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Autore: Kat_Klaroline    10/12/2013    4 recensioni
“Non puoi nasconderti da ciò che desideri. So che la paura di perdere tutto e tutti ti spaventa, ma non puoi continuare a negare a lui e a te stessa la verità. Nonostante il male che ha provocato lui ha sempre pensato al tuo bene alla tua protezione Caroline. Non ti ha mai mentito sulle sue intenzioni e suoi sentimenti. Merita che tu faccia lo stesso con lui. Fallo! Non aspettare. Non rischiare di perderlo per qualcosa che non ha alcun senso paragonato a quell’amore così grande che continui a negare con tutte le tue forze. Sii comprensiva, paziente, non accanirti contro di lui puntandogli il dito contro qualsiasi cosa abbia fatto e che a te non sia piaciuta. Anche tu hai commesso i tuoi errori. Non siete poi tanto diversi.”
Genere: Avventura, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill, Forbes, CarolineKlaus, Elijah, Hayley, Klaus, Mikael, Rebekah, Mikaelson | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Capitolo 1.
 La verità.

 Quella notte come oramai accadeva da più di tre notti, mio padre venne a farmi in visita nel sonno. Nel sogno tutto era sempre uguale.  Tranne la mia paura…..Prima ancora di svegliarmi la sentivo aumentare sfuggirmi dalle dita senza che io potessi controllarla come invece ero stata in grado di fare fino a ora.
Lui era l’unico ad aver “scoperto” il mio segreto. Un segreto che mi portavo dentro da un po’ e dal quale fuggivo, senza mai ammetterlo nemmeno a me stessa. Mi rifiutavo perfino di pensarci, sebbene mi arrecasse un grande dolore, fingevo che non fosse nulla, che il mio essere triste fosse legato all’assenza di Tyler come tutti credevano, ma in realtà la ragione era un’altra……Nessuno però immaginava quale.

Come potevano? Avevo finto così bene che perfino io finivo col credere a quello che blateravo inutilmente solo per paura che quello che nascondevo, sconvolgesse la vita “perfetta” che mi ero immaginata insieme alle mie migliori amiche. Le avrei perse, le avrei perse per sempre, avrei perso mia madre, Stefan, Matt, non ero ancora pronta per questo. Non ne ero in grado. Per non parlare di Tyler……Gli volevo un gran bene e il giorno in cui avrei trovato il coraggio di lasciarlo spiegandogli la motivazione, lui mi avrebbe odiata.
Tutto questo non aveva senso. Mi faceva impazzire. A stento riuscivo a tenere la mente impegnata con lo studio o con altre attività extrascolastiche come l’Elena senza sentimenti. L’Elena che aveva “capito” o intuito la verità che io continuavo a nascondere a tutti. Che spesso mi rifiutavo per fino di pensare. Anche adesso. Ci penso, ne parlo dentro la mia testa ma non riesco a pensare al suo nome, ai suoi occhi, alla sua voce, senza sentire tutto il mio corpo prendere quasi vita portandomi verso un mondo per me sconosciuto nel quale l’unica cosa certa era l’assenza di tutte le persone a cui tenevo.
Ma poi perché se ne era andato senza salutarmi? Qualunque cosa lo aspettasse, non poteva passare a salutarmi prima di lasciare la città? Era così che mi dimostrava il suo amore? Nessuno sapeva la ragione della sua partenza ne se sarebbe tornato. E io che credevo di contare per lui più di quanto avesse mostrato.
Lo sguardo mi cadde sul disegno che mi fece trovare in camera dopo la festa a casa della sua famiglia. A quel punto le lacrime mi solcarono il viso silenziose e lo presi tra le dita osservando il mio volto vicino a quello del cavallo prima di soffermarmi di nuovo su quella scritta “Grazie per la tua onestà. Klaus.”
Ecco che la mia mente pronunciava quel nome tanto temuto a Mystic Falls. Sospirai rimettendo il disegno al suo posto cercando di dormire ripensando a quello che era accaduto oggi dopo che uscì dal pensionato dei Salvatore per andare a casa mia a prendere gli appunti, per aiutare Matt.
 
