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Autore: Aagainst    14/12/2013    2 recensioni
Davide è un ragazzo che crede di sapere tutto della vita. Riuscirà Hayley Williams a fargli cambiare prospettiva? Una storia di amicizia e, perché no, di amore, in cui i protagonisti scopriranno meglio chi sono.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi Tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 30

POV DAVIDE
Tornai a casa, spossato. L’incontro con mio padre era stato qualcosa di strano e incredibile allo stesso tempo. In quel momento non riuscivo a pensare a niente. Sapevo solo di dover parlare con qualcuno. “Silvia, come vorrei che tu fossi qui.” pensai tra me e me. E invece lei era in ospedale, sdraiata su uno stupido letto. Sospirai. Quella sera avrei avuto il concerto, ma non ne avevo assolutamente voglia. Mi guardai intorno, in cerca di Hayley. Vidi un biglietto sul tavolo. Lo presi e lessi: ”Sono a provare con la band. Ci vediamo al concerto. A dopo. Ti amo.”. Alzai lo sguardo. Accartocciai il foglietto e lo buttai nel cestino. Sospirai nuovamente e mi stravaccai sul divano. Decisi di guardare un po’ di televisione, ma finii per fare zapping. Mi alzai e mi preparai un toast, Non che avessi fame, ma avevo bisogno di fare qualcosa. Ero inquieto. Maledettamente inquieto. Presi il cellulare e iniziai a scorrere tutti i numeri che avevo in rubrica. Avevo un disperato bisogno di parlare con qualcuno. Ma il problema era: con chi?

POV HAYLEY
Mi sentivo in colpa. L’avevo lasciato solo senza nemmeno pensare a come sarebbe tornato dall’incontro con suo padre. Iniziai a preoccuparmi. –Hayls, non devi preoccuparti. A Davide non farà male imparare a cavarsela un po’ da solo.- cercò di tranquillizzarmi Jeremy. Lo abbracciai. Lo strinsi per non lasciarlo andare. Lui non era come Taylor. No, Jeremy era proprio come un fratello maggiore, una guida, un esempio da seguire. Era stato lui a insegnarmi praticamente tutto. Era stato lui a riportarmi in vita dopo il trasloco dal Mississippi a Franklin. –Jerm… E se dovesse fare qualche stupidaggine?- domandai. Avevo paura, davvero. Il bassista mi guardò con estrema dolcezza. –Non la farà. Da quando va da Milly è molto migliorato. E se dovesse farla, beh, gli tirerò le orecchie. Ma non ti devi preoccupare.-. Accennai un sorriso e mi preparai per cantare.

