplare le spalle grosse e la schiena muscolosa. Sorrise, al ricordo delle sue unghie scavate in quella pelle. Forse, se avesse osservato da più vicino, sarebbe riuscita a trovare qualche graffio o segno rosso qua e la, sparso in quella pelle chiara che Tiffany amava accarezzare e graffiare.
“Harry” disse, cerando di non lasciar scappare dalla gola nessuna emozione. 
Il riccio si voltò di scatto, leggermente sorpreso. Doveva essere travolto da suoi pensieri, per non aver sentito il rumore della porta. 
“Hey” disse semplicemente. 
Tiffany sospirò, non sopportava quella situazione, non avrebbe neanche continuato a stare a quel gioco, comportandosi come una bambina alle prime armi. 
Si sedette sul letto dell'amico, cercando di non distrarsi dal petto muscoloso e tatuato. 
“Spiegami” disse soltanto. 
Harry la guardò, così intensamente che Tiffany iniziò ad aver paura di andare in fiamme, o di sparire per quanto la stava consumando. 
“Ho sbagliato, lo so” disse, lentamente. 
Sembrava avesse la testa così piena di pensieri che non riuscisse ad individuarne nitidamente uno.
“Si” gli diede ragione la bionda, “hai sbagliato. Se ti piacessi, Harry, non continueresti ad andare con le altre”.
La ragazza capì di aver stupito Harry, ma sapeva di aver detto solo il vero.
Harry aprì la bocca, come per obbiettare, per aggiungere qualcosa, ma la richiuse poco dopo, senza proferir parola. 
Tiffany si alzò per stare alla stessa altezza del moro, anche se lui la superava, e non di poco. Gli sorrise. Harry pensò di poter volare, o cadere. Qualsiasi cosa, ma era sicuro di non riuscire a sentire il pavimento, per la felicità. Perché quel sorriso, l'aveva visto dedicarlo a poche persone. 
Ricordava perfettamente la prima volta che Tiffany gli aveva sorriso in quel modo, due anni prima, quando l'aveva portata al concerto di Eminem. Era riuscito a trovare dei biglietti tra le prime file, aveva fatto di tutto per portarla fuori, solo loro due, ed aveva ricevuto come premio quel sorriso. Da quel giorno, lo teneva ben custodito, in uno spazio importante del suo cuore, e aveva sempre avuto la certezza che, se fosse stato male, quel sorriso l'avrebbe aiutato.
Sorrise di rimando. “Scusa, ero ubriaco” mentì. 
“Lo so” disse, alzando le spalle. 
Gli si avvicinò di più e lo abbracciò, sorprendendo il riccio, che ricambiò la stretta poco dopo, stringendola forte, come per non lasciarla andare. Non sapeva però, che la ragazza non se ne sarebbe andata in nessun caso.
“Ho davvero avuto paura di perderti” gli disse Tiffany. 
Harry sentì dei brividi passargli sulla schiena. Si chiedeva come avrebbe fatto a nascondere quei sentimenti così forti. 
Le diede un baciò tra i capelli, odorandoli. Emanavano un dolce odore di camomilla, come sempre.
“Non mi perderai mai, Tiff” sussurrò. 

