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Autore: releuse    13/12/2013    9 recensioni
L'intramontabile alfabeto non poteva mancare... per Makoto&Louis.
"Esasperati. Lo erano entrambi, soprattutto i primi mesi di convivenza."
Genere: Commedia, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Luis Napoleon, Makoto Soda/Ralph Peterson, Nuovo personaggio
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Inutile, la Challenge di Pucchyko "http://www.immaginifico.com/field/modules/challenges/challenges.php?chalid=7" Ha sempre il suo fascino... e non ho potuto resistere, ho dovuto farla anche su quei due testoni di Makoto & Louis! Si sa che ultimamente sono proprio in fissa da questi due, li amo insieme, sono  testardi, aggressivi, teste di xxxx ma adorabili!!Ormai nel mio immaginario sono una coppia, un po' tira e molla, ma si vogliono bene ^_^

Diciamo che l'ho iniziata un po' di tempo fa, come scusa per buttare giù delle idee che integrassero il seguito di DisSimile (che esiste nella mia testa e che prima o poi, GIURO, scriverò.) e non avevo avuto alcuna intenzione di pubblicare... fino alla settimana scorsa XD Mi rendo conto che ci sono delle cose che sono poco chiare ma che spero possano stuzzicare la vostra curiosità, ho fatto in modo di lasciare spunti senza spoilerare i motivi. Spero di riuscire presto a scrivere il vero seguito così tutto sarà più chiaro!! Anche perchè in DisSimile avevamo lasciato i due senza un vero finale, si erano salutati ma ognuno era tornato a casa propria e, quindi, Napoleon in Francia.

Questa raccolta si svolge tipo 3 anni dopo, all'incirca un anno dopo il Golden 23. Il lasso di tempo che precede lo devo ancora scrivere, ma vi posso assicurare che non è un periodo troppo roseo.... ;) Mentre questo... ha un possibile finale!

Spero di avervi incuriosito!

La dedica va assolutamente ad Agatha che ama questi due quanto me e sta diffondendo il verbo! Inoltre, la drabble alla lettera P è la sua, me l'ha gentilmente concessa perchè s'incastrava davvero bene nell'alfabeto!! <3 Grazie! Sua è, inoltre, il personaggio originale di Juliet, per cui ho un debole!! Lei è amica di Napoleon e Pierre!

Grazie ancora alla mitica Berlinene, beta di fiducia, che appoggia questo pairing e che mi ha prestato Yasu, il suo pg originale... evviva ^_^ Grazie stella!!

Ma non voglio più ammorbarvi.... vi lascio alla lettura della raccolta <3

la vostra Releuse

Non so dirlo a parole

 

 

Non so dirlo a parole

 

 

 

 

Ammazzacampioni

 

Era il soprannome che gli avevano dato durante il torneo delle medie. Ne andava fiero, anche perché definiva la sua pericolosità in campo. Makoto era proprio abile a falciare le gambe degli avversari senza farsi vedere dall’arbitro o ad atterrarli con azioni al limite della correttezza. Peccato che quegli accorgimenti in Francia non avevano funzionato e aveva finito per guadagnarsi l’espulsione. La prima della carriera, che avrebbe ricordato a lungo.

Nel tempo era maturato, certo, ma, di sicuro, per un tipo come lui era difficile contenere l’aggressività non solo nel calcio, ma anche nella vita privata. Soprattutto con Louis Napoleon.  

 

 

Bastardo

 

 

Era l’appellativo con cui più volte Louis Napoleon si sentiva chiamato in causa, ma per lui quella parola non valeva come offesa, anzi. Se qualcuno lo chiamava così, significava di certo che lo aveva messo in difficoltà o, addirittura, sconfitto, sul campo o in qualche confronto al di fuori. Il ‘bastardo’ di Pierre lasciava intendere un rimprovero per qualcosa su cui avrebbe dovuto riflettere, quello di Juliet, invece, suonava come una minaccia bella e buona. Anche Makoto gli si era rivolto in quel modo, quando lo aveva baciato a tradimento.

