a. Non toccare e soprattutto non
spostare nulla,meglio
evitare di lasciare prove che affermino la mia innegabile
negligenza…
b. Non farmi vedere o sentire da
vicini pettegoli.
c. La regola più
importante: uscire di casa con lo zaino
almeno un quarto d’ora prima del ritorno di mia madre.
Rimasi a fissare il cortile dalla
finestra sul retro; aveva
incominciato a piovere e un leggero venticello aveva ricreato
nell’aria l’odore
dell’erba bagnata.
Ad un certo punto il rumore della
segreteria mi fece
sobbalzare, mi avvicinai all’apparecchio e attivai il
messaggio.
Era di mia madre, come si suol
dire: parli, o meglio pensi
al diavolo e spuntano le corna..
Bip * Tesoro oggi non ce la faccio
ad essere a casa per
pranzo, in ufficio è un casino, ti arrangi tu? Ti voglio
bene * Bip
Premetti il tasto per la
cancellazione automatica e tirai
fuori dal frigorifero una porzione di lasagne che avvolsi nella carta
stagnola
e infilai nel microonde.
-Ti arrangi tu?- La imitai
stizzita. No guarda siccome ti
voglio bene ho deciso di aspettarti così nel frattempo mi
lascio morire di
fame, pensai laconica.
Mangiai il tutto molto lentamente
assaporando la pasta
boccone per boccone e finito di pranzare mi diressi in camera mia per
fare i
compiti.
Mentre ero tutta presa a finire
filosofia il rumore di una
macchina che parcheggiava mi insospettì e senza farmi vedere
mi affacciai al
balcone.
Rimasi visibilmente impressionata
del bolide che si era
fermato proprio sotto la villa dei miei vicini e ne rimasi ancora
più scioccata
quando dall’ automobile scese il ragazzo che avevo beccato
osservarmi la sera
precedente.
Lo vidi sparire dietro la porta di
casa e lo vidi
ricomparire poco dopo in camera sua.
Restai ad osservarlo, incuriosita:
lo vidi appoggiare lo zaino
ai piedi della spaziosa scrivania e lasciarsi cadere a peso morto sul
grande
letto a due piazze.
I capelli biondi tutti scompigliati
e gli occhi chiusi gli
fornivano un’aria semplicemente divina.
Non so per quanto tempo rimasi a
spiarlo, ma ad un certo
punto vidi i suoi occhi aprirsi di scatto e guardarmi in modo truce.
Porca miseria, mi ha vista! Pensai
nascondendomi
automaticamente dietro lo stipite nella porta a finestra.
Faceva freddo, molto
freddo e lui era steso a terra con lo sguardo fisso nel mio.
Avrei voluto sognare,
avrei tanto voluto che tutto quello fosse un’illusione, ma
non era così.
Stava morendo e io
ero consapevole di non poter fare più nulla a parte
ricambiare il suo sguardo
che ogni secondo si faceva sempre più spento e vitreo.
Sentii qualcosa di
caldo e umido bagnarmi le guance nel momento in cui le palpebre, ormai
troppo
deboli, si abbassarono sui suoi stupendo occhi blu mare, per non
rialzarsi mai
più.
Mi svegliai di soprassalto con il
tintinnio fastidioso della sveglia ancora nelle orecchie.
Prima di uscire mi accertai di aver
fatto tutto e mi incamminai verso la vettura parcheggiata davanti a
casa.
Nello stesso istante dalla casa a
fianco uscì un ragazzo molto famigliare, oh merda quel
ragazzo.
Con indifferenza ma con evidente
fretta mi chiusi dentro alla macchina e misi in moto.
Un leggero ticchettio mi fece
voltare dalla parte del finestrino e rimasi interdetta nel trovarmi di
fronte a
quel tipo bizzarro.
Abbassai il finestrino e attesi che
dicesse qualche cosa.
-Ciao! Tu devi essere la ragazza
nuova..- Lasciò la frase in sospeso aspettandosi
evidentemente una mia qualche
reazione.
-Io sono Logan- E così
dicendo mi
porse la mano.
Rimasi a fissarla titubante, ma poi
l’afferrai senza pensarci troppo.
-Tu sei?- Mi incalzò lui.
-Ah, scusa, io sono
Valéry-
-Bene, molto piacere- Gli sorrisi
un’ultima volta prima di tornare a fissare il volante davanti
a me. Con la coda
dell’occhio lo vidi voltarsi e fare un passo verso la sua
auto.
-Ah, un’ultima
cosa…- e
questo che cavolo vuole ancora?
-La prossima volta invece di
restare
a spiarmi tutto il pomeriggio chiedimi direttamente una foto, fai
prima..- E
così dicendo si voltò, ma non prima di essersi
stampato in faccia un irritante
sorrisetto del tipo
“sono-il-ragazzo-più-figo-del-mondo”
-Come scusa? Sbaglio o eri tu
l’altra sera che mi fissavi come un ebete??- Chiesi irritata
come pochi.
-Bhè ci credo stavo
cercando di
dormire e tu invece ti sei messa a sbraitare come una psicopatica,
avrai
svegliato tutto il vicinato-
-Sveglia! Il tuo famoso vicinato
consiste in te e la tua famiglia e una catapecchia abitata da due
vecchietti
rincoglioniti..- Dissi riducendo gli occhi a due fessure.
Solitamente era una mossa
intimidatoria che funzionava benissimo ma che in
quell’occasione sembrava non
avere alcun effetto su Logan.
-Già, ma la cosa strana
è che prima
del tuo arrivo non erano così ritardati è stato
un effetto collaterale- Abbassò
lo sguardo, sembrava sulla via di una crisi di pianto -Poveri dolci,
adorabili
vecchietti..- Ok, va bene, magari da piccolo ha avuto un incidente
traumatico
che gli ha causato gravi lesioni alla scatola cranica che nel corso del
tempo
cedendo alla forza di gravità gli ha perforato il cervello e
perciò non è
proprio colpa sua..
-Ah bhè vedo che ci stai
rimuginando
su, è già qualche cosa per.. Bhè per..
te- Mi provocò lui. Si, a questo punto
era diventata solo ed esclusivamente colpa sua.
Ma come diavolo si permette quel
mostriciattolo impertinente?
Emisi un ringhio sommesso prima di ingranare la retro e premere con tutta la mia forza sul pedale dell’ acceleratore.
To be continued...
Nota dell'autrice:
Grazie di cuore di tutti coloro che hanno commentato la mia ff e scusate moltissimo per il prolungato ritardo..Vale