Anime & Manga > Ao no exorcist
Segui la storia  |       
Autore: Girasolefelicissimo    13/12/2013    1 recensioni
Se Satana mettesse al mondo una figlia femmina? Cosa mai potrebbe succedere? Di sicuro la sottovaluterebbe dato che è una ragazzina e penserebbe che non potrebbe far del male ad una mosca.
Ma fa male, non bisogna mai e poi mai sottovalutare una ragazza, sopratutto se ha ricevuto le sue fiamme..
E se questa ragazza, costretta a frequentare l'accademia Vera Croce ed a essere sorvegliata da uno dei suoi figli gli creasse un mucchio di problemi? Non solo al Padre ma anche al Preside di quella 'povera' scuola?
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Passarono due anni dall’arrivo di Alexia all’accademia Vera croce. E due anni dalle giornate pesanti che trascorreva a pestare e a farsi pestare dai Principi di Gehenna.
Ed ora, con i suoi corti capelli argentei, dopo il ritorno dalla sala del giudizio, si apprestava ad andare nella stanza più alta e nascosta del dormitorio.
Attraversò lo specchio che c’era all’interno di quella stanza e si ritrovò in una sala blu, che ormai le era fin troppo familiare. Il demone dell’acqua, le sorrise e lei fece lo stesso.
Se non ci fosse stato lui, a quest’ora non sarebbe qui, ma probabilmente in uno dei gironi infernali a subire chissà quale tortura o.. O davvero non si immaginava dove sarebbe potuta finire. A quanto pare, non era davvero in grado di poter affrontare Lucifero, colui che l’aveva sconfitte con poche mosse, quasi stentava a crederci, eppure, aveva sconfitto con facilità tutti quei principi dell’Inferno! Ma forse non ci era riuscita, perché in fondo, nemmeno lei credeva di poterlo sconfiggere. Tante sono le domande che si pone del perché non ci sia riuscita e mai riesce trovare una risposta. Il demone dell’acqua l’abbracciò mentre ella era impegnata ad osservare la sua nuova e graziosa spada, accarezzandole poi i corti e morbidi capelli, affondandoci poi il naso, per sentir meglio il loro profumo. L’argentea lo lasciò fare, incosciamente, dato che era immersa nei suoi pensieri e se ne accorse solo dopo e aggrottò le sopracciglia. -Mi sei mancata.- Disse lui, stringendola più a sé.
-Non ci vediamo da una settimana, mica da un mese.- Ironizzò lei.
 