Eppure, se a pronunciarlo era Soda, finiva per dargli fastidio.

 

 

Corda

 

Avevano rischiato di spezzarla il giorno di quel dannato funerale. Già, perché in quegli anni di andirivieni fra Giappone e Francia non erano riusciti ad ammettere i propri sentimenti, a causa di quel dannato caratteraccio che li portava a mettere l’orgoglio sopra ogni cosa. Preferivano affrontarsi a muso duro o riempirsi di pugni piuttosto che parlare come due persone civili. Ma, alla fine, avevano dovuto cedere, perché altrimenti non sarebbero stati in grado di tornare indietro. Nonostante l’avessero tirata troppo, la corda, quindi, non si era spezzata. Questo perché il loro legame era molto più saldo di quanto avessero immaginato.

 

 

 

Decisione

 

Per Makoto Soda la più difficile era stata quella di lasciare i Gamba Osaka e il Giappone per trasferirsi in Francia. L’aveva presa quando Louis gli aveva gridato in faccia di voler chiudere con lui. Solo in quel momento, Soda si era reso conto di non volerlo perdere per nulla al mondo. Certo, adattarsi non era stato facile: le usanze, il clima, le persone... tutto così diverso. Un conto era cambiare continente per brevi periodi, un altro era farlo definitivamente.

Comunque, quando veniva assalito dai dubbi, erano le cicatrici sulle braccia a ricordargli che aveva fatto la cosa più giusta.

 

 

Esasperati

 

Lo erano entrambi, soprattutto i primi tempi di convivenza. Faticavano a mettersi d’accordo anche per l’orario della colazione o su cosa mangiare.

 

“Come fai a mandare giù quella roba, la mattina?” Domandava Louis, un po’ disgustato, puntando uova, toast e riso cucinati alla bene e meglio.

“Potrei dire la stessa cosa di te” Rispondeva Makoto, indicando brioche e caffellatte. “Tutto quello zucchero mi farebbe venire il voltastomaco!”

 

La minima parola rischiava di far scattare la scintilla e non erano rare le occasioni in cui i due si minacciavano. Avrebbero preferito evitare i pugni, ma, qualche volta, sarebbero volati anche quelli.

 

 

Frocio

 

O finocchio. Louis non ci faceva caso, erano insulti che sentiva spesso dire dai compagni. A lui non importava, anche se aveva smesso di pronunciare quelle parole da tempo.

 

“Quel finocchio giapponese pensa di sfondare qui in Francia. Sarà stata fortuna, figurati se un rotto in culo come lui è buono a qualcosa!”

 

Peccato che il difensore del PsG si riferisse proprio a Soda, finito sul giornale per un’ottima azione.

 

Di sicuro il compagno non sapeva di loro e il suo era stato un modo ‘folkloristico’ di schernirlo. Peccato che il destro di Louis partì ancora prima di questo ragionamento.

 

 

Gakuto Igawa

 

Difensore ingaggiato da Kozo Kira per le qualificazioni alle Olimpiadi, arrivato, per una serie di congiunzioni astrali, a giocare nei Gamba Osaka. Dopo l’attrito iniziale, culminato in uno scambio di pugni, lui e Makoto avevano cominciato ad andare d’accordo. Forse Gakuto poteva dirsi il suo ‘migliore amico’. Infondo, non si era disgustato quando gli aveva rivelato di avere una relazione con Louis Napoleon.  Anzi, essendo un ammiratore del calcio francese, si era quasi esaltato!

 

Inoltre, era stato proprio Igawa a farlo riflettere sul dolore che si prova nel perdere una persona importante. Dopotutto, lui, quell’esperienza, l’aveva vissuta in prima persona.

 

 

 

Hiiiiiiiii!

