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Autore: evilkya    09/12/2013    4 recensioni
Il più piccolo voleva attraversare quello specchio per correre dal suo hyung ed abbracciarlo, stringerlo tra le sue braccia e dirgli che non era vero che era un bastardo, per dirgli che tutto andava bene e che lui era li.
Ma lui non era li.
Non poteva nè abbracciarlo nè consolarlo.
Poteva solo osservare inerme...

Pairing:KyuMin
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Behind the mirror

Il suono della campanella.
L'inizio dell'inferno quotidiano.
Kyuhyun mise i libri nella sua borsa e, in silenzio, si alzò dalla sedia, avviandosi verso la mensa.
Una volta uscito dall'aula, iniziò a correre per raggiungere la sua meta.
Quando arrivò, notò che era ancora quasi vuota, per sua fortuna.
Si precipitò ad ordinare alla cassa il suo pranzo:
'Pasto A'
'Si, subito'
Rispose il ragazzo, che iniziò a mettere il tutto su di un vassoio.
'No, mi scusi,ma è da sporto'
Il ragazzo della mensa non rispose, ma dopo aver guardato male Kyuhyun si accinse a prendere una busta e metterci il suo pranzo dentro, con molta poca delicatezza.
Dopo qualche minuto, Kyuhyun stava ancora aspettando di ricevere la sua ordinazione.
'Mi scusi, ma vado di fretta'
'Le patatine non sono ancora pronte'
La mensa iniziava ad affollarsi.
E le prime goccioline di sudore iniziavano a solcare la fronte di Kyuhyun.
'Non fa nulla, non le voglio'
'Ma le ha pagate'
'Non importa'
'Allora le do la differenza'
Ma Kyuhyun non aspettò nemmeno che il ragazzo finisse di parlare, prese la sua busta e si avviò a passo svelto verso l'uscita. Ma quando pensò che era riuscito ad andarsene incolume dalla mensa, una mano lo bloccò.
'Ma guardate qui chi c'è? Il nostro caro Cho Kyuhyun'
Kyuhyun chiuse gli occhi.
Era la fine per lui.
 
'Vieni qui con noi, mio caro amico. Dove correvi così di fretta?'
Disse il ragazzo, una specie di armadio, urlando, facendosi sentire da tutte le persone presenti.
'Da nessuna parte'
Sibillò Kyuhyun.
'Non essere timido. Siamo amici noi, no?'
Kyuhyun non rispose.
Loro non erano per nulla amici.
Anzi.
Ma parlare sarebbe stato peggio.
Il ragazzo-armadio lo afferrò per un braccio e lo costrinse a sedersi al suo tavolo, dove avevano già preso posto i suoi amici. Tutti formato armadio.
'Allora..' iniziò a parlare il capo-armadio 'lo sai che sono triste quando non ti unisci a noi per il pranzo'
Kyuhyun continuava a stare in silenzio.
Sapeva bene che di li a poco sarebbe iniziata la tortura.
'Sai la vita a scuola è così noiosa. E tu sei così divertente'
Tutta la sala iniziò a ridere.
Kyuhyun chiuse gli occhi.
'Cosa possiamo fare oggi?'
Chiese l'uomo-armadio, più a se stesso.
Tutta la mensa era in religioso silenzio, aspettando la decisione del capo.
Ma quello più attento era Kyuhyun...dopo qualche secondo sarebbe venuto a conoscenza del 'divertimento' di quel giorno.
'Oggi non mi va di pensarci troppo su...penso che il classico andrà bene'
Detto questo iniziò a ridere, e quasi subito lo seguirono tutti.
'Forza Kyuhyun. Ora tocca a te'
Lo incitò l'armadio dopo qualche secondo.
Kyuhyun sapeva bene cosa fare.
Si alzò lentamente dalla sedia e si posizionò al centro della sala, in piedi.
Tutti gli altri lo seguirono, formando un cerchio intorno a lui.
In prima linea c'erano l'uomo-armadio e i suoi compari.
'Kyuhyun' disse con voce dolce 'lo sai vero che quegli occhiali sono orrendi...perchè non li togli?'
Kyuhyun non aveva nessuna voglia di togliere i suoi occhiali, ma aveva paura di disobbedire, quindi fece come gli era stato detto.
Tolse i grandi occhiali quadrati, e li mise in tasca.
'Benissimo. Ora è tutto perfetto...1...2...3!!!'
Urlò il ragazzo e, dopo nemmeno un secondo, Kyuhyun si ritrovò sommerso di avanzi di cibo di qualunque genere e consistenza.
Il lancio al bersaglio continuò per 5 minuti interi, fino a che la campanella pose fine al 'divertimento'.
'Ahahaahah oddio, amico mio tu si che sei uno spasso'
disse l'armadio passando accanto all'irriconoscibile Kyuhyun, con una mano alzata, come per dargli una pacca sulla spalla. Ma poi osservò che non c'era uno spazio pulito sul corpo del ragazzo, quindi abbandonò l'idea.
'Ci vediamo domani'
Disse ancora ridendo, lasciando così Kyuhyun da solo nella grande sala vuota.
 
