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Autore: RedFeather1301    13/12/2013    1 recensioni
A volte vengono definiti spiriti imprevedibili.
Che cambiano le loro vesti con le stagioni,
per prepararsi a rinascere in primavera.
Esse sono le fate.
Storia arrivata seconda al contest "Foglie di ghiaccio" di Soul's Art Forum
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La danza delle fate

«Allora nonno me la racconti?»
Il nonno rimase interdetto guardandolo, il bastone ancora a raccogliere il suo equilibrio perduto negli anni. Il nipotino che gli teneva stretta la mano.
«Il racconto delle fate?»
Rammentò il vecchio ed il piccolo Daniel annuì. L'uomo sorrise guardando gli alberi:
«Tanto tempo fa c'era una luce e si chiamava Vita, essa era felice e leggiadra ma era troppo piccola per farsi vedere mentre il suo fratello Vuoto era fin troppo grande ed austero. Alla Vita si strinse il cuore vedendolo in quella situazione così le offrì il suo aiuto ma lui orgoglioso e prepotente rifiutò. Tra loro ci fu una gran tristezza ed un allontanamento da parte del fratello Vuoto, ma Vita si chiedeva sempre il motivo. La verità è che non lo voleva vedere così triste e voleva essere una brava sorella per lui così un giorno decise di fargli un regalo...»
L'allegro racconto fu interrotto dal tossire succitato del povero vecchio. Il bambino che gli teneva la mano con i guanti colorati lo spronava nonostante tutto.
«Cosa fece la Vita?»
Appena il povero anziano finì di ricomporsi, con la schiena ricurva su se stessa tornò a guardare quella foglia che a tentoni pendeva sul bivio della scelta: rimanere all'albero o viaggiare per il mondo? Quanto poteva essere simile la Vita a quella foglia?
«La Vita donò se stessa per riempire di felicità il mondo di suo fratello e dalla loro unione è nato ciò che abbiamo oggi.»
Si poggiò meglio sul bastone mentre l'equilibrio instabile tentava di farlo inciampare, ma prontamente il piccolo fu abile nel tenerlo dritto.
«Si sacrificò per la felicità del fratello?»
Scherzò il piccolo mentre il nonno tornò a guardare quella foglia.
«Si mio caro nipote, e sai chi scelse come suoi custodi?»
Lui subito si fece attento.
«Le foglie.»
Indicò l'oggetto del suo interesse mentre il piccolo seguì il dito con lo sguardo. Inclinò leggermente il capo non capendo, il nonno sorrise mentre rimise la mano vicino al bambino.
«Sembrano innocue ed instabili, ma sai cosa sono in realtà? Sono degli spiriti che vegliano su di noi e ci rendono partecipe dei percorsi che la natura fa.»
«Wow...nonno come fai a sapere queste cose?!»
Scoppiò a ridere lui con il suo immancabile colpo di tosse.
«Con il tempo le apprenderai anche tu tutte queste cose.»
Nel mentre lasciavano la piazza l'insaziabile nipotino, con un lungo discorso, riempì di domande il vecchio stanco. Intanto la foglia rimaneva lì.
Penzolava.
Si muoveva.
Guardava.

A volte vengono definiti spiriti imprevedibili.
Che cambiano le loro vesti con le stagioni,
per prepararsi a rinascere in primavera.
Esse sono le fate.”

L'incurante fogliolina iniziò a staccarsi, prendendo il volo sulle scie del vento autunnale e con il suo librare sbatteva le sue candide ali alla ricerca dell'equilibrio più favorevole. Il viaggio era iniziato, la sua missione anche, doveva portare alta la bandiera della vita e controllare che non se ne stia facendo abuso. Salutando le altre sue amiche volò nel cielo burrascoso, spaventata ed alle volte curiosa si preparò ad affrontare il suo compito che l'avrebbe portata a donare la sua luce al mondo intero.

First station: Outgoing

Mentre felice cavalcava il vento, finalmente suo amico, alla guardiana della Vita capitava di fermarsi da una stazione ad un'altra, giusto per prendere una pausa ed accumulare informazioni necessarie sul rapporto che avrebbe apposto alla sua regina. Virò verso un grande edificio con la scritta luminosa ed una grande croce su, stanca per il lungo volo si posò su uno dei grandi riquadri vetrati mentre il vento sembrava essere cessato. Con educata dolcezza saluto il suo fratello che come un traghettatore portava lei e le sue amiche in giro a raccogliere ciò che serviva. La piccola si sedette sul davanzale sperando in un sonno tranquillo per quanto sarebbe durato ed invece accadde l'impensabile. Sentì una donna urlare di dolore, si alzò di soprassalto facendo ricadere l'attenzione su di essa, nemmeno affacciò il faccino che subito la vide andare via. Con un punto di domanda sul capo decise di ritornare a riposare o non sarebbe riuscita a ripartire.
Ci mise un po' prima di alzarsi che divenne sera, ma con grande stupore notò che la donna era tornata e curiosa vide il piccolo fagottino che stringeva al grembo. Il sorriso le si illumino sul volto mentre vedeva la nuova forma di vita muovere le manine giocose; purtroppo era il tempo di ripartire e continuare il viaggio, un viaggio che aveva appena iniziato come quella creaturina, sulle tracce della Vita.

