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Autore: barbarak    11/12/2013    19 recensioni
L'ultima notte a Hogwarts sarà testimone di una conversazione tra due amici. Il caso, o forse il destino, vuole che anche qualcun altro ascolti quelle parole che scoperchieranno un vaso di pandora che avrebbe dovuto rimanere chiuso. Eventi già decisi potranno cambiare oppure tutto è già scritto?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 “Hermione sei pronta?”
L’ex Caposcuola Grifondoro uscì dal camerino con un bellissimo abito di tulle bianco chiuso in vita da un fiocco di raso rosa. Era tanto vaporoso da sembrare una nuvola e la faceva apparire come un angelo sceso sulla terra con quell’incarnato pallido, le labbra leggermente rosate e i capelli raccolti a lasciarle scoperte le spalle dritte e minute.
 
Dopo qualche minuto, durante il quale si era osservata allo specchio, non ricevendo commenti da parte di Ginny, si voltò verso la sua migliore amica e la trovò a fissarla a bocca aperta.
 
“Allora? Non dici niente?”
 
La rossa si alzò e la abbracciò con le lacrime agli occhi.
 
“Sei bellissima!”
 
“Grazie. Anch’io penso…”
 
Non finì la frase perché i suoi occhi incontrarono il grigio di due altre iridi che la osservavano dalla vetrina e trasmettevano una luce che non vi aveva mai visto dentro negli otto anni che le conosceva.
 
Draco Malfoy era a pochi metri da lei, con un vetro sottilissimo a dividerli, e non accennava minimamente a muoversi: sembrava ipnotizzato e Hermione non si stupì di trovarsi nella medesima situazione.
 
Quasi come se qualcuno li stesse comandando, i suoi piedi fecero un passo verso la porta per avvicinarsi a lui ma la figura di Ginevra Weasley irruppe nel suo campo visivo e fece finire l’incanto.
 
“Ron impazzirà quando ti vedrà con quest’abito e sono sicura che mamma scoppierà a piangere non appena varcherai la soglia della Chiesa. Per fortuna queste saranno lacrime di gioia. Ha sofferto tanto poveretta”.
 
Si bloccò e tolse lo sguardo da quello del ragazzo per abbracciare Ginevra cui erano venuti gli occhi lucidi questa volta per ben più tristi pensieri. Quando si voltò di nuovo il ragazzo, che non vedeva da sei mesi, era scomparso.
 
Qualcosa si mosse all’interno della sua anima, qualcosa che aveva sempre tentato di tenere sotto controllo e che custodiva come un segreto da proteggere dal Mondo esterno.
 
Tornò a guardarsi allo specchio e l’immagine che prima le piaceva tanto ora le fece chiudere lo stomaco e le bloccò la respirazione.
 
Aveva pianto moltissimo negli ultimi mesi e aveva passato la maggior parte del tempo cercando, inutilmente, di scacciare dalla mente le parole di Malfoy.
 
Accettare il suo amore, significava anche accettare che le cose sarebbero potute andare diversamente da quello che era stato programmato e questo la spaventava a morte. Tutto il Mondo Magico si aspettava questo matrimonio e anche lei pensava di non poter chiedere nient’altro se non di sposare un uomo buono che la amava e che lei amava, anche se di un amore meno passionale rispetto a quello cui aspirava realmente.
 
Poteva davvero rischiare di far soffrire persone che le avevano sempre voluto bene solo per seguire una chimera?
 
Era sempre stata coraggiosa, sempre pronta a buttarsi a capofitto in ogni situazione eppure ora sapeva che c’era in ballo molto di più di una semplice scelta.
 
Una scelta che comunque andava fatta.
 
Ripensò alle parole che lui le aveva rivolto e alle emozioni che queste avevano suscitato in lei. Ma non era solo quello che aveva sentito a tormentarla; c’era dell’altro che fino ad ora aveva sempre tentato di rifiutare ma che adesso doveva cominciare ad affrontare.
 
“Ginny, devo parlarti”.
 
 
***
Blaise Zabini era seduto compostamente nel bar e stava aspettando il suo migliore amico che arrivò di corsa ordinando un firewhiskey mentre era ancora in piedi.
 
