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Autore: Claudine Delacroix    08/12/2013    7 recensioni
Diciamo che forse Clara aveva una piccola cotta per il docente d'Italiano.
E diciamo che forse, nel profondo, al professore non dispiaceva affatto.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Amori silenziosi

 

 

 

 

Clara tirò fuori il libro e il quaderno d'italiano. Un brivido di piacere le corse lungo la schiena; adorava quella materia, come adorava sentire la voce profonda del professore parlare di Amor Cortese, leggere le poesie girando per la classe e guardarla ogni tanto con approvazione.

Perché sì, insomma, lei sapeva di essere la sua preferita. Innanzitutto faceva tutti i compiti, ogni volta, e stava sempre attenta. Ovviamente otteneva voti superbi, cosa che nelle altre materie le risultava pressoché impossibile. Infatti, il professore di Italiano proprio non si capacitava del fatto che gli altri insegnanti avessero da ridire sulla ragazza, che con loro d'accordo proprio non ci andava.

Clara non era esattamente un'alunna modello. Era svogliata e pigra, e i voti mediocri che prendeva erano tutta rendita. Le solite cose che dicono gli insegnanti ai genitori; se si fosse applicata di più, avrebbe avuto sicuramente voti altissimi. Eccetera.

Intelligente o no, Clara non faceva assolutamente nulla per migliorare i suoi voti; a lei interessava solo Italiano. A casa faceva quasi solamente i compiti di italiano, si portava sempre un po' avanti con il programma per essere più preparata – e per stupire il professore... che, effettivamente, era colpito – e se al mattino c'era una lezione di Italiano si svegliava con il sorriso sulle labbra.

Era un pochino ossessionata, diciamo.

«Buongiorno, ragazzi». Il professore entrò appoggiando la tracolla nera sulla cattedra. Clara disse 'buongiorno' guardandolo con occhi adoranti, accorgendosi di essere – come al solito con lui – scattata in piedi alla stregua di un cagnolino, mentre gli altri si stavano ancora stiracchiando svogliatamente.

«E buongiorno, signorina Clara. Come sta oggi?» il professore si avvicinò al banco di Clara, camminando lentamente e guardandola con quegli occhi color verde-nocciola.

«Ehr... bene, dai» mormorò impacciata. Poi, per fortuna, la componente frizzante del suo carattere emerse; cominciò a parlare dell'ultimo libro che aveva letto, di quanto fosse stato meraviglioso e di quanto glielo cosigliasse assolutamente.

Il professore ascoltò con piacere divertito la voce cristallina della ragazza emozionarsi per l'ultima lettura; adorava sentir parlare così una giovane, era un fenomeno abbastanza raro e gli infondeva speranza sapere che non tutti i ragazzi odiassero leggere. Forse la voglia di leggere se l'era rubata tutta lei, pensò divertito mentre si annotava il titolo del libro.

Era bello vedere qualcuno di così giovane apprezzare le meraviglie che delle lettere su di un foglio possono fare.

Clara, guardando con orgoglio l'ennesimo titolo consigliato da lei scritto sulla sua agenda – era un po' come se lui portasse sempre con sé un pezzo di lei... no? – si sedette felice e tirò fuori il libro di testo.

Anna, la sua vicina di banco, la guardò con affetto. «Ma leggi sempre. Come diamine tu faccia, ancora lo devo capire» disse roteando gli occhi, vedendo che la compagna aveva aperto il libro ad una pagina a caso e si era messa a leggere.

«'La Tragedia'. Che allegria! Ma dai Cla, dobbiamo ancora affrontare quell'argomento e forse non la faremo nemmeno. Lascia perdere, per una volta, ti devo raccontare cosa mi è successo ieri con Luca! » sbuffò forte l'amica.

Clara chiuse il libro cercando di mantenere la calma, fece un sorriso di circostanza e si mise ad ascoltare. O almeno, ci provò. Con la mente era rivolta al buongiorno, signorina Clara di poco fa. Aveva detto buongiorno proprio a lei, a lei sola. Va bene, il professore era solito conversare con i singoli compagni – 'signorina Anna, la vedo un po' giù' o 'Matteo, tutto bene? Se vuoi ti rispiego l'argomento' – ma trovava che con lei parlasse molto di più. Forse era una sua impressione, forse no, sta di fatto che, mentre Anna parlava, Clara assunse l'espressione trasognata che aveva quando pensava a qualcosa di bello con intensità, tanto che l'amica rinunciò a raccontarle la sessione di messaggi avuta ieri con Luca. Sbuffò e si alzò per cercare qualcuno che la stesse a sentire.

«Dunque, aprite il libro a pagina 108. Oggi vi spiegherò un nuovo argomento, diabetico tanto quanto l'Amor Cortese» disse lui senza alzare lo sguardo, mentre la classe rideva. Era solito scherzare durante la lezione, anche se sapeva essere serio al momento giusto. Clara sorrise appena, non voleva dare l'impressione di approvarlo in tutto e per tutto. Faceva già abbastanza pena – sì, ne era consapevole – quando gli consigliava libri o pendeva dalle sue labbra durante le spiegazioni o andava egregiamente in tutte le interrogazioni e verifiche, per non contare le volte che arrossiva se le faceva un complimento. Complimenti puramente scolastici, pensava lei con amarezza.

Aprì il libro alla pagina corretta e tenne basso lo sguardo, ascoltando con piacere la voce del professore che spiegava. Aveva un timbro morbido e profondo, scandiva bene ogni parola senza alcun accenno di dialetto. Amava sentirlo parlare.

La campanella suonò proprio nel bel mezzo della lettura di una poesia, mentre il professore girava per i banchi. Stava leggendo un verso particolarmente romantico ed era passato proprio accanto a lei, facendole venire i brividi.

La classe scattò in piedi e si disperse per i corridoi, mentre un piccolo gruppetto di ragazze si appollaiò sul termosifone. Clara chiuse con calma il libro e lo ripose nello zaino con delicatezza; infine afferrò l'ennesimo libro che leggeva quando, in ricreazione, non aveva voglia di parlare con nessuno. Nel momento in cui alzò lo sguardo, scoprì che il professore la stava guardando. Sorrise alla vista del volume che la ragazza stringeva e la salutò con approvazione uscendo dalla classe.

Clara non riuscì nemmeno a ricambiare il saluto; era troppo stordita dall'espressione di approvazione che il docente le aveva rivolto. E le aveva pure sorriso!

Diciamo che forse Clara aveva una piccola cotta per il docente d'Italiano.

E diciamo che forse, nel profondo, al professore non dispiaceva affatto.

  
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