One Direction, 'A forma del suo cuore' di insomnia

A forma del suo cuore

Louis nelle favole che gli raccontavano da piccolo non ci crede più. Neanche a Dio ci crede più, e ha smesso di credere anche nelle persone.
Louis nel “felici e contenti” non ci ha mai creduto, però nell’amore ci credeva eccome. Ora non crede più neanche in quello, come non crede più negli album dei The Fray. Non crede più di saper salvare una vita, e non crede più che qualcuno lo troverà quando sarà perso ed insicuro.
Louis nelle canzoni non crede più, e non crede neanche più nella libertà.
Ora Louis crede a tante cose diverse, in compenso. Crede nei “vaffanculo”, per esempio. Nei whiskey invecchiati di anni, nelle diete che incominciano il lunedì, nei soldi dati al barbone all’angolo della Carnaby. Crede nelle risse da ubriachi e crede che in fondo la vita sia solo una stronza troppo acida.
Ora Louis crede in tante cose diverse. Crede anche in Harry, per esempio.
Crede ai suoi occhi verdi come uno smeraldo con troppe sfumature, ai suoi ricci arruffati e alle sue labbra a forma di cuore. A forma del suo cuore.
Crede anche nella sua pelle bianca, Louis. Nella pelle troppo bianca, nel letto troppo pulito, nelle infermiere che lo visitano troppo spesso.
Louis crede anche nel sangue che vide quel giorno, e crede di poter cambiare le cose seduto al bancone del bar. Louis crede nelle lacrime, quelle nere, quelle sofferte, quelle ardenti che bruciano sulle guance come bruciano nell’anima scavandola sempre di più. Quelle nere, come il buio di quella sera.
Quelle di quando guidava troppo distratto, troppo innamorato, troppo perso negli occhi di Harry per poter guardare la strada. Il camion. E il sangue.
Louis nelle favole che gli raccontavano da piccolo non ci crede più. Crede nella sua, invece. Crede che Harry si sveglierà e spiegherà le sue labbra rosse, sussurrando un “Ti amo, coglione”. Crede che torneranno a rotolarsi nel letto troppo sporco, spolverando i loro cuori dalla ruggine e dalla cenere, e facendoli battere di nuovo con carezze avide e con parole languide, sussurrate a braccia aperte e occhi lucidi.
Louis nelle favole che gli raccontavano da piccolo non ci crede più. Perché in quelle non c’era sangue, non c’erano lacrime, non c’era ruggine, non c’era cenere. E non c’era neanche Harry disteso sull’asfalto, con le labbra a forma di cuore ormai lacerate. A forma del suo cuore.

NdA: è sempre una delle solite cagate senza pretese. Vorrei davvero scrivere qualcosa di sensato, aggiornare qualche altra ff, fare una raccolta. Insomma, vorrei davvero fare le cose per cui la gente si iscrive su questo sito, ma si vede che non ne sono capace. Quindi vi lascio con le mie innumerevoli flash/drabble larry con poco senso.
Ah, Harry non è morto, è solo in coma ("solo"), nel caso non si fosse capito. Anche se credo si capisca poco di questa cosa.

Grazie a chi leggerà/recensirà, vvb.