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Autore: biberon    08/12/2013    4 recensioni
"Signore e signori, benvenuti al secondo concerto ufficiale della band più amata del momento:
Alla voce, le splendide Courtney e Heather!
Alla chitarra il ribelle, Duncan!
Al basso, il folle Scott!
Alla chitarra accompagnamento, il romantico Trent!
E alla batteria la novità del gruppo, aggiunta solo qualche giorno fa:
Gwen la gotica!
Dal testo, capitolo 4
"Brutte notzie, ragazzi." disse Trent in modo grave.
"Avevamo chiesto ad alcune persone di prendere il posto del batterista nella nostra band, ma a quanto pare nessuno è disponibile. Dj non suona rock, Izzy è già in un'altra band, Geoff non suona più da tempo e Noah e Justin sono in vacanza ..."
"Ci sarebe un'unica opzione ..." disse Duncan con un filo di voce.
""Quale?" chiesi speranzosa.
"Ci sarebbe ... ci sarebbe ...." sembrava si fosse bloccato.
"Ci sarebbe Gwen." disse Alejandro.
"è una brava batterista, in più è carina e farebbe fare bella figura alla band ..." disse Trent.
Il respiro mi si fece affannoso, sentii un sapore amaro salirmi su per la gola e invadermi la lingua, il cuore prese a battere a mille, i pugni si strinsero.
Solo dopo qualche secondo riuscii a riprendermi e a urlare, con quanto fiato avevo in corpo: "CHE COOOOOSA?!"
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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“Oh, Courtney …”
Non sapevo che cosa gli fosse preso all’improvviso, ma restai ferma immobile a farmi abbracciare.
“Oh, Courtney … oh Courtney!” continuava a ripetere.
Dovetti trattenermi dal ridere.
“Trent … ma tu non eri arrabbiato con me?”
“Lo sono ancora! Sono infuriato!” urlò.
Si staccò da me e scoppiò a ridere.
“Ma ti senti bene? Sei ubriaco?” gli chiesi.
“Courtney … è la cosa più divertente e carina che abbia mai visto! Si vede che ci tieni a me e alla band!”
“Insomma, io volevo … farmi perdonare … capito?”
“Hahahaha, io non posso crederci! Sei riuscita a convincere mio padre a cantare? Credevo fosse impossibile! Oh, fatti abbracciare di nuovo …”
Mi gettò ancora le braccia al collo ridacchiando, ma una voce lo fece subito rinsavire.
“Trent? Carl? Ma che cosa sta succedendo qui?”
La madre di Trent ci guardava incredula dal portone della casa di fianco.
“Amore, posso spiegarti …” iniziò il padre di Trent, ma le lo bloccò subito.
“Non voglio spiegazioni da te.”
“Ma io …”
“Niente ma!” esclamò, il viso serio e tirato.
L’uomo sospirò scoraggiato e fece per andarsene, quando la moglie gli prese il viso tra le mani e gli stampò un bacio schioccante sulla bocca.
Lui parve incredulo.
“Oh, Carl … nessuno aveva mai fatto nulla di più carino per me! Da quando me ne sono andata ho riflettuto molto, e ho capito di essermi comportata come una ragazzina a non rispondere ai tuoi messaggi e tutto il resto! Dovevo dedurlo subito che tu non mi avresti mai tradita con una ragazzina …”
“Allora mi ha perdonato?”
“Ovviamente! Fatti abbracciare! Ma avrai freddo, forse è meglio che ti prenda una coperta …”
“Io avrei un’idea migliore, mamma …” disse Trent. “Ora tu vai dentro, fai la valigia e torni a casa con me e papà!”
“è una grande idea, ma è notte fonda … ma sì, chissenefrega!”
dal palazzo uscì un’altra donna sui trentacinque anni, in camicia da notte e pantofole.
“Ma che succede?”
“Oh, nulla, è solo che … ho deciso di tornare a vivere con Carl!”
“Ma che bello … ti rendi conto che è notte fonda?”
“Scusa, Caren …”
“Va bene. Ora ti aiuto a fare la valigia e me ne torno a dormire.”
Caren annuì e seguì l’amica dentro trotterellando.
Io, senza rendermene conto, scoppiai a ridere.
“Ragazzina …” mi apostrofò Carl. “Grazie.” Mi gettò le braccia al collo anche lui e io ricambiai sorridendo come un’idiota.