 

L’aveva gridato Juliet quando, insieme a Pierre, era andata a trovare Louis. A sconvolgerla erano stati la vetrata infranta e Makoto con braccio e spalla fasciati. 

“Mah, niente… sono inciampato!” Aveva spiegato Soda, troppo tranquillo per i suoi gusti. Louis aveva confermato, schivo.

L’avrebbe gridato anche poco dopo quando, per raggiungere Napoleon in cucina, li aveva intravisti baciarsi! No, non era abituata a vedere Louis pomiciare con qualcuno. Per fortuna ogni tanto continuava a fare a cazzotti. Chissà perché questo la faceva stare meglio.

 

“… l’idea di Louis tutto rose e fiori mi fa inorridire!” Avrebbe poi spiegato a Pierre.

 

 

 

Istinto

 

Era ciò che aveva sempre guidato il loro modo di fare sesso. Quando si vedevano, il semplice sfiorarsi bastava per fare esplodere il desiderio, quel bisogno morboso che avevano l’uno per l’altro. A causa della distanza e degli impegni, i loro incontri non bastavano mai. Per Makoto e Louis fare l’amore era come divorare senza sfamarsi, bere senza dissetarsi… eppure la passione li ubriacava, cancellando la loro rivalità.  Durante gli amplessi si cercavano in maniera ossessiva, concedendosi tutto, senza freni e senza pudore.

 

C’era stata una sola volta in cui avevano invertito i ruoli. Dopo, Napoleon non gliel’aveva più chiesto.  

 

 

 

Juliet Fukawa

 

 

Talvolta era una vera guastafeste, ma rimaneva pur sempre la sua migliore amica. Era incredibile come Napoleon potesse riporre tanta fiducia in una ragazza. Eppure lei riusciva a capirlo, a scavargli dentro, forse anche più di Pierre. Solo che, spesso, Juliet aveva dei modi piuttosto ‘indelicati’ di toccare gli argomenti e così finivano per litigare. Ma la sua schiettezza gli serviva. Ogni tanto aveva bisogno di qualcuno che gli tenesse testa, Makoto a parte.

 

A Soda piaceva chiamarla ‘la ficcanaso’, ma, dopotutto, l’apprezzava.  Si divertivano a battibeccare, bastava solo non ricordargli che una volta Juliet aveva visto Louis completamente nudo.

 

 

 

Katagiri

 

Era stato il primo a chiamarlo, quando aveva annunciato l’abbandono dei Gamba Osaka aggiungendo che non avrebbe accettato ulteriori ingaggi in J League.

 

“È successo qualcosa?” Gli aveva chiesto, allarmato. Katagiri era sempre stato molto protettivo nei suoi confronti, anzi, forse lo era nei confronti di tutti. Però, Makoto non aveva mai dimenticato la volta che, al mondiale giovanile, era andato a cercarlo per le vie di Parigi. Per questo, aveva deciso di essere in qualche modo sincero. “Vado in Francia…”

“In Francia?” Munemasa non aveva nascosto la sorpresa.

Makoto aveva fatto una breve pausa. “Raggiungo la persona che amo.”

 

 

Lisa Igawa

 

La figlia di Gakuto, naturalmente. Lei aveva sempre avuto un debole per Makoto e non ne faceva mistero nemmeno in presenza di Napoleon. “Io mi sposerò con lo zio Makoto!” Strillava, appiccicandosi a Soda e facendo le linguacce a Louis. 

 

“Quella lì ti fa gli occhi dolci!” Sbuffava Napoleon, spazientito.

Makoto storse la bocca. “… Non dire idiozie! È troppo piccola!”

“Tsk, crescerà anche lei e finirà per ronzarti intorno, peggio di come fa adesso!”

 

Soda decise di lasciare perdere, non valeva la pena di litigare. Come si faceva a discutere con uno geloso di una bambina di otto anni?  

 

 

 

Matrimonio

 

“Perché non vi sposate?”