“Vuoi ubriacarti di primo pomeriggio? Non ti bastano più le notti?”
 
Un’occhiata truce fu tutto ciò che ricevette come risposta.
 
“C’è solo una cosa che può farti andare così fuori di testa. O forse dovrei dire una persona?”
 
Non c’era niente da fare; a Blaise Zabini piaceva giocare con il fuoco e neanche l’occhiataccia di Malfoy lo persuase a chiudere la bocca.
 
“Allora? L’hai vista?”
 
Draco trangugiò in un solo sorso il bicchiere e chiuse gli occhi pronunciando pianissimo una sola sillaba.
 
“Sì”
 
L’ex Serpeverde scosse la testa nel vedere quanto il suo ex Caposcuola si stesse logorando per quella ragazza.
 
“Draco…”
 
“No! Non dire una parola! Non dire che sono ancora in tempo! Non dire che ho ancora speranza! Sai cosa stava facendo? Sai com’era?”
 
Aveva alzato la voce e ora, gli altri avventori lo stavano guardando. Blaise con un’occhiata lo invitò alla calma e silenziosamente gli chiese di proseguire.
 
“Era bellissima. Radiosa. Felice come forse non l’ho mai vista. E…”
 
“E?” lo incalzò il moro.
 
“E… stava provando il suo abito da sposa. Quello che indosserà per giurare amore eterno a Weasley maledizione.”
 
Il tormento era chiaramente visibile sul suo bel volto e nel tono della sua voce quando continuò a parlare.
 
“Ho provato a dimenticarla sai? Ho evitato persino la festa dei M.A.G.O. per non incontrarla; ogni luogo dove pensavo di poterla vedere è stato eliminato dal mio percorso; ho accettato quel lavoro negli Stati Uniti per mettere un oceano tra di noi; sono andato con tante di quelle donne che ho perso il conto solo per dimostrare a me stesso che lei non era speciale. Che ce ne erano tante molto più belle e raffinate di lei. E poi cosa faccio? Torno per organizzare il mio trasloco definitivo e me la trovo davanti all’improvviso. Così…semplice e bellissima. E tutte quelle donne all’improvviso spariscono al suo cospetto perché per quanto faccia, per quanto provi, non riesco a strapparmela dalla mente. Non l’ho neanche mai toccata maledizione!  Come fa a essersi così radicata in me una persona che non conosco neanche? Come posso ancora pensare a lei dopo che ha chiaramente dimostrato di non volermi concedere nulla?”
 
Cosa si poteva rispondere a uno sfogo del genere?
 
Niente e infatti il silenzio fece eco alle parole dell’ex Serpeverde.
 
“Io non capisco… Pensavo che una volta confessatale tutto, mi sarei messo il cuore in pace e invece…So di non avere speranza, so che tra due giorni  apparterrà per sempre a un altro, eppure… è sempre lì. Nei miei pensieri, nei miei sogni, nella mia anima.”
 
Ordinò un altro firewhiskey ma non fece in tempo a berlo perché Zabini lo trascinò via e lo costrinse a tornare al Manor, volendogli impedire di continuare ad autodistruggersi come aveva fatto negli ultimi sei mesi.
 
Ancora una volta Blaise non disse niente: lo accompagnò e basta, andandosene subito dopo perché sapeva che non c’era niente che lui potesse fare per alleviare la sofferenza del suo amico. Solo una persona avrebbe potuto fare qualcosa ma non era certo che avrebbe voluto farlo.
 
***
Era la vigilia di Natale e Draco si trovava sul suo letto a Malfoy Manor. Blaise se ne era appena andato, dopo la sua visita abituale giornaliera, dandogli appuntamento per la serata con la tradizione cena dai Malfoy.
 
Era tornato da poco più di un giorno da Boston, dove aveva deciso di trasferirsi per seguire alcune attività di famiglia, e già voleva andarsene.
 
