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Autore: Vesnessa    14/12/2013    1 recensioni
“Ho scelto Giorgia perché mi fa pensare ai fiori primaverili, i quali sono molto diversi da quelli invernali perché hanno un colore così acceso che ti rendono felice, ti ispirano armonia e tanta gioia di vivere, proprio come tu hai reso più bella la mia vita.”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Giorgia, questo è il nome che ti è stato dato, appena l’infermiera ti ha posato sopra la tua cara mamma.
Che emozione! Indescrivibile, ed io che credevo che non poteva portare avanti la gravidanza, avendo solo 17 anni compiuti pochi giorni prima. Essendo ancora un’ adolescente fu difficile accettare la gravidanza, anche perché le mancava solo un anno per la maturità classica. È stato uno dei periodi più brutti della sua vita, non sapeva cosa fare, se abortire o tenere il bambino, tutto le sembrava così difficile. Quello che le faceva stare ancor più male, erano i giudizi della gente, perché lei ha sempre avuto la fobia dei giudizi: i ragazzi, le ragazze e le persone che l’avessero vista col pancione, a scuola tutti avrebbero avuto un nuovo argomento di cui parlare.
Il giorno dopo incontrò Giulio, suo ragazzo nonché futuro padre del bambino che teneva in grembo. Ma lui non sapeva nulla, lei non trovava le parole per spiegare quella situazione, restarono assieme tutto il pomeriggio. Tornata a casa si rinchiuse in camera e tutti i pensieri si fecero vivi, il pensiero che la turbava di più era che non sapeva come comportarsi in quelle circostanze, non aveva una sorella più grande con cui confidarsi e magari chiarire le idee. Dopo aver mangiato un panino con prosciutto e mozzarella, chiamò Giulio dicendogli  di incontrarsi sotto casa sua. Mentre scendeva le scale di casa, le riaffiorarono i discorsi fatti con me, poiché l’ho concepita a soli 16 anni e le ripetevo che non è stato in fondo difficile capire se tenere il bambino o no. Ma per lei era troppo complicato! Quando si è dentro una situazione uscirne è davvero faticoso, anche perché adesso doveva decidere lei che fare del suo futuro. Arrivata sotto casa di Giulio lo vide seduto in uno scalino di fronte l’entrata principale del suo appartamento, lo salutò con un bacio piuttosto freddo e lento. Lei faceva di tutto per non incontrare i suoi occhi, occhi verdi come una foglia appena nata, così intensi che ti permettevano di immergerti nel suo mondo, e capire quanta bontà riempiva il suo cuore. - Amore, ricordi quando ti avevo detto che avevo un ritardo di 6 settimane? Bene, stamattina ho fatto il test di gravidanza.. Sono incinta! –
Giulio, in un momento distaccò il suo sguardo da quello di Alessia, subito dopo si alzò e lei sprofondò in un lungo silenzio imbarazzante, le sue mani incominciarono a sudare, il suo battito aumentò, la sua bocca incominciò freneticamente a muoversi e le labbra a mordersi, e le lacrime fecero il suo cammino. Giulio tremante si avvicinò a lei, la strinse a sé, le sue labbra si appoggiarono dolcemente sull’orecchio sinistro e sentendo il battito accelerato dell’amata disse: - I miei occhi non smettono di piangere dalla felicità, amore non ti prometto le stelle, non ti prometto una vita bella e ricca. Ti prometto però che starò al tuo fianco costantemente, se questa creatura dovrà nascere, nascerà nell’amore di due ragazzi che sono pronti a tutto. -  le sue mani accolsero violentemente il volto inumidito della ragazza e la baciò. In quel momento si sentì aria di festa, lei capì subito di essere amata da lui. Dopo tante effusioni d’amore, si guardarono negli occhi e decisero di parlarne subito con i propri genitori.
Il giorno dopo appena finite le lezioni, andarono direttamente a casa  nostra. Per tutto il tragitto parlarono di come iniziare il discorso, di tranquillizzare subito noi per paura di farci venire un infarto.
Appena entrati a casa misero gli zaini accanto al divano, Alessia si diresse verso la cucina, dove vide me alle prese con il pranzo, suo padre si trovava in salotto che parlava con Giulio di calcio. “Oh mio Dio! si stava bene, si respirava tranquillità, come potevo distruggere in un attimo questa famiglia? Come potevo spezzare il cuore di mia madre? Come potevo dirlo a mio padre, lui così fiero di sua figlia?”
