Voodoo



< Hey, Jaehwan >
Sono seduto tranquillamente sul divano a fare zapping in tv, quando sento Taekwoon chiamarmi.
Non c’è bisogno che gli risponda o gli chieda cosa vuole… Entrambi sappiamo cosa vuole.
Mi alzo dal divano mentre lui si volta, lo seguo in silenzio. Arriva davanti alla sua camera, la apre ed entriamo dentro.
Sembro proprio uno scolaretto che esegue le solite routine.
In certo senso, non è un paragone del tutto sbagliato.
Da un paio d’anni ormai, eseguiamo queste nostre particolari pratiche, di cui gli altri membri sono totalmente all’oscuro.
Dato che è sempre lui a comandarne le redini, è sempre lui che sceglie il momento.
Ovviamente, di solito aspettiamo di essere soli nel dormitorio.
Ma a volte la sua voglia non bada neanche a questo fattore.
Senza alcuna esitazione si avvicina a me e fa scontare la mia schiena al muro, iniziando a leccarmi il collo.
Come sia iniziata questa nostra abitudine?
A dirla tutta, non lo so neanche io. O forse non lo ricordo.
So solo che, un giorno di circa due anni fa, io e Leo abbiamo fatto sesso.
So che fu la mia prima volta e so che mi piacque un sacco.
Tant’è che mi chiesi come avevo fatto a sopravvivere prima di allora, senza il contatto della sua pelle con la mia.
Da quella nostra prima volta, sussegui la seconda, la terza, la quarta… Finché non arrivammo ad una situazione per cui, entrambi, eravamo totalmente consapevoli, che non avremmo più potuto farne a meno.
Cosi, ogni qualvolta lui vuole soddisfare le sue necessità carnali, io sono pronto a soddisfarlo. E la cosa non mi dispiace affatto.
Ma c’è una cosa che Taekwoon non sa. E che non gli dirò mai.
E cioè che questi nostri rapporti, per lui unicamente di puro piacere, per me non sono più tali.
Ho provato a controllare questa cosa, ma non ci sono riuscito…
E mi sono innamorato di lui.
Lo so, è sbagliato. Tremendamente sbagliato.
Per questo non lo saprà mai.
Come non sa molte cose…
Non sa che con il suo continuo comandare le redini a suo piacimento, manipola anche i miei sentimenti.
Non sa della mia gelosia che provo quando lo vedo abbracciato ad un altro membro.
Non sa che, per una volta, vorrei avere in mano io le redini.
Ma lui continua, inizia a baciarmi con foga e il mio respiro si sta già affannando.
Penso che, forse i miei sentimenti non glieli rivelerò mai ma, nessuno mi impedisce di impormi.
Non può continuare a manipolarmi come vuole.
Da una parte forse è colpa mia, perché glielo lascio fare.
Ma è una cosa che non so neanche spiegare.
Quando sono con lui è come se non avessi più il controllo del mio corpo. È come se non fossi io a decidere i miei movimenti.
È come se lui fosse il burattinaio ed io la bambolina voodoo.
Mi toglie la t-shirt e con una velocità immane lo vedo sbottonarmi i jeans.
Si ferma per un attimo ed ecco di nuovo che il suo potere mi manipola.
Anche se non parla, anche se non ho dato al mio cervello l’ordine di farlo… Lo privo dei suoi vestiti.
Riprende a baciarmi, mentre con una mano mi stringe a se e con l’altra si insinua nei miei capelli.
Usa di nuovo il suo potere per portare la mia mano sul suo membro.
Lo afferro e lo carezzo sensualmente.
Le sue mani scendono, mi carezzano la schiena, e si dirigono verso il mio fondoschiena.
Poi ritornano su di scatto, e me le ritrovo davanti alla bocca.
Si aspetta che lasci alle sue dita il permesso di esplorare la mia cavità orale, come sempre.
Ma stavolta, non so neanch’io per quale strana forza superiore, trovo il coraggio di imporre il mio volere. Non voglio che sia lui a condurre il gioco.
Non può continuare a manipolarmi in questo modo.
Lo amo e, anche se non lo sa, voglio possederlo io.
Scuoto la testa, mentre lui mi guarda stranito.
Con la mano libera, sposto le sue dita dalla mia bocca, e posiziono le mie davanti alla sua.
< Stavolta si fa come dico io >
La mia voce è così stranamente sicura.
So già che non ne sarà entusiasta. Lo conosco troppo bene.
Ma decido che non mi interessa, lo costringerò con ogni mezzo.
Per una volta che ho trovato la forza di impormi, non perderò l’occasione.
Per qualche attimo rimane immobile, con un’espressione indecifrabile sul volto.
Poi, contrariamente ad ogni mia aspettativa, sorride quasi incuriosito da questa mia iniziativa.
Spalanca le falangi, lasciando il libero ingresso alle mie dita.
Sento la sua calda lingua strusciarsi ed umettarle per bene. Che sia davvero entusiasta di questo cambiamento?
Allontano la mano, dopo il suo ottimo lavoro. La faccio scendere giù per la schiena carezzandola e, ci giurerei, sento che viene scosso da un leggero brivido
Il pensiero che sia stato il mio tocco a scatenarglielo, mi manda totalmente in estasi.
Non posso più aspettare. Devo farlo mio. Ora.
Avvicino due dita alla sua apertura e, dalla sua espressione, posso capire che anche lui non vede l’ora che entri in lui.
Non ci metto molto ad accontentarlo, e prima che i suoi gemiti mi delizino le orecchie, un ultimo pensiero mi attraversa la mente.
Grazie Leo. Grazie per essere diventato, almeno per stasera, la mia personale bambolina voodoo.