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Autore: kiss the night    12/12/2013    1 recensioni
Blaine è ormai al suo ultimo anno di scuola superiore; non vede l'ora di potersene andare per lasciarsi tutto alle spalle. Era bastata una frase per far crollare il castello di carte che era la sua vita e adesso anche solo camminare per i corridoi della scuola era un inferno. Ma forse una persona poteva fargli cambiare idea...
Blam friendship - Accenni Klaine
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sam Evans | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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E dopo mesi e mesi eccoci qua! Pubblicare su EFP per me è sempre una strana emozione, non so bene neanche io perchè... Non accenno molto su questa storia che per me sarà una novità (ho sempre scritto solo Klaine e CrissColfer e questa non è nessuna delle due), ma amo la Blam e ci tenevo a portare avanti questa idea che spero piaccia anche a voi.
Dopo la storia ci saranno note più specifiche! Enjoy!
Piccolo avviso: Non è ancora betata...sorry per possibili errori!

 
Questo è un piccolo regalo per la mia adorabile amice
Federica che oggi compie gli anni. Come me lei adora 
questi due ragazzacci e mi è stata molto vicina quando
l'idea per questa storia mi è balenata  in mente.
Sooo Happy Birthday Federica, questa è per te!

In tutta la sua breve vita Blaine aveva fatto tante cazzate, ma mai nessuna aveva superato il suo coming out.
Da un anno andare a scuola era diventato un vero inferno per colpa delle continue prese in giro, delle scritte sull'armadietto e dell'isolamento assoluto impostogli dai suoi compagni che lo schifavano come se fosse un terribile assassino di cuccioli.
Purtroppo anche a casa la situazione era pesante; i suoi genitori non erano particolarmente tolleranti e, soprattutto suo padre, non avevano preso bene la notizia di avere un figlio gay; Blaine ormai lottava con continui silenzi e disinteresse totale sulla sua vita... tutto questo era davvero troppo da sopportare per un ragazzino di solo 16 anni.

Il nuovo anno scolastico era appena iniziato e il giovane non vedeva già l'ora che finisse... l'inutile speranza che tutto potesse essere diverso dopo l'estate fu spazzata via dalla tremenda scritta che si stagliava davanti ai suoi occhi, proprio sul suo armadietto; un "frocio" scritto con la vernice verde intenso, impossibile da non notare anche a 10 metri di distanza.
Fu come se un forte pugno lo colpisse in pieno stomaco, cercò comunque di non far trasparire la rabbia e il dolore, ingoiando il magone che lo aveva assalito e aprì l'armadietto posando le sue cose per poi richiuderlo facendo finta di nulla e ignorando gli sghignazzi che alcuni dei suoi bulli, sicuramente i fautori della scritta, si lasciavano scappare senza ritegno.
Ignorando tutti si recò alla sua prima lezione, conscio che avrebbe dovuto pulire quello schifo solo quando tutti fossero usciti dall'edificio.

Arrivato nell'aula di Letteratura Inglese si sedette in uno dei banchi in fondo alla stanza; questa operazione era diventata ormai una prassi: si sistemava sempre in uno dei posti più lontani dal resto dei suoi compagni e nessuno si accomodava mai vicino a lui... alla fine non era così male restare da soli se le poche volte che si era dovuto mettere vicino a qualcuno quello che riceveva erano offese dette a bassa voce o scritte su bigliettini e occhiatacce schifate.
Blaine tirò fuori tutto il materiale e sistemò la sua tracolla sulla sedia vuota vicino a lui. Iniziò a scrivere alcune cose sul suo quaderno quando un colpo di tosse lo portò ad alzare la testa per vedere quale fosse il problema; davanti a lui, con una mano poggiata sopra al banco, c'era un ragazzo biondo che non aveva mai visto da quelle parti e che gli stava sorridendo apertamente.

"Ciao, è libero questo posto?"

Blaine si guardò intorno, nessuno dei suoi compagni stava confabulando o ridendo, a nessuno sembrava interessare la loro conversazione. Alzò di nuovo lo sguardo verso l'altro ragazzo che continuava a fissarlo con il suo brillante sorriso a cui si era aggiunto uno sguardo speranzoso. 
Il moro bloccò il flusso dei suoi pensieri cospiratori e gli rispose.

"Si."

"Quindi posso sedermi?"

Blaine rimase un secondo a bocca aperta, sorpreso dalle parole del ragazzo, non era più abituato a questo tipo di domande, e alla fine annuì.

"Se vuoi puoi s-sederti."

Il giovane gli sorrise felice quando Blaine spostò la sua borsa dalla sedia per fargli posto.

"Grazie mille!"