 

Juliet e Genzo l’avevano buttata lì così, a mo’ di battuta provocatoria, prevedendo uno scatto d’ira da parte dei due, magari qualche parola pesante o un chiaro: “Non ce ne fotte un cazzo!”

Invece, stranamente, erano rimasti in silenzio. ENTRAMBI.  Si erano scambiati una breve occhiata, poi lo sguardo era finito altrove.  Il problema maggiore era che se Makoto e Louis tacevano, significava che stavano pensando. E questo non era un buon segno. Quando pensavano prima di agire, voleva dire che sotto c’era qualcosa di serio.

 

Il “dobbiamo parlarvi” sarebbe arrivato di lì a pochi giorni.

 

 

 

Nuova squadra

 

Ci aveva messo un po’ di tempo, ma, grazie ai contatti di Vincent Giraud, alla fine Makoto era riuscito a entrare in una squadra francese: il Paris Football Club. Nonostante fosse in terza divisione, non poteva di certo lamentarsi, dopotutto era un buon inizio. Aveva cominciato come riserva, ma presto si era sorprendentemente adattato ai ritmi del calcio europeo.

 

“Vedi di non marcire in quella squadra di merda!” Louis glielo diceva spesso, per provocarlo. E altrettanto spesso finivano per litigare.

 

Ma il desiderio di Napoleon era soltanto di poterlo vedere presto giocare nella Ligue 1. E, naturalmente, Soda lo sapeva.

 

 

 

Ordine

 

Erano due maschi. E i maschi, si sa, non sono proprio il massimo della precisione, soprattutto due esemplari come loro.

“La vostra casa sembra bombardata!” Esclamavano Juliet e Pierre, quando andavano a trovarli. “La biancheria non levita da sola fino al cesto dei panni!”

 

“La colpa è di Makoto!”, “No è di Louis”, si accusavano i due, lanciandosi occhiatacce torve.

 

Juliet non li ascoltava neanche. Si guardava intorno, rendendosi conto che tanto la roba di Louis, quanto quella di Soda fosse sparsa qua e là allo stesso modo e forse nello stesso numero di capi.

“Non c’è speranza!” Concludeva Pierre.

 

 

 

 

Punzecchiarsi

 

La televisione stava trasmettendo un servizio sull’ultima amichevole disputata dal Giappone. Ci furono immagini di vari giocatori, compreso un primo piano di Makoto. Juliet guardò Napoleon, che aveva lo sguardo fisso sullo schermo.

“Certo che con tutti i ragazzi carini che ci sono, proprio Soda dovevi scegliere?” *

Pierre diede delle pacche sulla spalla a Louis. “E’ inutile prendersela. Tanto Juliet avrebbe trovato da ridire su qualsiasi ragazzo avessi scelto” .

 “Ovviamente, sennò non sarebbe divertente” confermò la ragazza facendo l’occhiolino.

“Se avessi scelto un certo portiere e te l’avessi fregato, allora sì che sarebbe stato divertente!”

 

 

Quando?

Già. Quando avevano deciso di fare il grande passo?

Non erano tipi da mettere in mostra la loro vita privata, quindi non lo stavano facendo solo per il gusto di festeggiare. Non gliene fregava nulla di abiti, ristoranti, decorazioni sontuose, ma era qualcosa d’intrinseco all’idea di matrimonio ad attirarli entrambi.

Condivisione nella buona e nella cattiva sorte? La sensazione di ‘famiglia’? Il… per sempre? Forse non lo sapevano neppure loro. Certamente sapevano che sarebbe stata una cerimonia semplice, alla presenza dei soli testimoni. Né parenti, né altri amici. Dopotutto, Juliet, Pierre, Gakuto e Genzo, erano già i loro migliori amici.

 

Responsabilità

 

Napoleon non l’aveva avuta, nella partita contro il Marsiglia, facendosi espellere dopo un brutto fallo. Avrebbe saltato l’incontro successivo, contro il Paris FC. Soda si era arrabbiato.

