Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: percabeth2000    09/12/2013    2 recensioni
Alis è una figlia di Eris. Ben presto dovrà affrontare un pericolo, lo stesso che sta minacciando anche il Campo, insieme a Nico di Angelo e a qualche altro semideo ce la faranno a sconfiggere il nemico?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV.ALIS

Mi svegliai praticamente la mattina dopo mentre una certa Ruel mi guardava soddisfatta circondata dai capelli corvini.

“Ben sveglia” mi disse ed io feci finta di non vedere il suo sorriso larghissimo che poteva dire tutto di qualunque cosa. Così andò per alcuni giorni finché non arrivo il fatidico giorno della battaglia.

Tutti i semidei erano già riuniti ai confini del campo ad aspettare l’esercito e anche io mi schierai con loro tenendo una spada sulla schiena e i due doni di mia madre sui fianchi.

“Pronta?” mi chiese Chiara tenendo l’arco con una freccia già incoccata.

Annui senza parlare in modo da non  sconcentrarmi mentre con lo sguardo cercavo Desmond e Nico per vedere se stavano bene, li trovai rispettivamente una fila dietro e una fila davanti.
I minuti che passarono prima della battaglia non facevo altro che pensare che dovevo concentrarmi e dare il meglio di me, che dovevo stare attenta ai semidei cercando di non fargli del male.
Appena si videro in lontananza i semidei tutti partirono alla carica, niente spargimenti di sangue, diciamo che il tutto sembrava più una gigantesca e agguerrita caccia alla bandiera e in questo modo, era molto più facile scendere in campo e combattere.
Il mio compito era piuttosto semplice da un punto di vista tecnico, si facevano cadere gli avversari ed io facevo del mio meglio per riportarli alla normalità, anche se in un primo momento ovviamente restavano scombussolati: era come fare la stessa cosa cento volte, in continuazione, velocemente, come in una grossa catena di montaggio, a poco a poco tutto risultava naturale e sciolto come se fossi creata per far questo.
Stavamo andando benissimo, i semidei erano praticamente tornati tutti sani tranne una decina e Nico riusciva a tenere a bada gli spiriti egregiamente, ma quando anche l’ultimo semidio fu riportato alla sua natura si vide in lontananza un bagliore piccole e sfuocato a cui poi si aggiunsero decine di altri bagliori che a mano a mano si avvicinavano diventavano sempre più definiti e intensi … frecce, frecce infuocate che in un lampo andarono a colpire i prati e le capanne, mandando in fiamme ogni oggetto toccato.
Il primo pensiero fu Ruel, che era restata con altri bambini della sua età nella casa grande per proteggersi il più possibile dalla battaglia, quel pensiero mi fece infuriare all’inverosimile e anche se non avevo uno specchio, sentivo i miei occhi diventare rossi e non rossi come con Nico o con Chiara o con Mattia, no, rossi come il sangue della creatura più sporca e cattiva che abbiate mai potuto immaginare, rossi ma quasi neri.
Nel frattempo l’esercito che aveva scagliato le frecce si fece avanti mostrando tre file composte da dracene ed empuse che molto probabilmente, sfruttando l’imminente guerra tra il campo, e i semidei dell’esercito di Crono, avevano ben pensato che era giunto il momento di sferrare un attacco di massa.
Tutti i guerrieri si fecero avanti, compresi i semidei che si erano ripresi dalla mia perlustrazione mentale e tutti insieme iniziammo a combattere. I mostri erano molti di più di quelli che avrei mai pensato a mentre combattevo notavo con stupore che all’inizio tutti indietreggiavano davanti ai miei occhi vermigli e quando ormai si riprendevano era troppo tardi perché potessero sfuggire alla presa della mia spada.
Nico e Chiara se la cavavano egregiamente, quest’ultima continuava a tirare frecce che puntualmente andavano a centrare il bersaglio e a volte provocavano anche dei bei buchi nel terreno con le loro esplosioni, mentre Nico con la sua spada non aveva molti rivali e i suoi fendenti continuavano ad andare a segno.
All’improvviso un’empusa mi travolse con il suo peso e la mia spada volò via, prima che me ne potessi accorgere aveva i suoi canini conficcati nel mio collo. Il dolore che provai mi fece stringere i denti all’inverosimile ma cercai di non urlare e piuttosto di concentrarmi su come potevo togliermela senza lacerare anche il mio collo e così mi vennero in mente, i mie due doni, e cercando di fare meno movimenti possibili presi quello sul fianco destro e lo conficcai nel torace del mostro che per il dolore piuttosto di lasciare la presa la strinse ancora di più conficcandomi anche le sue unghie nel petto.
Con le ultime forze che sentivo staccai il pugnale e lo riaffondai, e continuai così per diverse volte conficcandoglielo nel torace fino all’elsa e sporcando le mie maniche del suo sangue denso e vischioso. Quando si staccò tutto divenne buio e io svenni.
 
“Stai bene?” mi chiese dolcemente Ruel accarezzandomi la fronte. Ero in infermeria.