I suoi genitori avevano cercato di opporsi con tutte le loro forze a quella che pensavano fosse una decisione priva di fondamento, ma lui non aveva sentito ragioni: semplicemente non poteva vivere in Inghilterra sapendo che avrebbe potuto incontrarla con una brillante fede al dito e una schiera di bimbi al seguito.
 
Era infantile? Certo.
Era una scelta inutile? Poco ma sicuro.
Era da vigliacchi? Senza dubbio.
 
Eppure non sarebbe tornato sulle sue decisioni.
 
Ripensò al pomeriggio del giorno prima e la rivide bella e radiosa come solo una sposa poteva essere. E poi rivide gli occhi, che aveva imparato ad amare, nel momento che si erano incontrati con i suoi e avrebbe potuto giurare, rischiando di darsi del pazzo da solo, che una luce ancora più brillante della precedente avesse illuminato il viso della ragazza.
 
Si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra per guardare il giardino innevato che si apriva sotto di lui; era tutto bianco, candido, quasi irreale. Bianco come l’abito che probabilmente stava indossando in quel momento….
 
Basta!! Basta!!! Basta!!!!
 
Perché diavolo continuava a volersi fare del male?
 
Anche ora gli sembrava di vederla, vestita con quell’abito, mentre, correndo, percorreva il viale centrale di Malfoy Manor.
 
“Sono impazzito del tutto. Bene”.
 
Tolse lo sguardo, si passò la mano sulle tempie sentendo il mal di testa sempre più imminente e ritornò a guardare la finestra. Sgranò gli occhi quando si rese conto che veramente Hermione Granger stava correndo attraverso il giardino vestita da sposa.
 
Non aveva ancora elaborato l’assurdità della cosa che già stava correndo giù per le scale, senza fermarsi davanti a niente che non fosse l’idea di poterla rivedere.
 
Aprì il portone nel momento in cui la ragazza ci arrivò davanti, rossa in viso con i capelli scarmigliati e il fiatone.
 
Prima di riuscire a mettere insieme le idee in modo da permettergli di formulare una frase di senso compiuto, si trovò le labbra della ragazza che amava incollate alle sue e la sorpresa fu talmente tanta che ci mise più del dovuto prima di rispondere.
 
Quando lo fece, però, le sue braccia corsero alla vita sottile della giovane mentre ancora faticava a credere di stare veramente vivendo il sogno che da otto anni tormentava le sue notti. Assaggiò ogni millimetro di quella piccola prelibatezza che erano le labbra rosse della ragazza e s’impresse nella mente ogni sensazione e ogni meraviglioso brivido lei gli stava trasmettendo.
 
Era il primo vero contatto tra di loro e non sarebbe potuto essere migliore e più profondo.
 
La sentiva persa tra le sue braccia. Arrendevole quasi, anche se le mani che sentiva strette attorno alla sua camicia lo inchiodavano al corpo esile come per paura di vederlo allontanarsi.
 
Fu quando sentì il primo gemito di Hermione che capì di doversi fermare per evitare di prenderla sul portone di casa e in mezzo alla neve.
 
Inoltre c’erano troppe domande che necessitavano risposte.
 
Dolcemente staccò le sue piccole mani e le baciò le nocche, guardando il suo viso mentre una miriade di emozioni lo investiva.
 
“Mi sono perso qualcosa?”
 
Forse non era carino fare dell’ironia in quel momento, ma all’improvviso la paura che quello non fosse altro che un bacio di addio lo invase.
 
Maledetta insicurezza da innamorato!!!
 
“La tua materia preferita era Pozioni, probabilmente perché Piton ti ha dato lezioni private fin dal primo anno. Adori volare e, quando andavi a scuola, il mercoledì, dopo l’allenamento di Quidditch di Serpeverde, ti fermavi sempre al campo per almeno un’altra ora. Ti sei sempre fatto seguire da Tiger e Goyle ma in realtà il tuo solo amico era zabini, anche se ogni tanto parlavi seriamente anche con Nott. Ti vestivi sempre con abiti eleganti, probabilmente fatti su misura, e anche la divisa sembrava uguale alle altre ma non la era: avevi le iniziali ricamate sulla camicia e, a volte, anche sulla cravatta. Al ballo del Ceppo ti sei presentato con la Parkinson e l’hai anche baciata davanti all’ingresso della sala grande. Non so se siete stati insieme a lungo, ma nel corso del quinto anno ti ho visto baciare e….fare altre cose con Astoria Greengrass. Devo continuare?”.
 
