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Autore: CherryBlossomHime97    14/12/2013    6 recensioni
È tempo di SasuSaku! Questa storia è una raccolta di fic tutte inspirate a delicati momenti di convivenza tra l'ultimo del suo Clan e la giovane Kunoichi. Leggere, dai toni soffici e romantici in perfetto stile Uchiha per vivere insieme a loro tutto ciò che un amore così difficile può offrire.
Dal 1* Capitolo:
- Ti prego possiamo tenerlo?-
-Assolutamente no-
- Ma è così carino! Come puoi avere il coraggio di lasciarlo fuori ad una strada?-
- Mi chiedo come faccio ad avere la pazienza a non lasciare fuori te ad una strada!- Ma Sasuke si rese conto che l’ultima frase gli sarebbe costata caro quando vide gli occhi di Sakura spalancarsi offesi. Probabilmente l’avrebbe mandato a dormire sul divano per un bel po’. Vivere con quella donna era una vera fregatura, non erano sposati eppure era lui, il padrone di casa , a dover dormire sul divano quando lei aveva qualche motivo per essere arrabbiata.
** è gradita una recensione, per sapere cosa ne pensate :D
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Grazie a te che sei rimasta con il clan Uchiha fino alla fine.





Convivere per Sopravvivere Insieme. 




Solstizio d’Estate.

Sakura spalancò gli occhi, sudata. Si voltò rapida verso l’orologio sul comodino, portava le sette di sera. Panico.
-Sas’ke!- urlò.  Il respiro iniziava a farsi irregolare.

Sasuke, al piano di sotto, era comodamente seduto sul divano a lucidare la sua katana. Ma, ad un tratto, un urlo lacerò il silenzio della sua Villa. Era Sakura, e lo stava chiamando. Il che era strano perché di solito Sakura, che gli urlava contro abbastanza spesso, lo faceva con tale enfasi solo quando, come diceva lei, “dava spazio al suo caratteraccio” o quando distruggeva qualcosa. O quando dimenticava qualcosa. Spesso appunto. Ad ogni modo erano da poco passate le sette, e essa stessa era da poco andata a dormire visto che in quegli ultimi giorni affermava di essere “troppo stanca”. Sentì di nuovo urlare il suo nome, e uno strano brivido gli percorse la schiena. Percepiva il respiro irregolare di Sakura. Possibile che…?

-Che succede?- si precipitò nella stanza, e non appena la vide il suo cuore mancò un battito. Sudava freddo e si teneva il ventre gonfio, troppo gonfio, con le mani.
-Sasuke’ aiutami- implorò.
L’affiancò subito e l’aiutò ad alzarsi. Si guardarono negli occhi per qualche istante – Portami all’ospedale-.ordinò lei.
 L’ultimo Uchiha per la prima volta nella sua vita desiderò svenire. Non era pronto, non lo era mai stato. E non era mai stato neppure capace di prendersi cura di lei, come poteva essere pronto a quello. Si paralizzò. Ma un nuovo urlo, questa volta era certo che fosse di dolore, lo risvegliò dai suoi pensieri. Prese Sakura in braccio e si fiondò fuori da casa sua, in direzione dell’ospedale di Konoha. Sakura apriva e chiudeva gli occhi ad una velocità disarmante, aveva le guance rosse ed ogni cinque minuti lanciava soffocati gemiti di dolore. Lui correva sopra i tetti, terrorizzato. Qualcosa non andava.

-Ino!- chiamò, non appena giunse nel cortile affollato dell’ospedale e riconobbe i tratti dell’amica.
La Yamanaka si voltò non appena sentì il suo nome trasportato dal vento, e la scena che le si presentò davanti la sconvolse. Sakura, semicosciente, era trasportata da un Sasuke che sembrava lì ì per fare la stessa fine. C’era qualcosa che non andava perché Ino aveva seguito direttamente il caso della sua migliore rivale, e sapeva che il parto era stato previsto nelle prossime due settimane. Non adesso, ora era troppo presto. Si avvicinò all’uomo rapida. –Portate una barella- disse ad un gruppo di infermieri accorsi insieme a lei, e non appena fu eseguito l’ordine Sakura fu portata nel reparto emergenza, con tanto di respiratore artificiale.
-Che sta succedendo Ino?-
-Non lo so ancora Sasuke, dobbiamo fare delle analisi-
Sasuke sapeva che stava andando qualcosa storto. Era troppo presto.
-Me ne frego delle analisi. Dimmi che sta succedendo!- afferrò Ino per le spalle e la scosse violentemente. I suoi occhi da neri parvero per un attimo perdere ogni controllo.
-Devi stare calmo, Sasuke, lascia fare a me- la kunoichi si divincolò da quella stretta ferrea.
L’uomo lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. –Andrà tutto bene?- era una preghiera la sua, non una domanda.
Ino lanciò un altro sguardo a Sakura, ormai completamente priva di sensi. Non riusciva a comprendere neppure lei cosa stesse succedendo. Spostò i suoi occhi azzurri in quelli vuoti dell’Uchiha, ma non trovò la forza necessaria per rispondere. Aprì la porta della sala Emergenza, vi entrò dentro sospingendo la barella, e la richiuse subito dopo, lasciando l’uomo fuori.
Sasuke vide la porta chiudersi violentemente e capì che la sua corsa nell’ospedale era giunta al limite, ed adesso poteva solo aspettare.

