Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Simphosium    12/12/2013    1 recensioni
"Ciao, mi chiamo Nev, e questo è CatFish.." le parole che venivano trasmesse dalla televisione ronzavano nella stanza, rimbalzando su tutte le pareti, galleggiando in quell'aria viziata che caratterizzava il minuscolo sgabuzzino dove viveva Filippo Matuzzi, o meglio, dove vegetava. Erano anni che i genitori si erano disfatti di lui comprandogli quel minuscolo appartamentino, sperando così di non avere più quel fallimento di figlio sotto al naso. Oramai solo le voci dei vj di MTV gli facevano compagnia. Ma la vita di Filippo Matuzzi era destinata a cambiare quella giornata del 22 dicembre del 2013, il giorno in cui conobbe quella ragazza.
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come sempre tutta la combriccola di ultramagri, muovendosi massicciamente in branco con un andatura da ghepardo affamato, arrivò puntualissima di fronte alla vetrina principale del fast food.
Erano anni che ripetevano lo stesso percorso, perfezionandolo di giorno in giorno, smussando le andature di tutti, sino ad assomigliare ad un plotone d'esecuzione in perfetto sincrono. Il gestore e i dipendenti del ristorante avevano provato più e più volte, invano, di arrestare questa loro processione abituale. Ma ogni causa che avevano intentato contro la signora Matuzzi era stata persa miseramente. In parte perchè si avvaleva del fatto che quello fosse suolo pubblico, quindi a disposizione di tutti i cittadini. Ma la tattica principale di cui si avvaleva era far leva sui punti deboli del proprietario, e del suo scodazzo. Antonello Rainieri, noto imprenditore nel settore della ristorazione, e proprietario del suddetto fast food, era notoriamente grasso. E puntualmente la mamma di Filippo glielo faceva notare, suggerendo, gentilmente, di farsi un abbonamento alla loro palestra piuttosto che “scassare le scatole a lei e continuare ad ingozzarsi come una bulimica”. E, puntualmente, il signor Rainieri scoppiava in lacrime; si calmava solo ingollando quattro o cinque porzioni di alette fritte, condite con la speciale salsa barbecues confezionata in qualche sobborgo del terzo mondo appositamente per la sua catena di ristoranti. E quindi, dopo pochi altri tentativi, gettarono la spugna, permettendole di sostare vicino alla vetrina per praticare “risveglio muscolare” -come concesso dal giudice-.
Ma questa mattina il solito “risveglio muscolare” non bastava. Affatto! Era il giorno dell'iniziazione di Filippo, si doveva fare qualche cosa di molto significativo. Una prova di coraggio e lealtà! Filippo doveva entrare, comprare ciò che più di grasso e schifezzoso ci fosse sul menù -la madre di Filippo aveva più precisamente detto “su quel menù maledetto da Satana”, ma tralasciamo- e portare la prova dell'esistenza del male fuori, da loro, per poi sacrificarlo alla Dea Jill Cooper. Era il momento. Filippo doveva diventare un Uomo.
Non dovettero manco spintonarlo troppo a lungo, si offerse quasi volontario!
L'odore che lo colse appena varcata la soglia era qualche cosa di inaudito. L'aria di fritto che aleggiava nella stanza non ci mise molto a raggiungere le sue narici, invadendo i suoi sensi e insinuandosi, come uno spillino, nel suoi desideri più profondi e nascosti. Ci volle un attimo prima che Filippo si riprendesse. Mosse i primi passi in quello strano luogo fatto di cibo, ciccioni e colori. Si guardava attorno con fare circospetto, braccia sollevate, pronte ad aiutare un possibile scatto felino per allontanarsi da li -lo avevano provato per settimane alla palestra, lo avevano battezzato il “ciccia e fuggi”, per ricordargli da chi sarebbe dovuto scappare nel caso vi fosse stato un attacco-.
Ma nulla di quello che gli aveva tanto intimato la madre accadde. Nessuno pareva accorgersi di lui e, quando arrivò alla cassa, ricevette anche lo snobbo dalla stessa cassiera che, al contrario, avrebbe dovuto secondo la madre concupirlo e sedurlo, invogliandolo allo strano culto -”voluto da quel miserabile obeso di Satana!”-. E invece..
“Buongiorno e benvenuto nel nostro ristorante, posso consigliarle i nostri muffin al doppio cioccolato e i nostri milkshake maxi formato alla fragola? Sono in offerta speciale a 0.99 cent.”
Niente...La voce non era suadente, ne ipnotica, le parole che le uscivano dalla bocca erano sospinte da un tale tedio che a Filippo passò persino la voglia di mangiare!
“V...vorrei...ciò che di più grasso avete sulla lista!”
Emise, tentennando come mai non aveva fatto prima, manco quel giorno che si dichiarò a Cecilia dal Bosco.
“BOOOOOB! Un doppio hamburger alla campagnola, formato maxi di patate fritte e di crocchette. Da bere?”
A Filippo si erano strozzate le parole in gola a sentire tutte quelle calorie che gli sarebbero state servite, quindi rifiutò gentilmente la bibita. Non doveva certo berla, ma il solo pensiero di sorreggere così tante cose malsane lo metteva a disagio.
Uscì poco dopo, tra gli applausi e gli esulti collettivi. Ma la signora Matuzzi freddò gli entusiasmi in breve, allontanando tutti da suo figlio, come se in mano reggesse un ordigno bellico da far brillare. Filippo di conseguenza posò il vassoio a terra come se fosse stato effettivamente una bomba inesplosa. Quel che seguì fu un vero e proprio sacrificio culinario, con tanto di elevazione al cielo di una crocchetta, prima di gettarla in un bidone per sempre. In breve di quel vassoio rimase ben poco, se non la plastica di cui esso era costituito – la carta se l'erano mangiata, piena di fibre come era non si poteva mica lasciare li!-. A Filippo toccò quindi l'ultimo fatidico passo, quello di riportare vittorioso il vassoio al suo posto.
Sarebbe andato tutto per il verso giusto se, sulla strada del ritorno, non avesse rinvenuto una piccola patatina sopravvissuta alla carneficina. Da un film che una sera passavano in televisione Filippo aveva appreso che “per combattere il peccato, bisogna prima conoscerlo”. E quindi non ebbe troppi problemi a cacciarsela in bocca. Molti ragazzini evitano il fumo una volta che l'hanno provato e ne sono rimasti disgustati. Forse Filippo sperava questo. Ma il risultato fu proprio l'opposto. Fa da quel momento infatti che al delfino della famiglia Matuzzi scatto il desiderio incontrollato e disperto di abbuffarsi di schifezze. La signora Matuzzi ancora oggi non sa perdonarsi questo errore fatale, secondo i più fu troppo presto per il ragazzino, non era ancora troppo forte di spirito!
Più quindi Filippo ingrassava e più l'analista della madre infoltiva la sua agenda. Ecco quindi come Filippo Matuzzi si ridusse così. Ma qualche cosa era destinato a cambiare, a partire dalla mattina del 20 novembre 2013.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Simphosium