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Autore: Bella_Swan    10/05/2008    1 recensioni
E fu a quel punto, quando sentivo che la testa stava per scoppiarmi, che la sentii. Era una voce stupenda proveniente dall’esterno, mi alzai lentamente, per non peggiorare il mio mal di testa, e mi avvicinai alla vetrata che sostituiva metà del muro della mia camera. Aprii le grandi porte di vetro e mi affacciai respirando l’aria fresca che mi colpì in pieno viso. Mi guardai attorno, curioso, cercando di individuare la proprietaria di quella voce cristallina. La vidi, era seduta sul davanzale della casa di fianco alla mia che era da sempre stata disabitata. I capelli lunghi erano mossi dalla leggera brezza che spirava quella notte e la sua pelle rosea era illuminata dal leggero chiarore lunare. Rimasi a fissarla rapito, ma più la stavo ad ascoltare, più mi accorgevo del tormento che pian piano si impossessava della sua voce. Una lacrima solitaria le rigò una guancia perfetta...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abbandonai lo zaino all’entrata e mi diressi con passo pesante al piano superiore, stampandomi bene in testa le tre regole fondamentali per evitare di creare sospetti fastidiosi in mia madre:

a. Non toccare e soprattutto non spostare nulla,meglio evitare di lasciare prove che affermino la mia innegabile negligenza…

b. Non farmi vedere o sentire da vicini pettegoli.

c. La regola più importante: uscire di casa con lo zaino almeno un quarto d’ora prima del ritorno di mia madre.

Rimasi a fissare il cortile dalla finestra sul retro; aveva incominciato a piovere e un leggero venticello aveva ricreato nell’aria l’odore dell’erba bagnata.

Ad un certo punto il rumore della segreteria mi fece sobbalzare, mi avvicinai all’apparecchio e attivai il messaggio.

Era di mia madre, come si suol dire: parli, o meglio pensi al diavolo e spuntano le corna..

Bip * Tesoro oggi non ce la faccio ad essere a casa per pranzo, in ufficio è un casino, ti arrangi tu? Ti voglio bene * Bip

Premetti il tasto per la cancellazione automatica e tirai fuori dal frigorifero una porzione di lasagne che avvolsi nella carta stagnola e infilai nel microonde.

-Ti arrangi tu?- La imitai stizzita. No guarda siccome ti voglio bene ho deciso di aspettarti così nel frattempo mi lascio morire di fame, pensai laconica.

Mangiai il tutto molto lentamente assaporando la pasta boccone per boccone e finito di pranzare mi diressi in camera mia per fare i compiti.

Mentre ero tutta presa a finire filosofia il rumore di una macchina che parcheggiava mi insospettì e senza farmi vedere mi affacciai al balcone.

Rimasi visibilmente impressionata del bolide che si era fermato proprio sotto la villa dei miei vicini e ne rimasi ancora più scioccata quando dall’ automobile scese il ragazzo che avevo beccato osservarmi la sera precedente.

Lo vidi sparire dietro la porta di casa e lo vidi ricomparire poco dopo in camera sua.

Restai ad osservarlo, incuriosita: lo vidi appoggiare lo zaino ai piedi della spaziosa scrivania e lasciarsi cadere a peso morto sul grande letto a due piazze.

I capelli biondi tutti scompigliati e gli occhi chiusi gli fornivano un’aria semplicemente divina.

Non so per quanto tempo rimasi a spiarlo, ma ad un certo punto vidi i suoi occhi aprirsi di scatto e guardarmi in modo truce.

Porca miseria, mi ha vista! Pensai nascondendomi automaticamente dietro lo stipite nella porta a finestra.

 

 

Faceva freddo, molto freddo e lui era steso a terra con lo sguardo fisso nel mio.

Avrei voluto sognare, avrei tanto voluto che tutto quello fosse un’illusione, ma non era così.

Stava morendo e io ero consapevole di non poter fare più nulla a parte ricambiare il suo sguardo che ogni secondo si faceva sempre più spento e vitreo.

Sentii qualcosa di caldo e umido bagnarmi le guance nel momento in cui le palpebre, ormai troppo deboli, si abbassarono sui suoi stupendo occhi blu mare, per non rialzarsi mai più.

 

Mi svegliai di soprassalto con il tintinnio fastidioso della sveglia ancora nelle orecchie.

Prima di uscire mi accertai di aver fatto tutto e mi incamminai verso la vettura parcheggiata davanti a casa.

Nello stesso istante dalla casa a fianco uscì un ragazzo molto famigliare, oh merda quel ragazzo.

Con indifferenza ma con evidente fretta mi chiusi dentro alla macchina e misi in moto.

Un leggero ticchettio mi fece voltare dalla parte del finestrino e rimasi interdetta nel trovarmi di fronte a quel tipo bizzarro.

Abbassai il finestrino e attesi che dicesse qualche cosa.

-Ciao! Tu devi essere la ragazza nuova..- Lasciò la frase in sospeso aspettandosi evidentemente una mia qualche reazione.

-Io sono Logan- E così dicendo mi porse la mano.

Rimasi a fissarla titubante, ma poi l’afferrai senza pensarci troppo.

-Tu sei?- Mi incalzò lui.

-Ah, scusa, io sono Valéry-

-Bene, molto piacere- Gli sorrisi un’ultima volta prima di tornare a fissare il volante davanti a me. Con la coda dell’occhio lo vidi voltarsi e fare un passo verso la sua auto.

-Ah, un’ultima cosa…-  e questo che cavolo vuole ancora?

-La prossima volta invece di restare a spiarmi tutto il pomeriggio chiedimi direttamente una foto, fai prima..- E così dicendo si voltò, ma non prima di essersi stampato in faccia un irritante sorrisetto del tipo “sono-il-ragazzo-più-figo-del-mondo”

-Come scusa? Sbaglio o eri tu l’altra sera che mi fissavi come un ebete??- Chiesi irritata come pochi.

-Bhè ci credo stavo cercando di dormire e tu invece ti sei messa a sbraitare come una psicopatica, avrai svegliato tutto il vicinato-

-Sveglia! Il tuo famoso vicinato consiste in te e la tua famiglia e una catapecchia abitata da due vecchietti rincoglioniti..- Dissi riducendo gli occhi a due fessure.

Solitamente era una mossa intimidatoria che funzionava benissimo ma che in quell’occasione sembrava non avere alcun effetto su Logan.

-Già, ma la cosa strana è che prima del tuo arrivo non erano così ritardati è stato un effetto collaterale- Abbassò lo sguardo, sembrava sulla via di una crisi di pianto -Poveri dolci, adorabili vecchietti..- Ok, va bene, magari da piccolo ha avuto un incidente traumatico che gli ha causato gravi lesioni alla scatola cranica che nel corso del tempo cedendo alla forza di gravità gli ha perforato il cervello e perciò non è proprio colpa sua..

-Ah bhè vedo che ci stai rimuginando su, è già qualche cosa per.. Bhè per.. te- Mi provocò lui. Si, a questo punto era diventata solo ed esclusivamente colpa sua.

Ma come diavolo si permette quel mostriciattolo impertinente?

Emisi un ringhio sommesso prima di ingranare la retro e premere con tutta la mia forza sul pedale dell’ acceleratore.

To be continued...

 

Nota dell'autrice:

Grazie di cuore di tutti coloro che hanno commentato la mia ff e scusate moltissimo per il prolungato ritardo..

Vale

  

 

 

 

 

  
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