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Autore: MartaKim    08/12/2013    1 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di ventanni, il suo nome è Martina Solazzo e racconterà di come la sua vita sia cambiata da quella monotona di nullafacente a quella di indaffarata aiuto-segretaria del manager di un gruppo coreano molto famoso, composto da 7 bellissimi principi asiatici. Cosa succederà a questa ragazza? Si farà soggiogare dalla bellezza stupefacente dei 7 ragazzi con cui, ahimè, dovrà convivere? Sono tante le avventure, (o disavventure?), che dovrà affrontare, ardui gli ostali da superare, per non parlare di un'avventura amorosa piena di nuove sensazioni, sorprese strane e tanto altro!
Se la storia vi interessa, leggete i miei capitoli!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Il lavoro & la sorpresa.


Era già l'8 Dicembre ed io non ero ancora riuscita a trovare un posto di lavoro che soddisfasse, non solo me stessa, ma anche la mia situazione economica. 
Purtroppo era questa la situazione di quell'anno: 2013, l'Italia in crisi, niente posti di lavoro per i giovani, soprattutto per quelli senza laurea, un debito altissimo, perfino per i neonati, una crisi, ormai, distesa in ogni settore, economico e non. 
Sospirai, era mai possibile, per una ventenne, alloggiare ancora dai propri genitori senza il minimo accenno ad una situazione economica o ad un lavoro decente? No, assolutamente no, non era assolutamente possibile una situazione come questa. 
Mi presi il volto tra le mani, sprofondando in un'angoscia assurda, quando, ad un certo punto, una voce mi riportò al presente. 
Alzai lo sguardo, intercettando quello di un ragazzo giovane e asiatico, su per giù della mia età, proiettato nel televisore.
Inclinai leggermente il capo e recuperare il telecomando, alzando il volume. Quella voce angelica e dolcissima mi raggiunse di nuovo, trasportandomi verso il ragazzo in televisione. 
Quella canzone mi cullò lentamente, trasmettendomi un sacco di emozioni fantastiche, facendomi battere forte il cuore e rabbrividire come non mai. 
Quando la canzone finì, mi accorsi di essere arrivata vicino il televisore, inginocchiata a terra con il fiato corto e le labbra schiuse. Ne rimasi sorpresa. 
Una semplice voce era stata capace di farmi reagire in quel modo. Subito mi alzai ed iniziai a fare una ricerca. Mi era parso di aver sentito una scritta, un nome forse.
Accesi il pc e aprii Google, digitando la parola che avevo visto: "BTOB". Cliccai e feci partire la ricerca. LE foto collegate a quella parola era tantissime. 
Pian piano scoprii che era un gruppo, un gruppo musicale coreano, composto da 7 ragazzi, asiatici ovviamente, che variavano dai 23 ai 18 anni. 
Incomincia a leggerne i nomi, le informazioni sulla loro vita o le loro preferenze, sentire le loro canzoni, innamorarmi di loro, insomma. 
Mentre vagavo su internet in cerca di altre informazioni, un annuncio catturò la mia attenzione: "Cercasi lavoro come aiuto-segretaria del manager del gruppo coreano BTOB."
Spalancai gli occhi nel leggere il titolo di quell'annuncio. Subito vi cliccai sopra, per saperne di più. "Per poter essere presi bisogna almeno conoscere il gruppo, i loro componenti, le loro canzoni, i dischi e i concerti che hanno fatto e le loro preferenze. 
Di sicuro, se verrete presi, scoprirete tutto di loro, ma bisogna almeno sapere le informazioni base per non intralciare il lavoro del manager, che non può perdere tempo per insegnarvi tutto o per badare a voi.
L'incontro per questo lavoro di terra il 15 Dicembre 2013. Ovviamente in Corea del sud, nella Cube Entertainment. Per poter affrontare un lavoro del genere, le conoscenze in lingua inglese e coreana sono essenziali. Si prega di essere puntuali, alle 10:00 alla Cube Entertainment e, soprattutto, si prega di non venire per perdere tempo."
Leggendo attentamente le condizioni per il lavoro, notai che conoscevo tutto di loro e parlavo un inglese spedito, chiaro e corretto. L'unica cosa che mi mancava era il coreano, lingua a me sconosciuta. 
Avevo esattamente una settimana per imparare la lingua e per volare in Corea del Sud. Era assolutamente una follia, una pazzia impossibile da fare. 
Sorrisi e cercai di prenotarmi subito per la riunione, elencando le mie doti e conoscenze, per poi andare subito a prenotarmi un volo per il giorno dopo. Purtroppo i voli costavano davvero tanto, più di quanto potessi permettermi. Sospirai e abbandonai l'idea di volare lì, non potevo chiedere un sacrificio del genere ai miei. 