Second station: On the rails

Passarono giorni, e la fata divenne sempre più matura ed esperta, adesso sapeva indicare la direzione alle altre sue colleghe smarrite mentre lei tentava di trovare il posto su cui posarsi per sempre. Purtroppo nessuno le andava a genio: alcuni troppo desolati, altri troppo freddi ed alcuni veramente troppo pieni, sembrava che alcune delle sue simili si divertivano ad accatastarsi l'una sull'altra per fare festa! Ma lei non era il tipo da avere molti coinquilini, voleva un posto asciutto, fresco quanto basta e solitario, in modo da poter avere tutto lo spazio che le sarebbe servito. Le sue indagini si allungavano mentre esplorava quel mondo così strano, per distanze insormontabili non si aveva traccia di un albero, di terreno che si potesse chiamare papà, tutto era liscio e freddo e non sembrava affatto alla sua terra natale, ma forse era lei che esigeva troppo. Con grande fatica ormai veterana dei servigi del fratello vento si diede una pausa posandosi su una strada piena di altre sue sorelle. Forse anche loro erano afflitte dal quel viaggio, il tempo passava e venivano danneggiate dalle impudenti ondate di pioggia e freddo. Cosa avrebbe potuto fare?
L'inverno era vicino e le ritardatarie come lei non avevano ancora trovato il posto dove iniziare la loro nuova vita. Si posò su una strada asciutta e stanca si fece trasportare dalla ramazza di un uomo che raccoglieva con ordine ogni sua sorella, avvilita portò le sue attenzioni alla gente intorno a sé.
Da una parte c'era un bambino che facendosi male si era sbucciato il ginocchio mentre la madre con dolcezza lo aiutava e consolava, altrove una copia si stringeva su una panchina mentre lei dormiente, iniziava ad assopirsi. Sarebbe finito lì il suo viaggio? La mano di un ragazzino la raccolse:
«Che bella questa foglia!»
«Che ne dici la potremmo usare per la lettera?»
«Ma certo!»

Third station: A new journey

Contenti i piccoli tornarono a casa portando la foglia bucherellata con altre sue sorelle, la piccola fata era stanca per tutto quel viaggio ed ora che fratello vento aveva finito di trasportarla era giunta la fine per lei, quella era la sua ultima stazione e poteva solo pregare di continuare a vedere quanto fosse bella la vita. I piccoli andarono dalla madre che subito li ammonì, la fogliolina si sentiva confusa e non comprese tutte le parole che si dissero, ma i toni si calmarono e presto la piccola si assopì nuovamente.

«Nonno, nonno!»
L'anziano guardò vicino al suo letto mentre con la voce rauca ed intervallata da una gran tosse parlò.
«Oh piccoli miei, dove siete stati?»
«Ti abbiamo fatto un regalo nonno!»
Porsero un biglietto dalla forma imprevedibile, guardandolo il vecchio non poté far altro che sorridere.
«Ma che bravi...»
Non riuscì a dire altro il vecchio bianco in viso, si susseguirono altri colpi di tosse mentre la mamma dei piccoli arrivò in stanza.
«Daniel, John! Quante volte vi ho detto di non disturbare il nonno a quest'ora?»
«Ma noi gli abbiamo fatto un regalo!»
«Tranquilla cara.» tossì di nuovo il nonno «Possono rimanere.»
«No papà, hai bisogno di riposo, avanti andiamo di là.»
Con fare apprensivo la madre trascinò i piccoli lasciando il nonno da solo con quella lettera a forma di foglia. Appena la toccò ebbe un fremito al cuore, sentiva le stagioni e il richiamo della vita su di essa, un eco senza fine che lo avvolgeva dolcemente. Lentamente prese i suoi occhiali posizionandoseli bene sul naso ed iniziò la lettura. Una semplice dedica era riportata su di essa.

In onore delle guardiane della Vita.”

L'uomo per quelle parole fu riempito di orgoglio, sapendo che aveva trasferito un buon sapere ai nipotini che si apprestavano a diventare sempre più grandi. Purtroppo o per fortuna il ciclo della Vita e delle stagioni era alla sua morte, e per quanto tristezza possa fare una vita che si spegne viene sempre rimpiazzata dalle lacrime di una vita che nasce, tanto, tanto lontano da lì. Tossì con ferocia, quasi ad arrivare a chinarsi completamente su se stesso. Già, pensò, il ciclo della vita di un uomo non è poi molto diverso da quello di una foglia. Dopo che la rauca tosse, compagnia di una vita, si fermò, posò di nuovo gli occhiali da lettura sul comò e tenendo la foglia stretta al grembo chiuse gli occhi. Finalmente la fata guardiana ebbe un fidato compagno con cui proseguire il suo viaggio.

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Storia iscritta al contest "Foglie di Ghiaccio" di Soul's Art Forum 
(http://soulsart.forumcommunity.net/)
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