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Autore: ashtonslove    06/12/2013    2 recensioni
“Annie Cresta!” esclama una voce fin troppo felice ed entusiasta da usare in un momento come quello. Vorrei urlare che non possono farlo, che io e Annie abbiamo diritto ad una vita felice, insieme. Ci avevano promesso pace e serenità, ma dovevamo aspettarcelo, da Capitol City.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Mags
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I love you, Annie.


“Annie Cresta!” esclama una voce fin troppo felice ed entusiasta da usare in un momento come quello. Vorrei urlare che non possono farlo, che io e Annie abbiamo diritto ad una vita felice, insieme. Ci avevano promesso pace e serenità, ma dovevamo aspettarcelo, da Capitol City. Tutte quelle rivolte… quell’essere ripugnante che è il presidente Snow aveva trovato un modo per metterle a tacere. Era ovvio che voleva uccidere quella ragazza del 12, Katniss, la scintilla della rivoluzione, ma per farlo aveva trovato un modo che non avrebbe macchiato la sua reputazione. E ora 24 persone, principalmente legate da amicizie troppo forti per essere raccontate, dovranno uccidersi l’un l’altro perché Capitol City lo vuole. Ci trattano come animali, ma non siamo bestie da circo, dovrebbero capirlo.
E ora il nome di Annie, della mia Annie, è uscito da quel contenitore infernale. Ed è uscito per la seconda volta. Le avevo promesso che nulla le avrebbe fatto più del male, ma come posso proteggerla, ora?
Oh, vedo una mano alzata. Una mano che mi è fin troppo familiare, una mano segnata dall’età e dalle sofferenze, dai dolori e dalla forza. Mags, la mia piccola Mags, si è offerta volontaria. Vorrei impedirlo. Vorrei alzarmi, prendere Annie e Mags e scappare, dove Capitol City non potrà trovarci. Devo impedirlo. Il tributo volontario mi guarda e nel suo sguardo c’è tutto l’amore che una persona può avere. Mags è mia madre, mia sorella, la mia migliore amica, l’unica persona che mi capisce e che mi conosce davvero, oltre alla mia Annie.
Ora tocca al contenitore contenente i nomi dei tributi vincitori maschi. Devono chiamare me. Devo tornare io nell’arena. Devo riuscire a difendere Mags anche a costo della vita, devo portarla fuori sana e salva.
“Finnick Odair.”
Allora qualcuno che ascolta le mie preghiere c’è. Ma è anche vero che sentire il mio nome pronunciato da quella sottospecie di burattino di Capitol City mi fa venire il voltastomaco. Un brivido mi percorre la schiena e mi fa tremare visibilmente. E’ tutto un deja-vu. Mi rivedo, a poco più di 14 anni. Un ragazzino con la testa sulle spalle e con coraggio da vendere, ma comunque terrorizzato da quello che lo avrebbe aspettato. E come poteva essere altrimenti? Sono tuttora spaventato da ciò che mi aspetterà e forse ora la paura è maggiore, perché so cosa accadrà. Il pensiero di una nuova arena mi fa venire voglia di urlare, ma so che devo contenermi, non devo far vedere alla feccia di Capitol City che ho paura di loro.
Ora devo muovermi. Tutti stanno guardando me, ma in mezzo a tutta quella gente non mi è difficile ritrovare Annie. Mi guarda, anzi, mi fissa in lacrime. Sta tremando anche lei. Vorrei abbracciarla, farle sentire che ci sono io, che non me ne andrò mai, che sarò per sempre con lei, qualsiasi cosa accada.
Salgo sul piccolo palco allestito proprio per la mietitura. Mi avvicino a Mags, che mi guarda con quei suoi occhi pieni di amore. Non so cosa farei senza di lei. Ora so che sono in debito con lei più di quello che già non fossi. Ha evitato che Annie tornasse nell’arena, perché sa bene come l’arena ha ridotto la mia dolce Annie.
Mentre il pagliaccio di Capitol City dice qualcosa a cui non bado molto, cerco di nuovo Annie tra il pubblico. La vedo, indifesa e in lacrime, che mi guarda come se aspettasse che facessi qualcosa. Ma cosa posso fare? Mio dio, non posso lasciarla così.
Due mani decisamente così poco aggraziate mi prendono per un braccio e mi trascinano da qualche parte. I Pacificatori ci stanno scortando all’interno del palazzo di giustizia. Io e Mags sappiamo bene che ora ci sarà la parte più difficile: l’addio ai cari. Due uomini cercano di dividere me e la mia vecchia mentore, ma chiedo esplicitamente che lei venga nella mia stessa stanza: so bene che Mags non ha nessuno che andrebbe a salutarla, io sono tutto ciò che ha.
Veniamo fatti accomodare in una stanza spoglia, fredda, la stessa stanza che mi ospitò anni prima, durante l’addio ai miei cari, prima dei miei primi Hunger Games. Mags si siede in un angolo remoto, fissando il pavimento con decisione. Non ho bisogno di parole per sapere ciò che sta pensando.
I miei pensieri sono interrotti da un brusco rumore di una porta spalancata. Eccola. Mio dio, pensavo non l’avrebbero fatta salire e il pensiero di non poterla salutare un’ultima volta mi stava logorando. In meno di un mezzo istante le sue braccia sono allacciate al mio collo, stretti in un abbraccio che vorrei durasse secoli.
“Annie, piccola mia..” Mi bacia. Le sue labbra sono bagnate dalle sue lacrime. Fiumi in piena sgorgano dai suoi occhi. Dire che vederla così mi uccide è riduttivo. Le mie braccia la cingono nell’abbraccio più forte che potessi darle. Non posso lasciarla qui, non posso stare senza di lei. La sento singhiozzare, stretta al mio petto. Non possono portarmi via da lei, che è il mio tutto. Non possono portarla via da me, che sono il suo tutto.
Due Pacificatori irrompono di colpo nella stanza, staccando con una brutale forza la mia Annie dalle mie braccia. I suoi singhiozzi si fanno più forti, così piccola e sola tra le braccia delle marionette di Capitol City.
“Tornerò a prenderti. Ti amo, Annie.” le urlo, mentre i suoi occhi mi guardano un’ultima volta e io resto lì, in piedi al centro della stanza, con il suo profumo addosso e una maglia coperta di lacrime di una donna che meriterebbe solamente tutto il buono che c’è.





Scusate per la schifezza nata dalla mia mente alle 23.19, capitemi. c:

 

  
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