…..
 
Le chiavi dell’auto mi caddero dalle mani e mi abbassai per prenderle sentendo la presenza di qualcuno. . Mi rialzai guardandomi in giro prima di assicurarmi sul serio che ci fosse qualcuno, o avessi preso un abbaglio.
"Chi c’è?" Chiesi guardando in una direzione prima di sentire una presenza a me conosciuta alle mie spalle.
Mi voltai di scatto ed eccolo lì di fronte a me. Klaus Mikaelson.
"Oh mio Dio!"  Non poteva essere.  L’ibrido che aveva rovinato le vite delle persone a cui tenevo e del quale ero segretamente innamorata da……Da nemmeno io sapevo quanto. Quando mi stava così vicino perdevo la facoltà di pensare e difficilmente riuscivo a fingere o a cambiare argomento, almeno tra i miei pensieri. Solo lui pronunciava il mio nome in quel modo che mi faceva sentire quasi “unica” e speciale come nessun’atra persona al mondo.
Mi chiese di seguirlo e fare due passi. Così annuendo lo seguì verso il bosco cominciando a parlare.
"Avevano detto tutti che te ne eri andato per sempre." Gli dissi guardandolo.
"E’ vero! Ma non volevo andare via senza salutarti."
Mi rispose. Così mi fermai e come mio solito cercai di mostrarmi distaccata.
"Non mi devi una spiegazione." Guardai le foglie sul terreno proseguendo "Stai voltando pagina. Fa pure va altrove." Mentì spudoratamente senza essere certa di convincerlo stavolta. Le espressioni sul mio volto sicuramente mi tradivano.
"Beh è questo il punto. Non ho mai avuto intenzione di voltare pagina."
Che voleva dire con quello? Eccolo come se leggesse la mia mente rispondere alla mia domanda.
"La verità è che ho provato a smettere di pensare a te. E non ci sono riuscito."
Corrucciai la fronte sentendomi una stupida per aver pensato che mi avesse lasciata come se non gli importasse nulla di me. Lottai contro la voglia di buttargli le braccia al collo e sospirai passandogli di fianco dandogli le spalle. Dovevo calmarmi. Non…..Non potevo lasciarmi andare, seguirlo senza prima aver messo le cose in chiaro e aver ammesso i miei sentimenti di fronte alle persone a me care.  
"Vieni con me a New Orleans. Ma mi spieghi di che cosa hai paura?"
Mi portai le mani tra i capelli e poi mi voltai a guardarlo.
"Di te! Ho paura di te Klaus." Gli risposi con timore. La bugia che stavo raccontando non aveva senso. E lui lo sapeva le parole che pronunciò in seguito me lo confermarono.
"Non sarebbe più corretto dire che hai paura di te stessa? Dei tuoi desideri più profondi? Elena aveva ragione non è vero?  Forse in fondo non vedi l’ora che qualcuno sconvolga la tua vita perfetta."
Disse avvicinandosi a me. Come faceva a sapere quello che mi aveva detto Elena?

"Come fai a sapere quello che mi ha detto Elena in quella cella?" No……Che fosse……
Prima che potessi formulare il mio pensiero mi prese per la gola sbattendomi contro un albero.
"In fondo hai tutti i motivi di avere paura, è giusto? Pensi a quello che farò a te se la tua amica Bonnie non uscirà dal suo nascondiglio segreto. Dov’è?"
"Silas….." Il terrore si percepiva nella mia voce.
"Dimmi dov’è!" urlò "Non è a casa sua. Non la trovo da nessuna parte. Bonnie si diverte a giocare con me. E non mi piace."
Ero in trappola. Silas era entrato nella mia testa scoprendo il mio punto debole. La mia paura. Tutto. Ogni cosa. Adesso oltre a mio padre anche lui era a conoscenza della verità. Tentando di soffocare le lacrime sentendomi stringere la gola da Silas, prima che mi spostasse i capelli dal collo parlandomi all’orecchio.
"Dille che la sto cercando. Dille che è ora di uscire dall’ombra. Dille che questo….."
"Aah!" Urlai sentendo il paletto conficcato vicino al cuore.
"E’ solo l’inizio."
Così dicendo sparì lasciandomi lì con quel paletto. Scivolai lungo l’albero finendo a terra priva di sensi.
Quando li ripresi “grazie” al mio cellulare che vibrava mi accorsi che si era fatto buio. Mi portai la mani all’altezza in cui c’era il paletto accorgendomi che era sparito e anche il dolore. Dannazione! Quel bastardo mi aveva imbrogliata. Quanto lo odiavo. Presi il cellulare e corsi via ma trovai Matt a fermarmi. Ma non era Matt, ma ancora una volta Silas.
 