“ora vado a casa a prendere la macchina per accompagnarla a casa … tu vieni, Trent?”
“Penso che riaccompagnerò Courtney a casa …”
“Beh, d’accordo. Grazie ancora, Courtney!”
Io lo salutai con la mano e m’incamminai insieme a Trent verso casa.
“Ora che ci penso,che  diavolo ci facevi a girellare per il quartiere a mezzanotte passata?”
“Ho sentito papà che faceva casino e mi sono svegliato, poi però ho deciso di riaddormentarmi. Quando mi sono svegliato di nuovo e papà non c’era. Così sono venuto a cercarlo subito qui. Ero sicuro che stesse cercando di convincere mamma a tornare …”
“Già …”
“Ma come l’hai convinto a mettersi a canticchiare una serenata sotto la finestra di un condominio?”
“Era davvero disperato. All’inizio non si fidava, ma credo che abbia capito che ero la sua unica speraza …”
“Tipo Star Wards … aiutami generale, sei la unica speranza!”
Risi sottovoce e lui mi prese per mano.
“C ome hanno reagito i ragazzi quando gli hai detto che ho quasi lasciato la band?”
“Duncan mi ha insultato, Heather si è esclusa, Alejandro mi ha dato del fuori di testa, Scott mi ha quasi picchiato e Gwen ha esultato e mi ha dato un bacio sulla guancia …”
“Quella stron …”
“Dai, Courtney. Lo sappiamo tutti che il tuo odio nei suoi confronti rende complicato il rapporto tra di noi …”
“Non me ne importa niente! Tutti a smaniare per averla nella band …”
“Courtn , ragiona, è un’ottima batterista.”
“Frega un cazzo!”
Lasciò la mia mano.
“Siamo arrivati.”
“Okay.” Dissi freddamente io, e feci per aprire casa.
Lui mi posò una mano sulla spalla e sussurrò.
“Eddai, Courtney … non lasciamo che Gwen rovini la nostra amicizia …”
Mi voltai sorridendo.
“Ci vediamo domattina alle otto e mezza a casa mia per le prove!”
“Così presto?” sbuffai.
“Pigrona!”
“Fottiti” sussurrai tra i denti entrando in casa.
La mattina dopo alle otto e trenta precise suonai il campanello di casa sua.
“Ohi, principessa!”
Duncan mi gettòl le braccia al collo e mi morse affettuosamente il lobo dell’orecchio destro.
“Dunki!”
Entrai tenendo la mano sulla sua schiena.
“Ciao a tutti!” esclamai.
Appena vide Scott Duncan si attaccò alle mie labbra come un mollusco.
“Basta, dai.” Sussurrai allontanandolo.
“Courtney!” esclamò il rosso e mi abbracciò accarezzandomi la schiena, provocandomi una cascata di brividi.
Duncan lo squadrò con sufficienza.
“Courtney! Sapevo che non poteva esserci una band senza di te!” esclamò Heather.
“Tecnicamente poteva esserci, e sarebbe stata molto migliore.”
“Ah, mi mancava un pizzico di stronzo-girl in questa mattinata così dolce …”
“è un piacere rivederti, perfettina.”
“Gotica.”
“Ora basta” intervenne Trent.
Scendemmo in garage, dove erano già posizionati tutit gli strumenti.
“Diamoci da fare!”
“Aspettate … ho un nuovo testo.” Disse Gwen.
“Che roba è?” chiese Heather strappandole di mano il fogio.
La amai per quel gesto.
“Una canzone.” Ruggì Gwen riprendendoselo.
“Mh, però, grazie, non ci sarei mai arrivata senza il tuo aiutò.” Sibilò l’asiatica.
“Lo suoneremo dopo, ora esercitiamoci con il testo della band …”
“ok. Quello della festa?”
“Oh yes.” Rispose Alejandro prendendo lo spartito e Dando a me e Hetaher i fogli con il testo.
Mentre l’asiatica gli passava davanti, lui allungò una mano e le sfiorò il sedere.
“Maniaco!” esclamò lei lanciandogli un’occhiataccia.
“Cinque, sei, sette otto …”
Trent iniziò a suonare lentamente, per poi accelerare, si aggiunse Gwen con la batteria, Duncan, Alejandro e Scott …
Inziai anche io cantare.
