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Autore: Miss_Panda    08/12/2013    4 recensioni
Salve! Mi presento sono Miss_fairy e questa è la mia prima storia in questa sezione. Vorrei esporvi la storia di una ragazzina di nome Estele che è figlia di due giovani, Elinor e Nahor, innamorati da sempre l'uno della'altro, figli di due nemici giurati, scoprirà che la sua vita non è come sembra. L'atmosfera sarà sia romantica (se no non l'avei messa in questa sezione) che avventurosa che con alcuni lievi caratteri fantasy e tratterà sia le vicende della piccola Estele che quella dei suoi genitori.
ESTRATTO
(...) La mattina dopo Elinor si svegliò molto presto come al solito e per poco non si paventò nel vedere il viso del giovane a pochi centimetri dal suo. Si alzò piano e andò a controllare Estele che dormiva tranquillamente affianco a Rosille, poi andò fuori per riflettere su ciò che stava succedendo (...)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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RIVELAZIONI

<< Padre, dobbiamo parlare. >> disse con tono freddo il giovane Nahor, interrompendo una giovane che stava parlando.

<< Non ora Nahor, non vedi che sono occupato? >> chiese irritato l’uomo.

<< No, dobbiamo parlare ora! >> esclamò lui irritandosi, suo padre non doveva farla franca.

<< Papà, l’hai mandata da Aatos? Ma sei impazzito?! Non ci tieni alla sua vita?! Non pensavo fossi così incosciente! >>  attaccò il padre il giovane che, dopo aver congedato la ragazza, non ebbe tempo di parlare per la predica del figlio.

<< Non te lo posso dire Nahor, lo sai benissimo! E poi, non ti permettere di giudicare le mie azioni quando il primo a farlo devi essere tu stesso con le tue! Credi che non sappia tutto su di te? Che non sappia chi è sua madre e come mi hai disonorato presentandosi con quella bastarda in braccio?! >> esclamò Aatai in preda alla rabbia, lasciando suo figlio di stucco. Quindi per tutto quel tempo l’uomo che lui aveva considerato suo padre aveva finto di voler bene a Estele, prendendola in giro  insieme a lui.

<< Cosa? Ho capito bene? Tu consideri tua nipote una bastarda?! >> ripetè Nahor sorpreso, con la vena sul collo che iniziava a pulsare violentemente e gli occhi pieni d’odio.

<< Si, come lo sei tu! Tu non sei degno di essere considerato il mio successore alla guida dell’esercito e dell’accampamento. Tu sei solo il risultato di uno stupro che doveva essere eliminato sin da principio, così come quella! Tua madre era una puttana che non meritava neanche di esistere e quando ho scoperto che lei aspettava un figlio, è venuta anche a rinfacciarmelo pretendendo che io lo accettassi. E quel aborto che lei mi ha dato eri tu! >> disse Aatai mentre Nahor stringeva i pugni in preda non più alla rabbia, ma una furia omicida che sfociò in un balzo verso l’uomo davanti a sé e in pugno che lo colpì in pieno volto, insieme a molti altri. Dopo di che uscì dalla tenda lasciando suo padre a terra con il viso gonfio e viola, del sangue che usciva dal naso, da un sopracciglio e dal labbro, raggiunse la sua tenda, preparò le sue cose e uscì dall’accampamento con, nel cuore, l’odio, la delusione e l’angoscia.

I giorni passarono e il rapporto tra Elinor e Estele sembrava saldarsi. Purtroppo, per colpa di un bagno fuori porta (la piccola era finita in laghetto durante un combattimento di spada con Elinor e Rosille), la riccia venne colpita dalla febbre che, fortunatamente, durò poco; così la bionda decise di andare a fare il rapporto obbligatorio a Aatai, lasciando la mora sotto il controllo di Elinor che si offrì senza problemi a quel compito, non senza però averle raccomandato mille volte di non fiatare sulla missione che stavano compiendo.