…..
 
"Caroline? Caroline stai bene?"
Mia madre……Ero così assorta che non l’avevo nemmeno sentita. "Si mamma, stavo solo dormendo. Tu stai bene?" Risposi per evitare che si preoccupasse e poi la sentì dire che stava bene ma che passando dalla mia camera dopo essersi andata a prendere dell’acqua, si era accorta che stavo guardando il disegno di Klaus.
"Mamma dovresti riposare. Ne……Ne parleremo domani. Buonanotte."
Chiusi gli occhi asciugando le lacrime e cercai di dormire, tentando di lasciarmi alle spalle tutto quello che era successo oggi. Non appena ci riuscì mi ritrovai nel bosco insieme a mio padre come sempre. Ed eccolo di nuovo lì di fronte a me ribadirmi le stesse cose.
"Caroline. Non preoccuparti per tua madre. Sta bene adesso. E’ a te stessa che devi pensare figlia mia."
"Oh papà ti prego….."
"Senza papà ti prego Caroline Forbes!"
"Cosa dovrei fare?" Gli chiesi guardandolo. "Svegliare la mamma, Bonnie, Elena, Stefan e Matt e dirgli “ragazzi sapete che c’è? Me ne vado! Vado via da Mystic Falls e mi trasferisco a New Orleans per vivere con l’unico vero ibrido di cui sono innamorata. E come avete capito non si chiama Tyler Lockwook” questo?"
"Non sarebbe poi così male. Magari non così diretta."
Sbuffai irritata guardandolo male. "Non ci riuscirò mai e lo sai papà. Smettila di tormentarmi."
"No Caroline!" Si avvicinò a me stringendomi le braccia, costringendomi a guardarlo in volto. "Non posso lasciarti commettere l’errore più grande della tua vita solo per paura."
"Ma tu non detestavi i vampiri?"
"Li detesto ancora. Ma con una figlia vampira devo……Diciamo “sopportarli.”"
Ridacchiai guardandolo, ma lui mi ammonì con lo sguardo e sospirai rassegnata decisa ad ascoltarlo.
"Va bene parla. Cosa mi consigli di fare?"
"Non puoi nasconderti da ciò che desideri. So che la paura di perdere tutto e tutti ti spaventa, ma non puoi continuare a negare a lui e a te stessa la verità. Nonostante il male che ha provocato lui ha sempre pensato al tuo bene alla tua protezione Caroline. Non ti ha mai mentito sulle sue intenzioni e suoi sentimenti. Merita che tu faccia lo stesso con lui. Fallo! Non aspettare. Non rischiare di perderlo per qualcosa che non ha alcun senso paragonato a quell’amore così grande che continui a negare con tutte le tue forze. Sii comprensiva, paziente, non accanirti contro di lui puntandogli il dito contro qualsiasi cosa abbia fatto e che a te non sia piaciuta. Anche tu hai commesso i tuoi errori. Non siete poi tanto diversi."
Ascoltai il filo dei suoi pensieri con gli occhi lucidi con le gambe che tremavano e la mia paura che aumentava a dismisura. Scoppiai in lacrime abbracciandolo, facendomi stringere e consolare.
"Tua madre sarà la prima a capire. Agli altri servirà del tempo. Ma se ti vogliono bene come dicono capiranno, soprattutto Elena."
"Elena?" Perché doveva capirlo visto che le aveva rovinato la vita? E poi io detestavo Damon. Lei detestava Klaus. Eravamo pari. "Come potrà mai capire Elena dopo tutto quello che le ha fatto?"
"Damon non è stato un santo. Eppure lo ama. E anche se non dovesse capirti, imparerai a fregartene con il tempo. Ma non rinunciare a quello che vuoi per Elena o altri. Loro non lo farebbero per te figlia mia."
 