“O dei, stai bene allora …” dissi cercando di alzarmi e abbracciarla ma appena lo feci la testa mi divenne così pesante ed iniziò a girarmi vorticosamente facendomi scappare un gemito di dolore.

“Dovresti riposare …” disse Desmond.

“E saremmo noi a dover pregare gli dei, sei venuta qui bianca come un cencio con gli occhi spalancati ed ancora rosso fuoco, tutta imbrattata di sangue, del tuo sangue” puntualizzò un’altra voce che riconobbi pochi istanti dopo come quella di Chiara.

Mi ricordavo tutto come se fosse l’immagine di un sogno m rivivevo il dolore come se lo stessi provando in quel momento come se i canini aguzzi e lunghi dell’empusa mi stessero lacerando la pelle un’altra volta, risentivo il suo sangue sulle mie mani e sulle mie maniche, risentivo gli urli dei combattenti e il clangore delle spade, riprovavo la sensazione di sentire il mio sangue scendermi lungo il collo.

“Chi mi ha portato qui?” chiesi un po’ scossa.

“Oh …” disse Ruel con un sorrisetto “E’ stato Nico”

“Non è che potreste lasciarmi sola con Ruel? Ho due cosettine da chiederle …”  dissi con aria da finta pensierosa.

“Certo” sorrisero divertiti Chiara e Desmond.

“Non mi hai ancora risposto” sottolineò Ruel muovendo le gambe avanti e indietro.

“Sto bene sorellina. Ma tu sorridi troppo per i miei gusti, che hai?”le chiesi indagatoria.

“La mia bocca è cucita, Te lo dirà lui” mi rispose.

“Lui chi?”

“Ti ho già detto troppo, ci vediamo!”  si congedò.

“Ruel!” la chiamai, ma ormai quella piccola lepretta se ne era già andata “Brutta piccola peste” farfugliai.

“Ti assomiglia parecchio sai? Tutta sua sorella …” disse qualcuno. Appena scostate le tende che dividevano il mio letto da gli altri, riconobbi subito il bel ragazzo moro che mi stava prendendo in giro.

“Niente ramanzina sul fatto di essere stata imprudente, impulsiva e sconsiderata? Niente sull’essermi fatta prendere dalla rabbia? Mi sorprendi …” gli chiesi.

“No, niente di niente, tanto sei un testarda non mi ascolterai comunque”

“Anche Chiara la pensa così …” ragionai.

“Infatti io ho sempre ragione e questa mia buona dote sarà sicuramente passata a Chiara quando abbiamo fatto quel viaggio in città” disse spavaldo.

“Allora dovresti sposarla … almeno avrà sempre un po’ di buon senso …”valutai.

“Stai scherzando vero?”
Entrambi scoppiammo a ridere, o almeno finché la gola non iniziò a farmi stringere i denti e le lenzuola.

“Tutto ok?” mi chiese scostandomi un ciuffo ribelle.

“Sì, tutto bene, grazie”
Restammo in silenzio per un bel po’ mentre la testa continuava a girarmi e non per il dolore, per Nico.
Eravamo diventati amici in così poco tempo e forse, da perfetta idiota, avevo iniziato ad adorare i suoi capelli corvini, la sua pelle olivastra e i suoi occhi neri …

“Alis …” chiese sventolandomi una mano davanti agli occhi “ tutto bene?”

“Sì, benissimo, mi sono solo … imbambolata” risposi sentendo le guance andare a fuoco.

“Sei carina quando arrossisci …” mi disse e questo non fece che farmi arrossare ancora di più “E anche
quando dormi …” riprese avvicinandosi “E quando combatti …” qualche centimetro in più.

“Grazie” sussurrai.

“Prego” altro centimetro.

“Nico …”

“Ehm …”

“Non hai intenzione di mordermi il collo vero?” chiesi ripensando all’empusa.

“Assolutamente no” mi disse alzando il mignolo a mo’ di giuramento.

“Bene …”

Era talmente vicino ora che riuscivo a sentire il suo respiro sulle labbra.

“Bene ….”

“ O, al diavolo” e così dicendo lo avvicinai ancora di più facendo scontrare le nostre bocche in un bacio dolce e caldo.

“Questa Alis mi piace, forse anche più dell’altra” mi disse appena ci staccammo ed io feci finta di rimanere offesa anche se mi scappò un sorriso.

“Ho detto forse …” mi disse avvicinandosi di nuovo.
 
Passarono i giorni ed io mi rimisi in sesto, Nico era sempre il solito e Chiara aveva stretto una bellissima amicizia con Mattia, sì, amicizia ….
Alla fine capii che intendeva dire Ruel e mi resi conto che forse questa guerra mi aveva cambiata, forse finalmente mi ero sciolta e i miei problemi erano rimasti al passato,non tutti ovviamente  ma pur sempre i più considerevoli e pesanti.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Spero che l'ultimo capitolo vi sia piaciuto. Colgo l'occasione per ringraziare chi mi ha seguito fin qui, siete stati molto gentili e pazienti, grazie davvero.
percabeth2000

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: percabeth2000