Incredulità.
 
Possibile che fosse tutto vero?
 
Che davvero lo avesse osservato come lui aveva fatto con lei?
 
“Anche tu?”
 
Scosse la testa.
 
“Diciamo che, all’inizio, ti osservavo perché volevo conoscere meglio il mio nemico. Poi un giorno, al secondo anno, ti ho visto parlare con Zabini e Nott e…”
 
La vide arrossire e tentennare.
 
“E…”
 
Un sospiro accompagnò la ragazza mentre ricominciava a parlare.
 
“E… tu hai riso. Non era un riso forzato o di scherno come tuo solito. Era una risata vera, autentica. Tutto il tuo corpo emanava gioia e il tuo viso…era talmente rilassato, talmente bello con quegli occhi che non dovrebbero nemmeno esistere che… non lo so cosa mi è preso ma…non sono più riuscita a scacciare quell’immagine dalla mia mente.”
 
“Non è possibile. Perché non mi hai detto niente a giugno?”
 
Hermione scosse la testa e si strinse nelle braccia.
 
“Perché non ho mai voluto approfondire quell’interesse. Ti avevo visto in un modo diverso da come ti rapportavi con tutti, però tu continuavi a deridermi sempre più pesantemente e così ogni volta che mi scoprivo a cercarti in mezzo alla folla ripetevo a me stessa che la mia era solo curiosità per le azioni meschine che il figlio di un noto Mangiamorte avrebbe potuto compiere contro Harry. E poi, più il tempo passava, più mi affezionavo a Ron e ai disastri che combinava; tutti mi ripetevano che era la persona giusta per me e alla fine mi sono convinta anche io della cosa. Ho scambiato l’affetto che provavo  per amore e ho riversato su quel sentimento tutta me stessa. Non volevo neanche prendere in considerazione l’idea di poter provare attrazione o qualcosa di più profondo per te.”
 
Una delusione cieca lo pervase.
 
“Io sono riuscito ad ammettere che ti volevo. Perché tu no?”
 
“Perché non mi rendevo neanche conto di quello che facevo o provavo. Tu m’insultavi. Sempre. E ti vedevo con le ragazze della tua casa. Tutte bellissime. Tutte Purosangue. Tutte più interessate alle proprie unghie, piuttosto che allo studio. Vedevo il mio crescente interesse come una pazzia senza speranza che mi avrebbe portato solo dolore; e poi, dopo il torneo Tre Maghi, la mia priorità era diventata la sconfitta di Voldemort e la libertà del Mondo Magico. Pensare a te, che oltretutto sembrava non vedessi l’ora di abbracciare la causa dei Mangiamorte, mi avrebbe distratto dalla mia missione ed io non potevo permetterlo”.
 
Fece per dire qualcosa ma lei lo interruppe.
 
“Ogni singola volta che il nome di Voldemort faceva capolino tu eri sempre in prima linea a ricordarmi che fine avrei fatto se lui avesse vinto. Anche al quinto anno, con la Umbridge a farla da padrone, sei stato il primo a offrirti volontario per le sue squadre d’inquisizione. Ho cercato di convincermi che non valessi niente, che non fossi adatto a me, solo che quando ti vedevo da solo, quando ti osservavo assorto nei tuoi pensieri o mentre facevi qualcosa che ti piaceva, sembravi un altro e la cosa mi confondeva. Al sesto anno, Harry continuava a ripetermi che eri diventato un Mangiamorte e, razionalmente, dovevo ammettere che tutte le prove portavano a quella conclusione solo che il mio cuore si rifiutava di accettare l’idea. Ero talmente spaventata da quella mia reazione che ho riversato tutta la mia frustrazione su Ron e sul suo non volermi considerare una ragazza. Pensavo che se le cose tra me e lui fossero andate bene tutto sarebbe tornato al proprio posto; all’epoca, quando si è messo con Lavanda, mi sono sentita tradita dal mio migliore amico e mi sono convinta che quello che provavo fosse la tipica delusione di una donna innamorata, ma ora so che non era così. Vedevo in lui la mia ancora di salvezza, la sola cosa che potesse distrarmi da te e da quello che provavo”.
 