Appena finito il pranzo, chiesero a tutti di sederci in salotto perché dovevano comunicare una situazione piuttosto difficile. Lei iniziò dicendo di fare un profondo respiro, disse che amava Giulio, ci ricordò che la loro storia era già da due anni nel libro dell’amore, Giulio le afferrò la mano, perché capì che si trovava in difficoltà e insieme annunciarono che aspettavano un bambino. I miei occhi diventarono due laghi di lacrime, suo padre si alzò e andò dritto in cucina a prendermi dell’acqua. Alessia sedette vicino a me sussurrando: - Scusami mamma se ti ho fatto questo.. non era nostra intenzione…sto passando un periodo piuttosto strano ma non voglio uccidere una creatura per colpa mia... è l’ultimo mio pensiero. - mi avvicinai e la strinsi forte tra le mie braccia.
Suo padre le levò i capelli dal viso umido e triste, asciugò gli occhi dalle lacrime e le dette un bacio sulla fronte, dicendo: - Qualunque cosa facciate noi staremo dalla vostra parte, il futuro è il vostro! Rifletteteci tanto, non voglio che un domani vi pentirete della scelta fatta in passato. C’è in rischio la vostra vita e quella di una creatura!-.
Per una mamma, affrontare questa situazione è estremamente difficile, poiché mia figlia era ancora un’adolescente, per me era e resterà la mia piccola. I genitori non diranno mai che i propri figli stanno crescendo, ma non perché non vogliono, ma per il solo motivo che non possono immaginare una vita senza loro, senza sentire più le grida in casa, senza vederli dopo una lunga discussione sdraiati nel loro letto a piangere, o per le tante e grandi soddisfazioni che nella vita danno. 
Passavano i giorni e prendere la giusta decisione per loro era sempre più difficile.
Una settimana dopo, Alessia decise di invitare i genitori di Giulio a casa nostra per comunicare la loro decisione definitiva, appena vide tutti accomodati nel divano a parlare del più e del meno, si sentirono all’improvviso per la prima volta felici di ciò che stavano comunicando. Alessia guardò tutti negli occhi e disse : - Io e Giulio abbiamo deciso di tenere il bambino - .
Tutti fieri di loro della decisione fatta con grande maturità ci abbracciammo e baciammo. Io andai da mia figlia e chinandomi  verso il ventre, sussurrai: “Questa creatura sarà una bambina!”.
Il suo cuore non smetteva di pompare a velocità supersonica, i suoi occhi diventarono due cuori, all’improvviso vide tutto con occhi diversi, tutto le sembrò così facile e meraviglioso.
I giorni passavano e il dolce pancione si faceva vedere, -Che sensazione strana, ma bella essere incinta, mamma è qualcosa di inspiegabile”  – questa fu la prima frase che mi disse la mattina seguente. I primi mesi furono molto brutti per lei, per via delle continue nausee e sintomi di debolezza , ma per il resto solo felicità e gioia.
Solo al 7°mese abbiamo avuto la stupenda notizia che era una stupenda bambina, proprio come avevo detto, quando ancora nemmeno eri visibile nella pancia. Sapeva già che nome darti - Giorgia -. “Ho scelto Giorgia perché mi fa pensare ai fiori primaverili, i quali sono molto diversi da quelli invernali perché hanno un colore così acceso che ti rendono felice, ti ispirano armonia e tanta gioia di vivere, proprio come tu hai reso più bella la mia vita.”
Entrando al 9°mese nutriva un po’ di paura, non per il parto, ma non riuscire a superare il parto, io sempre premurosa e protettiva, le ho fatto capire determinate cose del parto.
“ Però ho una tremenda paura, prego ogni sera finché Dio mi aiuti ad avere la forza, il coraggio e la grinta per sconfiggere le mie paure. Dopotutto peggio di così non può andare.”
Amava la vita…  Perché diceva non sai mai cosa ti aspetta, infondo la vita è bella!
Il 13 Gennaio sei nata tu… Il grande e immenso nostro amore!