La voce mi uscì forte e chiara, perfetta e sinuosa e giocò con quella di Heather fino alla fine della strofa.
Lasciai uscire dalle labbra le ultime parole mangiandomene dolcemente la fine e insipirai forte nell’attesa della prossima strofa.
Heather attaccò qualche secondo prima di me, ma la recuperai subito nelle prime tre note  e m’insinuai nella sua strofa, lasciando che la musica mi sciacquasse la mente dagli eventi degli ultimi giorni.
Mentre le note dei vari strumenti s’alzavano sempre di più per eclissare del tutto i gorgoglii miei e di Heaty, mi accorsi  che era arrivato il turno di Duncan e Gwen.
Mi voltai di poco e fissai gli occhi sul microfono posto sulla batteria.
Duncan si tuffò in avanti con fin troppa enfasi e accarezzò il microfno con ledita.
Le loro guance si strofinarono sensualmente mentre pronunciavano la loro strofa, e non potei fare a meno di notare quanto erasno perfette insieme le loro voci …
In pochi secondi un gran caldo m’invase la faccia e il cuore prese a battere più forte.
Ma non potevo nemmeno immaginare cosa sarebbe su ccesso di lì a poco …
Sulle ultime tre parole Gwen si chinò troppo e cadde in avanti sulla batteria.
La sua testa sbatté contor il microfono e le sue pabbra premmetero forte contro quell del mio ragazzo per qualche secondo.
;Ma la cosa peggiore fu che lui non si spostò nemmeno. Rimase lì finché lei non perse l’equilibrio e cadde di sedere su un piatto della sua batteria, facendola cadere del tutto.
I ragazzi smiserpo di suonare e si precipitarono a daiutarla.
Io rimasi lì, pietrificata.
“Tu …” riuscii a dire dopo un minuto di silenzio imbarazzante.
“Cosa?” chiese lei con aria innocente.
“Tu …”
“tu …”
“Si è incantato il disco …? Pronto?!”
“Brutta schifosa …”
“Wow o wow o! datti una calmata, perfettina!” esclamò stringendo i pugni.
“Tu hai appena baciato Duncan!” urlai più forte che poitei.
“è stato un’incidente, sveglia, tesoro ..”
“Non dire cagate!”
“Modera i termini, ciccia!”
“Ora non fare come la tua amichetta Leshawna … lo so benissimo che l’hai fatto apposta!”
“Ora piantala, Court … è stato un’incidente.” Intervenne Duncan .
“Ma lei …”
“Basta. Questa tua gelosia non ha alcun senso!” esclamò Alejandro.
“Non se ne può più. Adesso ogni cosa che fa Gwen la fa per darti fastidio, Courtney? Sei tu che t’immagini tutto. Non può essere che la tua gelosia rovini così ogni canzone.”
“Veramente è lei che ha rovinato tutto baciandoti …”
“Basta, adesso! Non fare la perfettina!” urlò Duncan.
Era rosso in viso.
“Non urlarmi contro!”
“Allora tu non accusare Gwen! È stato un’incidente, ma ci vedi?”
“Tu non ci vedi, casomai! Oppure la difendi perché ti è piaciuto?”
“Non mi è piaciuto, ma comunque se io avessi fatto così quando hai baciato Scott …”
“Non mi sembra che tua abbia avuto una reazione tanto pacata!”
“Di sicuro non era come la tua! Ma non ti rendi conto che quand fai così sei ridicola?!”
Mi bloccai di colpo e smisi di urlare.
“Ridicola?” ripetei, come se non volessi crederci.
Lui esitò.
“No, aspetta, non intendevo dire …”
“So perfettamente cosa intendevi dire. Così ridicola che mi sono fatta fregare da te e la gotica quando vi siete baciati nel confessionale sotto i miei occhi!”
“Ma aspetta, principessa …”
In quel momento la madre di Trent entrò nel garage con un vassoio di te e biscotti.
“Salve, ragazzi, volevo portarvi uno spuntino …”
“La ringrazio, signora, ma non vogliamo nulla adesso. Non abbiamo fame.” Dissi, ricacciando indietro le lacrime.
Lei fece spallucce e se ne andò chiudendo la porta.
“Tu … hai rovinato tutto! Hai sempre rovinato tutto!” urlai puntando il dito contro Gwen.