Elinor si stava affezionando e si vedeva. Ogni giorno le regalava un sorriso più radioso e sempre più serenità incominciava a crescere nel suo cuore. Quel giorno decisero di andarsi ad allenare un po’, lontano da laghetti o qualunque cosa contenesse acqua, ma, visto il temporale che stava arrivando sulle loro teste, fecero un breve combattimento e tornarono all’accampamento giusto in tempo perché, non appena misero il piede dentro la casa che Estele condivideva con Rosille, una bomba d’acqua scese dal cielo.

<< Senti, non sono fatti miei, lo so, ma di chi sono quei abitini da neonato che stanno nel tuo armadio? >> chiese la bambina con un po’ di imbarazzo e un po’ incuriosita. Non che lei mettesse la testa negli armadi altrui ma una volta, dopo la richiesta di Elinor di andare a andare una stola, aveva notato i vestitini.

<< Erano di mia figlia... mi manca molto. L’ho dovuta lasciare al padre per farle vivere un vita migliore, lontano da guerre, rancore, rabbia. E tu? Non mi racconti mai niente monellina! Tua madre deve essere una santa per tenere una bambina così combina-guai come te! >> esclamò la donna passando da un sorriso malinconico a una risata.

<< Mia madre mi ha abbandonato a mio padre poco tempo la mia nascita… l’unica persona che posso considerare come una madre  è Rosille, la mia nutrice. È arrivata poco tempo dopo il mio arrivo, è stata sempre gentile e buona con me. >> spiegò Estele un po’ triste, meritandosi anche un abbraccio dalla donna.

<< E non provi rancore verso di lei? Insomma, ti ha lasciato a tuo padre! >>

<< Un po’, ma mio padre mi ha sempre insegnato a non giudicare mai le persone dalla situazione. Potrebbe averlo fatto per un motivo più grande. Eravamo in tempo di guerra, quindi magari era per la mia vita. - continuò la riccia alzando le spalle, per poi  prendere dalla borsa buttata malamente sul pavimento una bambola di pezza molto spartana con un vestitino rosso, i capelli neri e una macchiolina di sangue all’altezza dello zigomo sinistro.

<< Mi dispiace molto, non volevo turbarti. Però il tuo comportamento è esemplare: nonostante lei abbia fatto ciò tu la rispetti ancora! >>

<< Si, mio padre mi ha insegnato a vedere la situazione generale e le ragioni che hanno portato all’atto. >> rispose sorridendo la ragazzina.

<< Sei molto più matura di me, complimenti! Sembri anche più grande di me! >> esclamò ridendo Elinor, facendo tornare il sorriso alla bambina che, poco dopo, si addormentò tra le braccia di Elinor che la cullava come quando era piccola.

Nel frattempo Rosille era arrivata, aveva fatto rapporto e, così velocemente era entrata, uscì dall’accampamento intenzionata a ritornare da Estele e Elinor ma, nella strada per il ritorno, si sentì come osservata. Si girò e la prima volta no vide nessuno finchè non venne fermata da una mano sulla spalla che la fece scattare ferendo l’aggressore con il coltello, vedendo poi che colui che aveva ferito era Nahor. Si fermarono e lei gli curò il graffio profondo provocato dall’arma con mano ferma e esperta.

<< Come sta Estele? >> chiese l’uomo rompendo il silenzio che pesava sulle loro teste come un macigno.

<< Bene, ha avuto la febbre un po’ di giorni ma ora fortunatamente sta bene, è anche migliorata con la spada e sta iniziando a capire quali erbe sono commestibili e quali no. È un’ottima allieva! >>

<< Bene… e Elinor che dice? >> chiese sorridendo Nahor, ben sapendo che Rosille avrebbe risposto senza pensare.

<< Bene, è felice di avere al suo fianco quella bambina! Aspetta… - si fermò subito dopo essersi accorta di ciò che aveva detto per poi prendersela con l’amico – ma tu come le fai a sapere queste cose?! >>

<< Ho fatto due più due carissima Rosille, comunque perché non mi avete detto niente? Ti rendi di conto in che missione l’hai portata? E se veniste scoperte? >>

<< Ascolta, capisco la tua preoccupazione, ma devi fidarti di me! Lo sai che non permetterei a niente e nessuno di farle del male! Scusa ma ora devo tornare… si sta facendo tardi. >> concluse Rosille, lasciando il giovane angosciato.