Tutte le circostanze erano state loro avverse proprio perché provenivano da due mondi diversi. Avrebbero potuto trovare un punto d’incontro?
 
“Però alla fine ti sei messa con lui e hai accettato di sposarlo.”
 
La sua non voleva essere un’accusa, però era stato talmente tanto male nel vederla accanto a un uomo che… doveva assolutamente capire perché ora lei si trovasse lì, in abito da sposa.
 
“La ricerca degli Horcrux è stata devastante, sia mentalmente sia fisicamente. Io, Harry e Ron siamo diventati una cosa sola e per un momento, un brevissimo momento, ho creduto davvero che potesse essere la persona che mi era stata designata dal destino.  Eravamo soli e spaventati, braccati come animali; potevamo contare solo su noi stessi e quando Ron è tornato, dopo averci abbandonato, mi sono sentita talmente felice che ho pensato che le sue braccia forti mentre mi stringevano fossero quanto di più bello al Mondo potesse esistere. Ti mentirei se ti dicessi che in quel periodo ho pensato a te. La verità era che speravo di non rivederti mai più in modo da non dover affrontare quel disagio che mi coglieva quando ti guardavo; le cose però, come sai, sono andate diversamente.”
 
Ora veniva la parte più brutta e dolorosa per Draco, quella che lo faceva sentire inutile e indegno.
 
“Quando ci hanno portato a Malfoy Manor e ti ho visto, per un assurdo e incredibile momento mi sono sentita felice; mi sono data subito dell’idiota naturalmente. Poi tu hai finto di non riconoscere Harry e ho visto nei tuoi occhi il terrore di dover smascherare me e Ron; per un attimo i nostri sguardi si sono incontrati e ho avuto la certezza che non avevamo niente da temere da te. E’ stato come se mi avessero tolto un peso dal cuore. Almeno finché non è intervenuta tua zia e le cose sono degenerate.”
 
La vide deglutire ed ebbe l’istinto di abbracciarla ma sapeva che non era ancora arrivato il momento, molte cose dovevano ancora essere chiarite. Si avvicinò solamente per infonderle il coraggio di continuare.
 
“A giugno mi hai chiesto se non avevo guardato i tuoi occhi durante la tortura. Subito non ho capito a cosa ti riferissi ma poi ho ricordato che c’è stato un momento in cui il dolore, seppur terribile, si è attenuato ed è stato quando i nostri occhi si sono incrociati. Hai fatto qualcosa vero?”
 
Annuì.
 
“Un incantesimo narcotizzante che ti ha dato sollievo momentaneo. Avrei voluto fare di più ma…”
 
Hermione si avvicinò con le lacrime agli occhi e gli prese la mano.
 
“Hai fatto abbastanza Draco non tormentarti”.
 
Chiuse gli occhi assaporando il suo nome che, per la seconda volta, usciva da quelle magnifiche labbra e che, per un momento avevano alleviato il suo senso di colpa.
 
“Avrei dovuto fare qualsiasi cosa per salvarti. Avrei dovuto sfidare mia zia e tutti i Mangiamorte presenti, avrei dovuto…!
 
Gli mese un dito sulla bocca per impedirgli di continuare.
 
“Saresti morto se avessi fatto una qualsiasi di quelle cose. Eri solo e non potevi fare niente più di quello che hai fatto. Grazie per avermi protetto”.
 
Riaprì gli occhi nel momento in cu il dito fu sostituito da due labbra morbide che per un breve istante si posarono sulle sue. Guardò quel volto bellissimo a pochi centimetri dal proprio e sentì il fiato caldo che gli solleticava le guance quando ricominciò a parlare in maniera roca.
 
“Alla fine della battaglia, Ron mi ha baciato ed io mi sono sentita bene per la prima volta dopo tanti mesi. E’ stato così dolce con me, così buono e comprensivo che non mi sono posta il problema se fosse veramente l’uomo che volevo”.
 
