La tazzina da tè è rimasta dove l’ha posata, tutto tace. Sembra che nulla sia successo, il tempo si è congelato in quella stanza, l’odore della cucina e della carta dei libri è ancora forte, come la solitudine che aleggia a mezz’aria, sospesa, non narrata. Si sarà sentita sola, la ragazza che per salvare persone a lei quasi sconosciute ha perso tutto?  I suoi ultimi pensieri sono rivolti alle ragazze che la guardano morire o alla famiglia che si è lasciata alle spalle, unica sopravvissuta?
“Avrei solo voluto avere la forza per proteggervi.”


Le urla delle compagne le arrivano come eco lontane. L’acqua attutisce qualsiasi suono, anche quello della disperazione. Il suo cuore e la sua anima sono gelidi pozzi di acqua nera, gli occhi non servono a niente in quella buia tristezza, i sensi ormai la ingannano. Immagini di una vita sprecata le saettano nella mente; infinite possibilità e combinazioni ormai perdute. Le emozioni scompaiono, non prova più nulla. Rimorso, dolore, tristezza: sono soltanto parole. Si concede di addormentarsi e di lasciare spazio alla Strega, per non dover più lottare. Riposa, piccola Sirena.
“Vorrei poter sentire ancora una volta il suono di quel violino.”


In principio voleva crescere, maturare, fare esperienze come ogni ragazza della sua età. Poi la priorità è diventata sopravvivere, guardare le sue compagne che lottavano ogni giorno contro la morte. La sua indecisione poteva segnare il confine tra la vita e la morte delle persone a cui teneva, un suo atto di egoismo poteva bastare per condannare il mondo intero. La ragazza dal cuore scuro come l’acqua di un mare profondo, quella dai modi gentili e dall’anima scintillante come l’oro, persino la giovane dai modi bruschi e gentili al tempo stesso: le aveva perse tutte. La ragazza che aveva affrontato il destino innumerevoli volte per lei, le stava davanti, in lacrime. Aveva preso la sua decisione. Il peso della tristezza di tutte le ragazze che erano morte come le sue amiche l’avrebbe portato lei. Il gioco valeva la candela, niente più sofferenza.
“Sarò sempre accanto a te, anche se non potrai vedermi.”

Non dimenticatelo. In ogni momento, da qualche parte, qualcuno sta lottando per voi.
Finché ne avrete memoria, non sarete soli.


***

 

Questa è la seconda fiction che pubblico in questo fandom, per la prima volta ho voluto provare a scrivere qualche drabble, presa dall'ispirazione notturna che caratterizza un po' tutti i fanwriters, eheh. Ho voluto fermare nel tempo alcuni momenti delle Puellae per estrapolarne pensieri e sentimenti, spero di non essere andata OOC, per quanto sia possibile in queste poche righe. Devo dire che mi dispiace un sacco vedere il fandom di Madoka così poco popolato, purtroppo ormai l'anime è uscito da parecchio, quindi chi ha interessi, diciamo così, stagionali è già migrato altrove. Personalmente non ho ancora finito di pubblicare in questo fandom, ho già pubblicato una KyoSaya AU pochi mesi fa e credo che ne scriverò un'altra a breve. Vorrei soffermarmi anche nel narrare qualcosa su qualche Strega, se la mia Musa m'assisterà.
Spero che questa raccolta senza pretese vi piaccia, mi piacerebbe molto leggere qualche vostro parere tramite recensione, non preoccupatevi di scrivere cose complesse... mi bastano anche due righe. Se avete critiche costruttive da farmi sono sempre le benvenute, purchè accompagnate da una motivazione valida. Grazie per aver letto!

Ailisea