Dopo aver tolto il grosso del cibo dai suoi abiti, Kyuhyun raccolse le sue cose e si avviò verso casa. Anche quel giorno avrebbe saltato le lezioni pomeridiane, ma di certo non poteva restare a scuola conciato in quel modo.
Verso la strada di casa, si ritrovò ancora una volta a pensare alla sua vita.
Lui, Cho Kyuhyun, era figlio unico.
La sua famiglia non aveva mai navigato nell'oro, ma i suoi genitori gli erano riusciti a dare un'infanzia felice. Tutto andava bene, fino a che Kyuhyun non aveva compiuto 6 anni.
Il padre era morto all'improvviso per una malattia, e aveva lasciato soli lui e la mamma...e le rate del mutuo della casa da pagare.
Quindi la madre si era rimboccate le maniche ed aveva iniziato a lavorare per continuare a mantenere la casa che aveva acquistato col marito,per non far mancare nulla a suo figlio e non costringerlo ad abbandonare i suoi cari studi per aiutare la famiglia.
Kyuhyun, da parte sua, era un bambino differente dagli altri ragazzi della sua età.
Alle scuole medie, nel tempo libero preferiva leggere piuttosto che giocare a pallone, il che lo escludeva dalla maggior parte delle comitive.
Anche una volta arrivato alle scuole superiori non aveva abbandonato le sue abitudini e il suo look così differente da quello della sua generazione. Il fatto che portasse grandi occhiali, non gelatinasse i capelli e non vestisse alla moda, lo aveva portato all'isolamento.
Ma a lui non interessava.
Gli piaceva restare solo, lontano da tutti. Nessuno lo capiva e lui non faceva nemmeno nulla per farsi capire.
Il suo IQ era il più alto della scuola, e questo lo rendeva automaticamente un secchione (no che lui non lo fosse...).
Stranamente a lui questa cosa piaceva. Era fiero della sua intelligenza e delle sue capacità.
Ma ovviamente, intelligente com'era, Kyuhyun aveva ben presto capito che la sua vita scolastica non sarebbe passata senza intoppi.
Alla fine del suo primo anno, aveva per sbaglio versato del succo su un suo compagno di scuola, Kim Youngwoon, conosciuto da tutti come Kangin (o da lui soprannominato 'uomo-armadio') che non fu molto contento dell'accaduto.
Dall'ora il suo piano di trascorrere i suoi anni liceali nell'ombra andò a farsi fottere.
Kangin e suoi amici lo presero di mira, costringendolo a fare i loro compiti (nonostante Kyuhyun fosse più piccolo). Ma quando Kyuhyun si rifiutava o non poteva farli, loro lo punivano.
La testa nel water, il lancio al bersaglio col cibo, lasciarlo in mutande per la scuola...erano alcune delle cose che Kyuhyun aveva dovuto subire.
Ben presto Kangin e i suoi avevano capito che queste punizioni erano molto divertenti, e quindi iniziarono a renderle quotidiane e soprattutto plateali.
Ed ora Kyuhyun era al suo ultimo anno di liceo.
Era sempre il più intelligente, il primo in tutto.
Ma era estremamente solo.
 
Perso nei suoi pensieri, Kyuhyun non si accorse di essere arrivato a casa.
Salì i gradini e prese le chiavi da sotto al vaso. Mentre stava per aprire al porta notò qualcosa di luccicante in un cespuglio.
La fissò per un po', poi decise di andare a vedere cosa fosse.
Tra il cespuglio c'era un grande specchio.
Era uno specchio comune, racchiuso da una cornice dorata. Ma che ci faceva lì uno specchio di quelle dimensioni?
Non sapeva perchè quello specchio attirava così tanto la sua attenzione, in fondo era un semplice specchio.
Eppure Kyuhyun decise di tenerlo e portarlo in casa con se.
 
Kyuhyun entrò in casa senza annunciare la sua presenza. Sapeva benissimo che la madre non era in casa e sarebbe rincasata solo in tarda serata.
Salì con fatica le scale (lo specchio era piuttosto pensate)fino a raggiungere la sua camera, lanciò la sua borsa sul letto e poggiò delicatamente lo specchio accanto la sua scrivania.
Verticalmente l'oggetto raggiungeva la sua altezza (e lui era abbastanza alto). Inoltre stonava tremendamente con l'arredamento della stanza.
Ma nonostante tutto, decise di tenerlo li.
Si specchiò.
Vide il suo aspetto.
I capelli arruffati.
I brufoli.
Gli occhiali.
I suoi abiti sporchi.
Era così arrabbiato che gli veniva da piangere.
Ma lui non avrebbe mai pianto.
Non l'avrebbe mai fatto.
Con questa certezza, voltò le spalle allo specchio ed andò a farsi una doccia.
 
Una volta uscito dalla doccia, sentì una voce.
Una voce che urlava.
Kyuhyun non sapeva cosa fare.
Aveva paura che fossero entrati dei ladri.
Con molta cautela uscì dal bagno, sentendo chiaramente le urla.
Era una voce maschile.
'COSA VUOI DA ME? NON TI BASTA ROVINARMI LA VITA TUTTI I GIORNI? TU NON SEI NESSUNO. LASCIAMI IN PACE'
Detto questo sentì anche un rumore che sembrava come di una porta che sbatteva.
Poi iniziarono i singhiozzi.
Forti.
Insistenti.
E sembravano provenire dalla sua camera.
Sempre in silenzio si avvicinò alla sua stanza,che aveva la porta aperta e si affacciò.
Ciò che Kyuhyun vide fu la cosa più strana che potesse mai vedere.
C'era qualcosa nello specchio.
Non poteva essere un riflesso...in tal caso avrebbe visto se stesso.
Inoltre tutto ciò che c'era nello specchio era assolutamente nuovo per lui. Non era la sua stanza.
A quel punto, più spinto dalla curiosità che intimidito dalla paura, entrò nella sua stanza e si avvicinò allo specchio (era senza occhiali e quindi vedeva tutto sfocato).
Una volta di fronte allo specchio, riuscì più o meno a mettere a fuoco ciò che era riflesso.
Era una stanza. In particolare si vedeva un letto. E su di esso c'era seduto, con la testa tra le mani, il responsabile dei singhiozzi (e probabilmente delle urla di prima).
Kyuhyun passò qualche minuto ad osservare il ragazzo dall'altra parte dello specchio che piangeva, senza dire una parola, come ipnotizzato da quella visione.
Non poteva essere vero.
Ad un certo punto il ragazzo smise di piangere, asciugò gli occhi ed alzò il volto.
Ed urlò.
'Chi sei??E che ci fai nella mia stanza?'
Kyuhyun capì forse che anche il ragazzo poteva vederlo.
'E perchè sei tutto nudo??'
Nudo??
Kyuhyun si guardò..ed effettivamente era TUTTO nudo...dallo spavento dei ladri aveva dimenticato di vestirsi.
'AAAAAAAAAAAAAA'
Urlò anche lui, nascondendosi.
'Dove sei andato?'
Aveva chiesto il ragazzo dall'altra parte.
'Scusa, mi ero dimenticato di non essere vestito'
'Ma dove sei??'
'Penso di essere dall'altra parte dello specchio'
'Cosa??'
Nel frattempo Kyuhyun si vestì e si riposizionò davanti lo specchio.
Il ragazzo lo guardava allibito.
'Incredibile'
Kyuhyun ancora doveva rendersi conto di quello che stava vivendo.
Forse gli si era fuso il cervello.
'Questa cosa non può essere reale. E' contro ogni legge della fisica'
Ma il ragazzo non lo stava a sentire continuava a guardalo come se fosse un bellissimo film ed a sussurrare 'incredibile'.
'Sicuro. Tu non esisti. Tutto questo non esiste'
E detto questo, Kyuhyun prese un telo e coprì lo specchio, facendo scomparire l'immagine da esso riflesso...
 
