Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Raffaele De Masi    10/12/2013    2 recensioni
La verità assoluta è impossibile da raggiungere. Questa è una lettera di un visionario, la cui vita è stata, nella sua interezza, dedicata allo studio del più oscuro dei segreti.
A sue spese, tuttavia, scopre che l'ignoranza è la protezione più efficace della debole mente di noi umani.
*
Scrissi questo racconto, dopo aver terminato la lettura di "la tomba": un racconto di H.P. Lovecraft, ché mi fu di grande ispirazione narrativa.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cara Léonor,
…Sei stata tu ad attraversare i miei pensieri, prima di compiere il mio ultimo gesto sensato. Sei situata molto lontano dal luogo, dove risiedo, eppure non esito a comunicarti gli eventi recenti a me riguardanti, come se mai dieci anni fossero passati dall’ultima volta che rimirai il tuo viso, senza ricorrere ai sogni. Come ricorderai, perché sono sicuro che conservi nel cuore i ricordi della mia persona, mi sono spinto oltre l’ordinaria conoscenza di ciò che è velato, di ciò che il creato ha negato di offrirci. A mie spese ho appreso la saggezza di non approfondire oltre ciò che la mente può parzialmente racchiudere, credo sia il principale motivo dell’ignoranza padrona dell’universo.
Le ipotesi sono la componente chiave di ogni sorta d’avventura nell’ignoto, una strada sicura per uscirne incolumi, ma, al mio egoismo, non bastavano banali congetture. Ero intenzionato a rimuovere ogni punto interrogativo.

Chi mai non ha nutrito profondi dubbi riguardanti il contenuto di ogni versione della Bibbia, la razionalità che urla l’assurdo, la fede provata dalle metafore che la limitazione impedisce di comprendere appieno. Quanto ho desiderato la verità, ricorrendo alla debilitazione mediante la droga, la quale m’illuse aprendomi la mente in una nuova direzione che… non era che l’ennesima versione di ciò che già conoscevo, dettatami in modo distorto e anche più distante dalla verità che tanto bramavo.

Ormai svuotato mentalmente, mi persi nell’ossessione, leggendo ciò che ormai era già impresso nella mia memoria, senza trovare mai un sentiero diverso che avrei ciecamente imboccato.
Proprio in una di queste notti insonni, lo vidi apparire al centro del salone nel quale ero solito stare in meditazione. Satana era umano ai miei occhi, elegante come il più nobile dei gentiluomini, con indosso abiti più neri di una notte senza stelle.
Rimasi adagiato sulla mia poltrona, evitando di scompormi. Ci fissammo intensamente negli occhi… conobbi la paura per un tempo di brevità incalcolabile. Credetti di aver raggiunto l’apice della mia dannazione, ma trovavo consolatoria la dolce attesa di un’imminente luce nuova all’orizzonte… ignaro tuttavia che, in vero era l’inizio di un’oscurità impenetrabile anche per i raggi solari.

Quando rivolsi la parola all’ospite inatteso, lo chiamai con il nome che tutti gli uomini sono soliti ricordarlo. Mestamente scosse la testa, e allora ricevetti il primo insegnamento non dettatomi dalle teorie già percorse dalla mia ossessione: egli non era Satana e non possedeva nessuno di quegli innumerevoli nomi che l’ignoranza dell’umanità gli donò senza il suo consenso. Gli chiesi quindi come desiderasse essere chiamato dalla mia limitata persona, e la rivelazione fu indicibile, non potrei mai riuscire a descrivere le sensazioni che provai. Posso affermare che egli rivelò il suo nome… solo che il mio udito, la mia memoria, la mia stessa anima, non riuscirono a contenerlo. Nell’attimo in cui le sue labbra si mossero per pronunciarlo, mi venne un tale capogiro che tutto il salone prese a girarmi intorno. Repressi un conato e, ansimando, cercai di chiedergli spiegazioni, ma mi bloccai, dato che la comprensione si fece strada rapida dentro di me: la mia umana persona era un impedimento, troppo debole per contenere il peso del nome di un essere  d’oltre vita.

Il diavolo non fece uso di altri termini che non avrei potuto sopportare, si limitò invece a porgermi tante rivelazioni che, mi accorsi, coprivano ogni spazio vuoto di ogni mia teoria e quelle di altri venuti prima di me, rendendomi follemente eccitato. In pochi attimi vidi tutta la mia esistenza assumere una forma propria, lo scopo della mia vita rendersi concreto, senza misteri.
Non intendo rivelare nulla di ciò che ho appreso, nemmeno a te Léonor, nonostante tu fossi l’unica che meritasse la verità, di non essere più ingannata. Ma oltre ciò, ti porgerei il suo più letale effetto indesiderato: la dannazione.

Dopo che Satana abbandonò la mia abitazione, lasciandomi ai miei inquieti pensieri, presi un’importante decisione: abbandonai alle fiamme i miei libri e le varie versioni della Bibbia che hanno dapprima portato alla luce, poi alla tenebra l’uomo che fui.
Per diverso tempo da allora, mi considerai l’uomo che conosceva a fondo l’universo e i suoi paralleli gemelli al nostro. Osservavo da lontano il Vaticano e sorridevo beffardo, beandomi della vanità del suo operato.

D’improvviso, durante un qualunque giorno della mia vita, sorse dentro di me un fastidioso parassita: il dubbio. È opinione comune la grande potenza della menzogna del diavolo, tuttavia, scoprii in me una grande debolezza non possibile da risollevare. Quel giorno la mia spavalderia si tramutò in disperazione, ed apparve in me una nuova negazione della verità che tanto agognavo.
Basandomi su ciò che il diavolo mi disse, cominciai a formulare costantemente altre teorie, che presto divennero le mie ossessioni. Sentii una moltiplicazione dei miei passati tormenti… prima di quel tempo, ero invaghito di supposizioni di limitato numero. Ora invece, domande generano altre domande, mentre le risposte al buio restano nascoste.

Il vero motivo per cui sto scrivendoti Léonor, è una richiesta di perdono. È mia speranza rimuovere i dubbi che mi assillano, con la fine della mia esistenza. Ogni volta che respiro, sento nei miei polmoni il fiato di Satana, così come avverto il suo sguardo nei remoti angoli della mia dimora, beffandosi della mia ossessione.
Salterò dalla già spalancata finestra che affaccia su terre ignare, sperando di lasciare in questa casa tutta la mia dannazione, insieme al diavolo che ormai ne è padrone.

Ti amerò per sempre nella morte… spero di riuscire a trovarti, semmai scoprissi la verità.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Raffaele De Masi