Lucifero stava per distruggerla, dopo averla tenuta sospesa per un po’ pensò  di aprirle la gola e scavare fino alle vertebre cervicali per poi decapitarla, ma non ci riuscì, poiché Egyn, prese il corpo prossimo alla morte di Alexia e riuscì a fuggire, grazie alla sua porta che conduceva al suo palazzo.
La sistemò sul divano in seta blu, che ben presto si sarebbe macchiato del suo sangue e si apprestò a prendere delle bende per curare la ragazza piena di ferite e squarci.
Mentre la fasciava, non poteva far almeno di notare quanto fosse rovinata la sua pelle e i suoi capelli, ma non aveva il coraggio di tagliare quei capelli ormai neri, temeva in una reazione violenta da parte della ormai non più argentea. Ottima scelta. Si limitò quindi a curarle il corpo.
Solo dopo una decina di giorni, la-non-più-argentea si riprese, ma si riprese nel momento in cui Egyn le stava cambiando le fasce al petto.
Spaventata ovviamente per la situazione fece un movimento brusco e ciò le fece bruciare tutte le ferite che aveva.
-Ferma o farà ancora più male.-
-Che diavolo stai facendo?!- Urlò e arrossì, sia dall’imbarazzo che dal dolore con il busto completamente fasciato. Dovette conficcare le unghie nel palmi delle mani, per non dover alzarzi. Faceva abbastanza male. –Ti cambio le fasce o rischi di non guarire.- Le rispose con apatia, mentre mise una spilla da balia per chiudere le fasce.
Si sentiva la testa pesante, il corpo caldo e le gambe non le sentiva proprio. Che diavolo le era successo? Non si ricordava nulla, né dello scontro con Lucifero né del gesto da eroe che aveva compiuto Egyn. Provava a far mente locale, ma non ci riusciva, il dolore le impediva di pensare.
-Rilassati.- Sembrò ordinarle, posandole una mano sulla cocente fronte e provando a raffreddarla con una delle sue –buone- bolle d’acqua.
Non sembrò funzionare molto, dato che Alexia ancora stava esplodendo dentro.
Le ferite le provocavano fitte allucinante allo stomaco, alla pancia, ai fianchi, al collo, alla nuca un po’ ovunque. Desiderava morire in quel momento, pur di non stare in quelle condizioni.
Il demone, si avvicinò alla sua fronte e la baciò, consentendole così un lungo sonno, almeno finchè le ferite non avrebbero smesso di sanguinare.
Anche gli organi ormai erano leggermente andati, dato che erano bucherellati dalle unghie del paparino.
Quando si risvegliò, non sentiva più dolore, o almeno, non sentiva più pesanti fitte provenirle da dentro, solo si sentiva frastornata e pesante. Si guardò attorno, non riconoscendo quel soffitto azzurrino con dei motivi a cerchio.
Voleva alzarsi, ma a quanto pare il corpo le diceva di no e quindi rimase stesa. Emise un mugulio e strinse le palpebre, per poi riaprirle. Voleva strofinarsi gli occhi, ma a quanto pare anche le braccia volevano star dove stavano. Sulla spalliera del divano, si posarono due braccia incrociate, poi su di esse la testa di Egyn, che la fissava con sguardo intenerito.
-Non sforzarti, o le mie cure saranno state inutili.- A sol vederlo, voleva sobbalzare e correre via. –Come ti senti?- Gli rispose con un altro mugulio. La bocca era fin troppo asciutta per parlare. Le sorrise e le accarezzò la testa. –Non preoccuparti, andrà tutto be…- Le palpebre si richiusero e ricadde in un sonno profondo. Ancora.
Si risvegliò di nuovo, questa volta, riusciva ad alzare le braccia, non ancora le gambe, però era un buon inizio. Provò a mettersi seduta e ci riuscì, con un po’ di dolore ma ci riuscì. Poggiò la schiena allo schienale del divano blu e si guardò intorno, notando Egyn indaffarato a spostare degli specchi. Aveva voglia di alzarsi, ma le gambe ancora non le rispondevano.
Cavolo, si sentiva come se si fosse  appena risvegliata da un coma.
Il blu notò come si fosse messa a sedere e subito posò uno specchio con sopra il riflesso di una persona insanguinata e si diresse verso di lei, inginocchiandosi per poterla guardare, dato che non riusciva ad alzare la testa.
-Non credi sia meglio ristendersi?- Provò a metterle le mani sulle spalle, ma le sue mani vennero scacciate dalla non-più-argentea.
-Sto bene.- Disse lei, strizzando gli occhi. Non doveva fare quel gesto, richiedeva troppa forza fisica. –Perché sono qui?- Gli chiese, leccandosi le labbra per inumidirle.
-Perché eri gravemente ferita e dovevo assolutamente curarti.- I ricordi riaffiorarono  e si ricordò tutto. Si toccò la pancia e strinse gli occhi. –Cavolo.- Sussurrò lei. –Perché lo hai fatto?-
-Perché non volevo che tu morissi.- Le accennò un sorriso. –Io, ci tengo a te.-
-Ho visto come ci tieni a me..- Digrignò i denti, ricordandosi di ciò che aveva fatto a Rin e a lei la prima volta che si erano incontrati.
-Se ti riferesci a Rin io..-
-Tu cosa?!- Sbraitò, per poi pentirsene dato che la gola le pizzicò parecchio.
-Io lo avevo fatto solo per te!- Voleva giustificarsi, in qualche modo.
-Se lo avresti ucciso, saresti stato felice tu, non io.- Tossì un paio di volte.
Il re dell’acqua, si pentii per un attimo, di ciò che aveva fatto in passato.
-Pensavi che poi, mi sarei innamorata di te, se lui fosse morto?- Gli chiese e li sembrò colpirlo nel profondo. Se avesse risposto di si, allora Alexia, non lo avrebbe perdonato mai. Ma cosa poteva fare ora?
-Mi dispiace.- Questa volta fù Alexia ad essere colpita.
Un demone che chiedeva scusa? Forse non aveva sentito bene.
-Mi dispiace.- Ripetee, vedendo Alexia perplessa. Ora aveva sentito bene.
-È vero, volevo che tu ti innamorassi di me ed ero disposto a tutto, pur di averti. Mi dispiace per… Quel ragazzo.-
Alexia era titubante, non sapeva con precisione cosa fare. Il demone sembrava davvero pentito e lei era in grado anche di sentire il suo “Dispiacere” in ciò che aveva fatto.
Nonostante tutto però, non poteva perdonarlo dopo ciò che aveva fatto, non subito, almeno.
Decise così che doveva riscattarsi il qualche modo. Non sapeva ancora come e non era sicurissima della sua scelta. Quindi, per non fargli montare la testa in nessun modo, decise di non rispondere subito con un “Ok, ti perdono” o “Scuse accettate” Ma con un: -E come intendi dimostrare questo tuo dispiacere?-
Gli occhi glaciali del re dell’acqua, sembrarono sciogliersi alle parole della ragazza.
Che lo avesse perdonato? Si chiedeva.
-In qualsiasi modo!- Le rispose, con un piccolo sorriso sulle labbra.
-Vuoi che ti tagli i capelli?-
-I capelli?- Domandò perplessa, rendendosi conto poi che i suoi capelli argenteei e setosi erano nerastri, sporchi di sangue e impagliati.
A quanto pare Egyn aveva il terrore di targliarglieli, temeva davvero in una qualche reazione demoniaca da parte della ragazza. –Mi conviene tagliarli, in effetti.- Afferrò una ciocca e al solo tocco le sembrò di toccare della paglia.
-Bene! Incominciamo allora!- Fece apparire un paio di forbici  lunghe e argentate e le sorrise ancora, chiedendole poi fin dove voleva che glieli accorciasse e così, decisero insieme di tagliarli fino all’altezza del collo, dato che erano parecchio rovinati.
 