Ricordo perfettamente quel giorno, pieno d’ansia e gioia. Prima che Alessia entrasse in sala parto le strinsi la mano così forte da sentire tutte le emozioni che l’affliggevano: la paura, la gioia, il non riuscire a spingere abbastanza da far nascere te.
Nascesti in salute, piena di vita, con due occhi verde smeraldo uguali al tuo papà. 
Dopo 6 mesi, è arrivata a casa nostra una lettera dall’ospedale dove diceva che Alessia immediatamente doveva precipitarsi lì, alla clinica di San Lorenzo di Padova. Arrivati lì, tra quelle mura bianche e fredde, le infermiere col camice bianco, mettevano ancor più ansia e paura. Menomale che accanto a lei c’era il suo caro fidanzato Giulio, io e il suo babbo, che col fiato sospeso,  stringevamo forte le nostre mani unite. Le dicevo di stare calma, che non poteva succedere niente di brutto perché Dio ci aveva donato questa creatura bellissima, Dio è sempre con noi nessuno può toglierci il sorriso che Giorgia ci ha inciso. Entrammo nella stanza n°272 del dottore che ci avrebbe dato spiegazioni del perché di quella lettera, ci chiese di sederci e di stare tranquilli, ma io nella mia testa pensai… “Perché dobbiamo stare tranquilli se non ci può accadere niente di scandaloso? Perché mi sta salendo un tale ansia? Perché tremo?
Quanti brutti pensieri assalirono le nostre menti, ma tutto potevamo immaginare… questo però no… proprio alla mia piccolinaNon credevo a quello che i dottori ci stavano comunicando, non riuscivo ad esternare il mio dolore. Il dottore incominciò a parlare di visite gratuite, di piccoli prestiti che l’ospedale poteva darci, di non scoraggiarci, ma io ancora non potevo capire.  E la mia piccola sempre a fare tante domande, senza una risposta concreta. “Perché ci parla di visite e di tutte quelle altre stronzate? Io sto benissimo, qualche piccolo dolore all’addome per via del parto ma credo che sia normalissimo anche perché essendo giovane il mio corpo non poteva affrontare un parto, ancora ero in via di sviluppo - così mi diceva sempre mia madre -”
Hanno diagnosticato un cancro mortale alla gola alla mia ragione di vita: Alessia.
Il dottore ci parlava, ricordo vagamente queste parole “Alessia calmati, tutto andrà per il verso giusto”. Ma... dopo il nulla non sentivo più le sue grida, era come se ero chiusa dentro una bolla di sapone e dove l’unica cosa che sentivo erano i miei battiti.
 “A me non preoccupava il fatto di morire, perché so che lì c’era ad aspettarmi una grande persona: Dio, colui che mi ha dato Giorgia, mi preoccupava abbandonare la mia piccola e le persone che amo più al mondo.”
Il dottor Messina colui che ha assistito al parto di Giorgia, ci parlò chiaramente delle conseguenze che andavamo incontro ad un eventuale operazione, lei disse subito di no, perché non voleva rimanere pelle e ossa, fino alla fine dei suoi giorni,  diceva sempre che doveva occuparsi della sua piccola.
“Il solo pensiero di morire e lasciare te, il sogno che aspettato da tanto, ti immaginavo proprio così”. Fin da piccina mi diceva che sognava un futuro come questo, purtroppo la vita è imprevedibile.
Passavano i giorni e lei si sentiva sempre più debole, sempre più consapevole che la sua vita si stava spegnendo. Le sue giornate le trascorreva guardando te, giocando insieme a te. Ed io ormai non avevo più la forza per andare avanti, perché senza di lei, senza la mia “sbrodolona” così la chiamavo, perché era una ragazza così coccolona, così affezionata alla sua famiglia e ai suoi amici, che non poteva finire nel fiore della gioventù.      
“Ti guardavo lì nella culla mentre giocavi, ma non potevi capire che la tua mamma stava per lasciare questa realtà, tu che eri il centro del mio vivere, tu che mi hai resa la ragazza più felice del mondo, adesso mi restava poco per viverti. Avevo solo 18 anni, come si può morire a quest’età ? la vita inizia proprio a quell’età, ed io che stavo maturando ed io che ero appena neomamma”.