Hermione chiuse gli occhi e inspirò a fondo l’odore di Draco: un odore inconfondibile che ora avrebbe riconosciuto in mezzo ad una folla; era un misto di shampoo, dopobarba e aroma maschile che non avrebbe mai più dimenticato.
 
“Quando siamo tornati a scuola, ho notato subito il tuo cambiamento e ho anche capito che il mio…interesse nei tuoi confronti non era per niente diminuito; ti ho tenuto a distanza perché non ho avuto il coraggio di approfondire quello che provavo: la mia vita sembrava andare su binari prestabiliti e per una volta sembrava anche andare dritta e spedita; tu rappresentava l’ennesimo rischio e per una volta la paura ha preso il sopravvento. Avevo testimoniato in tuo favore perché non sopportavo l’idea di saperti ad Azkaban ma la cosa doveva finire lì. Mi sono concessa di chiamarti per nome una sola volta, per sentire il suono uscire dalle mie labbra e vedere i tuoi occhi guardarmi mentre lo facevo. E’ stato come un regalo di addio che ho voluto fare a me stessa”.
 
Appoggiò il capo sul petto del ragazzo e si strinse di più a lui.
 
“Quando Ron mi ha fatto la proposta, la mia prima reazione è stata quella di dirgli di no ma ancora una volta ho pensato a tutto quello che avevamo passato, a Fred Weasley morto durante la battaglia, alla felicità che Ginny e Harry sembravano provare e la risposta è uscita da sola dalle mie labbra.”
 
Lo guardò dritto negli occhi prima di proseguire.
 
“Quando a giugno ho sentito quello che tu e Blaise vi stavate dicendo, non ho capito più niente. Ho rivissuto tutti i nostri trascorsi e ho subito sentito una gioia immensa allargarsi nel mio cuore; una gioia che non avrei dovuto provare, una gioia troppo grande che mi ha spaventato a morte perché ho capito che ormai non potevo più fare finta di niente. Avrei dato qualsiasi cosa per tornare indietro e rivivere tutti i nostri incontri in maniera differente”.
 
Quante volte anche lui aveva desiderato la stessa cosa?
 
“Perché non me l’hai detto? Perché ti sei comportata come se non mi credessi?”
 
“Perché mi sembrava troppo bello, troppo incredibile per essere vero.  Quello che aveva parlato non assomigliava per niente al Malfoy che avevo sempre creduto di conoscere ma era piuttosto uguale a quello che io avevo intravisto quel giorno al secondo anno. E poi c’era il pensiero di Ron che non potevo accantonare come un vestito vecchio che non mi serviva più. Scioccamente ho pensato che la soluzione ideale sarebbe stata relegare il tutto a un tuo ennesimo tentativo di ferirmi. In questo modo io non avrei avuto nessun rimpianto e avrei continuato per la mia strada; sapevo che, per come ti avevo messo le cose, non mi avresti mai fatto vedere quello che c’era sotto la camicia. In fondo un po’ ti conosco…”
 
L’ultima frase l’aveva detta con una tale dolcezza da fargli quasi dimenticare il dolore che aveva provato quando si era reso conto che lei non si fidava. Quasi.
 
“E ora che cosa è cambiato?”
 
Ancora una volta la sentì stringersi addosso come se avesse paura di perderlo.
 
“E’ stato un sollievo non doverti più vedere dopo…giugno. Ho continuato come se niente fosse, anche se, qualche volta, quando ero da sola, mi ritrovavo a piangere senza nessun motivo apparente. Oppure c’erano giorni che guardandomi allo specchio rivedevo il tuo viso stravolto e dovevo ammettere che nessuno avrebbe saputo mentire così bene e poi c’erano le notti che mi tormentavano. Chiudevo gli occhi e vedevo i tuoi di occhi, il tuo viso, i tuoi capelli, la tua carnagione. Rivivevo ogni attimo della nostra discussione ed era un tormento. Nonostante questo però ero decisa a mantenere il mio impegno con Ron e a essere felice. E ce l’avevo quasi fatta fino a che non ti ho visto fuori dal negozio.”
 