Con il tempo, era riuscito a perdonarlo e scoprì così, che infondo Egyn, non era così crudele come pensava all’inizio, che infondo, era “Buono” sotto certi aspetti.
 

-Mi sei mancato anche tu.- Disse lei. Quelle parole le erano uscite con un po’ di fatica, ma erano vere.

 

Il giorno dopo, appena sveglia si spazzolò i corti capelli argentei, che le toccavano le spalle, indossò la sua divisa femminile e gettò per aria le sue scarpette da bambolina, decidendo di indossare degli stivaletti bianchi. Quanto odiava quelle scarpette, erano l’unica cosa della sua divisa che non si erano mai rovinate.
Uscì dalla sua camera e subitò incontrò Rin. Lo salutò normalmente e il blu, iniziò a raccontarle di uno strano sogno che aveva fatto.
 


Correva a perdifiato lungo la scalinata che portava all’ufficio del preside e senza bussare, entrò nella stanza, sbattendo poi le mani sulla scrivania.
-Dov’è Alexia?!- Gli chiese, con l’affanno.  L’aveva cercata ovunque, nel negozio in cui lavorava,  nella scuola, aveva chiesto agli insegnanti, ai ragazzi a chiunque. La stava cercando da ben quattro ore eppure non era riuscita a trovarla. Se non era in nessuno dei posti che lei frequentava, voleva dire una sola cosa.
Quindi, decise di fiondarsi dal preside, sicuro al cento per cento, che lui lo sapesse.
-DOV’ È?!- Chiese infuriato e con l’affanno.
-Chi?- Rispose lui, infastidito.
-ALEXIA!- Sbraitò lui, con un’orribile sguardo sul volto.
-Aaah, la signorina Seeker. Beh, forse è morta.- Disse con tranquillità. Una tranquillità che fece raggelare il sangue nelle vene di Rin, che gli impedirono di parlare.
-C-Cosa?-
-Non è uscita vincitrice dallo scontro contro Satana, quindi..- Lasciò intendere che forse era morta, con un sorrisetto alquanto malefico sulle labbra.
-Non è vero.. Non.. È possibile.. – Indietreggiò, barcollando appena.  –Lei non può.. – Strizzò gli occhi, mentre il preside lo fissava, interessato dalla sua reazione. –Stai mentendo!-
Lo accusò di star raccontando frottole.
-Ma io non racconto menzogne.- Gli disse calmo, nonostante fosse rimasto “Offeso”, dato le sue accuse.
-Si invece! Alexia non è morta!- Sbattee le mani sulla scrivania, facendo saltare di pochi millimetri i gadget che aveva il preside su di essa.
Guardò i piccoli giocattolini saltare, mentre un paio cadevano, per poi guardare negli occhi blu del piccolo fratello. –L’ho vista morire con i miei occhi.- Con serietà, pronunciò quelle parole false e infondate e fu così, che il povero Rin, sbottò ancora di più.
-Come sarebbe a dire che tu l’hai vista morire?!! Perché non hai fatto niente?!!- Piccole fiamme uscirono dalle sue mani e da sotto i suoi piedi, per poi svanire nell’aria. –Perché?!!!- Rosso dalla rabbia, non si accorse delle fiamme che per un momento erano uscite.
Era davvero difficile badare a dei marmocchi. Pensava Mephisto, con un evidente irritazione sul volto per colpa del blu, che era molto maleducato.
-Beh, come dire.. è passata a miglior vita!- Gli rispose semplicemente, con il sorriso sulle labbra.
 
