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Autore: Carmilla Lilith    10/12/2013    2 recensioni
Alyssa è cambiata profondamente dopo aver ucciso Manuel, il ragazzo del quale era innamorata quando era ancora umana. L'unico punto di riferimento che le resta è Helena, la sua compagna di viaggio, ma persino il loro rapporto potrebbe mutare durante una singolare festa in maschera.
Seguito della mia raccolta "Alyssa", che è consigliabile aver letto per la comprensione del testo, partecipa al contest "E tu chi scegli?" indetto da _Aras_ sul forum di Efp.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Bad blood'
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I want my tears back
Gabriel era incredibilmente soddisfatto, la giovane vampira ora pendeva dalle sue labbra. Piegare i suoi simili al proprio volere non era facile come con gli esseri umani, ma Helena si era rivelata un aiuto prezioso: un colpo di fortuna inaspettato, dato che fino a quella sera non aveva idea che Alyssa fosse in viaggio con la sua creatrice, altrimenti rintracciarla sarebbe stato molto più semplice.
“Gabriel, dove stiamo andando? Cos’è tutta questa fretta?” domandò la vampira mora, senza capire il motivo della sua paura.
Povera sciocca! Lei non aveva mai visto la sua compagna di viaggio infuriata, forse Helena negli ultimi anni si era persino rammollita, ma non era certamente un’avversaria da sottovalutare: dalla sua parte aveva secoli di esperienza e una furia cieca che la stava certamente spingendo alla loro ricerca.
Gabriel sapeva che non l’avrebbe attaccato in presenza degli esseri umani, era troppo prudente, ma ora che si trovavano nel bosco non erano più al sicuro.
“Sai, non credo che Helena abbia…” non riuscì nemmeno a terminare la frase che un possente lupo gli balzò addosso, atterrandolo all’istante e strappando un urlo spaventato ad Alyssa.
Helena non si trasformava da anni, ormai, era uno sforzo inutile da quando aveva imparato a procacciarsi le sue prede nei club, ma scoprì con piacere che riusciva ancora a gestire le trasformazioni in maniera eccellente.
Cercò di azzannare Gabriel al collo, ma lui riuscì a sollevare un braccio, che venne comunque morso con violenza, facendolo urlare dal dolore. Alyssa stava gridando, ma la vampira non le prestò la minima attenzione: doveva sbarazzarsi di quel demonio una volta per tutte!
Ripresosi dalla sorpresa e dal dolore, il giovane riuscì a raccogliere le forze e a scagliare lontano la sua famelica avversaria, strappandole un guaito di sorpresa.
Helena era più furba di quel che pensava, doveva ammetterlo; sapeva che lui non poteva trasformarsi in pipistrello per fuggire, con ogni probabilità Alyssa non aveva mai avuto occasione di sviluppare le sue capacità di cambiare forma e non sarebbe stata in grado di seguirlo; se l’avesse abbandonata nuovamente non sarebbe mai riuscito a riconquistarne la fiducia. Imprecò tra sé, prima di trasformarsi a sua volta in un lupo e gettarsi contro la vampira più anziana.
 
Alyssa assisteva impotente allo scontro tra i due lupi. Non sapeva se per un vampiro era possibile uccidere un suo simile, ma era certa che sia Gabriel che Helena fossero seriamente intenzionati a scoprirlo.
Le due belve attaccavano senza alcuna remora i punti più sensibili dell’avversario e più volte Helena, riconoscibile soltanto dalle fattezze più minute, fu sul punto di azzannare Gabriel alla gola.
Il lupo maschio, dal canto suo, graffiò più volte il muso della femmina, nel disperato tentativo di accecarla o di cavarle gli occhi. Ogni sforzo della vampiretta per fermare lo scontro sanguinario fu vano, dato che i due non sembravano prestarle la minima attenzione.
Finalmente Helena, il cui muso appariva ormai sfigurato dai profondi graffi delle zampate avversarie, riuscì a chiudere le fauci intorno al collo di Gabriel. L’altro prese a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, ma la vampira si limitò a serrare maggiormente la presa, decisa a non lasciarlo scappare.
La vampira bionda era in preda all’euforia della lotta e della vittoria: ce l’aveva finalmente fatta, Gabriel era in suo possesso! Prese a scuotere con violenza la sua preda, sperando che recuperasse le sembianze vampiresche il più in fretta possibile per finirlo una volta per tutte.
Era del tutto impreparata al violento colpo che ricevette sul capo e che la fece crollare al suolo, tramortendola. Incapace di mantenere le sua trasformazione, Helena tornò al suo aspetto normale e sollevò faticosamente lo sguardo: l’ultima cosa che vide, prima di perdere i sensi, fu Alyssa che si precipitava a soccorrere Gabriel.
 