…..
 
Mi svegliai di soprassalto abbracciandomi le gambe, poggiando la testa sulle ginocchia sospirando.
Forse mio padre aveva ragione. Avrei dovuto smetterla di avere paura. Elena non aveva rinunciato a Damon perché io lo detestavo. Anzi ci aveva fatto sesso e nemmeno me lo aveva detto. Il nostro rapporto andava degenerando, così come quello con Bonnie che non mi diceva più alcune cose e non di poco conto.
Klaus mi mancava molto. E io……Io…..Lo amavo. Dovevo smetterla di nasconderlo a lui, a me stessa.
Silas oggi aveva ragione a dirmi che non avevo paura di Klaus ma di me stessa e dei miei desideri. Tutto questo avrebbe portato alla fine di tante cose, ma anche all’inizio di altre. Non potevo più continuare a vivere così aspettando…….Aspettando cosa poi? Che le mie migliori amiche cominciassero a volergli bene? Non sarebbe mai accaduto! Si che avevamo l’eternità davanti ma sarei davvero stata in grado di aspettare anni, o secoli prima di poter stare insieme a lui? No! Non potevo aspettare così tanto. Dovevo agire in fretta.  Appena mia madre si fosse svegliata per fare colazione le avrei detto tutto. E poi sarebbe arrivata la parte più difficile. Ossia dire la verità ai miei amici. Ma la prima cosa da fare era chiamare Tyler.
Presi un respiro profondo e afferrai il cellulare scorrendo la rubrica fino al suo numero. Esitai prima di cliccare sul tasto “chiama” ma poi lo feci. Ovviamente lui non rispose alla chiamata e partì immediatamente la segreteria telefonica. Non era il massimo dirgli tutto così, ma non c’era altro modo per farlo se non questo. Non potevo rimandare ancora di un giorno dovevo farlo adesso.
"Ciao Tyler! Lo so che non puoi rispondere e che questo è l’ennesimo messaggio che ti lascio in segreteria. Ma c’è qualcosa di molto importante che devo dirti." Deglutì rumorosamente prima di proseguire. "Si tratta di noi……Di me soprattutto." Come si faceva a lasciare un ragazzo per telefono? Non era così facile come poteva apparire, soprattutto perché stavo parlando a una segreteria telefonica.
"E’ inutile che io ci giri intorno o che cerchi le parole giuste per dirtelo, perché non ci sono." Sospirai chiudendo gli occhi qualche istante. "Io non ti amo più da tempo Tyler. E mi dispiace non avere avuto il coraggio di dirtelo prima, per paura di quello che sarebbe successo non appena tu avresti sentito la ragione. Ma ora non posso più andare avanti fingendo che tutto vada bene, che io sto qui ad aspettarti quando in realtà sto aspettando che qualcun altro torni."Riaprì gli occhi fissando il soffitto prima di dirgli la ragione. "Mi sono innamorata di Klaus." Mi scese una lacrima immaginando la reazione di Tyler a quelle parole.
"Ho provato a far finta di nulla, a dirmi che era solo un’infatuazione passeggera, che non poteva essere vero, ma la verità è che da quando lui se ne è andato, io non riesco più a respirare qui a Mystic Falls. Mi dispiace per il dolore che ti sto arrecando e so di meritare il tuo odio, ma ricordati che ti ho voluto bene davvero……Addio Tyler. Cerca di essere felice un giorno."
Riagganciai e mi voltai in direzione della porta trovando mia madre in lacrime. "Mamma……" Aveva sentito tutto. No. Non volevo che lo sapesse così. Volevo dirglielo io in un altro modo. Lasciai il telefono sul letto e mi avvicinai a lei per abbracciarla ma mi allontanò.