Dopo quasi due mesi, passati in nero, in cui Rin non riusciva quasi più a ridere seriamente e le dava della cretina, per non avergli chiesto il suo aiuto e dannava tutti i demoni che conosceva, il portone del dormitorio si aprì.
Quando la rivide, con un paio di cerotti qua e là, stupito dalla ragazza che si trovava di fronte, non potè trattenere le lacrime dai suoi occhioni blu.
Pensava di averla persa e poi.. Eccola che riappare, piena di cerotti e fasce, con in più i capelli tagliati.
Abbracciarla, fù la prima cosa che fece.

 
 
Ora, nella strada della città, mentre camminava con Rin, che si era ripromesso di non lasciarla più sola un solo istante, entrambi sentirono una bambina piangere. Si guardarono attorno, e notarono una piccola bambina dai capelli mossi, neri e dagli occhioni neri, piangere.
Alexia, subito le corse incontro, preoccupata, dato che era seduta su un marciapiede tutta sola soletta.
-Qualcosa non va’ piccola?- Le chiese, con tenerezza mentre si piegava sulle ginocchia per raggiungere la sua altezza, in qualche modo.
La piccola mora annuì e la fissò con le guanciotte rosse e gli occhi lucidissimi.
-Ti sei persa?- Annuì di nuovo e singhiozzò.
Una strana fitta allo stomaco, non creata dal dispiacere del povera bambina,  la turbò, mentre la osservava.
Le porse la sua mano, con un po’ di ribrezzo, nato da non si sa cosa e quando la piccola l’afferrò, una scossa di brividi attraversarono la sua mente.
Insieme alla piccola si alzò, e subito sentii due voci.
-Haru!- Urlò una donna.
-Hary dove sei?!- Urlò questa volta un uomo.
-TI chiami Haru?- Le chiese l’argentea. La bambina  sembrò non sentirla, distratta dalle voci che forse le erano familiari. Entrambe si diressero verso le due voci e incontrarono due persone adulte.
La donna con i capelli rossi e spettinati, aveva un completo azzurro, blu e marrone, l’uomo invece, con i capelli neri, indossava una semplice camicia bianca e dei pantaloni neri trasandati.
-Mamma! Papà!- Urlò la piccola, lasciando la mano dell’argentea e correndo verso i due, distanti solo due metri.
I genitori, subito l’abbracciarono, sollevati e con le lacrime agli occhi.
Qualcosa non andava in quella scena. Non era la classica scena di famiglia felice, agli occhi di Alexia.
Quella scena, l’aveva già vista. E non, nei film. Bensì, in un’altra.
In un’altra scena, che non si decideva ad esser ricoperta di sangue.
Spiegò le labbra in un sorriso amaro e disgustato, mentre si conficcava le unghie nei palmi delle mani.
La madre e il padre della povera Alexia, alzarono lo sguardo, non riconoscendola e si avvicinarono, volendola ringraziare, ma solo la madre, ad un certo punto, si fermò, osservandola per bene. Ora le dita scricchiolavano, i denti si stringevano, le pupille si restrinsero e il sorriso rimaneva lo stesso.
Il padre, abbastanza stupido, solo dopo si accorse di chi fosse. Prese in braccio la bambina, le spinse con delicatezza la testa contro la spalla e sibilo, con  un tono minaccioso:
-Va via. Sparisci. Sei solo uno schifo.- Per poi allontanarsi in fretta, mentre la bambina la salutava e la madre, rimaneva lì, ferma, a fissarla.
Tipico di suo padre, insomma, non lo dubitava, infondo. C’erano giorni, in cui la disprezzava così tanto, da non voler tornare a casa. Beh.. Chi non disprezzerebbe un demone, infondo? Ma il suo sguardo non mutava. Si chiedeva infatti, come mai ancora non l’avesse sbattuta fuori di casa o non l’avesse mandata in un collage o un qualcosa di simile, pur di non averla tra i piedi. Non riusciva mai a spiegarsi l’odio del padre nei suoi confronti e quel giorno, dopo esser uscita dal corridoio rosso della vita, lo aveva capito.
-A..lexia..- Mormorò la madre, con le lacrime agli occhi. –Perché non ti decidi a scomparire..?- Le chiese, con le lacrime che le scioglievano il trucco. –Per  sempre magari..- Quasi disperata, disse quelle parole.
Alexia scosse il capo, sorridendo.
-Sarebbe fantastico! Povera Haru.. Spero che tu non l’abbia..- Non finì di parlare, che si spaventò, notando come gli occhi della figlia diventarono azzurri e rossi, arsi dalle fiamme più dolorose.
-Sono, davvero felice, che tu e quell’altro abbiate Haru.. Spero solo che non diventi degli alcolisti, della feccia.. Come voi.-
Sempre con il sorriso e mai con una lacrima, disse ciò, anzi, quasi, sembrava sul punto di ridere, davanti all’espressione disgustata della madre.
-Tu… Tu.. Sei un lurido demone…- Sputò, disgustata, per poi girar i tacchi e incamminarsi verso l’auto del marito.
La demoniessa, ancora perplessa e con gli occhi infuocati, non riusciva a rimaner lì, ferma, dopo l’offesa che aveva ricevuto. Quindi, come in un battito di ciglia, si mise affianco a lei e la guardò incuriosita. -Tra le due.. Il lurido demone sei tu.. – la donna, s’irrigidì, notando l’espressione della “Figlia”, poi sentii caldo sulla spalla e notò che la mano della ragazza, era ricoperta da delle fiammette azzurre. -Non credi?- Le sorrise, con un sorrisetto non amaro, non felice, ma irritato.
La donna urlò indietreggiando e senza saper replicare parola, fuggi.
Rin la raggiunse e preoccupato le chiese che cosa fosse successo, ma lei non si smontò.
-Oh, niente di che. Una vecchia.. – Strinse i pugni. –E stupida conoscenza.- Gli sorrise. –Andiamo?- Chiese infine, con le pupille come quelle dei gatti, gli occhi lucidi  e la gola secca.
Non era mai stata così “Felice”.