“Senti, tu …” iniziò lei, ma io non la lasciai finire.
“Sapete che vi dico? Gwen ha ragione. La band sta meglio senza di me. Non avrei mai dovuto venire qui stamattina, dovevo restarmene a casa. Ma tanto io sono ridicola, no?”
Me ne andai quasi correndo e calciando via un piatto della batteria della gotica.
“Aspetta …” sentii la  voce di Scott dietro di me.
“Bel lavoro.” Disse Alejandro.
“Che palle che siete, tra TUTTI!” rincarò la dose Heather. “E due che flirtano, e quella che s’offende, e Scott che la ama, e Alejandro che è scemo … vi costa così tanto pensare alla musica, per un secondo?”
“Ha ragione Heather. Ora andate agli strumenti e ricominciamo daccapo.” Disse Trent.
“Ma Courtney? Come facciamo senza di lei?”
“Tornerà ytra poco, vedrai. Lasciala sbollire.” Disse Duncan con indifferenza.
“Ok.” Sbuffò il rosso.
Io sentii tutto, perché mi ero accucciata dietro la porta del garage.
Mi alzai e andai via amareggiata, perché il primo pezzo che suonarono fu quello di Gwen e Duncan.
“Oh, Duncan …” mi scoprii bisbigliare mentre entravo in casa.
Salii in camera mia senza parlare e mi arrampicai sul tetto dalla finestra.
Ero salita solo un paio di volte lì, ma adoravo la vista che c’era.
Potevo osservare tutti i palazzi senza problemi, e alla luce del sole scintillavano come se fossero fatti d’oro massiccio.
“We were inseparable
we were together every day
we lived life every day”
Iniziai a canticchiare piano piano lasciando che i miei occhi frugassero le profondità di Toronto.

“I was ready to be everything for you and anyone you wanted
but then she was likely
and I did not exist for you anymore
She was the prettiest
She was the cutest
She was the funniest
She was like you”
La musica mi aveva sempre salvata.
Io amavo la musica.
Sentii le corde vocali pizzicare, nel desiderio di avere di più, di più, di più, sempre di più.
Alzai la voce di un’ottava modulando, come se fossi ad un vero concerto, lasciai che le mie labbra battessero le une contro le altre umidificandosi e che la mia lingua strusciasse amorevolmente contor il palato, come sempre quando cantavo.

“Listened to the same music
You watched the same movies
in short, were the same
instead the two of us were so different,”
Poi la mia testa partì, mentr eraggiungevo gli acuti.
Quando cantavo, io non sapevo niente, non ero nessuno, quando cantavo e quadno ancora canto il cuore prende possesso della testa, la voce preme per uscire, le parole nsi legano tra loro indissolubilmente e il sorriso mi tira la bocca …

“I ordered heroes and you do not,
I was authoritarian and precise
while you were just a rebel
but I loved you
and this was the important”
Buttai fuori tutto d’un fiato l’ultima frase della canzone e inspirai soddisfatta.ùcantare mi aiuta a sfogarmi, così scoprii di non essere più arrabbiata.
Mi distesi sulla pancia e lasciai che un leggero venticello giocherellasse con alcune ciocche dei miei capelli color nocciola per qualche secondo, poi mi rialzai e feci una giravolta su me stessa.
“Ok, ora torno là e faccio finta che non sia successo niente.” Mi dissi, guadagnai la finestra e scesi in camera mia.
Decisi di chiamare Trent.
“Pronto …”
“Pronto, sono Courtney.”
“Court! Oh mio Dio …”
“ Che succede?”
“Quando te ne sei andata abbiamo ricominciato a suonare ma poi Gwen è voluta venire a cercarti … solo che mentre venivamo a casa tua abbiamo attraversato la strada e un’enorme camion trasporti l’ha urtata e l’ha fatta cadere a bordo strada …”
“COSA?!”
“Sì …”
“Ma sta bene?”
“Oh, sì, tranquilla. Non è morta, se questo che intendi.”
“Peccato.” Scherzai, ma in realtà ero un fascio di nervi.
“Però non riesce a camminare bene … se vieni giù magari la aiuti …”
“Okay.”
Attaccai e scesi di corsa in strada.
Loro erano lì, al completo, e Scott stava aiutando Gwen a rialzarsi goffamente.