"Dimmi che non è vero quello che ho sentito Caroline. Dimmi che non sei innamorata di Klaus Mikaelson."
La sua voce mi intimava quasi di tornare in me. Ma quella ero io. Ero io a volere Klaus.
"E’ vero mamma. Io sono innamorata di Klaus e per quanto tu non voglia sentirlo, mi dispiace ma devi. Sono stanca di nasconderlo a tutti e soprattutto a me stessa."
"Come puoi amarlo dopo tutto quello che ha fatto a questa città? Ha ucciso Carolo Lockwood, perseguitato Elena. Voleva usarti come vampira da sacrificare per rompere la maledizione che gli impediva di mostrare la sua parte mannara." Mi disse andando in cucina e io la seguì cercando di rimanere calma.
"Non ho dimenticato quello che ha fatto mamma. Lo so che Klaus non è l’uomo più buono di questo mondo, lo so! Ma lo è con me. Per me è disposto a fare qualsiasi cosa. Se gli concedessi più di quello che gli ho dato, non so una telefonata, qualche parola di conforto, farebbe pure tornare Tyler in città e la smetterebbe con questa storia degli ibridi. E non era lui a volermi usare. Nemmeno mi conosceva all’epoca." Mi avvicinai a lei prendendole le mani. "Lo so che ti sto deludendo e ti chiedo di perdonarmi. Tu sei la persona più importante del mondo per me, ma nemmeno per far felice te posso continuare a mentire e a ignorare questi sentimenti. Non ci riesco più. Nemmeno papà vuole che lo faccia."
Gli raccontai dei sogni che avevo fatto. Di come mio padre si comportava e di quello che mi diceva. A quel punto “rassegnata” mi abbracciò forte come in rare occasioni aveva fatto prima di dirmi quello che sentiva.
"Non sono felice della tua scelta tesoro. Vorrei che tu ti fossi innamorata di un uomo del tutto diverso da Klaus, ma se è quello che vuoi, ne io ne nessuno potrà fermarti."
Sospirai di sollievo e sorrisi. "Grazie mamma. Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anche io Caroline."
Decidemmo di fare colazione insieme mentre io inviai un sms a Bonnie, Elena, Stefan e Matt invitandoli a casa mia intorno le 09.00 per parlare di qualcosa di molto importante. Mamma fortunatamente decise di andare al lavoro più tardi per starmi vicina in questo momento difficile.
Dopo aver fatto colazione, andai a fare una doccia veloce  decisa che dopo aver parlato con i miei amici, sarei partita alla volta di New Orleans facendo una sorpresa a Klaus. Non c’erano ragioni per aspettare o rimandare ancora la mia partenza, niente era più importante della mia vita. Nemmeno la scuola, ne il college che volevo frequentare. Tutto passava in secondo piano.
Terminata la doccia indossai dei jeans chiari con una maglia blu, con scarpe col tacco dello stesso colore. L’ansia mi stava distruggendo. Non riuscivo a pensare ad altro che alla lite che tra poco sarebbe avvenuta in soggiorno. Mamma venne a darmi una mano, era triste.
"Devi partire per forza oggi Caroline? Non puoi aspettare qualche giorno?" Mi chiese quasi supplicandomi.
"No mamma. Non posso." Le risposi sinceramente. "Ho già aspettato abbastanza. Ti prego di capirmi."
Con gli occhi lucidi e la voglia di pregarmi ancora di restare, annuì aiutandomi a chiudere le ultime valigie. A quel punto bussarono alla porta. Oddio! Il momento tanto temuto era arrivato. Guardai mamma  e cercai di mostrarmi calma ma era evidente che non lo ero. E mi avviai verso la porta d’ingresso per aprire ai miei amici.