Rosille arrivò da Aatos dopo il tramonto e si diresse verso la sua abitazione, dove vi trovò Estele addormentata tra le braccia di Elinor che le accarezzava i capelli dolcemente. Le si strinse il cuore e, dopo aver poggiato un pezzo di pane che aveva preso da Aatai sul comodino, rivolse alla mora uno sguardo che le lasciava intendere tutto; infatti scese dal letto e raggiunse fuori la bionda.

<< Elinor, quando glielo dirai? È passato il tempo dei forse. Devi, anzi, dobbiamo farlo per la sua serenità! >> esclamò convinta la  bionda.

<< Si ma solo lei lo deve sapere… se qualcuno scoprisse che Estele è mia figlia, sarebbe in pericolo più di quanto non lo sia adesso. Non so che fare, lei è pronta per sapere tutto, anche se non penso che questa scoperta le farà piacere, Nahor penso lo abbia intuito però Aalok non lo deve assolutamente scoprire, me la farebbe pagare cara! >> puntualizzò Elinor incrociando le braccia sotto il seno.

<< Elinor, Aalok è la prima spia di tuo padre! Lui, prima o poi scoprirà qualcosa, quindi il minimo che si possa fare è scappare! >>

<< Non posso scappare, sia mio padre che lui non me lo perdonerebbero mai… dobbiamo trovare un altro modo… >> rifletté la mora.
<< Elinor, tu puoi scapare, come hai fatto quando aspettavi Estele! C’è qualcosa che ti blocca qui con loro? >> la riprese Rosille sicura.

<< Si… mio padre mi ha promesso a lui…  >>

<< E tu hai accettato? >>

<< Non ho risposto… comunque, non stavamo parlando di questo! Estele è figlia mia e di Nahor, deve avere gli stessi benefici di cui godono i bambini dell’accampamento di Aatai, non dei nostri. Sarebbe marchiata a vita, come te e me. Mi rendo conto che non è possibile che lei abbia una famiglia unita e viva senza pericoli, a qui non avrebbe avuto tutte quelle libertà che io e te abbiamo sognato.  Rosille, io l’adoro e voglio il meglio per lei, non voglio correre alcun rischio per la sua vita! >>

Nel frattempo Estele si era svegliata e, mentre mangiava il pane, che riconobbe essere quello del suo accampamento natio, venne attirata da delle voci che riconobbe essere di Elinor e Rosille. Sapeva che era maleducazione origliare ma, presa dalla curiosità, mise l’orecchio alla porta.

<< Se qualcuno scoprisse che Estele è mia figlia, sarebbe in pericolo più di quanto non lo sia adesso. Non so che fare, lei è pronta per sapere tutto, anche se non penso che questa scoperta le farà piacere >> sentì dire da Elinor. A quel punto le cadde il mondo addosso, lei era sua madre, lei era colei che l’aveva portata in grembo e che poi l’aveva lasciata a suo padre. E poi anche Rosille sapeva tutto, anzi lei l’aveva aiutata in quell’atto così crudele. Sentì montarle la rabbia e un dolore sordo le colpì il cuore. Lacrime amare le iniziarono a scendere sulle gote, bruciando la pelle. Senza neanche fare la cortesia di farlo silenziosamente, preparò la sua borsa con poche cose e corse via verso il bosco.


Salveee! Oggi ho pochissimo tempo per scrivere qusta parte, quindi mi scuso. Vorrei scusarmi innanzitutto per aver saltato la pubblicazione della scorsa settimana, non ho avito tempo neanche per respirare! Il nome ve lo spiegherò al prossimo capitolo! Grazie per la visita e al prossimo capitolo! ;)

Miss_fairy

PS se ci sono errori, segnalatemeli e appena posso li correggerò! ;) 

 

  
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