“Non eri tu che volevi la rivincita per il mondiale giovanile, eh?” Gli inveì contro, rabbioso. Louis aveva tentato di difendersi con altrettanta aggressività, ma era stato un po’ meno convincente. Sapeva di aver fatto una cazzata.

 “Perdonami…” Gli aveva detto, poco prima di arrivare alle mani. Se l’era presa con Makoto, ma in verità ce l’aveva solo con se stesso.

Soda si era calmato. Probabilmente, ci sarebbe stata una partita di ritorno.

 

Segni

A Makoto erano rimasti sulle braccia. Cicatrici appena percettibili. A volte capitava che Louis le fissasse, dopo che avevano fatto l’amore. Così, all’improvviso, si zittiva. Quella era una delle rare volte in cui provava disagio. 

“Dai, dopotutto sono affascinanti.” Smorzava Soda, cercando di sdrammatizzare. Sapeva quanto Napoleon si sentisse in colpa. “Mi danno un’aria da bello e dannato!” Louis, allora, storceva il naso. “Da sfigato, vorrai dire!” Rispondeva il francese.

Una volta, poi, Soda si era coperto un occhio con i capelli. “Potrei fare invidia agli emo!” Louis era scoppiato a ridere.

Già, sporadicamente riuscivano anche ad andare perfettamente d’accordo!

 

Tartassato

“Non lo farò!!!”  Sbuffò per l’ennesima volta Louis. Odiava quando Pierre diventava insistente.

“Daaaaaai” Lo pregava El Cid, esibendo un sorrisetto sfacciato. “Solo una volta!”

“Nemmeno per idea!”

“Suvvia… mi sento come se dovessi dare mia figlia in sposa… voglio essere sicuro!”

 

Louis non ribatté. Pierre aveva la capacità di ammansirlo, fosse stato un altro, gli avrebbe spezzato le ossa!

“Ok, apri bene le orecchie, perché non lo ripeterò più!” Respirò a fondo… “Sono. Innamorato. Di. Makoto.” Scandì, cercando di non arrossire. “Contento, ora?”

 

“Sì…” Il sorriso sincero e inaspettato di Pierre fu il più grande augurio che potesse ricevere.

 

 

Usanze

 

“Che schifo!” Esclamò disgustato Napoleon, nel sentire, e vedere, il compagno sorbire vigorosamente dal piatto.

“Ma da noi si usa!” Rispose Soda, sdegnato.

“Sì, come si usa non soffiarsi il naso in pubblico! Ieri non ne potevo più di sentirti tirare!” Sbraitò Louis. “Peccato che poi sputi in giro senza problemi! Siete strani, voi giapponesi”

Makoto lo trapassò con lo sguardo. “Beh, e che mi dici di te, che non ti togli mai le scarpe quando entri in casa?”

“E che c’è di male?”

 

Avrebbero potuto continuare all’infinito. Di certo, per trovare armonia nella convivenza, ci sarebbe voluto mooooolto tempo.

 

 

Vestito

 

“L’abito non fa il monaco!” Protestò Soda, contrariato all’idea di dover sfoggiare una cravatta o, peggio, un orrido papillon. “Non ce l’avevo nemmeno al matrimonio di Tsubasa!”

“Sì, ho visto la foto…” Commentò Juliet, spazientita. “Eri l’unico…”

“Non ce l’aveva neppure al party del World Youth!” Precisò Louis, sghignazzando dal divano. “Erano tutti elegantissimi, solo lui portava quella maglia da scaricatore di porto sotto l’abito!”

Makoto sbuffò. A lui non importava granché, ma la Fukawa continuava a insistere sull’importanza di indossare almeno la cravatta.

“Sei impossibile, Makoto!” Sbottò la ragazza. “Cerca di essere elegante almeno il giorno del tuo matrimonio!”