“Gwen … tutto bene?” chiesi, preoccupata.
“TU e la tua cazzo di gelosia!” esclamò ricadendo verso terra.
“Io? Ma che ho fatto?!”
“Se tu non fossi scappata, io non sarei … ahi!” urlò.
“Lascia che ti aiuti …” dissi prendendole un braccio.
“Non toccarmi” sibilò tra i denti.
“Ora che facciamo?”
“Forse è meglio portarla a casa.” Rpopose Alejandro.
“Concordo.” Assentì Trent.
Lei si appoggiò a lui e arrancò faticosamente sul marciapiede.
Ad  un tratto si voltò verso di me e si liberò dalla presa di Trent.
“Va tutto bene, mi aiuta Courtney …” disse.
Ma quando provai ad aiutarla, lei trotterellò in avanti correndo e si buttò a terra.
“AH!” ululò.
“Che succede?!” chiese Alejandro.
“Courtney … lei … mi ha detto … “vendetta” e mi ha spinta a terra …”
“Ma che stai dicendo?! Nbon è affatto ver …”
“Courtney! Da te non me lo sarei mai aspettato!” esclamò con disappunto Trent.
“Hai superato ogni limite …” bofonchiò Duncan.
“Aiutami, Dunki …” disse Gwen, e si abbarbicò a lui come un’alga ad uno scoglio.
Gli altri ripresero a camminare, lei si voltò, mi guardò con aria di sfida e c acciò fuori un bel pezzo di lingua.
“Tu …” sibilai.
Lei accarezzò il collo di Duncan e si appoggiò alla sua spalla stringendolo forte apposta per famri ingelosire.
“Brutta stronz …” sibilai tra i denti.
“Ci credo che Dunki ti ha lasciato.” Mi sussurrò lentamente.
In quel momento non ci vidi più.
Quello che accadde dopo mi appare ancora oggi confuso: saltai in avanti e la colpii forte sul bracico, strappandola dalla presa di Duncan … la inchiodai a terra e la colpii in faccia con il dorso della mano gridandole insulti vari.
Lei mi afferrò una ciocca di capelli e mi tirò giù, capovolgendo la situazione.
Io allungai un braccio e le graffiai la faccia forte, lei mi colpì allo stomaco e cadde all’indietro.
Mi rialzai in fretta e le afferrai la maglietta, scoprendole il reggiseno nero di pizzo e strappandole l’etichetta.
Lei mi diede una gomitata in faccia e la mia texsta prese a girare forte, mentre un filo di liquido rosso mi colò da naso lentamente…
“Stronza!”

“Idiota!”
“Traditrice!”
“Perfettina!”
“Ruba-fidanzati!”
“Obesa!”
“Piatta!”
All’improvviso sentii che una forza mi tirava indietro per le spalle.
Forse era Scott, ma in quel momento non mi importava. Volevo solo farle tutto il male che riuscivo.
Le saltai di nuovo addosso e le diedi uno spintone. Lei cadde all’indietro per terr,a ma io non fermai. Le graffia la faccia e la presi a schiaffi più forte che potevo. Non riuscivo a calmarmi, non riuscivo a ragionare, non riuscivo a fare altro che schiaffeggiarla senza dare il tempo di respirare.
Una scena mi rimbalzava nella mente … il confessionale … loro due che si baciavano … sotto il mio naso … lei, lei che doveva esser euna mia amica …
“Questo è per il tradimento!”
“Ma … ma voi ue non stavate più insieme! Balbettò nel suangue che le usciva dal naso.
“Invece sì!” urlai.
Tradita. Ero starta tradita in mondovisione.
Vendetta.
Tutto era nero. Era come una droga, non riuscivo a smettere. Non riuscivo a fermarmi.
“Basta!” un urlo mi riportò alla realtà.
Venni colpita alla testa e caddi all’indietro.
Venni allontanata da Gwen.
Venni scossa per le spalle.
“Courtney! Calmati! CALMATI! DATTI UNA CALMATA!” mi urlò Duncan, più forte di quanto avrei mai potuto immaginare.
Solo in quel momento mi resi conto di quello che avevo fatto.
Gwen era sdraiata sul marciapiede, la faccia coperta di sangue uscito dal suo naso, svenuta.
 



 
   
 
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