'Ehi, perchè ora è tutto buio?'
Sono pazzo, sono pazzo, sono pazzo...
Continuava a ripetere Kyuhyun.
'Beh, se ti fa piacere lo sono anche io allora'
'Tutto questo non ha senso'
'Scusa, ma potresti togliere questa specie di tenda? Mi mette a disagio parlare da solo'
Aveva detto il ragazzo dall'altra parte.
'Ah, perchè parlare ad uno specchio ti fa sentire meglio?'
'Almeno ti guardo'
Kyuhyun non rispose, ma con cautela sollevò il telo.
Il ragazzo era ancora li.
'Incredibile'
Aveva ancora una volta ripetuto.
'Ma sai solo questa espressione? Non ti viene nulla di più intelligente da dire?'
'Eh, sentiamo. Cosa hai tu da dire?'
'Tutto questo non è possibile'
'Ok, allora ora è tutto apposto...'
Rise di scherno il ragazzo.
I due rimasero fermi per qualche secondo a scrutarsi, quando il ragazzo dall'altra parte dello specchio parlò.
'Io non ti voglio nella mia camera. Butta via il tuo specchio'
'Perchè io? Butta il tuo'
'Perchè dovrei mai? Prima era un normalissimo specchio...'
'Davvero?'
'Perchè a te ha sempre fatto vedere altre persone?'
'In verità l'ho appena trovato...'
'Vedi? Io il mio specchio ce l'ho da anni. Quindi ho più diritti di te!'
'Non c'entra nulla'
'Si che c'entra'
I due si guardarono in cagnesco per un secondo prima che Kyuhyun aggiungesse.
'Bene. Regalerò lo specchio al mio vicino di casa. Sai è un vecchietto mooolto arzillo. Ti terrà molta compagnia'
'Cosa? No'
Kyuhyun non sapeva perchè non voleva liberarsi di quell'oggetto appena trovato. Non voleva separarsene.
'Ok, va bene'
Aveva detto dopo un po' il ragazzo.
'Ma te ne farò pentire'
E a quel punto, mise lui un telo sullo specchio.
 
'Tutta questa storia è ridicola'
Aveva detto ad alta voce Kyuhyun stendendosi sul letto.
'La smetti di blaterare? Mi irriti'
'Oddio non posso nemmeno parlare nella mia stanza?'
'No'
'Arr'
Kyuhyun uscì di corsa dalla stanza e andò in cucina.
'Almeno qua posso parlare senza essere ascoltato'
'Perchè hai le cimici in camera?'
A parlare era stata la mamma,appena rientrata.
'Diciamo'
Sorrise andando ad abbracciarla.
'Bentornata'
 
Dopo cena, Kyuhyun andò in camera sua, ma sentì degli strani rumori.
Cosa diavolo stava combinando quel tipo dall'altra parte?
'Ah..ah...sisi...ancora. Più forte'
Non poteva essere.
Stava...stava...
Kyuhyun arrossì al solo pensiero.
Come poteva farlo con lui che ascoltava?
Ma non aveva pudore quel tipo?
Dopo 10 minuti di urla e gemiti (con un Kyuhyun attonito e zittito, ma completamente rosso), calò il silenzio anche dall'altra parte.
'Noona, faresti meglio a rivestirti'
'Voglio restare un altro po''
'No, vattene'
'Ma perchè?'
'Non mi hai sentito? Ti ho detto di andare via'
Certo che quel ragazzo era proprio rude.
'Stronzo'
Aveva sibilato la ragazza.
E Kyuhyun non poteva che essere d'accordo con lei.
Dopo qualche minuto da quando la ragazza aveva lasciato la stanza, Kyuhyun sentì altri rumori.
'Un'altra'
Aveva detto una voce femminile, ma più matura.
'Non sono affari tuoi'
'Si, invece. Questa è casa mia'
'Ti sbagli, questa non è casa tua'
Kyuhyun si sentiva profondamente a disagio ad ascoltare i fatti privati di quel tipo.
Ma non poteva farne a meno.
'Sungmin...'
'Vattene, ho sonno'
Sungmin. Così allora si chiamava il ragazzo.
Kyuhyun sentì la porta chiudersi, e seppe che Sungmin era solo in camera.
Azzardò a parlare.
'Emh, scusami...ma potresti evitare di fare...quello...'
'E' vero. Avevo dimenticato che oggi avevo uno spettatore'
Aveva detto il ragazzo sarcasticamente dopo qualche secondo.
'Ma quale spettatore. Non ci tengo proprio'
'Non dovresti spiare'
'Ti ho detto che non l'ho fatto. Ho solo sentito, il che era inevitabile'
'Non l'hai fatto solo perchè ho il telo che copre lo specchio. Pervertito'
'Ehi!!'
Kyuhyun si stava arrabbiando, mentre la voce di Sungmin, da prima piena di rancore, si era rilassata.
'Ora scusami, ma mi faccio un bella dormita'
 
 
'EHI!!LA PIANTI!!'
Erano le 4 del mattino quando Sungmin tolse il telo dal suo specchio per cercare di capire come facesse Kyuhyun a fare tutto quel baccano.
'Non mi distrarre'
Aveva risposto Kyuhyun.
'Ma ti rendi conto di che ore sono? Non mi hai fatto chiudere occhio. Ma che fai? Stai giocando?'
Kyuhyun si girò e notò che ora poteva vedere Sungmin dall'altro lato.
Ora con gli occhiali poteva osservarlo meglio.
Era più basso di lui. Capelli scuri, occhi profondi. Era davvero un bel ragazzo...con i tratti quasi femminili.
'Si, gioco a StarCraft'
'Cosa??'
'Ora scusami, ma devo lanciare questo attacco'
'Ma sei un nerd o cosa??'
'Ehi non chiamarmi nerd'
'Oh si che lo sei. E poi..cosa sono quegli occhiali?'
Sungmin chiese divertito.
'Sono astigmatico e miope'
'Si, ma quegli occhiali erano di moda il secolo scorso'
'Sono comodi'
'Ma confermano la mia teoria. Sei un nerd'
'Ok sono un nerd, e allora??'
Kyuhyun iniziava ad alterarsi.
'Nulla. Non sono affari miei. Ma urlare di notte e fare casino con Starcoso è affar mio. TACI!'
'Si chiama StarCraft!! E allora tu? Oggi non hai fatto casino? Non sono riuscito a studiare'
'Era un orario decente. Di notte di solito la gente normale dorme'
'Io no'
'Oddio non ci credo. Se ti prendo giuro che ti ammazzo'
Aveva detto Sungmin.
Kyuhyun spense il pc, si avvicinò allo specchio, trovandosi di fronte Sungmin.
'Io voglio lo specchio. Tu vuoi lo specchio. Ma è evidente che la convivenza non sia possibile'
'Sono d'accordo. Quindi?'
Già quindi?
'Copriamoli entrambi. E cercheremo di essere il più possibili silenziosi'
'Cioè vorresti dire che la notte mi lascerai dormire?'
'Solo se il pomeriggio tu mi lascerai studiare'
Sungmin ci pensò su.
'Non possiamo essere silenziosi del tutto'
'Ma cercheremo di non dare fastidio all'altro. Non possiamo fare di meglio'
Kyuhyun sorrise a Sungmin.
'Va bene'
Rispose lui, a sua volta sorridendo.
'Ah, comunque io sono Lee Sungmin'
'Io sono Cho Kyuhyun'
'Detto il nerd'
Rise Sungmin.
Kyuhyun non ribattè, ma anzi sorrise anche lui.
'Bene, allora addio Cho Kyuhyun'
'Addio Lee Sungmin'
Ed entrambi coprirono gli specchi.
 
