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Autore: morgana85    09/05/2008    5 recensioni
Dal testo:
(...) Sento il suo sguardo fisso su di me, sul mio corpo coperto solo da invisibili veli d’aria notturna, inondato dalla luce argentea della luna che si insinua tra i tendaggi per circondarmi con un’aura che mi rende eterea, quasi sfuggente.
Non provo imbarazzo nello stare così di fronte a lui. È come se stessi vivendo un bellissimo sogno, riemerso dall’angolo più remoto del mio cuore. (...)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Resto immobile.
Quasi non respiro, per non permettere a nessun muscolo del mio corpo di muoversi.
Sono adagiata su un morbido divano di seta color cremisi finemente lavorato con ricami d’oro in impeccabile stile barocco, mentre le mie spalle poggiano su grandi e soffici cuscini di velluto. I capelli sono leggermente raccolti perché, secondo colui che mi sta di fronte, nasconderebbero il perfetto ovale del mio volto.
È una situazione strana. E soprattutto, mai avrei pensato che proprio lui fosse il fautore di questa follia. Non conoscevo questo suo lato, come penso di non conoscerne molti altri.
Sento il suo sguardo fisso su di me, sul mio corpo coperto solo da invisibili veli d’aria notturna, inondato dalla luce argentea della luna che si insinua tra i tendaggi per circondarmi con un’aura che mi rende eterea, quasi sfuggente.
Non provo imbarazzo nello stare così di fronte a lui. È come se stessi vivendo un bellissimo sogno, riemerso dall’angolo più remoto del mio cuore.

Una lieve brezza mi solleticava il volto sul finire di un’altra giornata di primavera ormai inoltrata.
Adoravo e adoro recarmi in questo luogo carico di quiete ed intimità, custode di una miriade di ricordi, luogo in cui i pensieri possono aleggiare tranquilli nell’aria senza che qualcuno rechi loro disturbo.

Anche quella sera, appoggiata alla solida corteccia dell’antica quercia ai margini del lago, stavo contemplando lo spettacolo del sole che calava al di la delle montagne, placidamente addormentandosi all’orizzonte del mondo, cedendo il trono del cielo alla luna sua dama e regina, mentre tutto si colorava di cremisi, oro e porpora, lasciando poi il dominio alle prime stelle.
Ho condiviso questo piccolo angolo di Paradiso solo con due persone speciali, i miei migliori amici. O almeno così credevo, finché non avevo avvertito una strana presenza alle mie spalle.
Mi ero girata, contrariata da quell’indesiderata intrusione. E ricordo perfettamente la sensazione di stupore che mi aveva invaso, cogliendomi per la prima volta impreparata.
Colui che stava davanti ai miei occhi era sicuramente l’ultima persona che mi sarei aspettata di trovare lì.

«Malfoy!».
«Buonasera Mezzosangue», il solito ghigno era impresso sul suo viso.
«Come fai a conoscere questo posto?», avevo chiesto furiosa. Ero gelosa di quel mio piccolo angolo di mondo, non volevo che proprio lui rovinasse ciò che per me rappresentava.
«Pensi di essere l’unica ad avere bisogno di tranquillità e solitudine?», questa volta era serio, come mai l’avevo visto prima. E nei suoi occhi perlati avevo scorto uno strano velo di tristezza e inquietudine.
Questo mi aveva turbata.
Avevo distolto lo sguardo e senza più dire una sola parola mi ero avviata verso il castello.
«Aspetta», la sua voce era risuonata stranamente dolce alle mie orecchie, come se fosse stata scaldata dagli ultimi raggi del sole.
Mi ero fermata, incerta sul da farsi. Qualcosa mi tratteneva dall’andarmene. «Cosa vuoi?».
«Non volevo disturbarti», avevo nitidamente percepito il suo sguardo percorrermi le curve della schiena, «ma questo è il mio unico rifugio».
Mi ero voltata ad osservarlo. Quello non era il Malfoy che conoscevo da sette lunghi anni, non era il borioso figlio di una delle famiglie più potenti di tutto il mondo magico, non era il viscido Slytherin che spadroneggiava tra i corridoi di Hogwarts.
Spinta da una strana forza, gli ero tornata accanto, sedendomi sull’erba serica e profumata. Lui non aveva mosso obiezioni, rimanendo tranquillamente appoggiato all’albero, in piedi accanto a me, le mani in tasca e lo sguardo perso verso un punto indistinto al di là del tempo.
Vi era solo silenzio.
Ogni tanto si udiva il timido frusciare delle ali di qualche farfalla o il lieve sibilo del vento tra i petali dei fiori, nulla più.
Non ricordo bene né come né chi dei due aveva iniziato, ma le parole avevano cominciato a fluire tra di noi come l’acqua tra le rocce di una fonte cristallina, senza sosta.
Erano passati così minuti, ore, senza nemmeno renderci conto che il buio era calato su di noi, avvolgendoci con intensità, regalandoci un’atmosfera resa ancora più densa delle emozioni scaturite dai nostri corpi.