Blaine continuò a fissare di nascosto il ragazzo mentre si preparava per la lezione; era sicurissimo di non averlo mai visto prima, sicuramente un nuovo arrivato, anche perché sembrava non conoscere la sua reputazione vista la simpatia che gli aveva dimostrato in quei pochi attimi; era più alto di lui, piuttosto carino, biondo con gli occhi chiari e labbra piuttosto carnose.
Improvvisamente il ragazzo si voltò verso di lui e gli porse la mano.

"Scusami non mi sono ancora presentato, mi chiamo Sam Evans e mi sono appena trasferito dal Tennessee... spero di non averti infastidito volendomi sedere qua ma ti ho visto da solo e ho pensato fosse più facile fare amicizia, sono abbastanza spaesato e ho paura di fare qualche cavolata."

Blaine rimase per alcuni istanti a fissare quella mano a mezz'aria che aspettava solo di essere stretta mentre ascoltava il fiume di parole che l'altro ragazzo gli stava gettando addosso. Era passato troppo tempo da quando qualcuno si era comportato in modo gentile con lui e la cosa lo faceva sentire incredibilmente bene... l'unico problema era che tutto questo sarebbe durato giusto un battito di ciglia perchè non appena Sam avesse incontrato altre persone, queste non si faranno certo problemi ad avvertirlo che il ragazzo con cui aveva parlato durante l'ora di Letteratura era "lo stupido gay da cui tutti sarebbero dovuti stare lontani", e dopo questo lui si sarebbe sicuramente allontanato.
Una voce gentile lo risvegliò nuovamente da i suoi pensieri.

"Hey, tutto ok amico?"

"S-si... scusami ero solo sovrappensiero. Io sono Blaine e tranquillo non mi disturbi... casomai sarai tua dispiacertene dopo."

Le ultime parole furono sussurrate nell'istante in cui il professor Craig entrò in classe, posizionandosi davanti alla cattedra, pronto a cominciare una nuova lezione e Sam sembrò non sentirle.

Per fortuna la noiosissima lezione finì qualche minuto prima del normale e Blaine, tirato un sospiro di sollievo, sistemò le sue cose nella borsa. Senza preavviso Sam si rivolse nuovamente a lui.

"Posso chiederti un favore? Non ho ancora capito come funziona qui... tu sai dov'è l'aula di spagnolo? È la mia prossima lezione."

Blaine rispose senza pensarci un attimo.

"Certo, è anche la mia prossima lezione quindi se vuoi puoi venire con me."

"Mi farebbe molto piacere almeno sarei sicuro di non perdermi e ritrovarmi nell'aula di falegnameria."

I due ragazzi risero e s'incamminarono insieme.
Per Blaine tutto questo era allo stesso tempo strano e naturale, come se per lui fosse una consuetudine girare per i corridoi in compagnia di qualcuno, e la cosa lo spaventava parecchio. 

Per tutta la strada Sam non smise un attimo di parlare, raccontò del perchè si erano trasferiti, del fatto che gli mancavano i suoi amici, che nella vecchia scuola era nella squadra di football (e questo gli fece molto male... gli atleti erano i bulli più spietati e se Sam fosse mai voluto entrare nella squadra si sarebbe dovuto unire alla massa) e che amava la musica Country. 
Blaine invece rimase in silenzio, beandosi di quella situazione temporanea ma che lo faceva sentire finalmente sereno, ridendo alle battute dell'altro che sembrava essere un patito delle imitazioni.

Nell'aula Blaine si sedette al banco in fondo e Sam gli si mise nuovamente accanto, continuando a discutere con lui di un argomento che li accumunava: i fumetti e i supereroi. Mentre i discorsi tra chi fosse migliore tra Iron Man e Capitan America e quelli sugli x-man continuavano, Blaine non si rese conto di essere finalmente entrato in una vera conversazione, fatta di scambi di opinioni, risate e complicità... gli sembrava di conoscere Sam da una vita e non da solo un'ora e in quel momento nessuno dei pensieri disfattisti del "è inutile che mi leghi a lui se tanto nel giro di un giorno mi odierà come tutti gli altri", aleggiava nella sua mente.
Finita la lezione i due ragazzi dovettero separarsi, con la promessa di sedersi di nuovo vicini durante la 5 ora, matematica, che era l'ennesima materia in comune.
Sam aveva cercato di accompagnare Blaine all'armadietto, ma quest’ultimo era riuscito a farlo desistere usando la scusa dell'aula troppo distante... in realtà voleva solo evitare che Sam vedesse la scritta che ancora troneggiava sul suo armadietto. Sapeva che prima o poi la cosa sarebbe venuta fuori, ma voleva rimandare il più possibile quel momento.