Le settimane seguenti passarono senza troppi intoppi.
Ogni tanto Kyuhyun sentiva Sungmin suonare la chitarra o guardare la TV, ma nulla che lui non poteva sopportare. Non aveva portato altre ragazze, e non discuteva più, o almeno non lo faceva in camera.
Dal canto suo anche Sungmin sentiva Kyuhyun. Per quanto di giorno fosse l'essere più silenzioso del mondo, la notte non sapeva se lo preferiva mentre cercava di giocare silenziosamente ai suoi videogiochi o mentre dormiva, russando sonoramente.
Ma ormai si era abituato e anzi, senza i rumori di Kyuhyun non riusciva ad addormentarsi.
Nonostante non si parlassero, entrambi i ragazzi avevano scoperto alcune cose dell'altro.
Sungmin doveva essere più grande di Kyuhyun, dato che andava all'università. Aveva molti conoscenti, ma Kyuhyun aveva capito che lui non li trattava come amici. Era anche lui in tipo solitario. In casa dovevano abitare solo lui e quella signora, che forse era la madre. Kyuhyun però non sapeva perchè tra di loro ci fosse tanto astio.
Sungmin invece non riusciva a capire la vita di Kyuhyun. Non sapeva se andava ancora alle superiori o all'università, dato che dei pomeriggi era a casa e dei pomeriggi invece no. Non aveva capito se viveva da solo, dato che non aveva mai sentito nessun'altra voce. Ma di certo quel ragazzo non aveva amici. Ed era un nerd.
 
Una domenica pomeriggio però Sungmin sentì dallo specchio qualcosa.
Una donna era entrata nella stanza di Kyuhyun.
'Kyu, ti disturbo?'
'No, entra mamma. Stavo leggendo questo libro di fisica quantistica'
Fisica quantistica? Ma quanto era nerd quel tipo?
Quindi non viveva da solo, ma almeno con la madre...
'Kyu, c'è un tuo amico'
Amico?
'Amico? Chi'
Kyuhyun sembrava alquanto stupito.
'Un certo Kangin, ti sta aspettando giù'
Kyuhyun rimase in silenzio, ma dopo poco disse:
'No, fallo salire sopra'
'Ok, allora lo vado a chiamare'
Sungmin sentì la porta chiudersi e dopo un po' la voce di Kyuhyun.
'Ti prego, se ci sei...aiutami'
Disse spaventato, sottovoce.
Aiutarlo? Perchè? Come?
Sungmin stava per parlare quando sentì di nuovo la porta aprirsi.
'Ecco vieni, entra. Kyu offri qualcosa al tuo amico. Io esco a fare delle commissioni. Divertitevi'
'Esci?'
Aveva detto impaurito Kyu.
'Non ti preoccupare. Mio figlio è iperprotettivo'
Aveva risposto la donna, ridendo e uscendo dalla stanza. Ma Sungmin era sicuro che la paura di Kyu non era per la donna ma per se stesso.
'Ciao Kyuhyun'
'Che ci fai a casa mia?'
'Sono venuto a trovarti'
Aveva detto quel Kangin.
'Hai bisogno che ti faccia qualche compito?'
'No. Ho deciso di lasciare la scuola. Non è per me. E poi mi avrebbero bocciato anche quest'anno'
'E allora cosa ci fai qui?'
'Mi mancavi' aveva detto quel tizio ridendo 'è da un po' che non ci divertiamo insieme'
Hai capito a Kyuhyun? Aveva pensato Sungmin. Faceva tanto il santarellino, e invece...
'Ma ora non siamo a scuola'
Aveva detto Kyuhyun.
A scuola?
'Non mi diverto più con quei giochi. Avevo pensato a qualcosa di meglio. Una cosa solo per me e per te'
Sungmin iniziò a non seguire più il discorso.
Con quante persone se la spassava Kyu a scuola?
'Kangin hyung, per favore vattene'
Stava supplicando Kyuhyun.
'Kyu, non devi avere paura'
'Per favore, lasciami'
'Non sentirai nulla, non ti preoccupare'
'No, leva le tue mani...'
'Lo so che è la prima volta per te, ma fidati di me'
Okei, ora Sungmin era parecchio confuso.
Tolse il velo dal suo specchio ma comunque non vedeva nulla.
Era evidente che Kyu non se la spassasse a scuola e men che mai in quel momento.
Ma cosa poteva mai fare?
Ad un certo punto, senza rendersene conto iniziò a parlare:
'Kangin, cosa stai facendo?'
Aveva detto con voce austera.
'Chi ha parlato? Chi sei?'
Sungmin notò che c'era il silenzio assoluto, almeno aveva smesso di toccare Kyu.
'Smettila'
'La senti anche tu questa voce?'
'No, non sento nulla'
Aveva detto Kyu.
'Kangin, tu sai chi sono io?'
'La mia coscienza?'
Il ragazzo era proprio stupido.
'Esatto! E sai bene che quel che stai facendo non è corretto. Lascia stare Kyuhyun o te ne pentirai'
'Cosa??'
'Ti perseguiterò. Mi sentirai sempre. Sarò sempre con te. Non ti farò dormire la notte. E andrò in giro a dire che sei un gay che violenta i nerd'
Forse aveva esagerato. Come può una coscienza andare a sputtanare qualcuno in giro?
Ma il ragazzo era proprio tardo e disse.
'No, no ti prego. E' stata colpa sua. Io non volevo. Non lo farò più ti giuro. Non lo toccherò mai più'
'Non ti divertirai più con lui, quindi?'
'No. Non gli farò buttare più il cibo addosso in mensa. E controllerò che nessuno ficchi la sua testa nel water'
Ecco cosa intendeva per divertimento, quel bastardo.
Sungmin non sapeva perchè ma era davvero infuriato.
'Ringrazia Dio che non posso picchiarti, deficiente. Ora vattene e non tornare più'
Sungmin non sentì risposta, ma percepì un tonfo, segno che la porta della stanza di Kyu si era chiusa.
'Ehi stai bene?'
Aveva poi chiesto.
'Grazie'
Era stata l'unica risposta.
'Kyu, apri lo specchio'
'No'
'Kyu...'
Kyuhyun tolse il velo e si ritrovò di faccia Sungmin.
Sungmin vide Kyu, e non sapeva che dire. Aveva segni evidenti sul collo e la camicia strappata.
'Mi dispiace'
Aveva detto.
'Perchè ti scusi?'
'Non volevo che assistessi a questo spettacolo. Non era mai successo'
'E' stata una fortuna che fossi in casa. A quest'ora potevi avere un buco più largo'
'Grazie mille del conforto'
'Beh è la verità'
'Grazie'
'Prego, Kyu'
Kyu alzò lo sguardo.
'Kyu?'
'Non ti piace?'
'Solo mia mamma mi chiama così. Nessuno mi ha mai dato un nomignolo'
'Non devi avere molti amici'
'No'
'Beh ora ne hai uno'
Disse Sungmin sorridendo.
'Vuoi diventare mio amico?'
Sungmin fece finta di pensarci su e poi disse
'Beh sei un nerd fuori moda,ma sei un tipo apposto'
Kyuhyun sorrise come non aveva mai sorriso con nessun altro.
Sungmin vedendolo così sorrise a sua volta. Forse quello specchio non era stata proprio una maledizione...
 
