Film > Il pianeta del tesoro
Ricorda la storia  |      
Autore: Lauretta Koizumi Reid    11/12/2013    4 recensioni
Tutti i bravi capitani tengono un diario di bordo...specie quando la missione si preannuncia avventurosa e le sorprese sono dietro l’angolo...ogni genere di sorprese!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitano Amelia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giorno 1
 
Scrive il comandante Amelia, della RLS Legacy.
E’ appena passata l’ora della prima colazione e c’è già molto a cui pensare. La missione è stimolante, o forse parrà una sciocchezza rispetto a tutte le numerose battaglie a cui sono stata chiamata ad assistere.
L’armata di Prokyon è stata un osso duro, ho deciso di tornare in attività una volta che me la sarei sentita, e questa è l’occasione ideale: tanto più che potrebbe trattarsi di un viaggio a vuoto. Pianeta del Tesoro? Un’ incognita interessante.
Di certo non partiamo bene: la ciurma è terribile alla vista, all’udito e a tutti gli altri sensi. L’unico aspetto positiva è rappresentato dal Signor Arrow. Sì, proprio lui! Ho faticato a non saltargli al collo, anche perché con la sua robustezza avrei potuto rompermi qualcosa, e in ogni caso qui certi gesti non sono tollerati. Ma come dimenticare la sua fierezza e la sua fermezza durante le battaglie con Prokyon...
Proprio poco fa ci siamo divertiti a criticare la ciurma, definendola “uno squinternato manipolo di canagliume vario”. Per poco non mi soffocavo con il succo di Meleviole.
In ogni caso, sono curiosa di incontrare l’ artefice di tutto ciò, il Dottor Doppler.
 
 
Appena conosciuto il sopradetto soggetto. Aveva addosso un ridicolo costume da palombaro giallo, e ha parlato a voce alta della mappa del tesoro. Ho letteralmente dovuto tappargli la bocca attraverso il vetro e, nel mio ufficio, ho dovuto anche spiegargli tutto quello che in effetti penso.
Annotarsi la prima diatriba a bordo di questa nave.  
Il ragazzo è tetro e imbronciato, mi ha ceduto a fatica la mappa e non mi è parso molto contento dell’incarico che ho dovuto affidargli. Sarà meglio che moderi quel caratterino. La mappa è geniale, un congegno alquanto affascinante, ed è quasi impossibile capire come sia l’apertura. La tengo sottochiave. Ora lascio questi scritti, la partenza è tra qualche secondo.
 
 
 
Devo annotarmi l’ennesima figura del Dottor Doppler, che si è beccato una spruzzo micidiale dall’orca galattica, benché l’avessi avvertito del pericolo. Di certo non gli sono simpatica, ma ascoltarmi è un suo dovere. Comunque non ho potuto fare a meno di ridere, la prima risata spontanea che mi viene da un bel po’.
 
 
 
 
 
Giorno 2
Tutto procede tranquillamente. Nessun pianeta in vista. Ciurma disciplinata. Condizioni dello spazio confortevoli.
 
 
 
 
Giorno 3
Come giorno 2.
 
 
 
 
Giorno 4
Come giorno 2.
 
 
 
Giorno 5
Una giornata che vorrei dimenticare, ma non potrò mai. E’ un miracolo che io possa di nuovo scrivere.
Tutto procedeva serenamente, ma l’incontro con una supernova ci ha sorpreso. La diagnosi è stata fatta immediatamente dal Dottor Doppler, e forse saremmo anche riusciti a scappare in tempo, ma la stella ha iniziato a trasformarsi rapidamente in un buco nero. Da una parte le onde gravitazionali erano fortissime e dall’altra la forza del buco ha iniziato a trascinarci dentro di essa.
Credo di non aver mai combattuto una forza così spaventosa e invincibile. Ma il dottor Doppler è riuscito a prevedere la formazione di un onda Baraonda dentro il buco nero, e quindi, dopo attimi di silenzio e puro orrore, l’onda ci ha rispedito nello spazio.
La collaborazione per la sopravvivenza è stata fondamentale, ma ahimè...
Il signor Arrow  è morto.
Tuttora faccio fatica a crederci, e devo reprimere a forza le lacrime anche dentro questo studio. La sua cima di sicurezza non era stata fissata correttamente e ora il suo corpo, o ciò che resta del suo corpo, fluttua nello spazio. Quale indegna sepoltura per un soggetto di quella grandezza. Ho perso un elemento importante, e ora come non mai, avverto la pesantezza del mio compito. Devo essere forte.
E deve essere forte anche Jim, il ragazzo di Montressor che ha trovato la mappa. Ha lavorato in tutti questi giorni con zelo e sacrificio, ma la colpa della cima mal fissata è stata tutta sua. Mi fa pena, non rabbia. E poi sono delusa, molto.
Non voglio più scrivere. Ora ci tocca una cena frugale, che penso verrà consumata in silenzio, per onorare la nostra perdita.
 