"Ciao ragazzi. Scusate il poco preavviso, ma è una cosa davvero importante." Dissi loro con voce tremante.
Bonnie e Stefan furono i primi a capire che qualcosa non andava e all’unisono mi chiesero "Che cosa è successo Caroline?" Dopo di loro anche Elena e Matt si preoccuparono.
"Andiamo in salotto vi spiegherò tutto." Risposi dando loro il tempo di salutare mia madre che continuava a tenere gli occhi lucidi facendoli allarmare sempre di più. Giunti in salotto rimasi in piedi guardandoli in volto tutti quanti, cercando le parole giuste da dire. Ma qualsiasi parola avessi usato non avrebbe cambiato le cose. Così decisi di essere diretta senza girarci troppo intorno.
"Se vi ho chiesto di venire qui stamattina è perché in questo ultimo periodo sono cambiate tante cose. Soprattutto dentro di me. E vi chiedo di ascoltarmi prima di interrompermi. Dopo potrete anche spezzarmi il collo se vi fa sentire meglio, o se Bonnie vuole farmi perdere i sensi con la sua magia può farlo. Non mi importa a questo punto so che è qualcosa che non potrò evitare."
"Caroline, ci vuoi spiegare che succede?" Mi chiese Stefan.
"Ci stai spaventando." Aggiunse Matt.
"Che cosa hai combinato Caroline Forbes?" Mi domandò Bonnie con un tono accusatorio. Poi fu il turno di Elena. "Ti sei cacciata in quale guaio? Ha per caso a che vedere con Tyler?"
Tante domande una sola risposta. Mi portai le mani tra i capelli chiudendo un secondo gli occhi prima di riaprirli. "Ho lasciato Tyler stamattina all’alba." Cominciai a dire loro spiazzandoli. "Non mi guardate con quelle facce. Stavo insieme a una segreteria da mesi oramai. Non aveva senso. Non era una relazione quella." Le loro voci cominciarono ad accavallarsi, una dietro l’altra non riuscivo più a seguire le domande che mi ponevano perché erano troppe. Alla fine riuscì a cogliere solo un “perché lo hai fatto?”
Domanda da un milione di dollari. "Perché mi sono innamorata di un altro ibrido." Risposi sincera. Le loro facce erano perplesse. Il primo a intuire fu Matt che alzandosi dal divano mi venne a un palmo dal volto.
"Dimmi che non è quello che penso Caroline."
"Se ti riferisci a Klaus, si è lui! Ed è inutile che io continui a negarlo a me stessa solo perché voi lo odiate."
Scoppiai in lacrime guardando il disgusto negli occhi di Matt, che squadrandomi da capo a piedi si avviò verso la porta e uscì sbattendosela alle spalle. Mi voltai a guardare gli altri ricevendo lo schiaffo di Elena.
"Mi fai schifo! Hai detto che lo odiavi mentre invece ne eri innamorata. Non hai fatto che giudicarmi da quando mi sono innamorata di Damon e ora pensi che io ti faccia la festa, quando mi didi di amare colui che mi ha rovinato la vita? Beh puoi scordartelo!" Mi urlò facendomi arrabbiare.
"Damon ha rovinato la mia vita. Ha ucciso la migliore amica di Stefan quando stavate insieme, lui è uno stronzo egoista eppure mi hai chiesto mille volte di capirti e di accettarlo. E nonostante il mio odio ho cercato di sopportarlo solo per farti piacere Elena. Ma tu questo non lo apprezzi, critichi tanto me, Katherine, Stefan, Rebekah, Klaus, ma tu sei peggio di tutti noi messi insieme." Le urlai a mia volta, notando quella faccia da schiaffi sul punto di piangere.