I due nuovi amici decisero di lasciare sempre scoperto lo specchio, in modo tale da tenersi sempre in contatto, anche visivo.
Nonostante fossero due persone completamente diverse, si scoprirono andare molto d'accordo. Cosa che sorprese molto Kyuhyun: lui non andava d'accordo con nessuno.
Grazie all'aiuto di Sungmin, il più piccolo non aveva avuto più problemi di bullismo, e quindi ogni giorno rimaneva a scuola fino alla fine delle lezioni, tornando a casa solo verso sera.
Senza sosta, correva verso la sua camera dove l'aspettava un sorridente Sungmin, che puntualmente gli chiedeva come aveva trascorso la giornata. Kyuhyun sorrideva anche lui, posava la cartella e si metteva seduto a terra iniziando a parlare di tutte le cose nerd che aveva imparato quel giorno, mentre Sungmin rimaneva ad ascoltarlo senza parlare.
 
Un giorno Kyu tornò da casa e come sempre trovò il più grande ad aspettarlo. Ma notò che c'era qualcosa che non andasse nel suo sguardo. Sembrava più triste del solito.
'Ciao, Kyu. Com'è andata oggi?'
'Niente di che. A te?'
'Idem'
Kyu si sedette a terra al solito posto, con le gambe incrociate, a fissare il ragazzo dall'altra parte dello specchio.
'Sungmin, dove abiti?'
Nonostante parlassero tutti i giorni, i due ragazzi non si erano mai soffermati sulla loro vita privata, e non si erano nemmeno mai chiesti dove abitassero.
'Perchè me lo chiedi?'
'Così, sono curioso. Magari siamo vicini di casa e non lo sappiamo'
'E cosa cambierebbe?'
Sungmin diede le spalle a Kyuhyun, poggiando la schiena contro il suo specchio.
Kyu stette in silenzio, un po' amareggiato dalle parole di Sungmin. Non sapeva perchè ma era rimasto male dal comportamento del più grande. Di certo non voleva ferirlo in nessun modo. Ma quando stava per dire che non importava, Sungmin gli rispose.
'Sono di Seoul' e dopo un breve pausa continuò 'Tu?'
Kyu sorrise, si girò anche lui di spalle come l'amico e poggiò la schiena allo specchio.
Era chiaro che le due schiene non potessero toccarsi, ma entrambi sentirono uno strano calore pervadere il loro corpo, e un brivido percorse tutta la loro colonna vertebrale.
Era come se si sentissero.
'Sono di un piccolo paesino al Sud del Paese. Beh, non siamo vicini di casa'
Sungmin non rispose, ma Kyu si sentì incoraggiato e continuò a dare fare domande.
'Quanti anni hai?'
'20'
'Ah, allora avevo capito bene, sei più grande di me. Dovrei chiamarti hyung'
'Hyung? mai nessuno mi chiama così'
'Ah no?'
'Quanti anni hai, Kyu?'
'18, hyung'
'Ma ora devi aggiungere 'hyung' ogni volta che mi parli?'
Sungmin chiese ridendo, segretamente contento dell'appellativo con cui ora veniva nominato.
'Se ti fa piacere. Altrimenti no, hyung. Sai, nemmeno io ho mai chiamato 'hyung' qualcuno. Siamo simili io e te, hyung'
Disse Kyu, sorridendo.
'No, Kyu. Io e te non siamo simili'
'Non intendevo nel modo di vivere'
'Lo so cosa intendevi. Ma credimi, Kyu: non vorresti essere simile ad uno come me'
Aggiunse Sungmin tristemente.
Kyu si girò, volgendo di nuovo il suo sguardo verso lo specchio.
Sungmin era ancora di spalle.
'Ti sbagli, hyung. Mi piacerebbe molto diventare come te'
Ed era vero.
Kyu ammirava Sungmin. Sia nell'aspetto che nel carattere. Nella sua capacità di ascoltarlo e di consolarlo. Pensava davvero che fosse una persona fantastica.
Sungmin però a quelle parole, scattò in piedi, si girò e guardò Kyu con occhi pieni di rabbia.
Kyuhyun non l'aveva mai visto così.
'Tu non sai nulla. Non mi conosci per nulla. Solo perchè mi parli ogni giorno attraverso uno specchio pensi davvero di conoscermi o di essermi amico? Tu sei solo un povero nerd, cosa ne puoi sapere di me e della mia vita...'
E detto questo prese il telo e coprì il suo specchio, lasciando dall'altra parte un Kyuhyun attonito.
 