Sentii il mio cellulare squillare e, senza guardare chi fosse, risposi.
"Pronto?" sentii nella mia voce una strana nota triste.
"Ciao Marti, sono io Rose." mi rispose la voce femminile della mia amica. 
"Oh, ciao Rose. Dimmi." dissi, quasi meccanicamente, senza alcuna emozione. Non riuscivo a pensare ad altro che a quell'annuncio.
"Ti va di vederci per una cioccolata calda? E' da tanto che non ci vediamo." mi disse lei, speranzosa.
"Ehm...ma si, dai. Dimmi tu dove e a che ora." Che cosa c'era di male nell'uscire un po'?
"Ci vediamo tra un'ora al bar Coffee&Cream. Ok?"
"D'accordo, ci vediamo lì" chiusi la chiamata e mi alzai, spegnando il pc e andando a vestirmi. Poco importava che avessi prenotato per quel posto di lavoro, tanto non sarei mai neanche stata presa.
Esattamente un'ora dopo, io ero lì, seduta su una poltroncina, con i gomiti sul tavolo e la testa fra le mani, mentre aspettavo Rose.
"Marta!" mi sentii chiamare con quel soprannome che solo lei usava. Alzai lo sguardo e sorrisi nel riconoscere quella pazza di Rosanna. 
"Rose, ciao! Che bello rivederti." mi abbandona ad un dolce sorriso e mi alzai per abbracciarla con forza. Lei ricambiò la stretta e mi sorrise, annuendo.
"Lo stesso vale per me! Sono così contenta che tu sia venuta, non immagini quanto tu mi sia mancata!" ridacchiò lei, cosa che mi fece intenerire e dimenticare per un attimo dell'annuncio di oggi.
Ci sedemmo e, dopo aver ordinato, iniziammo a parlare del più e del meno. 
"Ti ricordi il mio desiderio di andare in Corea del Sud?" mormorò lei, dopo un po', guardandomi con uno strano sguardo. Come eravamo finiti a parlare della Corea del Sud?
"Ehm..si...e con questo?" dissi io, sentendomi di nuovo invadere dai pensieri su quell'annuncio che, poco prima, ero riuscita a rimuovere.
"Il mio sogno si sta per avverare!" esclamò lei, battendosi da sola le mani dalla felicità. Io sprofondai ancora di più nello sconforto e nascosi la mia reazione negativa.
"Wow, sono felice per te!" esclamai di rimando io, nascondendo quel che davvero provavo. Lei mi sorrise dolce ed io non potei guardarla oltre, distogliendo lo sguardo e abbassandolo sul tavolo.
Arrivarono le cioccolate calde con panna e tra di noi cadde un'inquieto silenzio, ricco di cose non chiare e fatti nascosti. Sospirai e presi a girare la mia cioccolata, soffiandovi dentro per raffreddarla affinché non mi scottassi.
"Sai, però non potrò andarci..." aggiunse lei, dopo un'infinità di tempo. Alzai lo sguardo, inclinando il capo, perplessa. 
"Perché?" non riuscivo a capire cosa stesse dicendo.
"Ho vinto un biglietto per andarci, ma vale solo se trovo un'altra persona con cui andarci." sospirò lei. In un primo momento non pensai alle sue parole.
"E qual'è il problema? Non c'è proprio nessuno?" chiesi io.
"Ho chiesto a Gabriella, ma è impegnata con il suo lavoro e non può proprio." lei cadde nello sconforto, guardandomi di tanto in tanto. All'improvviso mi si accese la lampadina.
"Aspetta!" esclamai, forse troppo a voce alta, e poggiai le mani sul tavolo, alzandomi e sporgendomi verso di lei. "Posso venire io??" dissi, troppo entusiasta all'idea.
Lei parve sorpresa di quel mio eccesso di euforia e mi guardò confusa.
"Ma a te non è mai interessato più di tanto andarci.." rispose lei, in un sussurro. Alzai lo sguardo al cielo e le spiegai tutto, dalla voce del ragazzo all'annuncio.
"E se fosse un falso annuncio?" disse subito lei, guardandomi negli occhi. Io scrollai le spalle facendole capire che non mi importava.
"Vale la pena provarci comunque, no? Potrei essere davvero presa, avere un lavoro che mi soddisfi e poter sentire la voce di quel ragazzo." mi affrettai a spiegare la mia motivazione.
Lei parve pensarci per un lasso di tempo a me infinito, per poi sorridere e annuire.
"D'accordo, ci sto! Andremo in Corea del Sud e farai la tua audizione! Male che vada ci faremo una bella vacanzina!" disse lei, tutta contenta. Io scoppiai a ridere dalla felicità e cominciammo ad organizzarci per il volo.
La mia mente vagava ormai da sola, non riuscivo neanche a razionalizzare tutto quello che avevo in mente. Il desiderio era così forte, che poco importava la probabilità di non essere presa. 
Avrei conquistato quel posto di lavoro e avrei ascoltato dal vivo la voce che mi aveva fatto sognare. 

Bhè, come vi sembra questo primo capitolo? 
Commentate e, se trovate delle imperfezioni, fatemelo sapere! Accetto ogni tipo di critica, che non diventi però offensiva.
Se la storia non vi piace, non continuate a leggerla ;)
-Kimmie.

  
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