Avevo riso, avevo ascoltato, avevo percepito una strana sensazione di beatitudine accanto a lui. Era un ragazzo interessante e colto: adorava la storia dell’arte e i libri, suonava il pianoforte. Avevamo molte più cose in comune di quanto mi fossi mai immaginata.
Solo quando l’aria era diventata più fredda e umida eravamo finalmente tornati nel mondo reale, accorgendoci di quanto il tempo fosse trascorso velocemente.
Avevamo percorso fianco a fianco la strada che conduceva alla scuola e soltanto quando eravamo entrati nel Salone d’Ingresso mi aveva fermato, prendendomi la mano.
Improvvisamente un dolce brivido aveva percorso il mio corpo, ma mi ero rifiutata di credere che fosse causato da quel lieve contatto tra noi.

«Ho ancora un favore da chiederti».
«Tu, il Principe di Slytherin, che chiedi un favore a me, una povera Griffyndor mezzosangue?», non so perché il mio tono era risultato così cinico. Subito mi ero pentita di ciò che avevo detto. «Scusami, io…», ma lui sembrava non aver nemmeno sentito.
«Vorrei farti un ritratto».
Un’espressione di sorpresa era apparsa sul mio volto, mentre sondavo il suo sguardo alla ricerca di una qualsiasi traccia di derisione o scherno. Ma non ne avevo trovate. «Cosa? Ho capito bene, tu vorresti farmi un ritratto? Ma dico, hai intorno a te ragazze mille volte più belle, più seducenti e io…io…».
«Sei perfetta», aveva accarezzato il mio viso delicatamente, scostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre un leggero rossore si diffondeva sulle mie guance, «sei delicata, elegante, eppure timida e innocente. E poi, i tuoi occhi…», un attimo di silenzio era calato tra noi, durante il quale avevo quasi percepito le nostre essenze incontrarsi.
«Va bene».