Dopo quella discussione, Kyu passò tutta la notte a chiamare 'hyung', rivolgendosi ad uno specchio, che però non rispose mai. Non sapeva se Sungmin ci fosse o meno, ma prima o poi sarebbe tornato e l'avrebbe sentito chiamare per lui.
Erano quasi le 6 del mattino, Kyu moriva di sonno ma non si era arreso.
'Hyung, mi dispiace. Davvero non vuoi parlare più con me??'
Ma quando ancora una volta non ottenne risposta, si alzò, e decise di andare a riposare almeno mezz'ora prima di andare a scuola, e riprendere poi a parlare ad uno specchio muto.
Mentre si stava per voltare però notò che lo specchio stava riflettendo qualcosa, Sungmin aveva tolto il telo.
'Hyung!!'
Sungmin guardava il più piccolo con uno sguardo colpevole.
'Scusami. Era arrabbiato e me la sono presa con te'
'Allora non sei arrabbiato con me?'
'No'
Kyuhyun rise, facendo sorridere anche Sungmin.
'Meno male' disse, saltellando.
'Si Kyu, meno male...ma smettila di parlare, non mi hai fatto chiudere occhio'
'Avrei continuato finchè tu non mi avessi di nuovo rivolta la parola'
'Sei proprio un nerd chiacchierone'
Rise Sungmin.
'Non ti ho fatto mica piangere, nè?'
Disse poi scherzando, ma Kyu rispose seriamente.
'Io non piango'
'Ah no?'
'No. Mai. Io non piango'
Sungmin rimase colpito dalla determinazione con la quale Kyu gli aveva risposo.
'Perchè'
Kyu abbassò lo sguardo e rimase in silenzio.
Sungmin attese anche lui in silenzio. Nn voleva forzarlo a parlare, soprattutto quando solo poche ore prima gli aveva detto che loro non erano amici. Ma davvero voleva saperne di più di Kyu e della sua vita. Senza rendersene conto si stava affezionando a qualcuno per la prima volta in vita sua.
Dopo qualche attimo Kyu però si sedette e, sempre con lo sguardo rivolto al pavimento, iniziò a raccontare.
'Sai hyung, non so se te ne sei accorto, ma io abito solo con mia mamma. Mio padre è morto quando avevo sei anni. Non lo ricordo perfettamente, ma ricordo che quando stava male io gli ero accanto, piangendo. Lui mi disse che stavo per diventare l'uomo di casa e che gli uomini non piangono. Che avrei dovuto supportare mia madre e renderla felice a posto suo. In quel momento promisi a me stesso che non avrei mai pianto e che avrei vegliato su mia madre.
E non ho intenzione di rompere quel giuramento'
Sungmin osservò quel ragazzo, che in quel momento sembrava così più piccolo di lui ma anche molto più maturo.
Aveva una forza che lui gli invidiava.
Una forza che invece lui non aveva.
Senza rendersene conto, anche lui iniziò a confidarsi.
'Anche mio padre è morto. Un anno fa'
Kyu alzò lo sguardo e vide gli occhi di Sungmin riempirsi di lacrime.
'Ora vivo da solo con la donna che mio padre sposò qualche anno prima. Non so chi sia mia madre, mi ha lasciato solo con mio padre subito dopo avermi dato alla luce. Andavo molto d'accordo con mio padre, e gli volevo davvero bene, ma non ho mai accettato il suo matrimonio. Lo so che sono un egoista, ma sembrava che quella donna volesse togliermi l'unica persona che avessi al mondo. E quando è morto mio padre, sono stato costretto a rimanere qua, in questa casa, con la persona che odio di più in assoluto. Tutto ciò che sono capace di fare è saltare le lezioni all'università solo per darle fastidio. Portare a casa una ragazza sempre diversa solo per darle fastidio. Tutto ciò che faccio lo faccio solo per darle fastidio'
Sungmin sorrise. Un sorriso pieno di tristezza.
'Io e te siamo molto diversi, Kyu. Tu sei la persona più gentile che io abbia mai incontrato. E io sono solo un fottuto bastardo'
Detto questo, delle lacrime iniziarono a scendere e solcare la perfezione del viso di Sungmin, facendo stringere il cuore di Kyu.
Il più piccolo voleva attraversare quello specchio per correre dal suo hyung ed abbracciarlo, stringerlo tra le sue braccia e dirgli che non era vero che era un bastardo, per dirgli che tutto andava bene e che lui era li.
Ma lui non era li.
Non poteva nè abbracciarlo nè consolarlo.
Poteva solo osservare inerme.
Senza pensarci alzò una mano, e poggiò il palmo sullo specchio.
Sungmin lo vide, e dopo un attimo di esitazione, poggiò il suo palmo sullo specchio, in corrispondenza di quello di Kyu.
Come nel pomeriggio, sentirono entrambi una scarica elettrica attraversarli.
In quel momento non sembravano così distanti.
'Hyung, un bastardo non sarebbe capace di piangere come stai facendo tu adesso. Chiunque, chi più chi meno, è egoista. Ma ammetterlo è già un passo avanti. Sono sicuro che anche la tua matrigna sta soffrendo proprio come te. Non dovresti essere così duro nei suoi confronti. Ormai anche per lei gli sei rimasto solo tu'
Kyu sorrise, e con sollievo vide che Sungmin annuiva sorridendo a sua volta.
'Sono le 7 ormai...devi andare a scuola'
'Ho sonno, penso che resterò qui a dormire. Tu devi andare a lezione'
'Anche io sonno. Resterò a dormire qui con te'
I due presero un cuscino ed una coperta dal letto e si posizionarono vicino alla specchio, cadendo addormentati con le mani rivolte ancora verso l'altro.
 
Le vita dei due ragazzi, dopo quelle confessioni, cambiò radicalmente.
Ormai erano caduti tutti i muri tra loro, ed iniziarono a provare per l'altro un sentimento quasi morboso.
In particolare Sungmin.
Aspettava ogni giorno con ansia il ritorno di Kyu.
Non dormiva prima che Kyu chiudesse gli occhi.
Ormai tutto ruotava intorno a quello specchio.
Quando poi un giorno Kyu tornò a casa al settimo cielo, dicendogli che era stato ammesso alla facoltà di fisica di Seoul e che quindi a settembre si sarebbe trasferito nella sua stessa città, Sungmin non riusciva più a stare nella pelle.
Contava i giorni che lo separavano dallo stare finalmente con Kyu, fianco a fianco e non separati da uno specchio.
Sungmin aveva capito chiaramente che quello che provava per il più piccolo era qualcosa che andava oltre l'affetto.
Ma non gliel'avrebbe confessato fin quando non sarebbero stati insieme, nello stesso posto.
Era anche spaventato...e se Kyu non provava le stesse cose?
L'ansia e l'eccitazione crescevano man mano che arrivava il giorno dell'arrivo di Kyu.
Lui sarebbe dovuto andarlo a prendere alla stazione e poi l'avrebbe ospitato a casa sua.
Il tutto con il consenso della matrigna, con la quale ora Sungmin aveva un buon rapporto. Solo grazie a Kyu.
 