-Maledizione-  diede con forza un cazzotto contro al muro, provocando una rientranza con una spessa crepa. Le altre persone nella sala d’aspetto lo guardavano sconvolte, e sentì anche qualcuno domandarsi se fosse un pazzo fuggito da chissà quale reparto. Ma lui non importava. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era Sakura, la sua unica ragione di vita, che quella mattina stessa l’aveva abbracciato calorosamente e rassicurato, e che adesso era stesa in stato semicosciente su una qualche barella. Ripensò a quegli ultimi mesi, e un po’ se l’aspettava che sarebbe successa una cosa simile. I medici aveva definito la gravidanza di Sakura difficile, e non sapeva neppure perché. Probabilmente lei ne era a conoscenza, ma quella donna insopportabile non gli aveva detto nulla, per non farlo preoccupare probabilmente. Andò a sedersi su una sedia di plastica blu ingiallita dal tempo, e dalla guerra. Chinò la testa all’indietro fino a poggiarla contro il muro.
Per la prima volta in tutta la sua vita aveva paura. Un paura folle, terribile. Aveva paura di perderla, e di perdere il nuovo lui o la nuova lei. Sakura non poteva morire, non adesso, e comunque di certo non prima di lui. Fu colto da una nuova angoscia. Se Sakura moriva, sapeva che lui l’amava?. Era da più di quattro anni che stavano insieme e Sasuke era consapevole di averglielo detto si e non due, tre volte, e comunque sempre con un tono così basso da rendere quelle parole difficilmente udibili. Dannazione. Gli parve di star precipitando di nuovo nel baratro oscuro. Chiuse gli occhi.

-Signor Uchiha?-

L’interessato aprì le palpebre lentamente e pian piano mise a fuoco la figura di quella che probabilmente doveva essere un’infermiera.
-Signor Uchiha, sta bene?-
-Io?! S-sakura, Sakura come sta?- chiese a bassa voce, con quest’ultima ancora impastata dal sonno. Adesso che si era svegliato tutte le ansie che l’avevano attanagliato si ripresentarono con più forza di prima.
La giovane ragazza gli sorrise. –Si alzi, venga-.
Perché nessuno rispondeva alle sue domande?. Si alzò di scatto, rassegnato a qualunque cosa la sorte avesse preparato per lui. Se Sakura era morta, doveva morire anche lui. Stava prendendo in considerazione l’idea del suicidio. Probabilmente però prima avrebbe distrutto quel ospedale, ed avrebbe distrutto ghetto Uchiha cosicché da cancellare ogni minima traccia dell’esistenza del suo clan maledetto. Seguì la ragazza lungo i corridoi bianchi, superò la porta che poco prima gli era stata sbattuta contro. Aveva la faccia contrita e nella sua mente passava in rassegna le immagini di tutti i suoi avi. Li avrebbe raggiunti. Ad ogni passo l’odio profondo che provava verso se stesso aumentava, si sentiva responsabile per quando era successo.
-Che ore sono?-
-. È da poco scoccata la mezza notte-.
Sasuke sorrise, amaro. La mezza notte del ventuno giugno, il giorno del solstizio d’estate, in cui la notte è più lunga rispetto al giorno… infondo stava per scegliere una bella data per il suo suicidio. Molto poetica.

Si ritrovò di fronte Ino. I loro sguardi si incrociarono un attimo, e Sasuke fu sorpreso di non trovarvi alcuna lacrima o sentimento triste. Anzi i suoi occhi sorridevano, felici.
-. Sono due splendidi gemelli- disse aprendo la porta dietro di sé per lasciarlo entrare.
Cosa?. Aveva sentito bene? Sakura era viva? Due piccoli? Era reale?. Lui non ci credeva.