“Pronto?”.
“Sono Louis, tesoro” sentì la sua dolce e acuta voce uscire dal viva voce del suo iPhone. 
“Non dirmi che non puoi più accompagnarmi” disse soltanto, aspettandosi già la risposta. 
Sentiva, già da quella stessa mattina, che qualcosa sarebbe andato storto. 
“Non è colpa mia, lo sai” disse, velocemente, “devo fare il baby sitter alle figlie dei miei vicino”. 
Tiffany sbuffò, “perfetto, non ti dirò se ho fatto pace con Harry o no”. 
In verità, dopo aver parlato e guardato la televisione con il riccio per qualche ora, tornò a casa, nonostante i vari inviti della madre di restare a pranzo. Non voleva lasciare Liam solo, e, sinceramente, non le piaceva granché casa Styles. 
Louis rise, “è ovvio che ci hai fatto pace” disse, senza smettere di ridere, “mi avresti chiamato prima se non fosse stato così”.
Tiffany aprì leggermente la bocca, stupita, e annuì. Quel ragazzo la conosceva davvero, in tutto. 
“Non gli piaccio, ha detto” continuò a parlare la bionda, mentre passava del mascara sulle ciglia troppo corte, a suo parere. 
Il migliore amico rimase in silenzio.
“Sei morto?” chiese Tiff. 
“Ha detto così?”.
“Già, che era ubriaco” continuò, “me l'ero aspettata, infondo”.
Sentì l'amico sospirare, ma non si soffermo sul chiederle altro. Era in ritardo, e sarebbe andata al centro commerciale con o senza Louis Tomlinson. 
“Ci sentiamo dopo, criceto” gli disse Tiff, chiudendo subito il telefono. 
Corse in bagno per lavarsi i denti e in men che non si dica si trovò davanti alla porta d'uscita. 
“Dove vai, Tiff?” sentì richiamarsi.
“Centro commerciale” disse, prendendo il piumino dall'armadio dei giubbotti, e indossandolo. 
“E mi lasci da solo a casa?” chiese Liam, tristemente falso. 
“Chiama qualcuno”.
“Ma se ne sono tutti andati meno di tre ore fa!” si lamentò. 
“Vai da Harry, allora” gli suggerì.
Liam parve illuminarsi per l'idea della sorella. Le diede un bacio sulla guancia, ricordandole di stare attenta e la lasciò uscire. 
Non che avesse bisogno del suo permesso, ma Liam amava sentirsi importante, fondamentale nella vita della sorella. Era la sua Tiffany. 
Avrebbe voluto proteggerla da tutto, specialmente dai ragazzi. Non erano tutti dei maiali, ovviamente, ma la bionda riceveva un gran numero di attenzioni da parte dei maschi, e Liam, essendo un ragazzo, sapeva cosa pensavano. Gli dava semplicemente fastidio pensare alla sorella come una ragazza usata, solo per il loro piacere. Non l'avrebbe mai permesso e, infondo, sapeva che la sorella era abbastanza forte per capire tutto. 
La prima cosa che fece Tiffany, quando uscì di casa, fu accendere una sigaretta. Non le dispiaceva dover andare al centro commerciale da sola, a volte non le dispiaceva passare del tempo con se stessa. Inoltre, non avrebbe mai rinunciato all'apertura del suo negozio preferito in quella piccola cittadina. 
A piedi, ci mise meno di quindici minuti. Infreddolita e con tutto il naso rosso, decise di sedersi prima in un caffè. 
Fece in tempo solo a mettere un piede dentro la caffetteria, che in lontananza, nell'ultimo tavolino di legno illuminato dalla luce fioca, riconobbe quei capelli, quelle mani che tenevano un giornale, quel viso concentrato nella lettura che aveva visto solamente poche ore prima. Si avvicinò e senza chiedergli nulla si sedette. 
“Sei diventato uno stalker?” chiese.
Il ragazzo fece un salto sulla sedia dallo spavento e quando, abbassato il giornale, incontrò gli occhi blu della ragazza iniziò a ridere. 
Era la stessa risata che pochi giorni prima aveva contagiato Tiff, e fece lo stesso, quella volta. 
“Potrei dirti lo stesso, Tiff” rise. 
Quando il cameriere prese le ordinazioni, Zayn chiese una cioccolata, e la bionda optò per un tè alle fragole. 
“Perché sei sola, Tiff?”.
“Louis mi ha paccato” disse, tristemente, “tu?”
“Niall si è addormentato, probabilmente lo sta ancora facendo”.
Tiff scosse la testa, divertita all'idea delle due cose che l'amico sapeva fare meglio: mangiare e dormire. 
Come poterlo fraintendere? Erano entrambe attività meravigliose da svolgere. 
“E con Harry?” chiese Zayn, indifferente, girando la cioccolata con il cucchiaino. 
“Bene, bene” disse, imitandolo, “ha detto che era solo ubriaco”. 
Zayn alzò gli occhi verso il viso della bionda, stupito. 
“Davvero?”.
Tiffany annuì, e bevve il primo sorso del tè. Era il suo preferito. 
“Devi assaggiarlo” disse soltanto, porgendogli il bicchiere. 
Zayn guardò storto prima l'amica, e poi la tazza fumante che continuava a tenere davanti al suo viso. 
Alzò gli occhi in cielo e prese un sorso dalla tazza. 
“Fa schifo”.
La ragazza assunse un espressione oltraggiata, quasi scioccata dalle sue parole. Aprì la bocca e la coprì con un mano, teatralmente. 
“Stai scherzando, vero?” gli disse poi, seria, guardandolo male. 
“No, troppo dolce” affermò. 
Tiffany si mostrò sconvolta e poi, rassegnata, scosse la testa verso il basso. 
“Sei fuori dal mio gruppo”. 
Zayn rise, “che gruppo sarebbe?”.
“Persone a cui Tiffany Payne vuole bene” affermò, seriamente convinta. Zayn la osservò, sorridente com'era. Ai suoi occhi sembrava avvolta da una luce propria, emetteva la sua bellezza e irradiava indipendenza, forza. Perché era proprio così che la vedeva chiunque. 
“Cosa posso fare per farne parte, eccetto bere questo schifo?” disse, alludendo al te. 
Tiffany dovette trattenersi dal non sbattergli la testa sul tavolo per aver insultato il suo tè preferito. 
“Accompagnarmi da h&m”.
Il moro annuì e Tiff applaudì felicemente, sorridendo. 