Era il giorno prima dell'arrivo, e Sungmin stava sul suo letto giocando con la sua chitarra rosa, quando ad un certo punto si sentì chiamare.
'Hyung'
La voce di Kyu aveva qualcosa di strano.
'Kyu, fatte le valige?'
'Hyung, ti devo dire una cosa'
'Dimmi'
Kyu sembrava disperato e Sungmin iniziò ad avere un brutto sentimento.
'Hyung,io non vengo'
Quelle parole non sembravano vere alle orecchie di Sungmin.
'Cosa?'
'Non vengo più, scusami'
Sungmin voleva piangere.
'Perchè? Cosa è successo?'
'Mia madre ha perso il lavoro. Non posso lasciarla qui da sola. Mi troverò un lavoro e starò qui con lei'
'Ma tu vuoi fare fisica. Tu adori la fisica'
'Non posso rompere la promessa'
Sungmin vide la tristezza mescolata alla determinazione negli occhi del più piccolo. Sapeva che era la cosa migliore da fare, e sapeva che Kyu non avrebbe mai lasciato la madre.
Ma non lo accettava.
'Hyung, ti prego, non arrabbiarti. Non cambierà nulla. Ci scambieremo i numeri di cellulare e potremmo sentirci anche quando non sono a casa. E forse riuscirò a venire l'anno prossimo'
Ma Sungmin non lo ascoltava.
Certo che sarebbe cambiato tutto. Lui non avrebbe potuto aspettare un anno.
Non voleva parlare più ad uno specchio.
Voleva Kyu.
La rabbia in Sungmin cresceva sempre di più.
E Kyu se ne rendeva conto.
'Hyung...'
Ma il più grande non rispondeva.
Non voleva parlare con Kyu in quel momento con il rischio di poter dire qualcosa di sbagliato.
Voleva solo urlargli il suo amore, e quanto avesse bisogno di lui al sui fianco. Ma anche quella non sembrava la scelta migliore.
Decise quindi di andare via.
Kyu vide Sungmin prendere la giacca e tentò di fermarlo.
'Hyung, ti prego. Non andartene. Hyung...ti prego. Io ti amo'
Ma le ultime parole non raggiunsero mai le orecchie di Sungmin, che ormai era già uscito dalla sua stanza.
 
Le ore seguenti erano solo un ricordo sfocato per Sungmin.
Ricordava di essere andato in un bar ed aver bevuto parecchio.
Ricordava di aver ballato con un ragazza. Forse la stessa ragazza che aveva poi portato a casa.
Annebbiato dall'alcol e dalla disperazione, aveva fatto sesso con quella ragazza nella sua stanza.
Sapeva che non doveva.
Sapeva che Kyu avrebbe visto e sentito.
Ma non riusciva ad opporsi.
Tra i gemiti della sconosciuta, Sungmin era sicuro di aver sentito anche altri suoni. Sembrava qualcuno piangere. Singhiozzi spezzati.
Era Kyu?
Ma Sungmin non si fermò per controllare, continuava a spingere, con la consapevolezza che in quel momento stava perdendo la cosa più bella della sua vita.
 
La mattina dopo Sungmin si svegliò con ancora la ragazza nel letto.
Dopo averla cacciata via in malo modo, si avvicinò con timore allo specchio, chiamando il nome di Kyu.
Ma ci mise solo un secondo per capire che quello che vedeva nello specchio non era Kyu, ma la sua immagine riflessa.
La connessione era sparita.
 
2 Anni Dopo
 
Sungmin era in aula, a lezione, all'università. Anche se era al secondo anno, quel giorno avrebbe riseguito di nuovo un corso del primo anno.
Aver sentito tante volte Kyu parlare con tanta passione della fisica, che lo aveva indotto ad iscriversi a quella facoltà. Ma dopo il primo anno aveva ben capito che lui non era portato per quella materia. Ma non voleva mollare, e quindi era di nuovo li a seguire il corso di 'fisica base'.
Prima dell'inizio delle lezioni, entrò qualcuno di fretta in aula.
Sungmin non ci fece molto caso, ma quando sentì il ragazzo parlare, qualcosa attirò la sua attenzione.
'Salve, è questo il corso di fisica?'
Aveva chiesto lo sconosciuto ad un altro ragazzo.
'Si'
'Ah,meno male. pensavo di essermi perso di nuovo. Piacere io sono Cho Kyuhyun'
Cho Kyuhyun.
Era davvero lui o un omonimo?
Sungmin era lontano da quel ragazzo, ma cercò di osservarlo per bene.
Non portava gli occhialoni che era solito portare Kyu, ma i capelli arruffati sembravano gli stessi.
Inoltre la sua voce sembrava proprio quella del suo vecchio amico.
Ma prima che potesse fare qualunque cosa, il professore entrò in aula iniziando la lezione.
 