"E’ questo che pensi di me?" Mi chiese.
"Si." Risposi secca.
"Allora vattene da Klaus. Bonnie andiamo?"
"Ci andrò puoi scommetterci."
Guardai Bonnie e Stefan che ancora non avevano detto nulla. La prima a parlare fu Bonnie.
"Questo da te non me lo sarei mai aspettato Caroline. Credevo che fossi dalla nostra parte, invece si passata dalla parte del nemico che ci ha distrutto la vita e perseguitati."
"Ma che vi ha lasciati in vita solo per far piacere a me, dannazione!" I miei canini stavano per uscire in preda alla rabbia. Ma mia madre cercò di calmarmi, mentre quelle che erano le mie migliori amiche mi voltavano le spalle. Ora mancava solo Stefan. Anche lui se ne sarebbe andato ne ero sicura.
Alzò le braccia e poi parlò con calma. "Io sono senza parole." Mormorò prima di spingermi contro la parete.
"Stefan lasciala!" Gli disse mia madre.
"Non le farò nulla signora Forbes, avrà ancora sua figlia dopo. Glielo prometto." La rassicurò fissando i suoi occhi nei miei.
"Che cosa vuoi fare Stefan? Strapparmi il cuore?"
"No! Voglio solo sapere cosa ami di quel bastardo! Cosa ti fa sentire così attratta da lui Caroline?"
"Il suo modo di vedere solo il meglio di me. Anche tra le mie insicurezze, i miei dubbi, le mie paure. Io ai suoi occhi rimango sempre l’unica. Lui mi fa sentire unica, speciale, amata….." Dissi tra le lacrime. "Io non posso passare più un giorno lontana da lui Stefan. Lo so che non è quello che avresti voluto per me. Ma ti prego, almeno tu, comprendimi. Io lo amo. Non sarò mai felice se non starò al suo fianco." Mormorai tra i singhiozzi prima di sentire le braccia di Stefan stringermi.
"Non è l’uomo giusto Caroline. Non lo è. Tu meriti di meglio lo sai?"
"Nemmeno Damon lo è per Elena eppure li lasci stare insieme."
"E’ vero. Perché voglio che lei si renda conto da sola delle cose, o io dovrò rendermi conto delle cose. Quindi……Mio malgrado, farò lo stesso con te."
Stentavo a credere alle mie orecchie. "Davvero?" Annuì solamente prima di abbozzare un sorrido. "Oh grazie Stefan." Lo abbracciai ancora prima di staccarmi asciugandomi le lacrime.
"Cosa pensi di fare adesso?"
"Parto. Vado a New Orleans oggi stesso."
"Lui lo sa?"
"No! Non lo sospetta neanche. Voglio fargli una sorpresa."
"Attenta a non farlo restare secco."
Ridacchiai. "Spero proprio di no." Guardai mamma sorridendo e poi tornai a guardare Stefan.
"Ti aiuto a caricare le valigie."
"Sei sempre così buono. Sei come un fratello per me Stefan."
"E tu come una sorella per me."
Sorrisi e gli feci strada in camera mia dove prendemmo tutte le mie valigie caricandole in auto. Chiuso il portabagagli ci salutammo con un lungo abbraccio e qualche lacrima.
"Promettimi di chiamarmi appena arrivi e raccontarmi tutto."
"Lo farò Stefan. Grazie."
"Buon viaggio Caroline." Si voltò verso mia madre. "Ci si vede Liz."Così dicendo andò via lasciandomi sola con mamma. L’abbracciai forte, attenta a non farle male e chiusi gli occhi senza poter fare a meno di piangere.
"Un solo bagaglio e tornare tra qualche giorno no, eh?"
"Mamma…..Non sto andando a fare un viaggio. Sto andando incontro alla mia nuova vita. Non mi basterà qualche vestito."
"Mi mancherai molto tesoro….." Mi sussurrò in lacrime.
"Anche tu mi mancherai molto mamma. Ti chiamo appena arrivo, te lo prometto."
"Mi raccomando. Guida con prudenza."
"Lo farò. Ti voglio bene."
"Ti voglio bene anche io."
Abbozzai un sorriso e indossai gli occhiali da soli salendo a bordo della mia auto. Misi in moto l’auto e con l’ansia, la paura, la gioia nel cuore, ingranai la prima lasciandomi casa Forbes alle spalle diretta verso New Orleans pronta a dire a Klaus la verità sui miei sentimenti.
 
 
 
 
 
 
  
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