“Vaffanculo, Tiffany Payne” disse, dolcemente. 
“Perché? Non ci ho messo molto!” ripeté per la centesima volta, litigando. 
“Un ora in un solo negozio non è molto, secondo te?” le chiese, guardandola stupito. 
Era stanco, si capiva, ma non poteva non smettere di ridere vedendolo così adirato; e la vera felicità era sapere che era stata lei a farlo innervosire così tanto. Era davvero orgogliosa di se stessa. 
Ci fu qualche attimo di silenzio, in cui entrambi si accesero una sigaretta, che Zayn le offrì. 
“Zayn” disse, dopo qualche tiro.
Il moro annuì, aspettando ciò le sue parole. 
“Perché sei rimasto a dormire con me, stanotte?” disse, sembrando tranquilla. 
Nel frattempo, nonostante stessero camminando, immaginò di vedere lei con il ragazzo da dietro, o da davanti. Probabilmente sembravano carini, visti dall'esterno. Sorrise, senza neanche accorgersene. 
“Me l'hai chiesto tu, Tiff” disse, dopo averci pensato su. 
“No, non lo ricordo” era confusa. 
“Probabilmente eri ubriaca, o troppo stanca” disse sorridendo, ripensando alla notte precedente, “ti ho portata in camera tua, e quando ti ho appoggiata sul letto ti sei lamentata chiedendomi di restare”.
Tiffany sorrise. Non le sembrava di essersi mai comportata così con nessuno.
Anzi, tutti sapevano che di notte le piaceva dormire da sola, che stando troppo vicino a qualcun altro avrebbe avuto caldo, o si sarebbe sentita schiacciata. 
Eppure, si era comportata, quella notte, in un modo completamente nuovo, e non ne sapeva neanche il motivo.
Spostò lo sguardo sul moro e lo vide sorridere, come stava facendo lei. 
“Almeno hai dormito bene?” gli chiese, fermandosi. 
Erano ormai arrivati davanti alle rispettive case. 
Zayn la osservò attentamente, soffermandosi non solo sulle labbra o sugli occhi, che aveva già avuto tempo di studiare quella notte, mentre dormiva. Si concentrò, invece, sulla pelle, sui nei che la abbellivano, sui capelli lisci appoggiati delicatamente sulle spalle. 
“Si, tu?”.
“Ovvio, avevo un cuscino comodissimo” rise. 
Si avvicinò al moro, avendo intenzione di dargli un bacio sulla guancia, per salutarlo. 
Zayn, però, la superò. Si avvicinò alla sua guancia e le respirò sulla pelle. 
"Dovremo rifarlo, allora” propose, e Tiffany, sentendo dei brividi passarle nel collo, si trovò ad essere d'accordo con l'idea. 
Fece per darle un bacio sulla guancia, ma si avvicinò alle labbra rosee, coperte da un leggero strato di burro cacao. 
Le osservò a lungo, le vide assumere pieghe diverse, fino ad assomigliare a un leggero sorriso, uno di quelli che non noti se non lo studi attentamente.
Infine, le diede un bacio nell'angolo della bocca, sfiorandole appena le labbra. Dovette sforzarsi per non toccarle completamente le labbra. 
Era sicuro che Tiffany ricordasse il bacio della sera precedente, ma sapeva che probabilmente era presto. Fu sorpreso nel vedere la bionda comportarsi in quel modo. 
Aveva sentito, sia nei corridoi della scuola che alla festa a casa Payne, che fosse una ragazza a cui non interessavano seriamente i ragazzi, e che addirittura non aveva mai avuto delle vere e proprie relazioni.
Zayn si chiese, allora, perché con lui si comportasse così, come se le interessasse non rovinare il momento. Con un'altra persona, probabilmente, non avrebbe sprecato tempo in quel modo, l'avrebbe portato in camera sua molte sere prima. 
Vide Tiffany sorridere, e tutti i suoi dubbi sparirono. Smise di pensare al fatto che forse la bionda non lo voleva, che si stava semplicemente illudendo da solo.
La vide felice e dimenticò di dover inspirare prima di espirare. 
Ricambiò il sorriso. 
“A domani, Zayn” gli disse. 
“Buonanotte, Tiff”. 








Angolo autrice: 
Sinceramente, non so più che dirvi, so solo che amo ognuna di voi, siete stupende! Grazie perché state seguendo la storia! 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere tutti i vostri pensieri! 
Ah, ultima cosa: vi consiglio di aggiungere la storia o tra i preferiti o tra le seguite, dato che non riesco ad avvisare sempre tutte quando aggiorno! 

Ne approfitto per fare pubblicità a una vecchia one shot che ho scritto, circa uno o due anni fa, riguardante Louis: Violet Hill. Se passaste e mi faceste sapere che ne pensate mi farebbe davvero piacere!
Grazie in anticipo a tutte ❤️

  
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