Sungmin non approcciò Kyuhyun. Era sicuro che fosse quel Kyu, ma non aveva il coraggio di parlargli.
Dopo quel giorno orribile, Sungmin aveva continuato a parlare allo specchio per un anno, convinto che prima o poi la connessione si sarebbe ristabilita.
Ma nulla.
Si malediceva perchè non sapeva il numero di Kyu.
Aveva anche deciso di andare da lui, ma non ricordava in quale paese Kyu abitasse.
Perchè non se l'era segnato?
Era così sicuro della connessione degli specchi che non si era mai posto il problema di doverlo rintracciare a prescindere da loro.
Ma c'era anche qualcosa che lo frenava dal volerlo cercare.
Perchè la connessione si era annullata? Che Kyu avesse rotto lo specchio perchè lo odiava?
Questa convinzione lo accompagnava ancora in quel momento.
Era proprio per quello che non si sentiva pronto a parlare faccia a faccia con Kyu.
Quindi decise di osservarlo da lontano.
Aveva scoperto che il ragazzo abitava da solo in un palazzo nella periferia di Seoul. Aveva trovato un lavoro part-time in un ristorante, dove passava il tempo a servire ai tavoli ed a studiare.
Ogni tanto lo scorgeva perdersi nei suoi pensieri, fissando i passanti che distrattamente attraversavano la strada, come se cercasse qualcuno.
Solo un mese dopo decise finalmente di rivelarsi.
Era una domenica, il giorno libero di Kyu, ed andò a casa sua.
Bussò alla porta, con il cuore che batteva a mille.
'Si un attimo'
La sua voce. Finalmente la sentiva chiaramente.
'Chi è?'
Disse Kyu mentre apriva la porta.
'Dovresti aspettare prima la risposta e poi aprire la porta'
Sungmin accennò un sorriso, mentre vedeva lo stupore nello sguardo di Kyu.
Quest'ultimo, ancora incapace di parlare, lasciò entrare il più grande in casa.
Dopo averlo fatto accomodare gli chiese:
'Come sapevi che ero qui?'
'Non te ne sei mai accorto, ma seguiamo lo stesso corso di fisica'
'Cosa? Tu segui fisica?'
'Già'
'Ma come facevi a sapere dove abitavo?'
'Ti ho seguito'
I due ragazzi si fissarono per qualche istante, prima che Sungmin rompesse il silenzio.
'Come stai?'
Kyu non rispose subito. Era alquanto diffidente verso quel ragazzo, che in fin dei conti, vedeva davvero per la prima volta.
'Bene'
'E tua madre?'
'Anche lei sta bene'
'Sei riuscito a venire alla fine....'
Disse Sungmin, notando che Kyu abbassava lo sguardo.
'Poco tempo fa mia mamma si è risposata, e mi ha convinto ad inseguire il mio sogno. Sai ho capito come ti sentivi tu. L'odio verso la tua matrigna. Ma alla fine ho capito che non sarei potuto rimanere con mia madre per sempre. E lei ora è felice. E quindi ho deciso di trasferirmi qui'
'Sei più intelligente di me. Hai fatto la cosa giusta'
Sungmin accennò un sorriso, e Kyu gli rispose.
'Kyu' disse timidamente Sungmin, mentre il cuore del più piccolo sussultò nel sentirsi chiamare così dopo molto tempo 'vieni a stare da me. La mia offerta è ancora valida'
Kyu si stupì nel sentirsi dire quelle parole. Ma Sungmin continuò.
'Casa mia è molto più vicina all'uni e al ristornate in cui lavori. E poi ho una stanza tutta per te'
Kyu non chiese nemmeno come facesse Sungmin a sapere dove lavorasse, aveva capito che il più grande lo teneva d'occhio da un po' di tempo.
'Sungmin, non mi sembra il caso'
Sungmin fissò Kyu. L'aveva chiamato Sungmin no hyung.
'Perchè?'
'Non...non voglio disturbare'
'Kyu nessun disturbo davvero'
Ma Kyu non rispose, rimase invece a fissare il pavimento.
Sungmin sentiva il suo cuore andare in frantumi.
Nonostante fossero passati 2 anni, sentiva di amare ancora quel ragazzo.
Il desiderio di stringerlo a se era sempre prepotente in lui.
Ma era chiaro che Kyu non provasse lo stesso per lui.
Non poteva fare altro che rinunciare.
Ma quando stava per togliere il disturbo e scomparire dalla vita di Kyu, quest'ultimo parlò.
'Perchè dopo aver interrotto la connessione sei qui come se niente fosse?'
Kyu alzò gli occhi e Sungmin notò che erano colmi di lacrime.
'Io non ho interrotto la connessione, pensavo l'avessi fatto tu'
Kyu guardò il più grande interdetto.
'Io...non ricordo molto di quel giorno' Confessò Sungmin 'So solo che quando mi svegliai lo specchio non funzionava più'
Kyu si alzò ed andò verso la finestra, dando le spalle a Sungmin.
'Io ricordo benissimo quel giorno. Il mio mondo stava andando a rotoli. Non potevo inseguire il mio sogno per mantenere la promessa fatta a mio padre. Non poteva inseguire il mio cuore' Kyu iniziò a parlare velocemente, tanto che Sungmin dovette porre tutta la sua attenzione nelle parole del più piccolo per non perdersi nulla.
'Ero disperato. Ma pensavo che tu mi capissi. E invece non hai capito. Pensavo che nonostante tutto tu ci fossi stato, e mi avresti aspettato. E invece mi sbagliavo. Mi hai lasciato solo. Dopo che ti avevo detto che ti amavo, mi hai lasciato solo. Ero sul punto di piangere, ma non volevo farlo. Così sono uscito di casa, correndo. Ho corso, corso...sono ritornato solo la sera a casa, sperando che anche tu fossi ritornato e mi avresti accolto come facevi ogni giorno. E invece quando ho aperto la porta della mia camera, ho visto nello specchio te con quella ragazza. Non ce l'ho fatta più a trattenermi. Sono caduto in ginocchio ed ho pianto. Per colpa tua ho pianto. Ho rotto la promessa ed ho pianto. Quando ho alzato il capo non ho visto nient'altro che me, seduto a terra. Ti ho odiato. Ma ho odiato più me per non riuscirti ad odiare davvero'
Kyu smise di parlare. Chiuse gli occhi e poggiò la testa contro il vetro freddo della finestra.
Sungmin invece era incapace di muovere alcun muscolo.
Aveva sentito bene? Kyu gli aveva detto che l'amava? Ma quando?
Lui non l'aveva sentito.
Si sentiva un verme.
Come aveva potuto fare quello a Kyu?
'Non l'ho sentito'
Aveva detto sottovoce.
'Cosa non hai sentito?'
'Tu che mi dicevi da amarmi. Non l'ho sentito'
Kyu si girò, guardando Sungmin con gli occhi tristi.
'Non ha importanza adesso'
Aveva sorriso. Un sorriso vuoto. Spento.
'Si che ce l'ha. Perchè anche io ti amavo'
Sungmin si alzò in piedi e si posizionò di fronte Kyu.
'E ti amo ancora' concluse poi.
Kyu guardava quel ragazzo negli occhi. Era sincero.
Lacrime cominciarono a traboccare dai suoi occhi.
'Tu mi hai lasciato solo'
Aveva poi detto, cercando di trattenersi dal piangere, inutilmente.
'Lo so. E mi dispiace. Non lo farò mai più'
Sungmin si avvicinò, ma Kyu fece un passo indietro.
'Promettilo'
E Sungmin sapeva che se non avesse mantenuto quella promessa, avrebbe perduto Kyu. E quella volta, per sempre.
'Lo prometto'
Disse sorridendo.
Anche Kyu sorrise, e quando Sungmin si avvicinò per abbracciarlo non lo respinse, anzi, si strinse a lui quasi con disperazione.
'Mi sei mancato così tanto'
Aveva detto il più grande.
'Anche tu, hyung. Davvero tanto'
Aveva risposto il più piccolo.
Sungmin rise più forte nel sentire 'hyung' e lo strinse ancora di più.
'Verrai a casa con me vero? Non voglio lasciarti nemmeno un secondo'
Kyu sciolse l'abbraccio, calò il capo e poggiò le sue labbra su quelle del suo hyung.
'Certo. Verrò con te. Ovunque'
Entrambi si sorrisero e continuarono il bacio, consapevoli di aver finalmente trovato la felicità.
 
*The End*
  
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