_________________________________________

Angolo dell'autrice:

....Si, è finita. Questa storia, è FINITA. ... ... ...
Sto da più di un anno a scrivere questa storia.. O chi lo s-
Alice: Tu sei l'autrice e non sai neanche da quanto tempo la stai scrivendo?
..Beh...
Egyn: Sei abbastanza deficiente,
ewe Egyn, fino a prova contraria dovresti portarmi rispetto! Sono la tua padrona! La tua creatrice!
Egyn: E quindi?
..... Muori ewe *Gli cancella un occhio e immediatamente il povero Egyn, rimane senza un occhio*
Egyn: Uaaah! *Si sbatte a destra e a sinistra*
Altro da aggiungere? *fissa Alice*
Alice: ... Sono la tua parte critica, se danneggi me, dannegi te.
...Ti odio.

...
Cosa potrei dirvi? Miei cari, e piccoli, lettori che vi amo come se foste mie figli? In 41, avete seguito la mia storia, in 20, messa tra i preferiti, e 8, nelle ricordate..
L'avete letta, odiata, amata (Quando mai) e vi siete appassionati (Forse), avete apprezzato tutti i personaggi (Tranne Egyn, che la maggior parte di voi ha odiato.. Poverino.) e l'avete recensita.
Il finale, è un qualcosa che ho creato, per farvi nascere delle domande sulla storia o qualche curiosità.
E, tramite quest'ultimo capitolo, desiderei tanto, ma tanto, una recensione da tutti voi, per capire cosa ho sbagliato, cosa è andato bene, i vostri personaggi preferiti, le vostre scene preferite, e molte altre cose.. Tutto! Vorrei sapere tutto!
Vi prego di lasciar in disparte, le differenze dai primi capitolo agli ultimi, dato che la mia narrazione e il mio modo di scrivere è cambiato e beh, che dire..
Non so se dirvi addio, dato che non ho intenzione di scrivere, almeno per ora, il continuo di "Alice Innocent and the demons" Nè di finire "Il lato tenero di Amaimon II".. Avevo intenzione di scrivere per altri anime, stile Uta no Prince Sama o altro, però sempre collegato ad una storia stile Ao no Exorcist o qualcos'altro.
Quindi, mia cara Violetta, non credo che per ora farai il tuo debutto..
 Violetta: A beh tanto, con un soprannome così che vuoi che me ne importi.
*L'accarezza, nonostante lei non voglia*  Non so come altro ringraziarvi, dato che questa storia è persino prima in classifica.. Mi fate piangere il cuore di gioia e non so in che altro modo ringraziarvi.. Pensavo di spedirvi dei messaggi personali di ringraziamento o un qualcosa del genere, ma è solo un'idea.
Altro da aggiungere? Non credo.. Spero che recensiate in tanti la fine di questa storia e che non smetterete di leggere le mie storie future.
Vi saluto, con il mio ultimo..

Aloha!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ao no exorcist / Vai alla pagina dell'autore: Girasolefelicissimo