Il vampiro riprese le sue sembianze e subito si portò una mano alla gola, trovando le profondissime ferite inflittegli da Helena. Si tirò faticosamente in piedi, cercando con lo sguardo Alyssa; la trovò poco distante, gemente a causa del braccio che si era rotta colpendo la sua compagna di viaggio.
“Non mi aspettavo una simile da te, vampiretta!” osservò, ammirato, riuscendo faticosamente a parlare ad alta voce.
L’altra gli rispose telepaticamente: “Credo di averle fracassato il cranio, altrimenti non sarebbe svenuta. Purtroppo il mio braccio non sta molto meglio”.
Gabriel annuì, mentre cercava il suo accendino in ciò che restava del suo completo, ridotto a brandelli dallo scontro. Quando riuscì a trovare il piccolo strumento in argento notò che Alyssa lo stava osservando, evidentemente preoccupata.
“Che cosa pensi di fare?” domandò la vampira.
“Non possiamo permetterci che questa pazza ci segua, è troppo pericolosa. Dopo ciò che le hai fatto vorrà certamente vendicarsi.” rispose, sperando di essere sufficientemente persuasivo.
“Ti prego, non farlo”. Qualcosa, nello sguardo della sua creatura, fece capire a Gabriel che non si poteva permettere di deludere la sua richiesta; era troppo presto per convincerla a odiare Helena, ci sarebbe voluto del tempo. Sospirò, per poi riporre l’accendino.
Non era finita, non ora che aveva capito quanto la sua creatrice potesse diventare pericolosa. Si sarebbe sbarazzato di lei, proprio come aveva fatto con la sua vera madre, bastava avere un po’ di pazienza.
“Andiamocene.” disse, rivolto ad Alyssa. La giovane vampira lo raggiunse rapidamente, non prima di aver rivolto un’ultima occhiata a Helena.
 
Alyssa non pretendeva che la sua compagna capisse ciò che stava facendo, d’altro canto nemmeno lei comprendeva appieno ciò che stava accadendo.
Doveva andare, doveva sapere. Stava scegliendo di seguire Gabriel perché era l’unico che poteva darle le risposte di cui aveva bisogno; anche se lo conosceva da poco sapeva che non l’aveva trasformata per un semplice capriccio e che non sarebbe stato facile fargli dire la verità.
Helena ora era al sicuro, si sarebbe certamente ripresa e prima o poi l’avrebbe ritrovata. Non era certa che l’avrebbe perdonata, ma era un problema che avrebbe affrontato quando sarebbe giunto il momento.
Per dare un significato a tutto ciò che era accaduto, per recuperare le sue lacrime, quella era l’unica soluzione possibile.
 