POV DAVIDE
Faceva freddissimo. Accelerai il passo. Svoltai l’angolo e mi trovai davanti una bella villetta a schiera. Suonai il campanello, pregando che qualcuno mi aprisse. –Chi è?- chiese una voce femminile. –Sono Davide.- risposi al citofono. Il cancelletto si aprì e io entrai. –Tutto a posto?- mi domandò Kat, accogliendomi in casa. –Sì, scusa il disturbo. E’ che… Ho avuto una mattinata complicata.- spiegai. La moglie di Jeremy Davis mi invitò a sedermi sul divano. –Hayley mi ha detto che ti sei incontrato con tuo padre.- esordì lei. –Come è andata?- chiese. Mi morsi il labbro e iniziai a muovere la gamba destra dall’agitazione. -Oh, ehm… Sì, diciamo che… Io…- provai a dire. L’inglese pose una mano sulla mia spalla, per tranquillizzarmi. –Tranquillo. So che è difficile. D’altronde non vi parlate da quasi dieci anni.- disse. Sospirai. –Io vorrei perdonarlo. Io vorrei credere a tutto quello che mi ha detto. Io vorrei, giuro. Ma non posso. Non ci riesco.- ammisi. –Davide, ascoltami. Devi osare. Non sarà facile, ma già il fatto che oggi sei andato a parlargli è un ottimo segno.- disse. –Non riuscirai a perdonarlo subito. Magari nemmeno tra vent’anni. O forse non lo perdonerai mai. Ma non puoi mollare. Davide, non puoi!- -Non è quello che provo!- ribattei io. –Silvia è tra la vita e la morte e potrebbe anche non svegliarsi mai più! E da quando sono qui ho solamente creato un sacco di problemi. No Kat, l’unica cosa che posso fare è scappare.- affermai. Ero lucido. Folle, ma lucido. Mi alzai, ma lei mi prese dal braccio e mi ributtò sul divano. –Guardami negli occhi. E’ quello che vuoi? Pensi che sia davvero la soluzione ai tuoi problemi?- mi chiese. –Starebbero meglio tutti senza di me.-. A quel punto Kat mi tirò uno schiaffo. –Ahia!- mi lamentai. –Pensi davvero che Hayley starebbe meglio senza di te?- mi provocò, fredda. Tacqui, non riuscendo a replicare. Calò il silenzio. Il mio sguardo si posò sul pancione di Kat. –Sarai un’ottima madre, Kat. Davvero.- mormorai. Lei mi sorrise. Poi si toccò il grembo. –Grazie. Ma non è quello di cui stavamo parlando. Davide, ci sono persone per cui sei molto importante. E non sto parlando solo di Hayley.- -E a chi altri dovrei importare?- domandai, provocatorio. In quel momento mi sentivo proprio inutile. Kat si morse il labbro. –A me. Davide, per me, Jeremy e Taylor sei diventato fondamentale. E poi, perché non pensi a Silvia? Pensa come potrebbe stare se, una volta sveglia, dovesse sapere che tu te ne sei scappato da qualche parte.- -Potrete sempre dimenticarmi!- ribattei io. In quel momento mi arrivò un nuovo schiaffo. –La smetti di tirarmi schiaffi?- mi lamentai. –Ti fanno male? Beh, lo sai perché? Perché sei una persona, accidenti, non un oggetto! Sono gli oggetti che si possono dimenticare! Sono gli oggetti che si possono prendere a schiaffi! Ma tu, Davide, sei una persona. E anche noi.- esclamò. –Io non voglio più fare del male a nessuno.- mormorai. –Che stupidaggine di proposito!- sbottò lei. –Perché?- chiesi perplesso. –Perché siamo persone. E le persone sbagliano. I nostri errori faranno per forza male a qualcuno. E’ inevitabile.-. Chinai il capo, ma lei mi costrinse a guardarla negli occhi. –Perché non pensi a noi?- -Perché in questo schifo di vita ho sempre pensato solo agli altri! Ora voglio pensare anche a me!- risposi bruscamente. Vidi i suoi occhi velarsi di lacrime. –Ehi, aspetta… Io non volevo… Vedi, sono un disastro!- mi disperai. –Non piango perché mi hai ferita. Piango perché non ti rendi conto dell’ammasso di idiozie che stai dicendo. Davide, tutto quello che hai fatto per gli altri lo hai fatto prima di tutto per te stesso. Aiutare Silvia a crescere per esempio. E’ tua sorella e tu le vuoi bene. E tu sei felice quando anche lei lo è.-. Capii quello che Kat mi stava provando a dire. Sospirai. –Sai, puoi scappare se vuoi. Ma davvero pensi che cambieresti qualcosa? Rischieresti solamente di perdere ciò a cui tieni di più. Davide, è tempo di vivere! Corri verso il tuo destino, afferralo! Alzati e corri! Alzati e vivi!- mi esortò. Mi accorsi solo in quel momento di tremare. La guardai negli occhi. Poi l’abbracciai. –Grazie.- bisbigliai. Mi alzai dal divano e, dopo averla salutata, corsi fuori da quella casa. Corsi velocemente, a perdifiato. Non mi importava di finire sotto a qualche automobile, non mi importava di rischiare di travolgere qualche passante. Corsi, corsi anche se le mie gambe mi imploravano di fermarmi. Solo io conoscevo la meta. E sì, era quella giusta.

Angolo dell'Autrice

Okay, è da più di due mesi che non aggiorno. Ma davvero, è stato ed è un periodo veramente orribile. Tengo a spiegare che questa fanfiction è nata per scrivere di me e consiste in una sorta di sfogo. E sinceramente mi è mancata davvero molto, ma non riuscivo a sfogarmi. Quindi non riuscivo nemmeno a scrivere. Poi, due notti fa non ce l'ho più fatta e ho iniziato a buttare giù tutto. 
Spero che questo capitolo vi piaccia. Parla molto di me e spero che vi emozioni o vi faccia riflettere. In questo periodo ho voluto scappare un sacco di volte, ma poi, alla fine, non l'ho mai fatto. Un po' per vigliaccheria, ma anche perché ho pensato che c'è gente a cui importa di me. E così, da due giorni a questa parte, ho provato a iniziare a correre. 
Un grazie  a Chocobomb e Ollieparawhore per le recensioni. 
Al prossimo capitolo, spero non troppo tardi!
   
 
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