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Autore: KazeSlasher    14/12/2013    0 recensioni
[The Silver Light]
«The silver light will come / to see you in thou dome / and when every mound of sand / in the beach will connect / shall decide you to fight 'til the end?»
Candy ascoltò in silenzio, a occhi socchiusi.
«Esigo che ci infili un bel riff. E un assolo di quelli potenti. Qualcosa di... Boom!»
«It will finish with a far boom!»
«Boom! Boom! Boom! Boom!»
Scoppiarono a ridere entrambi fin quasi alle lacrime.
SPOILER PER CHI NON HA LETTO "THE GOLDEN AGE"!
[Personaggi principali: Candy Veigh e Thunderstroke]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bittersweet


Sdraiata a pancia in giù sull'erba, senza trucco, con i capelli biondi arruffati e legati alla meglio, rigirava febbrilmente tra le dita le pagine del block notes, mugolando a bocca chiusa i suoni che leggeva sullo spartito disegnato di getto. Quando si occupava di musica tendeva a straniarsi completamente dal mondo circostante, ma il fatto che il piccolo parco dove si era rintanata fosse molto meno affollato del solito, quel pomeriggio, le faceva molto piacere. Senza gli schiamazzi dei ragazzini le era molto più facile rimanere concentrata. Contemporaneamente, su un altro foglio, traduceva le note in accordi, in un mosaico di segni, lettere, frecce tracciati disordinatamente con con una penna blu. I fogli si riempivano in fretta e lei si sentiva estremamente soddisfatta.
Si stava dedicando anima e corpo alle canzoni e agli arrangiamenti per la band da qualche mese, e ogni volta che riuscivano a chiudere un pezzo si sentivano ad un passo dal trionfo, spronati ad andare avanti e conquistare tutto. Allora ricominciavano a lavorare con ancora più entusiasmo, certi che presto avrebbero sfondato. Per questo cercava di sfruttare ogni attimo libero per lavorare, buttando idee e ispirazione su qualunque pezzo di carta le capitasse a tiro, ovunque si trovasse. A casa, al parco, al pub... aveva sempre con sé una penna e un blocco per gli appunti per ogni evenienza. Come poco prima, quando sulla strada di casa dopo aver fatto la spesa l'ispirazione le era piombata addosso e le dita si muovevano sui manici delle buste come sulla tastiera della chitarra. E allora non aveva potuto aspettare, si era infilata nel parco e aveva cominciato a scrivere, abbandonando borse e borsine lì accanto.
«Quanto stoicismo, Candy...»
Alzò la testa di scatto sentendo pronunciare il proprio nome e si voltò in direzione della voce. Non era riuscita ad identificarla, essendo sovrappensiero, eppure vi aveva notato un che di familiare. Quando i suoi occhi incrociarono un volto divertito incorniciato da una chioma rosso fuoco, saltò in piedi e gli si lanciò addosso.
«Red!»
Scoppiò a ridere, abbracciandola. Le era sempre piaciuta la sua risata, così calda e rassicurante. La faceva sentire a casa.
«Non immaginavo di trovarti qui a quest'ora, dolcezza.»
«Perchè? Che ore sono?»
Lo guardò stupita. Aveva perso la cognizione del tempo.
«Sono abbondantemente passate le sei.»
Era primo pomeriggio quando aveva bruscamente virato verso il parco. Aveva davvero passato così tanto tempo a scrivere? Cominciò a recuperare i vari fogli in fretta e furia.
«Dannazione! Dovevo essere a casa entro al massimo un'ora, invece mi sono completamente scordata e... Oh, maledizione. Mi toccherà litigare con quel cretino di Steven. Di sicuro adesso starà distribuendo volantini per ritrovarmi o pensa che dei maniaci mi abbiano rapita o cose del genere.»
«O magari qualcosa in cui siano coinvolti gli alieni.»
Guardò negli occhi Red con sguardo serissimo.
«Non dovresti scherzare su queste cose. Non hai idea di quanti complotti ci siano attorno all'argomento.»
«Okay, okay. Me ne parlerai mentre ti riporto a casa.»
Le fece l'occhiolino e prese le buste della spesa. Candy arrossì leggermente, fingendosi infastidita dalla galanteria dell'amico. Si incamminarono a passo svelto verso la casa della ragazza, lasciandosi inghiottire dalla folla di uomini in completo sartoriale che uscivano dagli uffici attorno alla City.
«Stavo scrivendo e ho perso la cognizione del tempo.»
«E che cosa scrivevi?»
«Un pezzo nuovo.»
«Anch'io ho scritto qualcosa oggi...»
«Ma dai! Racconta un po'...»
Red le parlò del processo creativo, delle partiture che stava abbozzando. Poi canticchiò una parte del testo.
«
The silver light will come / to see you in thou dome / and when every mound of sand / in the beach will connect / shall decide you to fight 'til the end?»
Candy ascoltò in silenzio, a occhi socchiusi.
«Esigo che ci infili un bel riff. E un assolo di quelli potenti. Qualcosa di... Boom!»
«
It will finish with a far boom!»
«Boom! Boom! Boom! Boom!»
Scoppiarono a ridere entrambi fin quasi alle lacrime.
«Magari domani possiamo provare tutto, che dici? Sia la mia canzone che la tua.»
Le sorrise dolcemente, come sapeva fare lui. Quel sorriso che scaldava il cuore nonostante la sottile malinconia che lo velava, appena percettibile dietro quell'entusiasmo dirompente da cui era impossibile non farsi contagiare.
«Ottimo! Devo ricordarmi di accordare la chitarra.»
Camminarono sereni ma spediti fino ad arrivare davanti all'abitazione della ragazza, che davanti all'ingresso allungò la mano per recuperare le borse della spesa, sorridendo a sua volta.
«Ti va di entrare?»
«Devo rifiutare a malincuore, anch'io ho un fratello che aspetta.»
Candy roteò gli occhi con una smorfia, immaginando la probabile litigata che avrebbe avuto con Steven rientrando. Poi sorrise a Red.
«Beh, grazie di avermi accompagnata.»
«Per la Dea della Distruzione questo ed altro. Allora a domani!»
«Fa' il bravo, eh!»
Lui le diede un pizzicotto amichevole sulla guancia e si allontanò ridendo. Candy lo seguì con lo sguardo, con una sensazione indecifrabile.
Un improbabile misto di dolcezza e paura, come un vago cattivo presentimento.

Sgranò gli occhi di colpo e non vide altro che buio della stanza. Portò una mano alla guancia, dove sentiva ancora vivido il calore delle dita di Red. Si morse le labbra e chiuse gli occhi, sentendo un peso orribile attanagliarle lo sterno. Si rigirò tra le lenzuola sentendo gli occhi farsi lucidi e guardò in silenzio il profilo del ragazzo che dormiva accanto a lei.
Allungò una mano ad accarezzargli i capelli biondi e lui socchiuse gli occhi, accennando un sorriso assonnato e facendole cenno di avvicinarsi. Si strinse forte a lui, nascondendo il viso contro il suo petto e cominciando a piangere in silenzio.
Red era morto da poco più di un mese. Steven era sparito da altrettanto tempo.
Il sogno per cui tutti e quattro avevano lottato si era sgretolato per sempre. Restavano solo lei e Tom a cercare di tenere insieme i cocci di quell'utopia, ed era un compito troppo pesante per due persone soltanto.
Chiuse gli occhi, soffocando i singhiozzi mentre Tom le accarezzava dolcemente i capelli come per cullarla. 
Lentamente sprofondò nuovamente nel sonno, e stavolta senza sogni.


  
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