La luce smorta del lampadario faceva luce sul Paradiso. Sakura, stesa sul un letto bianco con i capelli spettinati e le gote ancora arrossate teneva in braccio, anzi ne aveva uno su ogni braccio, due piccoli fagotti azzurro chiaro. Le si avvicinò cauto, fino a portarsi al fianco del letto. Le iridi smeraldine erano stanche e lucide.
 – E chi se lo aspettava- disse lei ,piano, non appena lo vide – questi due sono più testardi di te, hanno deciso di nascere oggi, e così è stato. Per questo è stata dura-. Nessuno se ne aspettava due.
Sasuke si lasciò andare in un sorriso liberatorio, e ad un tratto tutti i pensieri negativi parvero sparire nel nulla. Fissò i suoi occhi sui suoi figli. Gli venne da sorridere di nuovo, erano bellissimi. Si chinò per posare un leggero bacio sulla fronte di Sakura e per avvicinarsi ancor di più ai due notati. Notò divertito –ma ovviamente  non lo lasciò trasparire- che avevano entrambi qualche peletto scuro sul capo. Se si osservava attentamente si intravedeva in uno dei riflessi blu, simili ai suoi. Nell’altro invece lo stesso accento di capelli neri prendeva una tonalità lievemente prugna. Lo zampino di Sakura era più che certo, ma almeno erano solo riflessi. I piccoli aprirono quasi contemporaneamente gli occhi, mostrando entrambi iridi scure esattamente come le sue.
-Benvenuti al mondo- sussurrò piano.
-Ehy guardate, è il vostro papà-
Siamo genitori, Sas’ke.
-Signori Uchiha, i nomi prego- richiamò la loro attenzione l’infermiera con una cartelletta in mano.
Sasuke allungò le braccia verso quella zazzera di capelli esattamente come i suoi e lo accocolò tra le sue braccia un po’ maldestramente.
 –Itachi, Itachi Uchiha-. Era quello il nome concordato da lui e Sakura se fosse nato maschio. Guardò l’altro fagotto interrogativo, non se ne erano preparati un secondo.
-Shisui Uchiha- rispose la giovane mamma prontamente. Poi si rivolse al compagno, abbassando la voce di un tono in modo tale che solo lui potesse udire –In fondo erano migliori amici, Shisui e Itachi, e si sono sacrificati entrambi per il bene del Villaggio e del Clan. Avevano un legame molto forte, al pari di due fratelli. Adesso rivivranno e lo saranno per davvero-.

Perfetto. Era tutto perfetto pensò Sasuke Uchiha, che ormai non era più l’ultimo del suo clan. I Kami gli avevano donato due gemelli probabilmente per cancellare il destino crudele a cui erano andati incontro lui e suo fratello. Non ci sarebbe stato più un nii-san e un otouto, c'erano solo due fratelli che sarebbero cresciuti insieme e sostenuti a vicenda per sempre.
In quel momento si rese conto che stava provando una gioia tale che sarebbe potuto davvero morire il giorno del solstizio d’estate, quando erano venuti al mondo i suoi figli.

 
 

 

La venuta di una Nuova Era.

Sasuke era certo che Shisui lo stesse guardando con aria di sfida.
-Apri la bocca- ordinò, ma suo figlio non diede alcun segnale di aver recepito l’ordine, e continuava a starsene beato senza mangiare. Effettivamente l’Uchiha maggiore doveva ammettere che quella pappetta non aveva per nulla un’aria invitante, e che suo figlio, di appena pochi mesi, era troppo intelligente per mangiare una cosa simile. Confortato da questa teoria, che gli evitava una crisi di nervi poichè non avrebbe mai ammesso che Shisui non mangiava solo quando c’era lui,  si rivolse a Sakura, che andava avanti indietro nella cucina per far addormentare Itachi, che aveva già finito di mangiare da un pezzo.
-A Shisui non piace questa roba, perché non gli prepari un’insalata di pomodori? Sono sicuro che la mangerebbe-
-Ed io sono sicura di no, visto che non ha neppure l’accento di un dente- rispose lei, paziente.
-Ne sarebbe in grado-.
-Ma ha pochi mesi, Sasuke-.
-Tsk-.

Il giovane padre sollevò piano suo figlio dal seggiolone, lo prese in braccio e si avviò verso il divano. Quando ad un tratto sentì il rumore di colpi violenti sul legno, un bussare che poteva essere solo del dobe. Decise di andare ad aprire per salvaguardare l’integrità della porta di legno di casa sua, che era sopravvissuta a due guerre, ma che sarebbe di certo caduta sotto i colpi di Naruto Uzumaki.

L’Hogake entrò in casa con Minato in braccio. Era cresciuto quel piccoletto. Aveva poco più di un un’anno, gli occhi color panna, che ben lasciavano intendere l’abilità innata di cui era dotato, e una zazzera di capelli biondi. Di un biondo identico a quello insopportabile di Naruto, a detta di Sasuke. Egli, stava per l’appunto iniziandosi a lamentare per quella visita, che Naruto iniziò a parlare, impedendo qualsiasi altra forma di dialogo.
-Stavo passando da queste parti e ho deciso di entrare. E non fare quella faccia teme, stavo davvero passando di qui per caso anche se è un quartiere deserto. Oh, Itachi, Shiusi come siete cresciuti. Hai visto Minato? I tuoi cuginetti crescono a vista d’occhio. Eh, oh Sakura, vedo che ormai ti sei ripresa del tutto, i primi tempi dopo il parto avevi una gran brutta c’era. Bhe, in effetti, dover vivere con tre Uchiha deve essere dura. Ne’ tu la stai aiutando teme nelle faccende domestiche? Ti ho pure concesso un periodo di esonero della missioni!. Mmmh, anche se credo che tra un po’ dovrai riprenderle, stanno succedendo dei casini nel Villaggio della Nebbia e non so proprio chi altro mandarci, è passato del tempo da quando non mando degli esploratori…-