 
 
 
Giorno 6
Giornata tranquilla.
 
Come non detto. C’è il pianeta in vista. C’è davvero! Devo correre!
 
 
 
 
Giorno 8 (credo)
La calligrafia di questo scritto sarà un po’ tremolante, ma, ancora una volta, e stavolta sul serio, non credevo sarei riuscita a ri-aggiornare questo diario.
Innanzi tutto, credevo di averlo perduto, la nave ha subito molti danni dall’ammutinamento.
Si, ammutinamento. Vorrei raccontare tutto come si deve, ma immagino che i farmaci prescritti per il braccio ferito e il fianco ammaccato diano come effetto non solo il tremolio, anche la confusione mentale.
Tuttavia ormai non c’è più bisogno di fare il capitano severo, questa nave non ne ha avuto più molto bisogno.
 
Abbiamo subito un ammutinamento dalla ciurma il giorno stesso della scoperta del pianeta (il signor Arrow aveva ragione, ma altro che canagliume vario!). Nella battaglia sono rimasta ferita e abbiamo tentato un atterraggio di emergenza. Il mio team comprendeva Jim, che per primo aveva fatto l’agghiacciante scoperta, il Dottor Doppler, e quell’esserino di nome Morph.
La mia ferita era grave, e ci siamo rifugiati in una grotta. Da lì in poi ho molto vuoto nella testa, ricordo il robot chiacchierone di nome B.E.N (ma chiacchierone non è la parola giusta, dato che molta della mia salvezza la devo a lui) e le cure di Delbert.
Già, ormai non c’è più bisogno di chiamarlo Dottor Doppler... innanzi tutto, quando ero ferita, la parola dottore lo infastidiva, dato che egli non è un “medico dottore”, ma possiede solo un “dottorato”, il che lo rendeva inutile per curare le mie ferite. E inoltre, non posso rivolgermi a lui con tanta formalità, data la vicinanza che abbiamo condiviso. E poi è riuscito a sbarazzarsi di parte della ciurma (colpo di fortuna, ma pur sempre ammirevole) e a governare la nave negli ultimi istanti.
Istanti vitali, dato che il Pianeta del Tesoro stava esplodendo, io ero immobile, B.E.N. gestiva i comandi, la ciurma restante era imprigionata, e Jim cercava di aprire la porta dimensionale per tornare allo Spazio Porto, mettendo a repentaglio la sua stessa vita.
 
Credo che se qualcuno leggerà queste memorie non capirà assolutamente nulla dell’accaduto, ma poco importa.
Al ritorno al porto, ho promesso a quel coraggioso ragazzo una bella raccomandazione all’Accademia, credo che ne abbia bisogno e che lo incoraggerà.
Ed io? Sono un capitano che non è riuscito a prevedere l’ammutinamento della sua ciurma che cospirava contro di lei e che si è ferito in modo così grave da non poter fare nulla nel vero momento del bisogno. Delbert dice che mi colpevolizzo troppo, ma le mie condizioni esigono un periodo di riposo, e anche lungo. Il solo fatto che siamo riusciti a scoprire un pianeta di tali dimensioni e importanza mi rende felice, ma nella sostanza è una missione che agli occhi di tutti, risulterà fallita. L’unico tesoro, e prova della nostra scoperta, è che abbiamo portato a casa  B.E.N. Poi Jim ha trovato il tesoro della sua crescita e maturità di fronte alla madre, allo Spazio Porto. Abbiamo scoperto che Silver è fuggito, immagino che sia stato lo stesso Jim a permetterglielo. Sì, l’amicizia è un altro tesoro, lo so.
 
Anche Delbert mi dice spesso di averlo trovato un tesoro, ma questo faccio davvero fatica a scriverlo, senza che mi senta andare a fuoco, come il Pianeta.
Anzi, mille volte peggio.
 
 
 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Il pianeta del tesoro / Vai alla pagina dell'autore: Lauretta Koizumi Reid