**

Blaine si avvicinò per l’ennesima volta al suo armadietto; ogni volta che i suoi occhi si posavano su quelle macchie di colore era come se una ferita si riaprisse, un dolore sordo all’altezza del cuore che pulsava insieme al suo respiro. Posò velocemente i suoi libri e chiuse l’armadietto; tra pochi minuti sarebbe suonata la campanella che segnava l’ora del pranzo, aveva detto a Sam di aspettarlo davanti alla mensa dato che l’altro insisteva per pranzare insieme, e anche se era molto perplesso e spaventato per la reazione degli altri, il ragazzo non se l’era sentita di dire no, soprattutto perché il biondo sembrava così entusiasta di passare altro tempo con lui. 
Non era così sbagliato essere felice perché un’altra persona lo riteneva importante, giusto?
Con un sospiro Blaine si voltò in direzione della mensa ma si ghiacciò subito quando sentì una voce conosciuta urlare il suo nome.

“ Hey Blaine, menomale che ti ho trovato… come previsto ho sbagliato strada e sono dieci minuti che cerco la mensa…”

Il moro si voltò di scatto, sgranando gli occhi quando si rese conto che Sam stava fissando la scritta sul suo armadietto. Nell’istante in cui il biondo si voltò verso di lui con uno sguardo confuso, Blaine si voltò e scappò correndo velocemente verso i bagni più vicini, ignorando i richiami di Sam.

Blaine riprese a respirare solo nel istante in cui mise piede nel bagno; inspirò aria a pieni polmoni e si fermò un attimo per analizzare la situazione.
Il suo piano di non far vedere la scritta a Sam era miseramente fallito e adesso non solo l'altro ragazzo sapeva delle sue preferenze sessuali, ma era a conoscenza anche del bullismo che riceveva dagli altri compagni e adesso l'avrebbe sicuramente isolato. In fondo al cuore lui nutriva ancora la speranza che all'altro ragazzo non importasse niente di tutta quella merda e che continuasse a parlargli e a passare del tempo con lui, il fatto che avesse cercato di fermalo lo lasciava intuire, ma ormai Blaine aveva perso la fiducia negli altri e niente riusciva a togliergli dalla testa lo sguardo dei suoi ex migliori amici e dei suoi genitori; se non erano riusciti ad accettarlo loro era praticamente impossibile che lo facesse un quasi sconosciuto.
Ad interrompere i suoi pensieri furono dei passi veloci che si avvicinavano e la voce di Sam.

"Blaine...Blaine!"

Il moro cercò di anticiparlo ed entrare in uno dei cubicoli, ma fu troppo lento e l'altro entrò in bagno spalancando la porta.
I due ragazzi si fissarono; Blaine notò una strana luce negl'occhi del biondo, come se fosse teso e preoccupato, e la cosa lo fece diventare ancora più ansioso. Il primo a prendere la parola fu proprio lui.

"Blaine, cavolo ti ho cercato ovunque...perchè sei scappato in quel modo, non hai sentito che ti chiamavo?"

Il riccio distolse lo sguardo e si avvicino al lavabo; Sam seguì con lo sguardo i suoi movimenti e poi gli si avvicinò.

"Scusami se sono scappato, ma non volevo che tu mi dicessi quello che pensi davanti a tutti...già qua dentro tutto è uno schifo, non volevo aggiungerci l'ennesima umiliazione pubblica."

"Ma di cosa stai parlando? Per quale assurda ragione dovrei umiliarti?"

Blaine si voltò di scatto, preso da una scarica di nervosismo.

"Smettila di fare il finto tonto, so che hai visto la scritta e so che adesso vorrai solo mandarmi a quel paese se non peggio... e forse ne avresti anche tutte le ragioni del mondo, avrei dovuto avvertirti subito che era meglio non parlarmi e che avvicinarti a me ti avrebbe solo causato guai... il motivo per cui mi hai sempre visto da solo è perché tutti mi isolano e da un po’ hanno deciso di rendermi la vita un inferno bulleggiandomi e facendomi terra bruciata intorno, tutto perchè quella scritta mi rappresenta, io sono così e non me ne vergogno... ma agli altri questo non importa. Ecco perchè sono scappato, non volevo sentirmi dire da te che sono sbagliato davanti a tutti, ma adesso sei libero di farlo." 

Dopo il suo intenso monologo che gli aveva fatto scendere lacrime amare dagli occhi senza che lui se ne accorgesse, alzò finalmente lo sguardo sull'altro ragazzo che lo stava fissando con un'aria confusa e triste.

"Io non lo farei mai... ho letto quello che c'era scritto solo dopo che sei scappato e ti giuro che a me non interessa..."