Sasuke stava valutando se Minato avrebbe potuto soffrire della morte prematura di suo padre ad opera sua. Probabilmente no, anzi probabilmente l’avrebbe ringraziato.
-…e voi ragazzi, ci pensate mai a come passa il tempo? Vi ricordate i giorni del Team7? E pensare che adesso siamo tutti e tre genitori!-

I tempi del Team7. Sakura e Sasuke se li ricordavano bene. Per lei erano ricordi macchiati di speranze, sofferenza, amore non corrisposto e gioia. Per lui erano gli ultimi ricordi felici prima di essere avvolto dalle tenebre. Per entrambi erano i tempi in cui i loro sguardi erano acerbi e profumavano appena di un sentimento simile all’amore.

-Bei tempi dobe, quando ti bastava un cazzotto sulla testa per farti restare in silenzio-.
Sakura scoppiò a ridere non appena udì quella risposta. E in quell’istante le parve davvero di essere tornata indietro nel tempo.
-Infondo non siamo poi molto diversi da allora- aggiunse, raggiungendo i due uomini che intano si erano accomodati in salotto.
-Certo che no! Sasuke ha sempre lo stesso caratteraccio, e tu picchi ancora forte- e questa volta fu Naruto che scoppiò a ridere.
-E tu sei sempre lo stesso baka- aggiunse lei rassegnata, aggiustandosi Itachi sulle gambe.
-Magari quei tempi torneranno- il tono di Sasuke era serio come al solito.
-Eh come teme?- chiese l’Hogake, ancora sghignazzando.
-Con loro. I nostri figli li vivranno in futuro per noi-

Naruto strinse Minato un po’ più forte tra le braccia, mentre quello si divincolava cercando di sporgersi il più possibile dalle braccia del padre per incrociare curioso i piccoli sguardi Itachi e Shisui, entrambi tenuti saldamente dai loro genitori.
-Hai ragione teme, saranno fortissimi-.
 

Quella sera Sasuke e Sakura Uchiha, dopo aver delicatamente posato i loro piccoli nelle rispettive cullette, stettero a lungo a pensare sull’idea del tempo, del tempo che passa. Erano stretti in un forte abbraccio nel loro letto, che in precedenza era stato di Fugaku e Mikoto, e che in futuro apparterà ad altri Uchiha. Loro e i loro figli, e i figli dei loro figli avevano un ‘intera parte di Villaggio da riportare alla luce, il nome di un intero clan da far brillare di nuovo. E il tempo sarebbe passato inesorabile anche per loro, anche per Sakura e Sasuke. Sasuke e Sakura. Avranno una vita meravigliosa insieme: l'Era dei fidanzatini in lotta con sè stessi e con i loro sentimenti è finita, sono diventati un uomo e una donna maturi adesso, che sono stati in grado di costruire una famiglia. Ora non convivono più, non sopravvivono pù, ma vivono davvero. E di certo la vita splendida e felice che hanno dinnanzi sarà lontana ed immune dalle ombre del passato. Ma quella vita, quella vera, era già iniziata quattro anni fa, quando per la prima volta la kunoichi aveva messo piede a Villa Uchiha per restarvi per sempre accanto a lui. Per sempre.
 
 
 
 
 


 
 
FINE.




 
                     La vita insieme di Sakura, Sasuke, Itachi e Shisui Uchiha sarà tutta un'altra storia.






Angolino Autrice**
Ragazzi sto per piangere, non ci posso credere di aver concluso questa raccolta. Sul serio, mi viene da piangere. Vorrei ringraziare tutte voi, TUTTE, da chi ricensisce, chi mette tra le preferute, le seguite, le ricordate, vorrei sentirvi tutte per l'ultima volta. E' grazie a voi che sono arrivata a questo punto. Vi dedico la storia.
Ho deciso di terminare qui la shot perchè ormai il "compito" di raccontare la convivenza tra Sakura e Sasuke è concluso. Adesso loro non convivono, non sopravvivono più. Adesso vivono per davvero, anche grazie a tutti coloro che sostengono e amano questa coppia.

P.s: Katon ci tiene a dirmi che Itachi e Shisui lo stanno facendo martire, dattebayo!





Flyonclouds.


 
  
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