Questa volta fu il ragazzo a stringerla di più a sé e per un attimo pensò che di questo passo si sarebbero fusi insieme.
 
“Che cosa hai provato quando mi hai visto?”
 
“E’ stato come ricevere uno schiantesimo rimanendo in piedi e coscienti.
Mi ha scombussolato talmente nel profondo che i miei sentimenti si sono fusi insieme: gioia, disperazione, tormento, estasi, smarrimento, certezza, non riuscivo più a capire realmente quello che provavo. Non riesco a descriverti veramente quello che ho sentito; è stato troppo…intenso”.
 
A Draco venne da sorridere teneramente perché quello che la sua Grifondoro aveva appena tentato di spiegargli era esattamente la stessa sensazione che aveva provato quando l’aveva intravista aldilà del vetro.
 
“Credo che le parole non servano”.
 
Ecco, finalmente aveva pronunciato il suo nome guardandola negli occhi e la luce che le vide brillare dentro lo riempì e lo colmò di un amore profondo, un amore non ancora dichiarato ma che prometteva una felicità infinita.
 
“Quando te ne sei andato, mi sono sentita dilaniata, straziata di un dolore profondo e ho capito che non potevo più mentire a me stessa. Ho parlato a Ginny ed è stato terribile: mi ha in pratica implorato di sposare Ron; ha detto che la mia era solo un’infatuazione, un’illusione dovuta alla guerra che mi aveva scombussolato; ha detto che mi avresti ferito, illusa, ingannato; ha usato termini che… mi hanno devastato.”
 
Sentì le lacrime bagnargli la camicia e per un attimo desiderò strangolare la Weasley per il dolore che le aveva provocato. Però…
 
“Perché sei vestita da sposa se avevi già deciso al negozio?”
 
Il corpo rigido della ragazza gli fece capire che quello che stava per rivelare non gli sarebbe piaciuto.
 
“Mi ha lanciato un Confundus, solo che non è mai stata brava in quel genere d’incantesimi e così la sua durata è stata momentanea. Questa mattina mi sono alzata con un mal di testa atroce e più le ore passavano, più mi sembrava di non stare facendo la cosa giusta. E’ stato quando mi sono guardata allo specchio con l’abito da sposa che la mia mente si è come risvegliata dal torpore dove era caduta: ho rivisto i tuoi occhi che mi osservavano disperati e ho ricordato tutto.”
 
Maledetta Weasley: l’aveva sempre pensato che quella famiglia fosse una calamità naturale e ora ne aveva le prove.
 
“Hai parlato con il rosso?”
 
La vide diventare rossa e scuotere il capo.
 
“L’hai lasciato ad aspettarti sull’altare?”
 
Non poteva farne a meno di sembrare ilare perché, in effetti, la sola idea gli metteva euforia nelle vene.
 
“Quando ho capito quello che volevo veramente, ho pensato solo di venire da te per dirtelo; mi sono comportata male lo so ma… Malfoy smettila immediatamente di ridere. Ho fatto una cosa orribile a una persona che mi vuole bene. Sono un mostro!!!”
 
Si era presa il viso tra le mani e subito il ragazzo le fu accanto per riportarsela tra le braccia e affondare il viso tra i suoi capelli.
 
“Non sei un mostro. Sei stata semplicemente egoista e credimi questo per me è un complimento”.
 
Il viso segnato di lacrime si sollevò un poco, giusto per riuscire a parlare.
 
“Che cosa faremo adesso? Ci odieranno tutti.”
 
Cosa avrebbero dovuto fare? La Comunità Magica era alquanto bigotta e di certo non avrebbe perdonato un comportamento per loro tanto offensivo. Certo lei era un’eroina di guerra ma questo non avrebbe attenuato il loro giudizio. Che poi avesse abbandonato uno del magico Trio per un Mangiamorte, figlio di Mangiamorte non faceva altro che aggravare il tutto. Razionalmente sarebbe dovuto preoccuparsi di veder aggravata ulteriormente la sua posizione agli occhi del Mondo che lo aveva visto nascere, ma più ci pensava più capiva che la cosa non gli interessava.
 