Osservo la matita scorrere sicura e precisa sul foglio di pergamena, guidata da dita esperte che percorrono sapientemente ogni curva del mio corpo, ogni sfumatura dettata dalla luce pallida della luna, che carpiscono ogni mia emozione intessendo una perfetta trama di ombre.
Sposto lievemente lo sguardo sulle sue mani. Sono splendide. Dita lunghe ed affusolate, degne di un artista, delicate e perfettamente curate, eleganti e regali tipiche della discendenza aristocratica da cui derivano. Sembrano sussurrare dolci parole al sottile velo su cui si muovono, una passionale litania recitata a fior di labbra, incomprensibile per chiunque, eppure percepibile in ogni singolo movimento.
Vorrei poter sentire quella seducente e sommessa preghiera mentre le sue mani percorrono la mia pelle.
Chiudo gli occhi, cercando di acquietare il battito improvvisamente accelerato del mio cuore, respirando profondamente. E quando li riapro incontro le sue iridi color dell’oro bianco e dei ghiacci perenni, sfuggenti come gli spiriti della notte, che indugiano sul mio viso, per poi scendere alle spalle, al seno, alle dolci curve dei fianchi e delle gambe.
Il suo sguardo è concentrato, perso nell’ispirazione artistica, sondando ogni centimetro del mio corpo.
Non so quanto tempo è trascorso, non voglio saperlo. Vorrei che questa notte non terminasse mai.
Non avevo mai posato per un dipinto. È una sensazione splendida, come se fossi il centro dell’universo, scrutata da occhi avidi di scoprire ogni singola sfumatura del mio essere.
Dopo qualche istante lo vedo alzare di nuovo il viso. Adesso è rilassato e tranquillo.
«Ho finito», rimango quasi delusa quando sento queste parole, pronunciate con tono permeato di soddisfazione.
Lentamente mi alzo dal divano e mi rivesto, mentre con la coda dell’occhio scorgo le sue mani correre veloci per gli ultimi ritocchi. Allacciato anche l’ultimo bottone del golfino, mi avvicino curiosa. Anche lui si è alzato, accostandosi alla finestra ora aperta, unica fonte di luce in questa stanza, da cui entra il profumo dolciastro dell’estate ormai alle porte.
Non appena il foglio di pergamena è tra le mie mani, sgrano gli occhi.
La splendida ragazza del ritratto non sono io… eppure sono io.
Neppure il minimo dettaglio è stato trascurato.
Soffermo lo sguardo sugli occhi. Esprimono esattamente le stesse emozioni che ho provato quando le nostre iridi si sono incontrate. È stato in grado di cogliere ogni velatura della mia anima, ogni singolo anfratto che osavo celare al mondo.
Sposto l’attenzione sulla firma, composta da una calligrafia elegante e raffinata, leggermente obliqua, e sulla frase che corre lungo il margine: “Alla splendida dea che in questa notte ha manifestato la sua leggiadra bellezza, dono rivelato a pochi eletti, di cui questo dipinto è testimone”.
Meraviglioso.
Non vi sono altre parole per descriverlo.
Alzo il viso verso di lui, incontro di nuovo il suo sguardo, ora desideroso di conoscere il mio giudizio. «Io… io… non ho parole. È splendido», per la prima volta da quando lo conosco le sue labbra si incurvano in un sorriso, non ironico o spregevole, ma caldo e dolce. Ricambio quel gentile gesto.
«Tienilo allora. È tuo».
«Io… no, non posso accettarlo… è…», mi posa un dito sulle labbra, sorridendo ancora. Mi piace quando sorride in questa maniera. «Grazie. Lo custodirò come il più prezioso tra i ricordi».
«C’è una cosa che vorrei in cambio», la sua voce è suadente e avvolgente. Mi allontano, non preparata a questa proposta. Perché vuole rovinare tutto? Era già così maledettamente perfetto. Con un rapido movimento è di nuovo accanto a me, così vicino da cogliere ogni suo respiro, mentre sussurra lievemente, «Ti chiedo solo un bacio».
Non sospettavo minimamente che il mio cuore aspettasse solo queste parole per esplodere di gioia.
Piano piano avvicino le mie labbra alle sue, saggiandone il sapore sofisticato ed intrigante. Sono calde e morbide. Un brivido mi corre lungo la schiena quando sento le sue splendide mani avvolgermi, qualcosa di intimo e al contempo sensuale. Sento le nostre lingue congiungersi, danzare all’unisono in maniera perfetta, cariche di passione, eppure in maniera così dolce.
Inspiro il suo profumo inebriante, sento gli odori della sera circondarci come un candido velo. Una giusta ricompensa per il meraviglioso capolavoro creato questa notte.
Un sigillo inviolabile testimone di qualcosa che resterà noto solo a noi.
Quando ci allontaniamo so che l’incanto è purtroppo terminato. Ma la sua mano, così incredibilmente calda, sembra riluttante a voler abbandonare la mia.
Lo saluto semplicemente con un sorriso, non sono necessarie parole o spiegazioni.
So che quando oltrepasserò la soglia di questa porta, tutto tornerà come prima. Lui sarà di nuovo il Malfoy che tutti conoscono, mentre io rimarrò sempre Hermione Jane Granger , l’orgogliosa regina dei Griffyndor .
Ma so anche che se vorrò ritrovare il ragazzo che questa notte è riuscito a dipingermi l’anima, mi basterà tornare nel nostro piccolo angolo di Paradiso, dove un’antica quercia sorveglia le sponde del lago da tempi di cui ormai si è persa memoria.
 
 
 
 
 
Fic risorta da un cassetto polveroso, scritta veramente un sacco di tempo fa. ^^
Ma ci sono particolarmente affezionata.
Perché parla di un dipinto, ed io sono inscindibilmente legata all’arte, ai colori e alle emozioni che sanno suscitare.
Scritta in una notte in cui fuori c’era un cielo assurdamente limpido e il vento portava con se i profumi dell’autunno.
Seduta sul mio letto con un compagno fidato al mio fianco, finché le prime luci dell’alba non ci hanno sorpreso ancora svegli.
Dedicata a quell’alba.
E in particolare al dipinto che ha ispirato questa piccola storia.
Vero che me lo lasciate un commentino?? ^^ critiche, consigli, ogni cosa è bene accetta!
Bacio a tutti
Morgana
  
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