La sua vita le passava davanti come un ape in cerca del suo nettare. S’immaginava una vita bella, tranquilla, felice, spettacolare e ora che aveva trovato il motivo per cui vivere? Aveva un ragazzo delizioso, stavano costruendo un futuro insieme, loro che avevano programmato un futuro matrimonio appena presa la maturità, per colpa di questo dannato tumore, non potranno incoronare il loro grande sogno. Vedere all’altare lei, col suo abito da sposa, è il sogno di tutte le mamme, auguravo tutto il bene a mia figlia, ogni giorno speravo in un miracolo, che un giorno il cancro diventasse sempre più piccolo, fino a sparire… Ma forse chiedevo troppo a Dio.
Il nostro amore ha avuto un frutto - te - , una bambina dolcissima, ogni giorno che cresci diventi sempre più bella. Io che non ci sarò quando dirai mamma, non ci sarò quando imparerai a camminare, a parlare, al tuo primo giorno d’asilo nido, non ci sarò più, non ti vivrò mai più.”
Il dottore di famiglia ha detto che forse rimanevano solo poche settimane.
Ma io ho sempre saputo che erano giorni, i dottori ai pazienti e familiari aumentano sempre qualche giorno, per farti sperare sempre in un qualcosa , ma vedevo mia figlia troppo stanca, troppo debole, faticava anche a respirare.
“Non sai quanto ci sto male che non posso darti io da mangiare, non posso lavarti e accarezzare quel piccolo corpo morbido, non riesco nemmeno a toglierti il pannolino sporco, e mi dispiace che non potrò più cantarti “Someone like you di Adele” per farti addormentare, ami pazzamente questa canzone, ogni volta che la canto tu ti addormenti con un sorriso meraviglioso. Non sarò io a  insegnarti le regole della vita. So solo che la mia vita sta per scadere, non avrò la gioia di chiamarti per nome, perché questo tumore mi farà prima sparire la voce pian piano e per non bastare mi toglierà la vita.”
Queste furono le ultime parole che Alessia mi disse di scrivere per - TE -, il giorno prima di morire.
“Sono stati i mesi più belli della mia vita, perché tu sei stata il dono più bello e sentito che Dio mi poteva dare! Il parto è andato benissimo, sei nata in salute, bella, avevi gli occhi verdi e tantissimi capelli neri, un faccino rotondo proprio come la mamma e delle mani affusolate. Eri perfetta, era quasi un sogno averti tra le mie braccia. Non credevo che una creatura così, potesse rendere la mia vita migliore.
Giorgia, specchio della mia felicità la tua cara mammina sta partendo per un lunghissimo viaggio.
Destinazione Paradiso , ti auguro tutto il mio bene, cresci, sta con papà, non abbandonarlo mai e mi raccomando non credere mai che la vita si presenti facile e bella! Tranquilla non piangere la mia mancanza, perché come ti ho amata in terra ti amerò da qua su. Sarò il tuo angelo custode per sempre.
Mamma”
Non fu facile per me scrivere questo libro, nemmeno rileggerlo ogni volta che scrivevo qualcosa di grammaticalmente sbagliata, ogni volta che riprendevo a scrivere qualcosa mi colpiva fisso al cuore.
Mi ha spinto a scriverlo, per tutte quelle mamme che come me hanno affrontato la vita, avendo dinanzi tanti ostacoli, tante paure, tante incomprensioni con il proprio marito, trovandosi in una situazione che è molto difficile uscirne.
Sono ormai passati 8 anni dalla morta di Alessia, molti amici di famiglia e soprattutto parenti, mi hanno dato la forza per aggrapparmi all’ultimo ramo della mia vita. Grazie a loro sono uscita dalla depressione che mi ha intrappolata per 6 anni dalla morte di mia figlia, subito dopo ho incominciato a scrivere per Alessia.
Il giorno del funerale ho rovistato nei cassetti della sua stanza per trovare un completino per Giorgia, e proprio nel comodino vicino al letto ho trovato un diario, dove lei scriveva i suoi più profondi pensieri, le sue paure e soprattutto l’amore per la sua perla. Dopo averlo riletto tante volte, ho deciso di scrivere alcune pagine, soprattutto quelle dell’ultimo terrificante periodo. 
 
Non smetterò mai di amarti, sbrodolona mia…
                                                                                                                          
                                                                                                     
 
  
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