Blaine fissò con stupore l'altro ragazzo; non si aspettava un'affermazione del genere e gli occhi da cucciolo ferito di Sam lo spiazzarono ancora di più.

"C-cosa vuoi dire?"

"Voglio dire che non mi importa se ti piacciono i ragazzi o le ragazze, ma solo se sei una persona apposto, cosa che sono abbastanza sicuro di aver già percepito. Capisco che tu possa avere poca fiducia in me, anche perchè mi conosci da poco più di tre ore ma ti giuro che di queste piccolezze non mi è mai importato nulla... posso sembrare un pò stupido, ma non sono superficiale, e penso che classificare le persone ed isolarle solo per il loro orientamento sessuale sia da incivili. Quindi posso solo dirti di stare tranquillo, non ho intenzione di umiliarti o lasciarti da parte, per me non cambia nulla... 
B-Blaine che cos'hai?"

Il moro stava cercando con tutte le sue forze di trattenere le lacrime, ma le belle parole di Sam furono troppo e senza preavviso scoppiò in un forte pianto con singhiozzi e lacrime amare; questo spiazzò il biondo che non sapeva come reagire: doveva avvicinarsi a lui e consolarlo? Lasciarlo da solo a sbollire tutto? Abbracciarlo? Non aveva idea di cosa fare per farlo stare meglio e non rischiare di peggiorare la situazione.
Staccò per un secondo il cervello e d'istinto si avvicinò all'altro ragazzo e gli poggio una mano sulla spalla, stringendogliela lievemente.

Rimasero così per alcuni minuti, mentre Blaine sfogava tutte le lacrime e la rabbia repressa in quel lungo anno, e Sam continuava a consolarlo silenziosamente standogli solamente vicino. Solo quando Il moro riuscì finalmente a parlare senza balbettare si alzò dal pavimento, sul quale si era accasciato dopo poco che la sua crisi era cominciata, e rivolse i suoi occhi ancora arrossati e umidi verso Sam, che lo guardava preoccupato.

"Sam... m-mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questa cosa... normalmente non do di matto davanti a qualcun'altro  ma probabilmente ho accumulato troppo e sono esploso... davvero, odio farmi vedere così debole dagli altri ma..."

"Hey, non ti devi assolutamente scusare, capita di crollare, siamo umani... io una volta sono scoppiato a piangere davanti a tutti perchè mi ero reso conto che mi avevano appena rubato l'edizione speciale del fumetto di Iron-man.”

"Ma da ragazzini può capitare ed è più accettabile..."

“È successo meno di un anno fa."

Blaine cercò di trattenersi ma finì solo per scoppiare a ridere ancora più forte; Sam inizialmente finse di essersi offeso, ma poi seguì a ruota l'altro e risero insieme della sua piccola figuraccia. Proprio in quel momento la campanella che segnava l'inizio della pausa pranzò cominciò a suonare.

"Be, è arrivato il momento che il mio infermo personale vada avanti... il pranzo in mensa è una delle parti peggiori..."

Sam rimase un attimo pensieroso per poi afferrare Blaine prima che uscisse dalla porta.

"Senti... perchè non evitiamo la mensa e andiamo da qualche altra parte, così se ti va potresti raccontarmi tutto il tuo inferno e vedere se è possibile alleviare le tue pene; mi sono portato il pranzo da casa e ho un panino in più... burro d'arachidi!”

Blaine gli sorrise e annuendo rispose:

"Come potrei anche solo pensare di rifiutare un panino con il burro d'arachidi."

I due risero di nuovo e insieme uscirono finalmente da quel bagno, pronti a conoscersi ancora un pò di più.


Note Autrice:
Sarò breve, o almeno ci provo. Questa storia è in cantiere da mesi e mesi, solo che per blocchi vari non riuscivo a decidere il giusto sviluppo; non anticipo nulla ma inizialmente doveva essere una romance e Kurt non doveva esistere. Avevo quasi perso le speranze quando alla fine ho avuto una sorta di illuminazione e ho capito che la storia doveva essere così. 
Purtroppo non so quando potrò aggiornare o in quante parti sarà divisa la storia (non credo più di 4 o 5), si avvicina il tanto temuto "periodo esami" ed essendo al primo anno devo stare attenta, ccomunque ho una pagina fb e lì vedrò di dare notizie!( 
https://www.facebook.com/pages/Kiss-the-night-efp/429158600515336 )
Ringrazio comunque tutti quelli che leggeranno la storia e che avranno voglia di farmi sapere cosa ne pensano, e anche quelli che la leggeranno e basta! 
Una Bacio da Kiss the night


   
 
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