***
 
Helena si riprese lentamente i sensi, mentre il dolore alla testa riprendeva a tormentarla.
La vampira faticava a mettere a fuoco l’ambiente in cui si trovava, ma era certa che non si trattasse del suo ultimo rifugio; sembrava un ambiente più piccolo e udiva il crepitio di un fuoco, mentre nel suo appartamento non c’era alcun camino.
Ricordava fin troppo bene ciò che le era accaduto e per questo era spaventata. Era sdraiata in un letto a baldacchino e, toccando la testa, avvertì il tessuto di una fasciatura avvolto intorno al suo capo. Dubitava che Gabriel le avrebbe riservato un trattamento simile, allora dove si trovava?
“Ti sei svegliata.” osservò una voce sconosciuta, facendola sobbalzare per la sorpresa. Finalmente riusciva a vedere, così girò lentamente la testa indolenzita verso il suo interlocutore: era un uomo dai lunghi capelli neri, stesso colore dei folti baffi, e dagli occhi grigi incredibilmente cupi.
Si sedette sul bordo del letto dove riposava Helena e la osservò con attenzione, concedendosi un breve sorriso. “Sembra che tu stia meglio, ne sono lieto”.
“Chi sei?” domandò Helena, tirandosi faticosamente a sedere. Non aveva il minimo dubbio riguardo alla natura del suo ospite, ma non aveva idea del perché l’avesse soccorsa.
“Mi chiamo Zlotan Dragos.” rispose l’altro, senza stupirsi dello sguardo che la vampira gli rivolse. Lord Dragos sapeva che il patto che aveva stretto con il demonio pur di diventare una creatura delle tenebre lo rendeva molto diverso dalla maggior parte dei suoi simili, generalmente trasformati attraverso il morso. Quasi nessuno conosceva il motivo che lo aveva spinto a un simile gesto ma, dallo sguardo che gli rivolse Helena, intuì che la donna dai capelli biondi non fosse tra questi.
“Occorrerà attendere ancora qualche tempo prima che tu ti riprenda del tutto, Helena, poi ci metteremo a caccia di Gabriel. Una settimana fa mi è sfuggito, ma non accadrà di nuovo.”
“Come conosci il mio nome?” domandò Helena, più che altro per confermare i suoi sospetti.
“So tutto del demone che sto cercando, non potevo non documentarmi su di te.” rispose Zlotan. La vampira si aspettava di udire dell’odio o del rancore nella sua voce, ma non fu così.
Il padrone di casa si alzò, per poi rivolgersi nuovamente alla sua ospite. “Vado a procurare del cibo, tornerò il prima possibile”.
Helena annuì, per poi mormorare un ringraziamento. Lord Dragos le rivolse un rapido sorriso e si diresse fuori dalla stanza.
 
Helena stava per tornare a sdraiarsi, quando notò un quadro appeso sulla parete alla destra del letto.
Era un ritratto di notevoli dimensioni che raffigurava una dama in un lussuoso abito nero e la vampira intuì senza fatica che doveva trattarsi di Elizabeth Coleridge, la promessa sposa di Zlotan uccisa da Gabriel circa due secoli prima. Era stato proprio per vendicare la sua amata che Lord Dragos aveva rinunciato alla propria anima.
Non era, tuttavia, la triste storia del suo salvatore a colpire Helena, quanto la donna raffigurata nel quadro: se non fosse stato per gli occhi verdi, infatti, avrebbe creduto di trovarsi davanti a un ritratto di Alyssa.
 
L’angolo dell’autrice
 
Eccoci giunti alla fine di questo racconto. Il finale, come avrete notato, è volutamente aperto. Presto, infatti, la trama si farà decisamente più contorta e articolata, basti pensare che Helena e Zlotan non sono gli unici a essere sulle tracce di Gabriel e credo che ci sarà bisogno di una long MOLTO long per poter concludere dignitosamente la mia saga sui vampiri.
Riguardo alla abilità di mutare forma dei vampiri mi sono rifatta ai classici e ai miti del genere, così come alla capacità di rigenerare le ferite in tempi più o meno rapidi a seconda della gravità delle stesse (trovate più informazioni qui, anche se la grafica non è il massimo).
Credo sia tutto, ringrazio chiunque abbia letto la mia storia, in particolar modo le mitiche Homicidal Maniac, Lonely soul e BaronessSamedi per il loro costante supporto.
A presto,
Carmilla Lilith.
   
 
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