Tutto il suo Mondo, tutto quello che aveva sempre voluto, era tra le sue braccia e di certo non avrebbe permesso a nessuno di denigrare quello che provava. Aveva sofferto tanto in vita sua e ora era certo di meritare un po’ di felicità. Aveva passato sette anni cercando dapprima di sopprimere i sentimenti che provava e poi, una volta arresosi, a cercare di rassegnarsi a non avere un futuro con lei. Un futuro che ora poteva invece non solo sognare ma realizzare.
 
“E’ importante?”
 
Per un minuto che sembrò durare un’eternità, lei lo guardò dritto negli occhi, poi, passò le mani sulle sue guance fino ad arrivare alle labbra in un gesto intimo e tenero che mai prima d’ora aveva ricevuto.
 
“No”.
 
 
***
 
Quando quella sera Blaise andò in camera del suo amico a chiamarlo per la cena con la notizia bomba dell’annullamento delle nozze tra Hermione Granger e Ronald Weasley, l’unica cosa che trovò fu un abito da sposa spiegazzato abbandonato sul tappeto.
 
Andò lentamente a versarsi del whiskey incendiario e prima di berlo mimò un brindisi in direzione della finestra.
 
“Buona fortuna amico mio”.
 
***
Le labbra morbide sfiorarono ancora una volta le cicatrici del petto, mentre mani si perdevano in carezze appena accennate sulla sua schiena.
 
“Mi fai impazzire”
 
Hermione sorrise mentre depositava l’ennesimo bacio e mentre sentiva le mani di Draco che le toglievano la camicia che si era appena rimessa dopo una notte passata ad amare l’uomo che ora era sotto di lei.
 
“Mi sembrava di aver capito che eri impazzito a undici anni e che non eri più rinsavito”.
 
Solo un mugolo di piacere le rispose, mentre i denti andavano a mordicchiare un pezzo di pelle particolarmente sensibile vicino alla spalla.
 
“Sei una strega lo sai?”
 
“Era ora che te ne accorgessi”
 
Si mise seduto portandola con sé nella risalita e la guardò negli occhi.
 
“L’ho sempre saputo”.
 
Lo baciò di slancio facendolo ricadere sul letto mentre lo abbracciava forte.
 
“Ti amo”.
 
Il tempo sembrò cristallizzarsi in quell’attimo perfetto e Draco chiuse gli occhi per imprimersi bene a mente la sensazione fortissima di appagamento e felicità che sentiva in quel momento.
 
“Ti amo anch’io. Da tantissimo tempo. Mi spiace per tutto quello che ti ho fatto passare”.
Un casto bacio fermò le sue scuse.
 
“Basta rinvangare il passato. Ognuno di noi ha le proprie colpe; l’importante è che ci siamo trovati finalmente. Abbiamo una vita intera per essere felici, cosa vuoi che siano otto anni?”
 
Un bacio sul capo le confermò che lui la pensava esattamente come lei.
 
Quando qualche ora più tardi si alzarono e uscirono da quella casa, il freddo invernale di Boston li accolse e li accompagnò nella loro prima vera uscita come coppia.
 
Avevano deciso di lasciarsi alle spalle la loro vecchia vita e di ricominciare in un posto dove nessuno li conosceva e dove erano solo visti come un uomo e una donna, palesemente innamorati, che camminavano mano nella mano la mattina di Natale. I loro occhi, mentre si guardavano, erano quanto di più luminoso potesse esserci al mondo perché era l’amore a guidare i loro passi.
 
Per sempre.
 
 
 
Angolo della posta:
 
Siamo giunti alla fine anche di questa storia. Mi sono divertita molto a scriverla perché mi piaceva l’idea di una Hermione che si mette a origliare. Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia regalato qualche momento di spensieratezza.
Vi saluto dicendovi arrivederci a presto perché ho già pronta una nuova long che sarà strutturata in maniera molto particolare e che ho intenzione di iniziare a pubblicare prima di Natale.
Baci BABY

 
   
 
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