 

Wakabayashi

Non si faceva mai i cazzi propri. Da anni Makoto aveva notato la sua incredibile capacità di essere sempre sul posto giusto al momento giusto, oppure al momento sbagliato, a seconda dei punti di vista. Non sempre apprezzava i suoi ‘sermoni’, ma, incredibilmente, si ritrovava ad ascoltarlo o a riflettere sulle sue parole. Era come se Genzo intuisse le cose ancora prima che gli altri parlassero. Poi, quando aveva scoperto che frequentava Juliet, dapprima era rimasto sorpreso, poi era arrivato alla conclusione che “Una ficcanaso non può che stare con un altro ficcanaso!”

Certo che il mondo era proprio piccolo!       

 

Xenofobia

Louis era contento, alla fine Makoto si era ben integrato in squadra e, a quanto ne sapeva, non c’erano stati nei suoi confronti episodi rilevanti di discriminazione. Forse anche perché Soda parlava bene il francese e aveva parenti a Parigi. Però, capitava che quando litigavano era proprio lui ad appellarsi in maniera offensiva alle sue origini, ma lo faceva solo per rincarare la dose, non certo per denigrarlo seriamente. Ci fu un momento in cui Napoleon smise con quel genere d’ insulti, giusto perché quando facevano sesso, Soda esordiva con: “Non mi sembra ti dispiaccia stare sotto questo muso giallo!”

 

Yasu

L’altra metà del cielo, o, meglio, dei Wakabayashi. Makoto incontrava spesso Yasu, cosicché, anche quel giorno, non appena s’incrociarono, la salutò tranquillamente e lei fece altrettanto, passando oltre. Peccato fossero in Francia e la ragazza fosse appena uscita dall’appartamento di Juliet.

 “Che diavolo ci fai…?” Dissero entrambi, un istante dopo.

“Voi due siete amiche?” Avrebbe poi chiesto Makoto alle ragazze, incredulo. Certo che i Wakabayashi sbucavano come funghi!

Yasu poi, continuava a guardarli sospettosa, esigendo un chiarimento. “Vedi di spiegarglielo…” Sbuffò Soda prima di andarsene. “Ovviamente senza troppi dettagli!” concluse, fra l’imbarazzato e l’intimidatorio.

Sì, il mondo era decisamente piccolo!

 

 

 

Zero

Fiori, partecipazioni, decorazioni e parenti. Nulla. Volevano una cosa sobria, solo loro e i testimoni. Non avevano invitato neppure i genitori, che comunque avevano capito, mandando loro gli auguri tramite dei semplici e discreti bigliettini. Avevano deciso così e, una volta tanto, si erano trovati d’accordo. Non importava se qualcuno avesse avuto da ridire, non erano tipi da curarsi dei giudizi altrui.

 

Quindi, varcarono decisi la soglia di quella chiesa sconsacrata, adibita alle unioni civili.

 

Si sarebbero amati in eterno? Chissà. L’intenzione in quel ‘sì, lo voglio’ c’era.

 

Di eterno, di sicuro, ci sarebbe stata la loro rivalità. Per sempre.

 

FINE

 

 

*P-Punzecchiarsi: Si ringrazia la carissima Agatha, questa drabblina l’ha scritta lei, quando me l’ha mandata sono esplosa di gioia, è azzeccatissima e non poteva non finire nell’alfabeto, mi sembrava un bel tassello!! Grazie per la concessione <3

 

 

^____________^ Eccoci XD Essì, avevo in mente il matrimonio fra questi due ragazzacci, che si dovrebbe inserire quando hanno circa trent'anni... 

Avete sentito parlare di cicatrici, funerali, scelte improvvise.... ç__ç (è meno tragico di quel che sembra, eh?) perdonatemi se non posso spiegarvi tutto, ma scriverò presto il seguito.... grazie di avermi seguita fin qui <3 <3

 

La vostra Rel

  
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